di Pietro Gandetto
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Carmen Giannattasio, all’indomani della sua Amelia nel Simon Boccanegra al Teatro alla Scala [leggi la recensione]. Sono bastate poche parole per essere pervasi dalla sua innata naturalezza e dalla sua voglia di raccontarsi. Icona di stile nel panorama operistico internazionale e interprete tra le più richieste dai maggiori teatri del mondo, ma genuina e diretta come la sua bella voce. Il soprano ci parla del ruolo dell’opera nella società contemporanea e di come si diventa grandi senza rinunciare a essere sé stessi.
Partiamo con una domanda semplice ma fondamentale: che cosa rappresenta per te la tua voce?
E' lo strumento attraverso il quale i pensieri e le emozioni prendono forma.
Scorrendo il tuo repertorio, quello che balza subito agli occhi è l’estrema duttilità, la distribuzione omogenea tra ruoli belcantistici, verdiani e veristi. E’ vero che se c’è la tecnica c’è tutto, però come fai a spaziare in campi così eterogenei, facendo tutto bene?
Madre Natura è stata generosa con l’estensione della voce; questa, unita allo studio perseverante, alla tecnica che si affina ogni anno e a una dose di coraggio, mi consente di spaziare da un compositore all’altro. Non è detto però che le ciambelle escano sempre col buco, si fanno anche esperimenti nel corso della carriera. Bisogna prendersi dei rischi se si vuol creare qualcosa di speciale!
Oltre alla bella voce, è importante sapersi muovere bene sul palco. La cosa più audace che ti hanno proposto a livello registico?
Se parliamo di difficoltà fisica, cantare sospesa a 5 m d'altezza... per fortuna non soffro di vertigini! Se parliamo di audace in senso propriamente fisico, la richiesta di nudo integrale nella Traviata di David Mcvicar.
Qual è il segreto per non annoiare mai il pubblico?
Sapersi sempre reinventare, cercare il nuovo per sé stessi, in modo da donarlo agli altri.
Si dice spesso che in Italia l’opera è ancora troppo ancorata alla tradizione. Come si può far capire ai giovani che il canto è vita, è gioia e non ha nulla di vecchio se fatto bene? Secondo te qual è il ruolo dell’opera nella società moderna?
A volte mi diverto a dire che mi sento un po’ un’archeologa per come viene considerato il genere musicale classico in generale. Se non cambia il sistema educativo, scoslatico, culturale in Italia mi sento purtroppo di affermare che l'Opera avrà vita breve. La musica va introdotta nel percorso formativo fin dall’asilo, non perché tutti debbano diventare artisti e musicisti, ma poiché essa è un linguaggio universale, apre la mente e l’anima. La lingua unica che unisce tutti i popoli del mondo.
So che vivi a Londra, cosa pensi di questo referendum e dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea?
Credo che nei prossimi tre anni, il tempo che occorre per la concreta uscita dall'UE, avremo delle sorprese!
Quest’Amelia nel Simon Boccanegra alla Scala è stata un successo. Come descriveresti la Scala con tre aggettivi?
Grande, Solenne e Spaventosa!
Qual è, se c’è, un ruolo cui sei particolarmente affezionata e uno che invece non dico ti piaccia di meno, ma che, per il momento e per quello sei tu oggi, senti che non rifaresti?
Il ruolo che amo di più al momento è Norma. Un'opera dove il soprano ha la possibilità di esprimere probabilmente quasi tutti gli stati d'animo e i sentimenti: amore, passione, rabbia, odio, vendetta, amicizia, solidarietà, perdono, fragilità, per non parlare della volontà di togliersi la vita, di toglierla ai propri figli, di toglierla al proprio amante e non riuscire a farlo! Tre ore molto impegnative psicologicamente e tecnicamente, un Everest da scalare. La soddisfazione finale ti ripaga di tutto. Non farei più Micaela nella Carmen di Bizet. Un ruolo che, pur avendolo cantato agli inizi della carriera, non mi è mai piaciuto. Casomai la prossima volta sarà come Carmen!
Io sono convinto che sul palcoscenico emerga la vera natura di ogni artista, nel senso che, al di là dello studio, della tecnica, di tutto ciò che si può costruire prima, quando si canta è come avere l’anima “nuda”. Che ne pensi?
Verissimo! Ma ci sono anche ottimi simulatori capaci di non far trasparire la vera essenza!
Credo che uno dei punti di forza del tuo canto sia il legato, l’emissione sana, il cantar sul fiato, quel canto all’italiana che si sente sempre meno. Senza entrare troppo nel tecnico, ci puoi dire come si canta così e quanto è importante cantare così?
Ho impiegato circa vent'anni per imparare a cantare così, non succede dall'oggi al domani. Ci vuole tanto lavoro su sé stessi. Per alcuni la ricerca è più facile e breve, per altri più lunga e difficile. Ognuno di noi ha un corpo diverso, delle risonanze diverse e parlare di una unica tecnica sarebbe forse riduttivo. Il respiro, quello sì è' importante... Il respiro e' vita!
Testimonial di Bulgari, outfit pazzeschi e acconciature sempre ricercate. Possiamo dire tranquillamente che sei un’icona di stile ed eleganza. Che rapporto hai con la moda? Cosa fai quando i costumi di scena non ti piacciono?
A quale donna non piace la moda? A volte capita che l'idea di un costumista non si confaccia alla mia o al mio fisico. Devo sentirmi a mio agio e bella, a seconda del ruolo che interpreto. Nell'ultimo Trovatore che ho fatto ad Amsterdam il costumista ha cambiato letteralmente i bozzetti dopo avermi vista in azione durante le prove. Abbiamo optato per capelli corti e un look da cavallerizza, tipico di una donna forte ma romantica. La personalita' individuale influisce anche sul costume!
Che rapporto hai con i social?
Ho una bravissima PR, di quelli si occupa lei! Ma Instagram è l’angolino personale dove mi piace condividere la mia quotidianità fatta di ciò che vedo, di prove, di spettacoli, ma anche di cibo, viaggi e paesaggi.
Cosa ti colpisce in un uomo?
Il carisma.
Se non avessi fatto la cantante, quale professione ti sarebbe piaciuta intraprendere?
In verità avrei voluto fare la giornalista, poi la Musica mi ha scelto!
Sei una persona che ama avere il controllo sulle situazioni della vita o che osserva gli eventi e le emozioni senza commenti e senza troppe aspettative?
La passività non mi si addice, la vita è lotta quotidiana e mi piace essere condottiera della mia.
La tua più grande paura?
Mi alleno quotidianamente per non averne!
Di quali emozioni vale la pena “drogarsi” nella vita?
Di tutte quelle che ci arrecano piacere e felicità!