La bohème dei giovani al Grande

La Stagione Opera e Balletto 2015 del Teatro Grande di Brescia si apre nei giorni 2 e 4 ottobre, rispettivamente alle ore 20.30 e alle ore 15.30, con il celebre capolavoro pucciniano La Bohème che torna sul palco del Teatro Grande di Brescia dopo sei anni di assenza.
L’allestimento che da quasi un mese sta prendendo forma sul palco del Teatro Grande, è quello del celebre regista Leo Muscato che insieme al suo team – Federica Parolini scenografa, Silvia Aymonino costumista, Alessandro Verazzi light designer – ha ricreato appositamente per i Teatri di OperaLombardia (Grande di Brescia, Donizetti di Bergamo, Sociale di Como, Ponchielli di Cremona e Fraschini di Pavia) il progetto realizzato nel 2012 per il Macerata Opera Festival e premiato con il prestigioso premio Abbiati. Per la prima volta si assisterà quindi a Brescia alla realizzazione dell’allestimento “al chiuso”, operazione che costituisce praticamente una nuova produzione.
Con La Bohème si porta in scena uno dei titoli più amati dal pubblico. La direzione d’orchestra dei Pomeriggi Musicali vede sul podio Giampaolo Bisanti, affermato nel panorama nazionale ed internazionale (il prossimo autunno debutterà inoltre all’Opernhaus di Zurigo), ha più volte ricevuto il plauso della critica e del pubblico proprio nelle sue molteplici direzioni della Bohème. La regia dell’opera, affidata a Leo Muscato, presenta un taglio moderno, dinamico e contestualmente toccante e poetico, incorniciando un tempo della storia italiana, quello degli anni ’60, che più di altri si confà alle vicende bohèmienne. In locandina, nel ruolo di Rodolfo, il nome del giovane tenore Matteo Lippi, già vincitore del Concorso “Toti Dal Monti” 2012 proprio per il ruolo di Rodolfo, per la prima volta canta al Teatro Grande di Brescia dopo il recente successo al Bolshoi di Mosca (sempre nella Bohème), e alla Fenice di Venezia nel ruolo di Alfredo nella Traviata. Al suo fianco, un cast di giovani talentuosi ed emergenti: Maria Teresa Leva nel ruolo di Mimì, Sergio Vitale nel ruolo di Marcello, Larissa Alice Wissel in Musetta – particolarmente cara al Teatro Grande per aver debuttato in pubblico alla prima edizione della Festa dell’Opera nel 2012 e artista che lo scorso anno ha vinto il Concorso As.Li.Co nella categoria “Esordienti” – Alessandro Spina in Colline, Paolo Ingrasciotta come Schaunard e Paolo Maria Orecchia nel doppio ruolo di Benoît e Alcindoro. Oltre ai Teatri di OperaLombardia partecipa alla coproduzione anche la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia.
Le due recite in calendario sono precedute mercoledì 30 settembre alle ore 17.00 dall’anteprima studenti riservata al pubblico delle scuole.
I biglietti per il 2 e il 4 ottobre e per tutta la Stagione Opera e Balletto 2015 sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Grande (dal martedì al venerdì 13.30-19.00, sabato 15.30-19.00, domeniche di spettacolo 13.30-15.30).


Note musicali di Giampaolo Bisanti

LA BOHÈME…UN’OPERA DI “LEITMOTIV”

Nella Bohème i motivi musicali sono collegati a un significato simbolico e descrittivo, fanno riferimento a un personaggio, una situazione, un oggetto, e a un sentimento. Sono presenti molte ripetizioni e sviluppi tematici che danno un senso di continuità a tutta l’opera e sono più o meno spesso invariati e quindi facili da riconoscere.
Il primo “Leitmotiv” con cui si apre l’opera è quello della vita di “bohème” in generale, tratto dal Capriccio sinfonico e caratterizzato dal suono grave di fagotti, celli e contrabbassi (si basa sulla ripetizione di poche cellule motiviche).
Il tema di arrivo del filosofo Colline non si stacca molto dal tessuto musicale della scena, invece l’ingresso di Schaunard con le provviste è segnato da un motivo vivace, che cambia l’inquadratura della scena. Mentre Schaunard racconta la sua avventura con il pappagallo, il suo ritmo danzante si sovrappone al piano musicale del gruppo di amici che non lo ascoltano.
Con l’entrata di Mimì, la scena si modifica con elementi musicali che anticipano i “Leitmotiv” della protagonista, in un’atmosfera ambigua dal punto di vista tonale. Questo tema è “introdotto dal clarinetto e passato nell’ottava superiore degli archi in lento “crescendo” che alterna enigmaticamente intervalli diatonici e cromatici”.
Il dialogo fra Rodolfo e Mimì inizia su un quieto stile, ma quando Mimì si accorge di aver perso la chiave la scena si rianima con l’idea musicale “Oh! Sventata!” su cui è costruito il duetto della ricerca della chiave, che esprime il nascere di una passione. Quasi all’improvviso nasce la celebre aria di Rodolfo “Che gelida manina” e l’arpa riprende il tema intonato dal tenore. Nelle battute in stile recitativo (“In povertà mia lieta scialo da gran signore”), dall’orchestra ricompare variato il tema principale (“Nei cieli bigi”).
Un nuovo tema ricorrente è lanciato con le parole “Talor dal mio forziere”, che diventerà il motivo d’amore tra i due amanti. L’aria di Mimì è introdotta dal suo “Leitmotiv” che riflette la sua debolezza fisica: è caratterizzato da una armonizzazione inusuale, con varie specie di settime seguite da una consonanza su un accordo di “la maggiore”. Poi si sviluppa una serie di frasi musicali che torneranno nel corso dell’opera: la melodia “Germoglia in un vaso una rosa” che risponde all’analoga “Mi piaccion quelle cose”. Il richiamo degli amici dalla strada è introdotto dal tema della “bohème”. Nel duetto finale guidato dal tenore, c’è una ripresa rinforzata dell’aria di Rodolfo “Talor dal mio forziere” (motivo d’amore).
Il secondo quadro inizia con il tema del Quartiere Latino, già sentito nel primo quadro, e continua con un’animazione corale che mescola insieme questo tema e motivetti cantati dai protagonisti.
In questa atmosfera irrompe l’ultima delle figure disegnate da Puccini, Musetta, con un motivo tanto orecchiabile quanto “leggero” e smaliziato, proprio adatto a tratteggiare il carattere volubile e civettuolo della ragazza in questo atto.
Nell’atmosfera silenziosa e delicata del terzo quadro (“motivo staccato a quinte vuote di flauti e arpa su un pedale basso dei violoncelli”), dall’interno dell’Osteria si sente il motivo d’apertura cantato dal coro e la voce di Musetta che intona il suo motivo del Quartiere Latino. L’entrata di Mimì è annunciata dal suo tema che ricorda il suo ingresso in soffitta.
Marcello compare in scena con il tema della “bohème”, la stessa musica iniziale del primo quadro.
Nel duetto seguente Mimì, nel descrivere la gelosia di Rodolfo, intona un frammento tematico del valzer di Musetta. Quando Marcello apre la porta e osserva Rodolfo nell’interno dell’Osteria, l’orchestra risuona il motivo di Rodolfo (la stessa musica di “Aguzza l’ingegno”). Mentre Mimì aspetta, l’orchestra ripropone dei frammenti dell’aria ”Nei cieli bigi”, in particolare “Talor dal mio forziere” e poi “In povertà mia lieta / scialo da gran signore”. La comparsa di Rodolfo è accompagnata anche per lui dal tema della “bohème”, e poi dal suo tema principale (“Nei cieli bigi”). Quando Rodolfo confida di voler lasciare Mimì si presenta un nuovo motivo su “Già un’altra volta”.  

