Agitazione sindacale al Massimo di Palermo

 

Riceviamo per conoscenza con preghiera di pubblicazione la comunicazione dalla Federazione Informazione Spettacolo e TELecomunicazioni della Cisl 

- AL SOVRINTENDENTE

- AL DIRETTORE OPERATIVO

- AL DIRETTORE ARTISTICO

- AL CAPO DEL PERSONALE

Della Fondazione Teatro Massimo di Palermo

Oggetto: Comunicazione stato di agitazione.

La scrivente Organizzazione Sindacale seriamente preoccupata per il futuro della Fondazione Teatro Massimo di Palermo e dei suoi lavoratori, con la presente comunica l'apertura dello stato di agitazione. Nonostante la più volte comprovata apertura di credito verso la Sovrintendenza della Fondazione, vedesi accordo sulla disciplina e regolamentazione degli scioperi voluta da questa organizzazione sindacale, ci vediamo costretti a dissentire su quelle che sono le direttive aziendali intraprese in questi ultimi mesi. Dopo i pesanti sacrifici economici richiesti e dolorosamente condivisi dai lavoratori, nella "road map" disegnata dalla Direzione Aziendale insieme alle Organizzazioni Sindacali e basata sulle "3R: Risanamento, Riorganizzazione e Rilancio", constatando che dopo le prime due "amare" fasi iniziali, doveva attuarsi la fase più importante e ricca di soddisfazioni, quella del Rilancio, ci chiediamo quando e a quali condizioni questa si attuerà. Ad oggi purtroppo siamo costretti a denunciare che nulla di positivo si vede all'orizzonte.

- 1) Mancanza di una progettualità artistica adeguata al prestigio Internazionale della Fondazione. Da mesi abbiamo evidenziato il Nostro scetticismo sulla realizzazione della collaborazione con il Festival di Taormina. La Fondazione ci aveva rassicurato annunciando l’esistenza di un “piano B”, ma a oggi, dopo la fallita “missione Taorminese”, nessuna notizia sulla stagione estiva 2015.

- 2) Ricorso a costose consulenze esterne a fronte di un preciso obiettivo di destrutturare la pianta organica "tecnica ed artistica" della Fondazione. Paradossalmente si giustificano i costi di una fotografa esterna e non quelli di una prima parte d'orchestra su posto vuoto in organico. L’importanza della cura dell’immagine non può compromettere la qualità della produzione artistica. Si ricorre alla consulenza di un Segretario Artistico e di un Casting Manager per sopperire alle funzioni che dovrebbero essere proprie del Direttore Artistico, c’è chi si occupa della promozione e valorizzazione nazionale e internazionale dell'immagine della Fondazione e chi delle relazioni nazionali e internazionali, chi della comunicazione dei nuovi media e marketing chi dei rapporti con la stampa chi addirittura dell’Editoria, tutti utili ma sicuramente non più importanti del prodotto di cui si devono occupare, una magica combinazione di scenografi, macchinisti, attrezzisti, fonici, audiovisivi, danzatori, coristi, professori d’orchestra, tutti supportati ed organizzati da una squadra di uomini ombra, i cosiddetti amministrativi.

- 3) Stallo nella stesura del nuovo contratto integrativo aziendale, che come previsto dalla legge, non prevede nessun miglioramento economico per i lavoratori. Lavoratori che:

- a) responsabilmente hanno accettato l'anticipata applicazione del piano industriale presentato al Ministero dalla Fondazione, con l’attuazione dei previsti tagli a importanti voci salariali nelle retribuzioni dei lavoratori, prima ancora che questo sia approvato dal governo Nazionale;

- b) responsabilmente accettano l'anticipazione e la conseguente adozione delle norme previste dal nuovo CCNL non ancora approvato dal governo per la nuova riorganizzazione della Fondazione. La Direzione della Fondazione dal canto suo, nonostante il Massimo sia tra i Teatri più virtuosi d'Italia per costi del personale e qualità della produzione, propone l’applicazione di misure peggiorative per i lavoratori, rifiutando il dialogo su molti emendamenti proposti in fase di contrattazione dalle Organizzazioni Sindacali.

- 4) Assenza ai tavoli di contrattazione dell'integrativo aziendale del Direttore Artistico. Apprendiamo dalla note introduttive all'accordo integrativo scritte dalla Direzione, che il Sovrintendente ha scelto come consulente per la Direzione Artistica il "Direttore Musicale di Palcoscenico" e non il Maestro Oscar Pizzo !!!!

Quanto esposto, l’esame delle ultime leggi e delle normative di settore, alla luce dei pesanti tagli ai finanziamenti operati dal governo Nazionale e da quello Regionale, ci porta a pensare che da parte del MIBACT e da parte della Regione Siciliana vi sia una precisa volontà di declassamento della Fondazione Teatro Massimo di Palermo da "Eccellenza nel Mondo" a piccolo Teatro di Provincia. A tal proposito, esortiamo il Direttore Artistico Oscar Pizzo con il suo faraonico contratto da 100.000 euro l'anno, ad attivarsi nel proporre una programmazione artistica di “vera eccellenza”, equiparando la produzione del Massimo e il numero delle sue maestranze tecniche ed artistiche allo standard dei maggiori Teatri Europei, abbandonando le reminiscenze dei suoi trascorsi Baresi e cancellando definitivamente il perdente e tra l’altro costoso modello Petruzzelli. Il modello di Teatro come centro di produzione e il mantenimento dei livelli occupazionali erano i fondamenti della politica aziendale condivisa con il Dott. Giambrone al momento del suo insediamento. A questo i lavoratori hanno aderito e per questo i lavoratori hanno fatto duri sacrifici. Chiediamo al Sovrintendente di prestare maggiore attenzione alle istanze dei lavoratori, ponendosi come garante a difesa del Teatro e della cultura a Palermo. Si comunica che saranno intraprese tutte le forme di lotta che saranno ritenute necessarie al fine di preservare il futuro del Teatro Massimo e della Cultura a Palermo.

La Segreteria Territoriale Palermo Trapani Fistel-CISL

Il Segretario Generale  Francesco Assisi 

Il Coordinatore delle politiche dello spettacolo Michele De Luca