L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Bellini apre il Grande

Teatro Grande

I CAPULETI E I MONTECCHI

VINCENZO BELLINI

25 settembre 2024 ore 17.00 – ANTEPRIMA GIOVANI

27 settembre 2024 ore 20.00 – SERATA INAUGURALE

29 settembre 2024 ore 15.30

Dopo dodici anni di assenza dalle tavole del Teatro Grande, fa il suo ritorno uno dei più celebri capolavori di Vincenzo Bellini, I Capuleti e i Montecchi, titolo di apertura della Stagione d’Opera e Balletto 2024 del Massimo cittadino.

Venerdì 27 settembre alle ore 20.00 e domenica 29 settembre alle ore 15.30, il palcoscenico della Sala Grande accoglierà il capolavoro tratto dalla tragedia shakespeariana, che all’epoca del suo debutto riscosse immediatamente un grande successo e venne programmato nei maggiori teatri italiani, non soffrendo praticamente mai, a differenza di altre opere, di periodi di scarsa programmazione.

Composta in poco meno di due mesi, I Capuleti e i Montecchi nasce dall’ennesimo incontro tra Vincenzo Bellini e il librettista Felice Romani. Rielaborando un testo nato pochi anni prima per il Giulietta e Romeo di Nicola Vaccaj, Bellini riserva la parte di Romeo a una voce di mezzosoprano, ricalcando una tradizione di ruoli en travesti ormai quasi in disuso per l’epoca, ma ancora fortemente presente nei teatri italiani. A vestirne i panni sarà Annalisa Stroppa, assidua frequentatrice del ruolo di Romeo e spesso protagonista dei palcoscenici europei. Per il mezzosoprano di origini bresciane si tratta di un attesissimo debutto, in quanto è per la prima volta da interprete di un’opera sul palcoscenico del Teatro Grande. Il ruolo di Giulietta è ricoperto dal soprano Benedetta Torre, anch’essa per la prima volta al Grande – mentre la parte di Tebaldo è cantata da Matteo Falcier, già presente in passato nelle produzioni di OperaLombardia e solido punto di riferimento per il registro di tenore lirico leggero. Il cast artistico si completa con Matteo Guerzé nel ruolo di Lorenzo e Baopeng Wang nel ruolo di Capellio.

La direzione dell’opera è affidata al Maestro Sebastiano Rolli, bacchetta da anni presente nei maggiori teatri italiani ed esperto del repertorio belcantistico, avendo ormai già affrontato quasi tutte le maggiori opere belliniane e donizettiane. La regia di questo nuovo spettacolo porta la firma di Andrea De Rosa, uno dei più apprezzati registi italiani. Assiduo frequentatore del teatro novecentesco, il regista napoletano getta il suo sguardo sulla tragedia shakespeariana da fine interprete anche di spettacoli di prosa. Lo spettacolo si completa con le scene di Daniele Spanò, i costumi di Ilaria Ariemme e con le luci di Pasquale Mari.

L’esecuzione musicale è affidata all’Orchestra dei Pomeriggi Musicali – partner del Circuito OperaLombardia. Sul palcoscenico si esibiscono anche il Coro di OperaLombardia diretto dal Maestro Diego Maccagnola e la Banda Cittadina di Brescia Isidoro Capitanio.

La coproduzione coinvolge, oltre ai Teatri di OperaLombardia, anche la Fondazione I Teatri di Reggio Emilia.

Per I Capuleti e i Montecchi, così come per tutti gli altri titoli della Stagione Opera e Balletto 2024 del Teatro Grande, è attivo il progetto OPEN – Il Grande accessibile, vincitore del Premio Cultura + Impresa 2023. Nato presso la Fondazione del Teatro Grande di Brescia nel 2017, il progetto ha come obiettivo quello di avvicinare i disabili sensoriali (visivi e uditivi) alle attività di spettacolo e al teatro attraverso l’utilizzo di audiodescrizioni, itinerari multisensoriali e materiali di approfondimento che possano essere di ausilio per la comprensione delle rappresentazioni. Il progetto OPEN prevede per l’opera I Capuleti e i Montecchi un percorso multisensoriale aperto a persone sorde e cieche, che si terrà domenica 29 settembre alle ore 11.00. Per larecita del 29 settembre sarà inoltre attivo il sistema Mobile Connect di Sennheiser che consentirà di poter usufruire dell’ascolto assistito per non udenti e dell’audiodescrizione per non vedenti. Le attività di OPEN sono gratuite previa prenotazione all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.o chiamando il numero 030 2979347.

La Stagione Opera e Balletto 2024 beneficia del prezioso sostegno di Intesa Sanpaolo che ancora una volta supporta la Stagione in qualità di Partner Istituzionale.