Nel quarto quadro, i temi musicali sono basati su una variazione o una trasformazione dei temi principali dei quadri precedenti. Il quadro si apre con il tema della “bohème”, con la stessa strumentazione del primo quadro ma abbreviato. Mentre Rodolfo e Marcello parlano di Musetta e Mimì, l’orchestra risuona le melodie delle due donne e riprende il tema della “bohème”. Quando si rimettono a lavorare risuona la stessa melodia della stessa scena di quando Rodolfo si era rimesso a scrivere per la rivista (prima di dire “Non sono in vena” nel primo quadro).
Abbandonano il lavoro e subito l’orchestra risuona il motivo d’amore “Fremon già nell’anima” eseguito “con due accordi minori al posto degli accordi maggiori di tonica e di dominante”: su questo tono minore si lasciano andare al rimpianto del passato in un duetto tenore-baritono (“O Mimì, tu più non torni”) preparato dal motivo d’amore con gli accordi alterati. Al termine del duetto, entra Schaunard accompagnato da Colline, con il suo motivo (“di mia presenza bella” del primo quadro), mentre dopo la scena dell’aringa si sente il motivo di Colline. Nel momento in cui Mimì entra nella soffitta, il tema di Mimì ritorna in un’altra forma, è riarmonizzato: risponde alla funzione drammaturgica di mostrare il decadimento fisico della protagonista.
Quando Mimì è adagiata sul letto risuona il motivo che accompagnava le parole “Mi piaccion quelle cose” del primo quadro. Il tema di Musetta appare quando Mimì garantisce a Marcello che Musetta è “assai buona”, e ritorna quando Musetta decide di aiutare Mimì andando a compragli un manicotto. Quando Mimì si rialza dal letto risuona il tema del duetto d’amore e Rodolfo l’abbraccia, ma l’armonia si chiude in direzione della tonica ed esprime così la brevità del loro amore.
Successivamente al “Sono andati? Fingevo di dormire” (in una melodia discendente nel tono di “do minore”), Mimì ripete la musica e le parole “Mi chiamano Mimì”, e Rodolfo partecipa al ricordo del loro incontro con un altro pezzo dell’aria di Mimì con la frase: “Tornò al nido la rondine e cinguetta”. Quando Rodolfo estrae la cuffietta rosa, Mimì canta i motivi della scena della chiave per ricordare l’inizio del loro incontro d’amore, poi, prima di sfinire intona “Che gelida manina” per ricordare le parole di Rodolfo.
Il clima di morte viene rafforzato con il richiamo musicale della vecchia zimarra di Colline, per simboleggiare il distacco. Dopo la morte di Mimì ritorna la melodia “Sono andati” ripresa dall’orchestra e suonata a tutta forza, come compianto funebre. L’orchestra chiude con le note finali dell’aria di Colline (“addio! Addio!”).


Note di regia di Leo Muscato

TRADIMENTI DI BOHÈME

Quando Puccini cominciò a lavorare su La vie de bohème di Murger era ormai un compositore di successo. Probabilmente in quel soggetto ravvisava un po’ se stesso all’epoca degli stenti giovanili milanesi.  Aveva mosso i suoi primissimi passi fra quei giovani poeti, musicisti e pittori che appena qualche anno prima avevano dato vita alla Scapigliatura. Quei giovani, animati da un forte sentimento di ribellione e di disprezzo nei confronti della cultura e del perbenismo borghese, avevano desunto il loro nome da una libera interpretazione del termine francese Bohème (vita da zingari), e si erano ispirati alla vita libertaria e anticonformista degli artisti parigini descritta proprio nel romanzo di Murger.
Nel momento in cui l’opera di Puccini andava in scena per la prima volta, il sentimento nostalgico per quei tempi passati, era un sentimento diffuso. Probabilmente, fra gli stessi spettatori presenti in sala c’era chi in gioventù aveva vissuto in prima persona quel fermento culturale, artistico e politico; invece adesso sedeva imborghesita nei palchi del teatro. “O bella età d’inganni e d’utopie! Si crede, spera e tutto bello appare!”  Già! Appare.
Questa prima intuizione ci ha accompagnato in tutta la fase di elaborazione del progetto: bisognava puntare sulla memoria emotiva dei nostri spettatori.
Un’altra rivelazione ci è arrivata da una didascalia a cui non avevamo mai dato la giusta importanza: Parigi. 1830. Puccini aveva messo una distanza temporale fra la sua epoca e quella d’ambientazione di cui valeva la pena tenere conto.
Ma cosa accadeva nel 1830, a Parigi? Era l’anno della Seconda Rivoluzione Francese (o Rivoluzione di Luglio, come i più la conoscono). Un anno di barricate e di sanpietrini divelti da migliaia di giovani scesi in strada per spodestare la monarchia. In quegli scontri caddero ottocento persone, e la loro morte servì appena a ottenere un cambio di dinastia: a un re Borbone, ne succedette uno della casa d’Orléans, quel Luigi Filippo citato da Puccini.
Ma il bohémien, come Murger l’intende, è più una categoria dello spirito che un prodotto della storia. E se è soggetto sociale determinato, lo è solo in quanto la storia l’attraversa tutta: “Dai cantori omerici dell’antichità greca, ai menestrelli di Provenza, ai trovatori erranti del Rinascimento”. E così via, sino alle soglie dei nostri tempi liquidi dove truppe di bobò in ansia da prestazione sul versante des alternatives de vie intasano le strade  dell’opzione libertaria radicale. Ma, per tornare a Murger, un soggetto sociale che attraversa l’intera storia, necessariamente la trascende.
Il bohémien, dunque, come luogo simbolico dell’oltre sistema, degli schemi, delle gabbie sociali, della vita per l’arte. Il bohémien dell’amata opzione del vuoto identitario, la tentazione del vuoto, il vuoto - anche quello dello stomaco. Tutto, purché si respiri libertà.
Nella nostra messa in scena, l’archetipo simbolico slitta nel soggetto storico che ha animato il maggio francese; ed è qui che tradiamo. Perché, nonostante l’epoca di barricate e di sampietrini divelti, non era certo intenzione di Murger fare dei suoi quattro bohémiens dei rivoluzionari protosocialisti ante litteram. Abbiamo tradito, sì, ma cercando parentele.
I nostri protagonisti vivono e agiscono una delle più grandi rivoluzioni culturali del ‘900, decisamente diversa dalla scapigliatura, ma altrettanto dirompente. E poiché nei primi due quadri li vediamo allegri, divertiti, divertenti e spensierati, non riusciamo a immaginarceli con i libri di Althusser e di Marcuse nelle tasche. Pensiamo a loro piuttosto come a quel folto numero di giovani che ha animato il Sessantotto nei suoi aspetti di rivoluzione diffusa, culturale e di costume. È così che li abbiamo immaginati.
Mimì invece. Lei no. Non tradiamo la grisette dei fiori finti di Murger, né quella pucciniana, né questa che portiamo in scena e che lavora in una fabbrica che le insozza i polmoni sino a condurla alla morte.
Lei è soggetto storico privilegiato, non astratta categoria dell’anima, ma categoria sociale, semmai. Classe. Quella che nella seconda metà dell’800 si trova assembrata nelle fabbriche grigie di fumi velenosi e nei sobborghi mefitici delle metropoli industriali.
Lei è il movimento reale delle cose, è il sacrificio umano che sorregge l’impalcatura di pensiero rivoluzionario che si muove lungo i binari della storia. E se in questa messa in scena, Rodolfo, Marcello, Schaunard, Colline e Musetta sono forse pretestuosamente “sessantottini”, Mimì è invece la mia scelta d’elezione. Era operaia e ultima ai tempi di Murger, di Puccini; è un’operaia che crepa in questa messa in scena; è la morte bianca che affolla i nostri tempi.
Il movimento reale, la storia non lo scalza, proprio perché è carne, e sangue, e morte, in taluni casi. È stata Mimì a trascinarsi dietro tutti gli altri, noi compresi, per andare a posizionarsi proprio là dove la storia del ‘900 ha tentato la rivoluzione, riuscendovi solo a metà. Noi le abbiamo solo dato retta.


