di Vincenza Caserta
Padova, 12 luglio: Sono le ventuno, ormai tutti hanno preso posto per l’atteso spettacolo che a Piazza Eremitani proporrà i nuovi brani scritti da Nicola Piovani per i Solisti Veneti ed il flautista Massimo Mercelli. Il programma è allettante e incuriosisce l’accostamento con la musica di Vivaldi.
Nicola Piovani è pronto mentre tutti sono intenti negli ultimi preparativi. Timidamente, si chiede se è possibile conoscere qualche opinione del maestro Piovani: la risposta è anticipata da un sorriso affabile e da modi gentili, prosegue con il dialogo che qui riportiamo.
Lei ha scritto delle composizioni che omaggiano Vivaldi e la sua capacità descrittiva. Secondo Fellini la musica aveva il potere straordinario di commuovere. Come si può coniugare questa ricerca, così intima e soggettiva, a qualcosa che la renda voce universale in cui il compositore è portavoce di un racconto?
Questa sera non verrà seguita la consuetudine secondo cui i brani di musica contemporanea verranno eseguiti per primi: lasceremo che il pubblico possa gustarsi Vivaldi, così chi non vorrà ascoltare questi nuovi pezzi di Piovani potrà andare via, soddisfatto almeno di aver ascoltato il Prete Rosso. Con un sorriso il Maestro scherza piacevolmente sulla sua musica e la curiosità circa il legame con Vivaldi aumenta.
Fellini era attratto dalla musica, e questa cosa insinuava un certo panico nel suo animo proprio per quel legame di continuità che unisce i musicisti, la musica, arte dell’invisibile, ed il mare, i paesaggi. Il concerto per violoncello ed orchestra d’archi intitolato Il canto dei neutrini, che ho scritto qualche anno fa, ne è un esempio: cerca di catturare l’invisibile, la magia del sorgere del sole. Tutto ciò che è stato il percorso della scienza nel Novecento si è misurato con una natura che è diventata sempre più “visibile” attraverso la ricerca scientifica. I compositori nella storia hanno sempre osservato la natura, descrivendola: è proprio osservandola che si fa strada un sentimento, che è commozione e che nasce dalla natura stessa di cui l’uomo fa parte. Credere che la natura sia solo buona e benevola significa non conoscerla, in lei si celano il bene ed il male, il divino ed il satanico.
Il virtuosismo può essere inteso sia come effetto che stupisce creando meraviglia, sia come capacità di calibrare i colori musicali. Quali aspetti oggi possono “destare meraviglia” nella musica?
Il virtuosismo ha un aspetto atletico, di stupore nella difficoltà presentata dalla musica e nell’agilità con cui l’esecutore si muove in questi equilibri, arrivando talvolta a delle forme estreme come alcuni tipi di gare tra fisarmonicisti che poco hanno di musicale, essendo dimostrazioni atletiche e di conseguenza destando poco interesse. Il vero virtuosismo è invece una forma espressiva, è l’essenza del brano portata ai massimi livelli; Vivaldi ne è esempio massimo, basti pensare alla sua scrittura, alle cadenze riservate agli strumenti solisti nei concerti, come poi sarà anche in quelle dei grandi capolavori dell’Ottocento, dominate sempre dall’espressività. Per avvicinarci di più all’attualità si può dire che oggi il virtuosismo trova espressione nelle rielaborazioni jazzistiche, veri capolavori."
Quali sono gli elementi fondamentali che rendono unico ed inscindibile il rapporto tra immagini e colonna sonora nel mondo del cinema?
Le immagini e la musica sono come due poli in un campo magnetico, scoccando la scintilla diventano un binomio magico, sono complementari, parlano la stessa lingua. Se non coincidono diventano come un matrimonio non consumato, nullo!”.
Dopo pochissimi minuti inizia il concerto, il binomio tra Vivaldi e Piovani viene svelato, candidamente, con la semplicità che avvolge e cattura, magia unica della musica.