BIGLIETTERIA E MODALITÀ DI ACCESSO

I biglietti per gli spettacoli sono in vendita alla Biglietteria del Teatro Grande e sui siti teatrogrande.it e vivaticket.com. Si ricordano gli orari di apertura della Biglietteria del Teatro Grande: dal martedì al venerdì dalle 13.30 alle 19.00 e il sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00; chiusura domenica, lunedì e festivi a eccezione dei giorni di spettacolo.

BIGLIETTI I CAPULETI E I MONTECCHI (venerdì 27/09)

 

 

 

BIGLIETTI SERATA INAUGURALE

INTERO

UNDER30

OVER65

UNDER 18

Platea - Palchi I-II-III ordine

€ 90,00

€ 35,00

€ 75,00

€ 15,00

I^ Galleria e Palchi IV ordine

€ 50,00

€ 24,00

€ 40,00

 

II^ Galleria

€ 28,00

€ 18,00

€ 24,00

 

BIGLIETTI I CAPULETI E I MONTECCHI (domenica 29/09)

 

 

 

BIGLIETTI

INTERO

UNDER30

OVER65

UNDER 18

Platea - Palchi I-II-III ordine

€ 60,00

€ 35,00

€ 48,00

€ 15,00

I^ Galleria e Palchi IV ordine

€ 35,00

€ 24,00

€ 30,00

 

II^ Galleria

€ 24,00

€ 16,00

€ 18,00

 

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NOTE DEL DIRETTORE

Testo di Sebastiano Rolli

La dimostrazione dell'asserto secondo il quale la cultura occidentale sia forma prima ancora che contenuto, la possiamo rinvenire nell'opera di Bellini. Invano ci aspetteremo dal genio catanese l'immedesimazione teatrale nel dramma espressa attraverso una stanislavskiana riviviscenza; invano attenderemo il vivere i contenuti realisticamente così come i quotidiani modelli espressivi ci hanno gradualmente abituati. In Bellini è il significante a prevalere sul significato, la semantica sul segno; il suono diventa dramma, la melodia si trasforma in azione teatrale, la forma musicale architettura della pulsione vitale dei personaggi. Il primato dell'accento è il primato della forma sonora e del colore delle sillabe a prescindere dal significato, onde l'annosa diatriba tra parola e musica che corre lungo la storia del melodramma la cui soluzione è anticipata negli scritti del Cardinal Pietro Bembo. Da qui il grande equivoco che porta a ritenere Bellini poco teatrale. La teatralità in Bellini c'è, la tensione si avverte, ma va ricercata altrove... in luoghi altri rispetto a quelli di autori che hanno influenzato ben più di lui lo sviluppo del melodramma italiano. Bellini rimane un unicum "nel tempio dell’arte (...) in una nicchia ove sta solo", senza eredi, senza seguito apparente se non il solo Wagner. È nella melodia infinita del genio di Lipsia che va ricercata la poetica belliniana, nella Sehnsucht che produce mito (racconto) ciclico e quindi eterno. Sono le Norne della Götterdämmerung che tessono senza mai stancarsi il filo della storia umana ad essere abitate dalle note oltremare di Bellini. La sua opera deve, pertanto, essere interpretata quale sublimazione del dramma apparente affinché il puro segno musicale e formale divenga esso stesso valore espressivo. In nessun altro autore il dramma si risolve, si perde e si confonde altrettanto totalmente nella musica, nel suono: le scelte melodiche, capaci di creare vere e proprie zone di sospensione temporale, vengono esaltate da un sostegno armonico che vuole sottolineare i confini espressivi dei personaggi. I rapporti cadenzali che uniscono costantemente Giulietta e Romeo, creano relazioni fortissime in grado di legare indissolubilmente le loro anime. La perizia compositiva, messa a dura prova da un tempo di lavorazione di meno di un mese e mezzo (tanto che dovette rimaneggiare molta musica scritta per la Zaira, opera inaugurale nel 1829 il teatro Ducale di Parma con esito sfavorevole), non toglie acribia alle indicazioni espressive, testimoni di grande consapevolezza e attenzione ai valori della declamazione teatrale, del Recitar cantando. Bellini è l'operista più sinfonico della scuola italiana almeno sino all'ultimo Verdi; I Capuleti e Montecchi sono una sinfonia con voci nella quale il popolaresco di riminiscenza leopardiana (si pensi allo Zibaldone), la nostalgia dell'infinito tipica della cultura mediterranea e l'anelito romantico alla Bellezza si mescolano a formare una struttura nella quale le voci diventano strumenti e gli strumenti voci. Le "melodie lunghe lunghe lunghe come nissuno ha fatto prima di lui" si manifestano già nei recitativi. Tutto è legato, tutto costituisce una struttura musicale solida: le forme trasfigurano le une nelle altre in modo naturale; tanto naturale che la verticalità d'esecuzione non è valore prioritario. Al pari di un Notturno di Chopin, la pagina di Bellini non chiede precisione ma espressione, qualora essa si inserisca in quello stile che portava a teatro il pubblico per trovarsi in mezzo alla bellezza, alla sublimazione delle passioni. Romantico non è sentimentale, è superamento dell'io, è fede positiva nella vocazione qualunque essa sia, abbandono al sentimento qualora esso si lasci guidare dalle morbide catene della forma. Eseguire Bellini, oggi, significa interrogarsi su un mondo musicale archetipico, un codice che affonda le radici nel melodramma di Monteverdi (l'utilizzo dell'eco potrebbe addirittura ricondurci ai fiamminghi: a Orlando di Lasso e alle Prophetiae Sibyllarum, ma anche alla scuola romana di Palestrina, Da Victoria o Allegri); ma che apre una viache verrà raccolta solo da Wagner. Non è nell'ultimo Verdi che va ricercato Wagner: se i risultati possono coincidere, le strade percorse rimangono comunque opposte; è Bellini che precede l'opera sinfonica, è Bellini che porta a scoprire quanto il suono possa diventare tragedia in atto. Sì, Bellini esige un approccio filologico laddove si intenda l'aggettivo nel suo significato etimologico: amore per il pensiero. Non mi perderò in tecnicismi a buon uso della critica o degli addetti ai lavori: l'approccio filologico che attueremo sarà indirizzato a mettere in evidenza la misura in cui tornare allo stile e alla prassi esecutiva, possa aiutare a perdersi nell'oceano belcantista del grande catanese. Variazioni, alleggerimento dei pesi orchestrali, assimilazione della terzina, integrità dello scritto, elasticità ritmica del fraseggio, attenzione ai valori declamatori, cambi di registro attoriale... Tutto questo è solo strumento, mezzo per arrivare a perdersi in un teatro dimentico del teatro, in una sinfonia nella quale il beethoveniano Bellini ci spinge a trascendere la banalità dell'entrare e uscire di scena: Bellini si è tolto di scena!