GIAMPAOLO BISANTI

Nato a Milano, compie i suoi studi musicali presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” della sua città diplomandosi con il massimo dei voti. Risulta vincitore di numerosi Concorsi Internazionali tra cui spicca il prestigioso “Dimitri Mitropoulos” di Atene. Le sue prestazioni nelle ultime stagioni, concertistiche e d’opera hanno, di fatto, attirato l’attenzione su questo giovane talento. È considerato, dalla critica tutta e dai tantissimi trionfi di pubblico, uno dei migliori direttori d’orchestra della sua generazione, capace di muoversi in un repertorio molto ampio, che abbraccia tutta la musica operistica e i grandi capolavori di quella sinfonica, con gesto fluido e chiarissimo, attenzione agli organici vocali e orchestrali, memoria sorprendente e tecnica che ricorda  la più prestigiosa e alta scuola italiana. Tra i successi più rilevanti degli inizi della sua carriera ricordiamo La Bohème diretta a Tel Aviv alla guida della straordinaria Israel Philarmonic Orchestra, alla Fenice di Venezia ed al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino;  Manon Lescaut diretta al Teatro Massimo di Palermo con protagonisti Fabio Armiliato e Daniela Dessì; Macbeth di Verdi con i debutti italiani nei rispettivi ruoli di Alberto Gazale e Dimitra Theodossiou; La Traviata di Verdi nella storica edizione di Henning Brockhaus diretta al Teatro San Carlo di Napoli; Ernani di Verdi in una prestigiosa produzione firmata da Massimo Gasparon con protagonisti Amarilli Nizza e Giacom Prestia; Madama Butterfly con il debutto nel title role di Svetla Vassileva per la Regia di Daniele Abbado; Tosca a Seoul e nel Circuito Lirico Lombardo; Macbeth con la Fondazione Pergolesi di Jesi. Numerosi anche i suoi successi con le più prestigiose Orchestre Sinfoniche quali l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino; l’Orchestra Haydn di Bolano; l’Orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano; l’Orchestra Regionale Toscana; l’Orchestra Sinfonica G. Verdi di Milano, la Israel Philarmonic Orchestra, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia. Tra i successi più importanti delle ultime Stagioni figurano La Traviata al Maggio Musicale Fiorentino (Giugno 2012) e al Teatro Massimo Bellini di Catania (Dicembre 2012); Tosca nel Circuito Lirico Lombardo (Ottobre, Novembre 2012); Macbeth con la Fondazione Pergolesi Spontini (Dicembre 2012), Aida al Teatro Verdi di Salerno (con Ekaterina Gubanova, Kristin Lewis e Ambrogio Maestri; Gennaio 2013); Macbeth al Teatro Verdi di Trieste (Marzo 2013); Turandot al Performing Art Center di Seoul (Marzo 2013); Otello al Teatro Lirico di Cagliari per l’Inaugurazione della Stagione 2013 (Aprile 2013); Elisir d’amore al Teatro Regio di Torino (Giugno 2013); Tosca alla Royal Opera House di Stoccolma (Giugno 2013); Otello nel Circuito Lirico Lombardo (Settembre 2013); Rigoletto al Teatro Verdi di Padova con P. Fanale e J. Pratt (Ottobre 2013), Falstaff con la Fondazione Pergolesi Spontini (Novembre 2013); Otello al Teatro degli Arcimboldi di Milano (Novembre 2013); Stiffelio alla Royal Opera House di Stoccolma (Febbraio 2014); Turandot al Teatro Regio di Torino (Febbraio/Marzo 2014); La Bohème al Teatro Carlo Felice di Genova (Aprile 2014); Madama Butterfly al Teatro La Fenice di Venezia; Turandot al Teatro Lirico di Cagliari (Luglio/Agosto 2014); Lucia di Lammermoor a Treviso (Settembre 2014) con J. Pratt e Claudio Sgura; Madama Butterfly nel Circuito Lirico Lombardo (Ottobre/Novembre 2014); Nabucco al Teatro Verdi di Trieste (Gennaio 2015); Lucia di Lammermoor a Genova (Febbraio/Marzo 2015); La Traviata a Stoccolma (Maggio 2015); Barbiere di Siviglia al Teatro Regio di Torino (Luglio 2015); Madama Butterfly al Maggio Musicale Fiorentino (Agosto 2015). Oltre ad aprire la Stagione Opera e Balletto 2015del Teatro Grande Bisanti seguirà la direzione della Bohème in tutti i teatri di OperaLombardia e sarà successivamente impegnato all’Opernhaus di Zurigo, alla Semperoper di Dresda; lo attendono unaTournee in Oman con il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro Nacional Sao Carlos di Lisbona e la Deutsche Oper di Berlino.


LEO MUSCATO

Regista e drammaturgo, nato e cresciuto a Martina Franca (TA). Nel 1992 si trasferisce a Roma per studiare Lettere e Filosofia a La Sapienza. Durante gli anni di Università entra a far parte della compagnia di Luigi De Filippo e recita negli spettacoli Non è vero ma ci credo, Quaranta ma non li dimostra, e La lettera di Mammà. Nel 1997 vince il concorso alla Scuola d’Arte Drammatica “Paolo Grassi” e si trasferisce a Milano per studiare Regia. In quegli anni mette in scena i suoi primi spettacoli, orientando i suoi interessi verso la drammaturgia contemporanea. Dal 2005 al 2008 è Direttore Artistico della Compagnia LeArt’-Teatro di Grottammare (AP), con la quale realizza il PROGETTO RI-SCRITTURE, tre drammaturgie originali da Cechov, Ibsen e Shakespeare. L’intero progetto totalizza oltre 500 repliche. Negli ultimi anni il suo lavoro è stato oggetto di quattro diverse Tesi di Laurea nelle Università di  Cremona, Urbino, Chieti e Macerata. Nel 2007 l’Associazione Nazionale dei Critici Teatrali gli assegna il Premio della Critica come “Miglior Regista Di Prosa”. Nel 2013 l'Associazione Nazionale dei Critici Musicali gli assegna il Premio Abbiati come “Miglior Regista D'opera” della stagione 2012 per La Bohème allestita allo Sferisterio di Macerata e che venerdì 2 ottobre verrà presentata per la prima volta al chiuso al Teatro Grande. Parallelamente al lavoro di regista, Leo Muscato svolge attività di pedagogia teatrale. Conduce Master Class di recitazione e drammaturgia per attori, registi, drammaturghi e cantanti lirici presso diverse associazioni, enti pubblici e privati. Da qualche anno è impegnato in una ricerca mirata all’esplorazione delle diverse possibilità espressive dei quattro principali registri interpretativi: il Tragico, il Drammatico, la Commedia e la Comicità.

