Perrotta a tutta Goldberg
Cinque nuove tappe in gennaio e febbraio per il tour bachiano della pianista calabrese residente a Parigi.
MILANO, 29 dicembre 2015 – Prosegue in gennaio e febbraio il tour italiano della pianista Maria Perrotta interamente dedicato alle Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach. Dopo quelle di ottobre a Modena e Roma (al Quirinale in diretta Rai) altre cinque tappe l’attendono nel 2015: il 16 gennaio a Verona (Chiesa di San Zeno), poi Reggio Emilia (20 gennaio, Aula Magna P. Manodori), Bologna (22 gennaio, Musica Insieme), Rovereto (3 febbraio, Filarmonica) e Firenze (7 febbraio, Amici della Musica).
Calabrese di nascita, ora residente a Parigi, Maria Perrotta è ormai una veterana di questo immenso capolavoro bachiano, che da quasi 25 anni suona in pubblico con grande dedizione. E notevole gradimento della critica sta ottenendo la sua nuova incisione delle Variazioni Goldberg per la Decca, in negozio da ottobre: l’autorevole Elisabetta Fava ha scritto sul numero ora in edicola del Giornale della Musica: «Maria Perrotta non ama incidere in studio e quindi anche questa edizione delle Goldberg è fatta dal vivo, particolare che dà un'emozione in più: la tenuta tecnica e di pensiero conferma nella giovane pianista calabrese il rigore e la solidità che già le conosciamo. Impeccabile negli scomodissimi passi scritti per doppia tastiera; vigorosa nei brani in cui esplode la carica energetica (variazioni 8, 10, 14, 18, 19, 22, per non dire le ultime); nitida, ma mai fredda, nella condotta delle parti; spiritosa nelle pagine più brillanti, che sprigionano letteralmente luce; mai ripetitiva nei ritornelli, che anzi servono a mettere in risalto nuove nervature (ma molto opportunamente, niente ritornello nell'ultima, commovente variazione in minore); e molto sensibile nel far emergere persino insospettate voci interne, sempre senza esagerare e al tempo stesso col coraggio delle proprie scelte». Non da meno alcune recenti recensioni su quotidiani italiani: «L’avvio è lento e non solenne, lieve e non frivolo nonostante la fiducia nelle curvature degli abbellimenti della melodia. Nel seguito, ogni numero trova sapore giusto, idee e tecnica zelante» (Angelo Foletto, la Repubblica); «È esaltante la sensazione di poterlo manipolare in mille modi: perché la sua musica è come un organismo vivente». La valorosa pianista Maria Perrotta si confronta con l’arte sublime delle Variazioni Goldberg di Bach, in modo personale. «Bach è libertà e godimento: 80 minuti quasi sempre in sol maggiore che non annoiano mai» (E.T.A. Hoffmann) e incrementano «produzione di onde alfa, coordinazione fra emisferi e capacità di apprendimento» (Giovanni Gavazzeni, Il Giornale); «Disarmante forza d’urto di una semplicità elevata ad illuminazione, a nobile, conciliante distillato di una musica squadernata nella sinestesia dei sensi. Dopo il vertice delle tre ultime Sonate beethoveniane, con la caparbia discrezione di chi crede al suo singolare percorso, Maria Perrotta torna a contemplare il precipizio delle bachiane Variazioni Goldberg BWV 988: trentadue cerchi concentrici scanditi con passo nobile e imperiosa naturalezza» (Elide Bergamaschi, Il Cittadino); «La Perrotta rivive il grande racconto con lo stesso spirito di ricerca e direi di stupefazione con cui ha rivissuto le ultime confessioni beethoveniane, ogni variazione ricreata come isola emozionale del fantastico arcipelago, l’«Aria» delibata con trasparente malinconia che si dissolve con lo scatto deciso della prima Variazione, poi il passo impettito della seconda, e così via in un caleidoscopio di contrasti e di intrigante virtuosismo che ci accompagna per settanta minuti, senza cali di tensione, fino al commiato finale, il ritorno di quell’«Aria» sulla quale la Perrotta sembra calare un’ombra nostalgica, come la separazione da un affetto che ci ha riservato così tante “gioie e dolori”, per dirla con Beethoven» (Gian Paolo Minardi, Gazzetta di Parma).
MARIA PERROTTA, pianoforte
«Pianismo a metà perfetta fra il lussureggiante Alexis Weissenberg e il laser di Glenn Gould» (N. Carusi, Libero); «Il suono è sgranato, la tecnica è clavicembalistica, il disegno formale è nitido: se continua così, Maria Perrotta sembra destinata a diventare la Rosalyn Tureck italiana» (E. Girardi, Corriere della Sera); «È una figura schiva e poco conosciuta, è uno dei veri astri del pianismo mondiale… Nelle Variazioni Goldberg ella è all`altezza di Glenn Gould, di Rosalyn Tureck.» (P. Isotta, Corriere della Sera).
Applaudita come interprete particolarmente comunicativa, Maria Perrotta si afferma in importanti concorsi fra cui il "Rina Sala Gallo" di Monza, il "Premio Encore! Shura Cherkassky" (2008) e il Concorso "J. S. Bach" di Saarbrücken (2004), premio quest’ultimo che la impone sulla scena pianistica internazionale come una significativa interprete bachiana, riscuotendo ampi successi di pubblico e di critica: «Maria Perrotta sa sfruttare le risorse del pianoforte moderno senza incorrere in inesattezze stilistiche. Il suono di vitrea trasparenza, la tessitura sempre percepibile, l’interessante articolazione della frase hanno reso la musica di Bach in modo ideale» (Saarbrücker Zeitung).
Registra per la Radio Tedesca, per la Rai e Sky. La sua incisione dal vivo delle Variazioni Goldberg di Bach ottiene il favore della critica specializzata: 5 Stelle delle riviste Amadeus e Musica, 5 Stelle e Disco del Mese della rivista Suonare News, Premio della Critica 2012 promosso dalla rivista Musica & Dischi. Nell’ottobre 2013 la Decca pubblica un cd con la sua registrazione dal vivo delle tre ultime Sonate di Beethoven che ottiene le “5 Stelle Amadeus” ed è scelto come miglior cd del mese dalla rivista Amadeus. Nel settembre 2014 esce la sua nuova incisione per Decca delle Variazioni Goldberg di Bach.
Fra i suoi recenti impegni l’esecuzione del Clavicembalo ben temperato di J. S. Bach, del Quarto Concerto per pianoforte e orchestra op. 58 di Beethoven con la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Antoni Wit e una tournée in Francia e Italia con un programma interamente dedicato a Chopin.
Maria Perrotta studia al Conservatorio di Cosenza, dov’è nata, con Antonella Barbarossa e si diploma con lode al Conservatorio di Milano con Edda Ponti. Ottiene il Diploma Superiore di Musica da Camera all’École Normale de Musique di Parigi, si perfeziona a Imola con Franco Scala e Boris Petrushansky e in Germania con Walter Blankenheim. Nel 2007 si diploma con lode presso l’Accademia di Santa Cecilia nella classe di Sergio Perticaroli. Arricchisce la sua formazione con Cristiano Burato e François-Joël Thiollier. Vive a Parigi.