NOTE DI REGIA

Testo di Andrea De Rosa

Nella storia resa immortale da William Shakespeare, Romeo e Giulietta sono due ragazzi schiacciati dalla ottusità dei propri genitori.

La forza del loro amore risplende nella semplicità dei loro nomi propri, Romeo e Giulietta, mentre le loro rispettive famiglie sembrano vivere solo per affermare la grandezza del loro cognome, della loro casata, della loro storia. I Capuleti e i Montecchi, rispettivamente delle fazioni dei guelfi e dei ghibellini, si identificano nell’odio reciproco, sembrano vivere per quello, trovano appagamento nel rispecchiarsi in questi blasoni familiari che hanno generato solo violenza e vittime. Nel testo di Shakespeare, la morte di Tebaldo (Capuleti) e di Mercuzio (Montecchi) avviene davanti ai nostri occhi ma quei due ragazzi sono solo le ultime vittime di una lunga catena che, vendetta dopo vendetta, assassinio dopo assassinio, sembra non dover avere mai fine. Nella sintesi della trama operata da Felice Romani, molti personaggi e molti episodi del testo shakespeariano vengono sacrificati ma il dolore per tutti quei lutti insensati trasuda ugualmente da ogni parte nella musica di Bellini che anzi, proprio grazie al sacrificio delle trame secondarie, rende ancora più spietata la crudeltà familiare e, attraverso pagine musicali indimenticabili, riesce a penetrare in profondità nell’animo di Romeo e di Giulietta, la cui morte ci commuove e ci atterrisce.

Ho deciso di trasportare l’ambientazione della trama ai nostri giorni. Approfittando del fatto che il ruolo di Romeo deve essere interpretato da una mezzosoprano, ho deciso inoltre di lasciare le sembianze femminili alla cantante che lo interpreta, senza travestirla da uomo. In questo modo la ribellione contro il grigio assetto sociale basato sulla convenzione, sulla violenza e sul terrore, che oggigiorno si esprimono in forme diverse ma non per questo meno dolorose e laceranti, verrà visto attraverso gli occhi di due ragazze di oggi, di fronte al cui travolgente amore tutto passa in secondo piano, anche l’identità sessuale.

Capuleti, Montecchi, guelfi, ghibellini, uomo, donna… alla fine solo l’amore conta. L’amore travolgente di due ragazzi, l’amore eterno di Romeo e di Giulietta.