FEDERICA PAROLINI

Nata a Vimercate nel 1981, si laurea al biennio specialistico di scenografia dell’ Accademia di belle Arti di Brera nel 2007. Debutta nel 2006 al Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano con Tana per Candragopoli di cui progetta e realizza scene e costumi. Nella stagione 2014/2015 firma le scene di Candide per la 78° edizione del Maggio Musicale Fiorentino con la regia di Francesco Micheli. Rigoletto per l’Opera di Roma e Dialogues des carmelites per il teatro Petruzzelli di Bari, con la regia di Leo Muscato. Dal 2012 collabora con Leo Muscato. Progetta le scene per Un ballo in maschera per il teatro di Malmo, in programma a marzo del 2016. I Masnadieri per il Festival Verdi di Parma, La Bohéme per il Macerata Opera Festival, Enron per il Tetro due di Parma e scene e costumi de La rivincita e Il guaritore per Teatro Minimo di Andria. Per il Theatre an  der Wien, presso Kammeroper progetta scene e costumi dell’Orlando di Handel per la regia di Stefania Panighini. Dal 2006 collabora con Francesco Micheli. Segue il progetto “Opera Off”, percorso di sperimentazione sul linguaggio dell’opera lirica. Per il Teatro Massimo di Palermo progetta la scenografia di Alice nel paese delle meraviglie, occupandosi dell’ideazione e del coordinamento delle attività laboratoriali per le scuole coinvolte nell’operazione. Per Biennale Musica 2010 di Venezia progetta l’installazione per lo spettacolo iniziale, Don Giovanni e l’Uom di sasso, ed EXIT, evento conclusivo alle Tese in Arsenale. Diverse le produzioni come scenografa e costumista: nel 2009 Bianco rosso Verdi, per il Teatro Massimo di Palermo spettacolo vincitore del premio Abbiati come miglior iniziativa; Li puntigli delle Donne, di Gaspare Spontini per il Festival Pergolesi Spontini. Progetta le scene di Fidelio Off, ovvero diari dal carcere, spettacolo cooprodotto dalla fondazione I Teatri di Reggio Emilia e dai teatri comunali di Bologna Modena e Ferrara, con la collaborazione di Sky Classica. Progetta e realizza le scene di Sylvano Silvano, di Silvano Bussotti per l’Accademia nazionale di Santa Cecilia. Parallelamente al lavoro di progettazione scenografica realizza le illustrazioni per Lunaria, cd musicale di Etta Scollo e per La ballata di Jacob Apfelboc all’interno del saggio “Il crimine fra realtà e finzione”.

SILVIA AYMONINO

Nata a Roma, dove vive e lavora, inizia la sua carriera ancora giovanissima, lavorando, per quasi dieci anni, alla Sartoria Tirelli. Qui, svolge tutta la parte di elaborazione del materiale (invecchiamenti, tinture, ricami), iniziando a collaborare per film quali Il nome della rosa (1985), Le avventure del barone di Münchausen (1988) con i costumi di Gabriella Pescucci, ed Atlantide (1991) con i costumi di Maurizio Millenotti, passando ad occuparsi di tutte le mansioni che si svolgono nella sartoria, fino ad affiancare il direttore Giorgio d’Alberti nella realizzazione dei costumi di vari film e spettacoli che in quegli anni (1985-1993) sono stati prodotti dalla sartoria per i maggiori costumisti italiani e stranieri (oltre ai citati Pescucci e Millenotti, Piero Tosi, Pier Luigi Pizzi, Franca Squarciapino, Vera Marzot, Carlo Diappi, Paul Brown). Negli stessi anni, allestisce diverse mostre promosse dalla Sartoria Tirelli, come: “Vestire I Sogni”, a Mantova e Lisbona; “La Donazione Tirelli a Palazzo Pitti”, Firenze; “L’Uomo Elegante” per Pitti Uomo, Firenze; “Emilio Pucci” per la settimana della moda di Firenze. Come costumista debutta all’Opera di Roma nel 1996 in Turandot, con la regia di Stefano Monti e le scene di Edoardo Sanchi. Abitualmente collabora con Franco Ripa di Meana (Saffo, Reggio Emilia 1997; L’Italiana in Algeri, Lugo di Romagna 1998; Consuelo, Cosenza 2001; Simon Boccanegra, Trieste 2003, Graz 2005; Il tempo sospeso del volo, Reggio Emilia 2007; Tosca, Roma 2009; Rigoletto, La Traviata, Il Trovatore, Firenze 2009; L’elisir d’amore, Pechino 2010); Marco Gandini (Il flauto magico, Olimpico di Vicenza 2006; I giuochi d’Agrigento, Festival di Martina Franca 2006; Così fan tutte, Piacenza 2006; Tel Aviv 2007; Un ballo in maschera, Firenze 2007; Pia de’ Tolomei, Tokyo 2007; Don Bucefalo, Festival di Martina Franca 2008; L’Elisir d’amore, Tokyo 2009; Così fan tutte, Palermo 2009; Maria Padilla, Festival di Wexford, 2009; Il mondo alla rovescia, Teatro Filarmonico di Verona 2009; Teatro Salieri di Legnago 2009); Andrea Liberovici (I diari di Serafino Gubbio operatore, Teatro Indiadi Roma 2003; Candido. Soap opera musical, Genova 2004; Urfaust, con Paola Gassmann e Ugo Pagliai, Teatro Stabile di Genova 2005; Lo zoo di vetro, con Claudia Cardinale, Teatro Eliseo di Roma 2006); Luca Ronconi (Drammi di guerra: trilogia di Edward Bond; Biblioetica; Il silenzio dei comunisti, tutti spettacoli per le Olimpiadi della Cultura, Torino 2006; Itaca di Botho Strauss e L’antro delle ninfe, a cura di Emanuele Trevi, nel Progetto “Ulisse”, Ferrara 2007; Il Tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi, Teatro alla Scala di Milano 2008, Operà Bastille di Parigi 2010). Negli ultimi anni collabora regolarmente anche con Damiano Michieletto (Il cappello di paglia di Firenze, Carlo Felice di Genova 2007; Il paese del sorriso, Verdi di Trieste 2008; Il ratto dal serraglio, San Carlo di Napoli 2009; Il Barbiere di Siviglia, Grand Théatre de Genéve 2010; L’Elisir d’amore, Palau de les Arts Reina Sofia di Valencia 2011; The Greek Passion, Massimo di Palermo 2011); Daniele Salvo (Otello, Globe Theatre di Roma 2009; Aiace, Teatro Greco di Siracusa 2010); Francesco Micheli (La Bohème, Fenice di Venezia 2011; Roméo et Juliette, Arena di Verona 2011); Lorenzo Mariani (Tosca, Opera di Goteborg 2011; Il Trovatore, Operà de Nice 2012). Inoltre, ha firmato i costumi per: il balletto Giulietta e Romeo, coreografia di Luciano Cannito, Massimo di Palermo 2009; la web series “L’Ospite Perfetto Room4U”, prodotta da Fidia Film, primo esperimento di tv per web e telefoni cellulari; la fiction “Al di là del lago”, per Mediaset. In qualità di wardrobe supervisor ha collaborato per diverse produzioni cinematografiche e televisive tra cui: “Empire”, serie tv in sei puntate (costumi di Alberto Spiazzi); la cerimonia di apertura delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 (costumi Gabriella Pescucci); la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 (regia di Daniele Finzi Pasca e costumi di Giovanna Buzzi). Come assistente ai costumi ha collaborato, per oltre dieci anni, con Hugo de Ana per tutti i suoi spettacoli. Sempre in qualità di assistente, ha collaborato, sia per il teatro che per il cinema, con molti costumisti tra i quali Giovanna Buzzi (Ricciardo e Zoraide, Pesaro 1990; Elektra, Scala di Milano, 1994; Il viaggio a Reims, Pesaro 1999 e Bologna 2000, tutti spettacoli per la regia di Luca Ronconi); Piero Tosi (Don Carlos, regia di Mauro Bolognini, scene di Mauro Ceroli, Venezia 1991 e Varsavia 1997; Aida, Massimo di Palermo, regia di Franco Zeffirelli, scene e costumi di Lila de Nobili); Maurizio Millenotti per film come “Anna Karenina” (1997) e “Arabian Nights” (2000); Alessandro Lai per film quali “Callas Forever” (2002) con la regia di Franco Zeffirelli e “Saturno contro” (2006) con la regia di Ferzan Ozpetek. Tra i prossimi impegni segnaliamo La Bohème con la regia di Leo Muscato; Otello, Fenice di Venezia con la regia di Francesco Micheli.

ALESSANDRO VERAZZI

Attivo nell'abito operistico, ha realizzato, tra gli altri lavori, le luci per le opere Il dialogo delle Carmelitane di Francis Poulenc  prodrotto Teatro Petruzelli Bari, Rigoletto di Giuseppe Verdi prodotto Teatro dell'Opera di Roma, Il Campiello di Ermanno Wolf Ferrari prodotto dal Maggio Fiorentino, L'africana di Meyerbeer  prodotta dal Teatro La Fenice di Venezia, I Masnadieri di Giuseppe Verdi prodotto dal Teatro Regio di Parma per il Festival Verdiano, Nabucco di Giuseppe Verdi prodotto Teatro Lirico di Cagliari, La fuga in maschera di Spontini prodotta dal Festival Pergolesi Spontini di Jesi e Teatro san Carlo Napoli, La Bhoéme di Puccini per l'Arena Sferisterio di Macerata; Pagliacci di Leoncavallo, La Voix humaine di Poulenc prodotte dal circuito OperaLombardia, tutte per la regia di Leo Muscato. per la regia di Serena Sinigaglia firma le luci di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, prodotta dal teatro sociale Como Aslico, Tosca di Puccini prodotta dal teatro La Fenice Venezia; Carmen di Bizet per l'arena Sferisterio di Macerata; Don Giovanni e Le nozze di Figaro di Mozart, Werther di Massenet prodotte dal circuito OperaLombardia, Cose turche (da L’Italiana in Algeri e Il turco in Italia di Rossini) prodotto da Pergine spettacolo aperto; Il mondo delle farse: Adelina, di Gaetano Rossi e Pietro Generali per il Rossini Opera Festival; Orfeo ed Euridice di Gluck prodotto da AsLiCo. Con la regia di Francesco Micheli, ha illuminato Barbiere di Siviglia di Rossini prodotto dal Teatro Massimo di Palermo, Li puntigli delle donne di Spontini Festival Pergolesi Spontini di Jesi, Sound Music tratto dal Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn prodotto dalla filarmonica della Scala. Con la regia di Alessandro Talevi firma le luci di Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni prodotto dal Macerata Opera festival e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo prodotto dal Macerata Opera Festival. Ha illuminato l'opera Rigoletto di Giuseppe Verdi prodotto dal Macerata Opera Festival per la regia di Federico Grazzini. Ha realizzato il progetto luci di numerosi spettacoli di prosa. Diretti da Serena Sinigaglia: Settimo la fabbrica il lavoro, La cimice di Majakovskij prodotti dal Piccolo Teatro di Milano; Italia anni 10, Ribellioni possibili, Romeo e Giulietta di William Shakespeare, Prospettive di una guerra civile liberamente ispirato a Prospettive sulla guerra civile e Il perdente radicale di Hans Magnus Enzensberger, L’aggancio di Nadine Gordimer, Buonanotte Desdemona, buongiorno Giulietta di Ann-Marie MacDonald, 1989 crolli, Qui città di M. di Piero Colaprico, Le Troiane da Euripide, Lear ovvero tutto su mio padre, da Shakespeare, Il Che. Vita e morte di Ernesto Guevara, tutti prodotti dall' A.T.I.R. L’età dell’oro, di e con Laura Curino prodotto Teatro Stabile di Torino; per la regia di Micheli illumina: I musicanti di Brema, La Sirenetta, Piccolo Mozart, Le cinque giornate di Milano ovvero cronaca verdiana di una rivoluzione, tutti prodotti dai Pomeriggi musicali di Milano Teatro Dal Verme; con la regia di Leo Muscato ha illuminato: Edipus di Giovanni Testori con Eugenio Allegri. Forse tornerai dall'estero produzione Teatro Stabile di Bolzano. Due di noi di Michael Frayn, Molière a sua insaputa di Leo Muscato e Paolo Hendel, La commedia degli errori di William Shakespeare, Tutto su mia madre di Almodóvar produzione stabile del Veneto e Teatro due di Parma, Aria Precaria di e con Ale e Franz, Gabbiano, il volo, da Anton Cechov prodotta Teatro stabile delle Marche, Casa di bambola, L’altra Nora, da Henrik Ibsen, Nati sotto contraria stella ovvero La dolorosa storia di Giulietta e del suo Romeo da William Shakespeare tutti prodotti da Leart Teatro; per la regia di Stefano Benni Che ore sono lettura scenica di e con Stefano Benni. Ha collaborato con il gruppo musicale Yo Yo Mundi per il concerto spettacolo La banda di Tom e altre storie partigiane, con la partecipazione di Giuseppe Cederna e per 54, anno incredibile, testi e parole di Wu Ming. Per la regia di Carmelo Rifici firma lo spettacolo Yerma di García Lorca. Nel 2010-2011 progetta e coordina la realizzazione dell'impianto illuminotecnico del teatro delle Ali di Breno. Dal 2009 collabora con lo stilista inglese David Fielden. Nel 2010 insegna lighting design presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano, dal 2007 al 2010 presso le stessa università tiene il corso di illuminotecnica.

ANTONIO GRECO

A sette anni ha iniziato la propria esperienza nel canto corale sotto la guida di monsignor Dante Caifa, maestro di Cappella della Cattedrale di Cremona, del quale è in seguito divenuto assistente. Si è diplomato in Pianoforte con Mario Gattoni, presso il Conservatorio Campiani di Mantova, in Musica corale e direzione di coro con Domenico Zingaro presso il Conservatorio Verdi di Milano, e ha conseguito con lode il Diploma Accademico di II livello in Polifonia rinascimentale sotto la guida di Diego Fratelli presso il Conservatorio Schipa di Lecce. Ha studiato composizione con Marco Stassi, Nicola Evangelisti e Paolo Arcà; direzione d’orchestra con Lorenzo Parigi, Ludmil Descev, Piero Bellugi, Julius Kalmar; direzione corale con Domenico Zingaro e Roberto Gabbiani, canto con Elisa Turlà, seguendo il Metodo Voicecraft E.V.T.S. di Joe Estill. Ha studiato prassi esecutiva antica e ornamentazione con Roberto Gini; clavicembalo e basso continuo con Giovanni Togni; contrappunto e teoria rinascimentale con Diego Fratelli; ha approfondito il repertorio madrigalistico monteverdiano con Gabriel Garrido e quello delle cantate di J. S. Bach con Michael Radulescu. È stato assistente di Umberto Benedetti Michelangeli ai corsi di formazione orchestrale Cremona città d’arte. È docente di Esercitazioni Corali presso l’Istituto Pareggiato “Giuseppe Verdi” di Ravenna. Nel 1993 ha fondato il Coro Costanzo Porta alla cui guida ha vinto premi in concorsi nazionali ed internazionali ed ha preso parte a importanti rassegne quali il Festival dei due Mondi di Spoleto, il Ravenna Festival, il Festival Monteverdi di Cremona, il Maggio Musicale Fiorentino, la rassegna Musica e poesia a San Maurizio di Milano, il Festival Pergolesi/Spontini di Jesi, Istituzione Universitaria dei Concerti – La Sapienza di Roma, Università degli studi di Pavia, Associazione Scarlatti di Napoli, Emilia Romagna Festival, Anima mundi di Pisa, MiTo a Milano e a Torino, Tage Alter Musik di Regensburg (Germania), Concertgebouw di Bruges. Alla guida del Costanzo Porta ha collaborato con gruppi strumentali quali Accademia Bizantina (dir. Ottavio Dantone), I Virtuosi italiani (Michael Radulescu), l’Orchestra Barocca di Venezia (Andrea Marcon), l’Ensemble Elyma (Gabriel Garrido), Ensemble La Risonanza (Fabio Bonizzoni), Orchestra Cantelli di Milano, Pomeriggi musicali, Ensemble Dolce & Tempesta, Orquesta Juvenil Universidad Nacional de Tucumán, e, in due produzioni, con il gruppo vocale dei Tallis Scholars. Dal 2004 al Coro si è affiancata Cremona Antiqua, gruppo strumentale specializzato nell’esecuzione del repertorio tardo rinascimentale e barocco, con il quale sono stati eseguiti programmi dedicati a Gabrieli, Monteverdi, Händel, Bach, Schütz, Scarlatti, Pergolesi. Nel 2000 ha fondato, con il sostegno del Centro di Musicologia “W. Stauffer” e il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Cremona, la Scuola di Musica e Canto Corale Costanzo Porta. Dal 2006 è Maestro del Coro del Circuito OperaLombardia, con cui ha partecipato alla messa in scena di oltre trenta titoli del grande repertorio operistico italiano ed europeo. Nel 2010 è stato chiamato da Diego Fasolis a collaborare come preparatore con il Coro della Radio Svizzera per l’esecuzione di una Messa di Alessandro Scarlatti. Ha tenuto Masterclass sul repertorio barocco (incentrate in special modo su repertorio, ornamentazione e arte della diminuzione nel ‘600 italiano) presso la Scuola dell’Opera di Bologna e presso l’Accademia Rodolfo Celletti di Martina Franca, dove è responsabile, insieme a Sonia Prina e Roberta Mameli, della sezione di musica antica. Collabora ormai da alcuni anni con il Festival della Valle d’Itria, presso il quale ha diretto più volte l’Orchestra Internazionale d’Italia, la OIDI Festival Baroque Ensemble, l’Orchestra della Magna Grecia e il Coro Slovacco di Bratislava in produzioni sacre e profane, tutte incentrate sul barocco italiano. Ha diretto Il novello Giasone di Francesco Cavalli e Alessandro Stradella, prima rappresentazione mondiale in tempi moderni (2011), L’ambizione delusa di Leonardo Leo (2013) e La lotta d’Hercole con Acheloo di Agostino Steffani (2014), produzioni trasmesse in diretta da Radio 3. Nel 2014, alla guida dell’orchestra “1813” del Teatro Sociale di Como, ha diretto Barbiere di Siviglia di Rossini (per la regia di Danilo Rubeca), andato in scena presso il Teatro Nuovo di Milano e presso numerosi altri teatri lombardi e della Svizzera italiana. Nel 2015 è stato chiamato presso l’Opéra de Lausanne come maestro del coro per la produzione del Tancredi di Rossini; ha diretto, presso il Festival della Valle d’Itria L’incoronazione di Poppea di Monteverdi ed ha affiancato, in qualità di assistente alla direzione, sir J. E. Gardiner presso la sua Accademia Monteverdiana che ha avuto luogo in Toscana nel mese di luglio. Come direttore e maestro del coro ha all’attivo incisioni con le etichette Nireo, Discantica, Tactus, Bongiovanni, Sony.

HECTOR RAUL DOMINGUEZ

Compositore e direttore d’orchestra di origine argentina, per anni protagonista della scena musicale dell’America Latina (Coro e Orchestra dell’Opera di Colombia, Orchestra Sinfonica e Coro del Teatro “Teresa Carreño” di Caracas, Venezuela, Coro e Orchestra del Teatro Nacional del Costa Rica, cattedra di Direzione corale alle Università di La Plata (Buenos Aires), Colombia e San José del Costa Rica), dal 1988 si trasferisce in Italia per seguire i corsi di perfezionamento in composizione con Franco Donatoni a Milano. Tiene la cattedra di Storia e Tecnica della Musica Contemporanea presso la Facoltà di Musicologia dell'Università di Pavia, dove, inoltre, crea e dirige il Coro e l'Orchestra da Camera . È chiamato a dirigere il Coro Polifonico Cremonese e l’Orchestra da camera “Marc’Antonio Ingegneri” (1993 - 2003) e crea la Schola Cantorum Cremonensis. Dà vita a progetti musicali per la Scuola (“ImpararCantando”, “il piccolo Flauto magico”, “Dr Frankenstein Magic Tour: un'opera a pezzi”), tiene numerose conferenze e seminari, particolarmente sulla musica del Novecento, e le sue composizioni per il teatro e il cinema, assieme alla musica orchestrale e da camera, gli fanno ottenere commissioni e riconoscimenti internazionali. Dal 1997 insegna alla Scuola Civica “Claudio Monteverdi” di Cremona e, dalla sua creazione, all’Istituto Musicale Pareggiato (oggi Istituto Superiore di Studi Musicali) della stessa città, dove crea e dirige, dal 2004, il Coro di voci bianche; insegna inoltre Pratica strumentale e Composizione per la didattica all’Università di Pavia. Dal 2014 si trasferisce al Conservatorio “Nicolini” di Piacenza. Il suo repertorio comprende i principali titoli della letteratura musicale a cappella, lirica (Wagner, Lohengrin, Verdi, Aida, Puccini, Turandot, ecc.) e sinfonico-corale (Händel, Messiah, Brahms, Ein deutsches Requiem, Honegger, Jeanne d'Arc au Bûcher, ecc); le sue registrazioni includono numerose world première, tra cui la prima esecuzione moderna della Messa Solenne di Amilcare Ponchielli, testimoniata da un CD per l'etichetta "Tactus”.

MARIA TERESA LEVA

Giovanissimo soprano, nata a Reggio Calabria. Maria Teresa Leva si diploma a pieni voti al Conservatorio “Francesco Cilea” della sua città natale. Nel 2012 risulta vincitrice del Concorso “Ottavio Ziino” di Roma e nel 2013 riceve il Premio Speciale della Giuria del Concorso Lirico “Città di Bologna”. Sempre nel 2013 affronta per la prima volta il palcoscenico partecipando, nel ruolo di Pamina nel Zauberflote di Mozart, in una produzione dei Teatri del Circuito OperaLombardia. Nel 2014 destano particolare impressione sul pubblico e sulla critica i suoi due debutti presso il Teatro Carlo Felice di Genova dove affronta il ruolo di Mimì nella Bohème, nel mese di Aprile, diretta dal M° Giampaolo Bisanti; segue, in Maggio, il ruolo di Micaela in Carmen diretta dal M° Andrea Battistoni con la regia di Davide Livermore. Grandi consensi riscuote anche il suo felicissimo debutto nell’autunno 2014 come Donna Elvira nel Don Giovanni di Mozart diretta da Graham Vick nei Teatri di OperaLombardia, a Reggio Emilia e Trento. Questi importanti riconoscimenti hanno, di fatto, attirato l’attenzione su questo straordinario talento e le sono valsi immediatamente le richieste per Musetta nella Bohème al Teatro Regio di Torino nel Luglio 2015 diretta dal M° Battistoni e per Mimì ne La Bohème nel Circuito di OperaLombardia diretta dal M° Bisanti. Sarà Violetta nella Traviata al Theatre dell’Opera Royale de Wallonie di Liegi nel Maggio 2016 e Desdemona in Otello a Francoforte. Dotata naturalmente di un timbro prezioso e di rara bellezza, unisce una solidissima preparazione tecnica ed una duttilità interpretativa straordinarie per la giovane età ed esperienza. La voce è piena ed estesa ed è particolarmente adatta ad un canto elegiaco e denso di sfumature.

MATTEO LIPPI

Matteo Lippi, tenore, nasce a Genova nel 1984, si forma vocalmente con il mezzosoprano Laura Bulian e nel 2007 inizia a collaborare con il Teatro Alfa di Torino interpretando Herzog in Una notte a Venezia di Strauss, Falke ne Il Pipistrello e Diavolo in Fra Diavolo di Auber. Negli anni successivi prosegue la sua formazione partecipando ad un masterclass di Katia Ricciarelli e nel 2011 vince la borsa di studio per l’ammissione al CUBEC Accademia di Belcanto a Modena iniziando gli studi con Mirella Freni, sua attuale insegnante. Nel 2013 vince il concorso Toti dal Monte e debutta interpretando il ruolo di Rodolfo ne La Bohème al Teatro Mario Del Monaco di Treviso, al Teatro Comunale di Ferrara, al Teatro Pergolesi di Jesi e al Teatro dell’Aquila di Fermo. Nel 2014 due nuove importanti produzioni de La Bohème, la prima al Teatro La Fenice, 10 recite al fianco di Carmen Gianattasio (Mimì), la seconda a Mosca al Teatro Bolshoi. Tra gli impegni recenti e futuri segnaliamo il ritorno al Bolshoi per altre recite de La Bohème che interpreterà anche a Roma, oltre a Brescia, e quello a Venezia al Teatro La Fenice per La Traviata (debutto nel ruolo).

