Nabucco
Dramma lirico in 4 atti
di Giuseppe Verdi
Sabato 7 luglio 2018 alle ore 21.00 prima rappresentazione di Nabucco di Giuseppe Verdi nell'allestimento firmato da Arnaud Bernard che ha inaugurato il Festival 2017 all’Arena di Verona.
Direttore d'Orchestra Jordi Bernàcer
Regia e Costumi Arnaud Bernard
Scene Alessandro Camera
Lighting design Paolo Mazzon
Orchestra, Coro e Tecnici dell’Arena di Verona
Nabucco
Amartuvshin Enkhbat (7, 12, 20/7 – 18/8)
Luca Salsi (28/7 – 10/8)
Ismaele
Luciano Ganci (7, 12, 20/7)
Vincenzo Costanzo (28/7 – 10, 18/8)
Zaccaria
Rafał Siwek (7, 12, 20/7)
Riccardo Zanellato (28/7 – 10, 18/8)
Abigaille
Susanna Branchini (7, 12/7 – 10, 18/8)
Rebeka Lokar (20, 28/7)
Fenena
Géraldine Chauvet (7, 12, 20, 28/7)
Carmen Topciu (10, 18/8)
Gran Sacerdote di Belo
Nicolò Ceriani (7, 12, 20/7)
Romano Dal Zovo (28/7 – 10, 18/8)
Abdallo
Roberto Covatta (7, 12, 20/7)
Carlo Bosi (28/7 – 10, 18/8)
Anna
Elisabetta Zizzo
NOTE DI REGIA
di Arnaud Bernard
Ho sempre pensato, e lo dico da francese, che il Risorgimento italiano sia stato uno dei momenti storici, intellettuali, popolari più importanti della storia d’Italia; un periodo in cui si sono visti grandi atti di eroismo, di abnegazione e di fermenti popolari guidati da grandi personalità politiche e intellettuali, tutte orientate all’unificazione e alla libertà della propria patria.
Sicuramente la colonna sonora di questo periodo storico è stato il melodramma italiano e in particolare le opere di Giuseppe Verdi. Potremmo, anzi, dire che Giuseppe Verdi è stato l’Ennio Morricone del Risorgimento italiano.
Uno dei film che più mi ha colpito - e di cui ho un ricordo sempre vivido fin dalla prima volta che l’ho visto da bambino - è Senso, capolavoro creato da Luchino Visconti. Come tutti sanno, il film inizia al Teatro La Fenice di Venezia durante una rappresentazione del Trovatore di Verdi e nel pubblico vi sono ufficiali e soldati austriaci, popolani italiani, ferventi patrioti, tutti uniti e presenti in sala per assistere allo spettacolo; ma poi un momento particolarmente dinamico e musicalmente trascinante dell’opera fa scaturire una rivolta e una caduta di volantini tricolori dal loggione contro gli austriaci e la loro dominazione sul Regno Lombardo-Veneto. Questa scena così efficace e significativa ha segnato profondamente la mia fantasia, per cui non ho potuto resistere alla tentazione di unire il Risorgimento e l’opera di Verdi quando ho accettato di realizzare la regia di Nabucco all’Arena di Verona, città dove gli austriaci sono stati presenti per quasi mezzo secolo.
Il melodramma, e l’opera italiana in genere, è la forma di spettacolo musicale e culturale che più di ogni altra narra e descrive la storia d’Italia. Anche dal punto di vista letterario possiamo leggere l’evoluzione storica e di costume del popolo italiano attraverso le varie fasi e periodi culturali.
Il libretto di Nabucco, per esempio, è stato realizzato da Temistocle Solera, librettista e compositore dell’Ottocento che visse fra patriottismo e avventura, il cui padre Antonio Solera, avvocato e pretore, fu arrestato nel 1820 assieme ad altri carbonari del Polesine con l’accusa di tradimento e cospirazione da parte degli austriaci, e addirittura condannato a morte. Successivamente la condanna fu tramutata in vent’anni di detenzione nel durissimo carcere dello Spielberg. Sicuramente questo è un fatto casuale, ma è significativo di quanto il patriottismo e il Risorgimento italiano fossero radicati, ramificati e sostenuti da tutto il popolo.
Il Nabucco che ho voluto descrivere è ambientato idealmente a Milano durante le Cinque Giornate e, nel fare questo, mi sono avvalso di uno dei maggiori simboli della cultura musicale italiana nel mondo: il Teatro alla Scala.
L’azione si svolge quindi attorno al teatro durante una reale rappresentazione di Nabucco, per sottolineare maggiormente quanto l’opera e la musica di Verdi potessero entusiasmare ed accendere gli animi ancor più di mille proclami.
A Milano il Risorgimento italiano si è diffuso attraverso i vari movimenti della Carboneria ispirata da Giuseppe Mazzini; a Milano Alessandro Manzoni, scrittore risorgimentale, ha ambientato
I Promessi Sposi durante la dominazione spagnola del 1600, e anche in questo grandissimo romanzo storico si possono identificare semi di ribellione. Non a caso da Giuseppe Verdi Manzoni è stato ammirato e venerato al punto da dedicargli la sua Messa da Requiem.
Arnaud Bernard