SEBASTIANO ROLLI

Inizia giovanissimo a occuparsi di musica con il padre direttore di coro. Dopo gli studi di Musica da camera e Composizione presso i Conservatori di Parma e Milano si dedica all'approfondimento della Drammaturgia musicale nei suoi aspetti stilistici riguardanti la prassi esecutiva sotto la guida di studiosi del calibro di Marcello Conati e Pierluigi Petrobelli. È l'approfondimento del linguaggio Classico e Romantico che lo spinge a intraprendere una carriera di direttore d’orchestra che lo porta a dirigere importanti orchestre italiane e internazionali sia nel repertorio lirico che in quello sinfonico. Collabora con l’Orchestra del Maggio musicale fiorentino, l’Orchestra del Comunale di Bologna, l’Orchestra della Fenice di Venezia, l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona, l’Orchestra del Teatro Bellini di Catania, l’Orchestra del Teatro lirico di Cagliari, l’Orchestra della Fondazione Arturo Toscanini, l’Orchestra Filarmonica italiana, l’Orchestra sinfonica Bruno Bartoletti, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’orchestra J. Haydn di Bolzano, l’Orchestra dell’Università Statale di Milano, l’Orchestra Gioachino Rossini di Pesaro, l’Orchestra Regionale Marchigiana, l’Orchestra Nazionale Morava, l’Orchestra della Radio Nazionale di Bratislava, l’Orchestra Nazionale del Perù, l’Orchestra della Radio Nazionale di Dublino, l’Orchestra del Teatro Nazionale Slovacco, l’Orchestra Nazionale di Tenerife, l’Orchestra Nazionale Albanese, l’Orchestra del Teatro Nazionale di Atene, l’Orchestra del Festival dell’Alhambra, l’Orchestra Nazionale del Messico, l’Orchestra della Lorena, l’Orchestra del Teatro di Tel Aviv, l’Orchestre de Chambre de Fribourg, l’Orchestra del Teatro di Magdeburgo. Ha inciso per Dynamic e Bongiovanni titoli in prima esecuzione moderna di Donizetti e Bellini. Ha curato la prima esecuzione assoluta di partiture verdiane, donizettiane e belliniane in edizione critica collaborando regolarmente con i Festival Verdi di Parma, Donizetti di Bergamo e Bellini di Catania. Ha diretto in alcuni dei più importanti teatri internazionali produzioni liriche e sinfoniche. Affianca l’attività interpretativa a quella della ricerca musicologica applicata alla prassi esecutiva. Collabora con la pagina della cultura di importanti testate giornalistiche; svolge un’intensa attività di conferenziere e divulgatore. Fra le sue pubblicazioni si segnalano gli studi critici Giuseppe Verdi. I maestri del melodramma, Giuseppe Di Stefano. I suoi personaggi, Cleofonte Campanini, Liebeslied.

ANDREA DE ROSA

Inizia l’attività di regista dopo la laurea in Filosofia, alternando fin dagli inizi il proprio interesse tra prosa e opera lirica con produzioni che hanno suscitato, in entrambi i settori, l’interesse della critica e il consenso del pubblico. Dopo il debutto con Idomeneo di Mozart, nell’Opera spazia dal Novecento (con opere di Britten, Maderna, Schönberg, Hindemith, Azio Corghi) al melodramma ottocentesco (con numerosi titoli di Verdi, Bellini, Donizetti), fino al primo Novecento di Puccini e Granados. Le sue produzioni sono state rappresentate in teatri come l’Opera di Roma, il Teatro del Maggio Fiorentino, il Regio di Torino, La Fenice di Venezia, il San Carlo di Napoli, il Teatro Real di Madrid, il Mariinskij di San Pietroburgo, il Municipal di Sao Paolo, il Sao Carlos di Lisbona, la Royal Opera di Copenaghen, il Festival di Pentecoste di Salisburgo e il Lithuanian National Opera, collaborando con i maggiori direttori d’orchestra, tra i quali Riccardo Muti, Valerij Gergiev, Myung Wung Chung. Tra i suoi più recenti lavori operistici, si ricordano Falstaff per l’inaugurazione del Festival delle Notti Bianche e Lucia di Lammermoor, entrambi per il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Anna Bolena al Lithuanian National Opera, I puritani al Teatro dell’Opera di Roma. Ha collaborato con il Maestro Riccardo Muti per la messa in scena di Don Pasquale di Gaetano Donizetti, di Il matrimonio inaspettato di Giovanni Paisiello al Festival di Pentecoste di Salisburgo e di Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, andato in scena lo scorso mese di febbraio al Teatro Regio di Torino. Nelle sue produzioni in prosa, mostra fin dall’inizio un grande interesse per i personaggi tragici, mettendo in scena titoli come Le Troiane e Le Baccanti di Euripide, Il decimo anno da Euripide ed Eschilo, Elettra di Hugo von Hofmannsthal, