Volo sull'Argentina
di Gustavo Gabriel Otero
Buon risultato generale per il dittico dedicato a Dallapiccola al Teatro Colón
Buenos Aires, 25 ottobre 2016 - Con buon esito generale il Teatro Colón ha proposto - fuori abbonamento, in recite definite straordinarie - due opere brevi di Luigi Dallapiccola: Volo di notte e Il prigioniero. In entrambi i casi tornavano per la terza volta nella storia dell'ente lirico. Volo di notte - l'unica opera ambientata in Argentina che non sia stata scritta da un autore nato o vissuto nel Paese - si è potuto vedere nelle stagioni 1959 e 1969, Il prigioniero nel 1954 e nel 2000.
In questo dittico dedicato a Dallapiccola il regista, Michał Znaniecki, ha cercato di dare unità drammatica senza riuscirvi e questo è stato il principale tallone d'Achille della sua produzione. Lo svolgersi del Volo di notte in Argentina, agli albori dell'aviazione civile, ha permesso a Znaniecki di collocare riferimenti al passato recente nonostante la collocazione nell'epoca prevista. Così Simona Fabien si è trasformata dopo la notizia della morte del pilota Fabien in una ‘madre de plaza de mayo’ - sessant'anni prima che queste esistessero - e la protesta finale del Volo in una allusione all'ultima dittatura militare argentina (1976-1983). Se in quest'opera i riferimenti risultavano forzati, tutto funzionava meglio nel Prigioniero, giacché la metafora può essere più facilmente collocabile in un contesto più prossimo nel tempo e nello spazio.
La monumentale scenografia di Luigi Scoglio contestualizza adeguatamente l'aeroporto di notte con due grandi torri ai lati, una con tre piani dove sono ubicati radiotelegrafista e impiegati, l'altra quasi inutilizzata e all'apparenza la torre di controllo, sul fondo si vede la pista, separata da una rete che si apre e si chiude in alternanza. Nel Prigioniero ricompaiono le torri e invece della pista si aggiunge un grande cubo che permette di vedere, ruotando, diverse prospettive della prigione.
Rigorosamente anni '30 i costumi disegnati per Volo di notte da Ana Ramos Aguayo e di buona fattura quelli di Joanna Medyńska per Il prigioniero. Adeguata all'estetica della produzione e coreografie di acrobati e ballerini curate da Diana Theocharidis ed eccellenti le luci di Bogumil Palewicz, atterraggi di aerei compresi.
La direzione musicale di Christian Baldini e la risposta dell'orchestra sono state di primo livello, mentre il Coro preparato da Miguel Martínez ha offerto una performance d'alta qualità.
Víctor Torres è stato Rivière molto ben interpretato, accentuando la crudeltà del personaggio. Vocalmente la massa orchestrale lo ha offuscato in alcuni momenti, benché sia stato convincente nel complesso dell'opera.
Daniela Tabernig ha offerto una Simona Fabien impeccabile, con perfetta linea di canto giusta proiezione, abbagliando e commuovendo in ogni momento in cui entrava in scena.
Sergio Spina (radiotelegrafista) e Carlos Ullán (Pellerin) hanno fornito il contributo in termini di qualità vocale ed efficacia teatrale. Carlos Esquivel è stato un sobrio Robineau e non hanno demeritato gli impiegati incarnati da Duilio Smiriglia, Sebastián Sorarrain, Gabriel Centeno e Emiliano Bulacios. Adeguato il Leroux di Víctor Castells e molto interessante la voce di Carolina Gómez nel suo breve intervento.
Nel Prigioniero si è imposto il baritono Leonardo Estévez, facendo del protagonista una delle migliori realizzazioni della sua carriera, credibile e vocalmente solido-. Con la qualità di sempre Adriana Mastrángelo ne ha impersonato la madre, mentre Fernando Chalabe era ben a fuoco e immedesimato nel doppio ruolo del carceriere e dell'Inquisitore. Ben serviti i ruoli minori da Duilio Smiriglia e Fernando Grassi.
Prensa Teatro Colón /Arnaldo Colombaroli o Máximo Parpagnoli
Buenos Aires, 25/10/2016. Teatro Colón. Luigi Dallapicccola: Volo di notte - opera in un atto acto. Libretto del compositore dal romanzo omonimo di Antoine de Saint-Exupéry - e Il prigioniero - opera in un prologo e un atto -libretto del compsitore basato sul racconto La tortura attraverso la speranza di Auguste Villiers del L’Isle-Adam e La leggenda di Thyl Ulenspiegel e di Lamme Goedzak di Charles de Coster-. Michał Znaniecki, regia, Luigi Scoglio, scene, Ana Ramos Aguayo e Joanna Medyńska, costumi, Diana Theocharidis, coreografia e movimenti acrobatici, Bogumil Palewicz, luci. Volo di notte: Victor Torres (Rivière), Carlos Ullán (Pellerin), Daniela Tabernig (Simona Fabien), Sergio Spina (Radiotelegrafista), Carlos Esquivel (Robineau), Duilio Smiriglia, Sebastián Sorarrain, Gabriel Centeno e Emiliano Bulacios (impiegati), Carolina Gómez (voce interna) e Víctor Castells (Leroux). Il prigioniero: Leonardo Estévez (Prigioniero), Adriana Mastrángelo (Madre), Fernando Chalabe (Carceriere e Grande Inquisitore), Duilio Smiriglia e Fernando Grassi (Sacerdoti). Orchestra e Coro Estable del Teatro Colón. Maestro del Coro: Miguel Martínez. Direzione musicale: Christian Baldini.