LARISSA ALICE WISSEL

Soprano lirico leggero, inizia all’étà di sei anni lo studio del violino e del pianoforte a Las Palmas di Gran Canaria. Riceve le prime lezioni di canto dal Prof. Helmut Lips a Stoccarda. A tredici anni ottiene a Berlino la borsa di studio per giovani talenti de Julius Stern Institut ed entra nella Universität der Künste come giovane studentessa di canto lirico sotto la guida del Prof. Rudolf Riemer approfondendo il repertorio Liederistico con i maestri Herbert Kaliga e Maria Ehrke-Urbanovic. Nella Hochschule für Musik Hans Eisler entra nella classe di violino di Prof. Eberhard Feltz. In Italia inizia i suoi studi di canto lirico con Alessandra Althoff Pugliese; successivamente frequenta i corsi di perfezionamento al Mozarteum di Salisburgo e delle Masterclass con Bernadette Manca di Nissa. Ha in attivo molti recital in Italia e Europa, anche con repertorio cameristico e sacro, tra i quali una Tournee della Petite Messe Solenelle di G. Rossini con il Teatro di Cagliari nel luglio 2013. Nel 2014 vince il concorso AsLiCo a Como come esordiente e al concorso di Rheinsberg a Berlino tra 450 partecipanti risulta vincitrice del ruolo della Regina della Notte nella produzione de Il Flauto magico in programma per l’estate 2016. A febbraio debutta nel ruolo di Maga Batticuore nell’opera contemporanea Arcibaldo Sonivari a Pordenone. A Napoli è vincitrice della IV edizione del concorso internazionale Santa Chiara, ottenendo il primo premio e il premio della giuria popolare. Attualmente studia con il M.°Fernando Cordeiro Opa a Bologna. Larissa Alice Wissel è cresciuta con il tedesco, francese e spagnolo come madrelingua. Parla inoltre italiano e inglese e ha conoscenze della lingua norvegese. Tra i suoi impegni recenti e futuri segnaliamo Il Re pastore, Orfeo ed Euridice, Don Pasquale a Trieste, I Racconti di Hoffmann nel Circuito OperaLombardia e La Bohème a Macerata e nel circuito OperaLombardia., La Vedova allegra a Cagliari, Zenobia in Palmira a Napoli.

SERGIO VITALE

Nato a Caserta nel 1984, allievo di Luigi Giordano Orsini, si è perfezionato all’Opera Studio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia sotto la guida di Renata Scotto e all’Accademia Chigiana con Renato Bruson. È vincitore del primo Premio assoluto al 64° Concorso “Comunità Europea“ del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, il primo Premio al 14° concorso lirico “Premio Mattia Battistini“ di Rieti. Ha debuttato come Giorgio Germont ne La traviata di Giuseppe Verdi alla Deutsche Oper Berlin, come Don Giovanni nell’eponima opera di Wolfgang Amadeus Mozart al Teatro Verdi di Salerno diretto da Daniel Oren, Conte di luna ne Il Trovatore di Giuseppe Verdi a Saragozza, Gianni Schicchi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Marcello ne La Bohème di Giacomo Puccini al Teatro del Giglio di Lucca in coproduzione con i Teatri Alighieri di Ravenna, Verdi di Pisa e Goldoni di Livorno, Malatesta nel Don Pasquale di Gaetano Donizetti al Teatro Chiabrera di Savona, Figaro ne Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini al Teatro Bonci di Cesena, Schaunard nella Bohème di Giacomo Puccini alla Deutsche Oper Berlin, Sharpless nella Madama Butterfly di Giacomo Puccini al Teatro Belli di Spoleto. Nella stagione 2010/11 ha lavorato stabilmente come solista alla Deutsche Oper Berlin. Più recentemente ha interpretato Falstaff a Fano ed è stato impegnato ne Il viaggio a Reims al Rossini Opera Festival, nel Rigoletto ad Amsterdam e per il Teatro alla Scala in tournée in Giappone, è stato Figaro ne Il Barbiere di Siviglia a Trento e al San Carlo di Napoli diretto da Bruno Campanella, ha cantato i Carmina Burana a Milano, Aureliano in Palmira al Rossini Opera Festival di Pesaro, Gianni Schicchi a Spoleto, Madama Butterfly a Fidenza, La Traviata a Tianjin e Il barbiere di Siviglia a San Sebastian. I prossimi appuntamenti lo vedranno impegnato a Cagliari nel Requiem di Fauré, al Rossini Opera Festival sarà Anselmo nella Gazzeta, e Marcello nella Bohème per il circuito OperaLombardia.

ALESSANDRO SPINA

Ha studiato canto presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano con la Professoressa Giovanna Canetti; perfezionandosi con i maestri Bandera e Scipioni. Ha collaborato con importanti registi quali Cristina Pezzoli, Ivan Stefanutti, Stefano Vizioli, Robert Carsen, Gino Zampieri, Roberto De Simone, Stephane Braunschweig, Micha Van Hoecke, Joseph Franconi Lee, Hugo De Ana, Daniele Abbado, Damiano Michieletto, Massimo Gasparon, Luca De Fusco, Giorgio Ferrara, Ruggero Cappuccio, P. Stain, Sam Brown, Leo Muscato, Francesco Micheli. Fra i direttori d’orchestra ricordiamo Bruno Casoni, Filippo Maria Bressan, Maurizio Benini, Aldo Sisillo, Giacomo Sagripanti, Carlo Montanaro, Stefano Ranzani, Daniele Callegari, Francesco Maria Colombo, Daniele Gatti, Juraj Valcuha, Wolfgang Sawallish, Massimo Zanetti, Piergiorgio Morandi, Michele Mariotti, Roberto Abbado, Pinchas Steiberg, Asher Fisch, Riccardo Muti, Andrea Battistoni, Corrado Rovaris, Cristian Capocaccia, Gaetano Espinosa, Francesco Lanzillotta, Zubin Metha. Si è esibito in importanti Teatri fra i quali il Teatro alla Scala di Milano, l'Opera di Roma, La Fenice e il Malibran di Venezia, l’Arena di Verona, il San Carlo di Napoli, il Regio di Parma, il Comunale di Bologna, il Verdi di Trieste, il Teatro Nuovo di Spoleto, il Verdi di Pisa, il Goldoni di Livorno, il Giglio di Lucca, il Dante Alighieri di Ravenna, il Teatro Grande di Brescia; e ancora, i Teatri di Bolzano, Treviso, Jesi, Fermo, Piacenza, Ferrara, Modena, Cremona, Como, Pavia, Pordenone, Udine, Ascoli Piceno, Filarmonico di Verona, Teatro di Wexford, Teatro Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Grande di Pompei. Ha interpretato i ruoli di Don Alfonso in Così fan tutte (tournée del Teatro San Carlo in Chile), Ftère Laurent in Roméo et Juliette (Filarmonico di Verona), Lunardo ne I Quattro Rusteghi (Pisa, Livorno, Lucca), Angelotti in Tosca (Arena di Verona, Regio di Parma, Fenice di Venezia, San Carlo di Napoli, Opera di Roma) Colline ne La Bohème (Malibran di Venezia, Fermo, Treviso, Jesi, Ascoli Piceno, San Carlo di Napoli) Don Pasquale (title role) nei teatri di Brescia, Pavia, Cremona, Como; Simone in Gianni Schicchi (Piacenza, Livorno,Maggio Musicale Fiorentino, Modena, Ferrara, Ravenna, Lucca, Pisa e inciso in DVD dalla RAI TDK); Zuniga in Carmen (Modena, Piacenza, Ferrara, Ravenna). Ha partecipato all’inaugurazione della Stagione 2009 del Teatro alla Scala nel Don Carlo (Deputato fiammingo) diretto da Daniele Gatti. Nel repertorio sacro ha cantato: “Te Deum” di Britten (produzione del Teatro alla Scala di Milano), “Requiem” di Faurè, “Requiem” di Mozart (diretto da Michele Mariotti), ”Oratorio di Natale” di Saint-Saens, “Messa” di Mercadante per il Teatro San Carlo di Napoli, “Messa KV 317” di Mozart (diretto da Roberto Abbado).

PAOLO INGRASCIOTTA

Paolo Ingrasciotta, catanese, ha iniziato giovanissimo gli studi musicali e nel 2008 intraprende lo studio del canto prima a Imola e successivamente al conservatorio Benedetto Marcello di Venezia sotto la guida di Stefano Gibellato. Ha debuttato nel 2009 nell'opera per bambini Basilio, il vampiro vegetariano di Sargenti, il ruolo del Conte Drac al Teatro Comunale di Imola, spettacolo replicato anche nel 2010. Ha cantato nell'edizione di Imola in Musica 2010 nello spettacolo Operà dinamique. Nel 2011 ha debuttato il ruolo di Colas in Bastiano e Bastiana di Mozart al Teatro l'Osservanza di Imola, finalista del Concorso Città di Bologna, ha cantato Belcore in Elisir d'amore al Teatro Guardassoni di Bologna e al Teatro Masini di Faenza, e ha cantato nello spettacolo Diversa/mente/lirica tenutosi nell'ambito di Imola in Musica 2011 con la regia di Marcello Ancillotti. Nel 2012 ha debuttato Marullo in Rigoletto e Barone Duphol nella Traviata per l'Ente Lirico di Trapani in occasione del Luglio Musicale Trapanese diretto da Alberto Veronesi. Nel 2013 ha debuttato Slook in La Cambiale di Matrimonio a Venezia in una produzione del Teatro la Fenice di Venezia e del Conservatorio Benedetto Marcello con la regia di Enzo Dara e la direzione di Giovanni Battista Rigon al Teatro Malibran, dove ha cantato anche Germano ne La Scala di Seta, direttore Maurizio Dini Ciacci e regia di Bepi Morassi. Selezionato quale effettivo per l’Accademia del Rossini Opera Festival di Pesaro 2013, ha interpretato il ruolo del Barone di Trombonok nella produzione de Il Viaggio a Reims diretto da Daniel Smith, regia di Emilio Sagi. Ha partecipato con successo a diversi concorsi Internazionali, ha vinto il Secondo Premio al IV Concorso per giovani cantanti lirici Città di Asti, il Concorso Internazionale Musica InCanto di Jesolo (VE), il secondo premio al Concorso Salicedoro 2014 con “Ho un gran peso sulla testa” da L’Italiana in Algeri, il Primo Premio al Concorso Premio Musica inCanto Città di Venezia 2014. Ha vinto il Concorso Internazionale Toti Dal Monte 2013 per  Schaunard nella Bohème, ruolo che ha debuttato a Treviso diretto da Francesco Lanzillotta con la regia di Ivan Stefanutti, in coproduzione con i Teatri di Bolzano (direttore Giacomo Sagripanti), Fermo e Ferrara, con ottimi consensi e riscontri della critica. Ha cantato in seguito Malatesta in Don Pasquale a Brescia; a Venezia il ruolo protagonista ne Il gioco del vento e della luna di Luca Mosca in prima esecuzione assoluta, direttore Giovanni Mancuso e con la regia di Francesco Bellotto in collaborazione con il Teatro La Fenice e il Conservatorio; il ruolo di Pepito in Pepito di Offenbach a Milano con l’Orchestra da camera Milano Classica. Paolo Ingrasciotta ha debuttato i ruoli di Max in Betly al Bergamo Musica Festival G.Donizetti 2014, Belcore nell’Elisir d’amore con il Teatro Sociale di Como, produzione “Pocket Opera” nella Stagione 2014/15, Gaudenzio in Il Signor Bruschino al Teatro Olimpico di Vicenza per le “Settimane Musicali”, direttore Giovanni Battista Rigon, regia Bepi Morassi, in collaborazione con il Teatro La Fenice di Venezia. Ha vinto il Primo Premio al Concorso Lirico Internazionale Giacinto Prandelli 2015. Sarà impegnato nel ruolo di Schaunard nella Bohème diretta da Giampaolo Bisanti e con la regia di Leo Muscato in tutto il circuito OperaLombardia; inoltre Procolo (cover Mamma Agata) nelle Convenienze e inconvenienze teatrali a Treviso, dove canterà in seguito anche Il gioco del vento e della luna di Luca Mosca.

PAOLO MARIA ORECCHIA

Baritono, nato a Roma, compie gli studi musicali presso il Conservatorio Luisa D'Annunzio di Pescara, diplomandosi con il massimo dei voti. Debutta nel 1986, nel ruolo di Malatesta nel Don Pasquale e prosegue la carriera cantando in tutti i più prestigiosi enti teatrali italiani, teatri di tradizione e sedi di festival internazionali; dal Regio di Torino allo Sferisterio di Macerata, dalla Scala di Milano al Massimo di Palermo, dal San Carlo di Napoli all'Arena di Verona. E poi i Comunali di Bologna e Firenze, La Fenice di Venezia, L'Opera di Roma, il Carlo Felice di Genova, il Bellini di Catania, i teatri di Cagliari, Bari e Messina, il Ravenna Festival ed altri ancora. È stato Belcore nell'Elisir d'amore, Don Alfonso nel Così fan tutte e Leporello nel Don Giovanni, Sharpless in Madama Butterfly, Don Carissimo nella Dirindina, Beaupertuis ed Emilio nel Cappello di paglia di Firenze. Apprezzatissimo caratterista, è abituale interprete di ruoli come Il Sagrestano in Tosca, Mathieu nell' Andrea Chenier, Dancairo nella Carmen, Silvano in Un Ballo in Maschera, Hortensius nella Figlia del Reggimento, Schaunard nella Bohème, ruolo cantato, inoltre, alla Fenice di Venezia ed alla Scala di Milano sotto la direzione di Gianandrea Gavazzeni nell'allestimento di Franco Zeffirelli. Maurizio Arena, Gianfranco Masini, Roberto Abbado, Lorin Maazel, Donato Renzetti, Carlo Rizzi, Marcello Viotti, Christian Thielemann, Gianluigi Gelmetti, Bruno Campanella, Daniele Gatti, Nello Santi sono solo alcuni dei direttori d'orchestra con cui ha avuto il piacere di lavorare, unitamente a registi come Filippo Crivelli, Alberto Fassini, Pier Luigi Pizzi, Franco Zeffirelli, Mauro Bolognini, Josef Svoboda, Gigi Proietti, Hugo De Ana, Beni Montresor, Luca Ronconi, Giancarlo Cobelli, Piero Faggioni, Italo Nunziata, Daniele Abbado, Zhāng Yimou, Emilio Sagi. All'estero è stato, fra l'altro, Malatesta nel Don Pasquale e Don Bartolo nel Barbiere di Siviglia diretti da Roberto Abbado per la Bayerischer Rundfunkorchester ed ospite della tournée a Tokyo del Teatro La Fenice nel 2001 con La Traviata e, nel 2006, delle tournée del Teatro Comunale di Bologna, con La Figlia del Reggimento, ancora a Tokyo ed al Festival di Savonlinnan. Ha inciso l'Aureliano in Palmira di Rossini e Le Convenienze e inconvenienze Teatrali di Donizetti per la Bongiovanni, Il Cordovano di Goffredo Petrassi per RAI-Ricordi, Les Pelerin De La Meque per la Orfeo, Cantate Sacre di Alessandro Stradella ed Inediti Sacri di Gioachino Rossini per le Ed. SPA - Edizioni Paoline, La Traviata Ed. Warner Video con Edita Gruberova, Neil Schicoff, Giorgio Zancanaro, diretta da Carlo Rizzi.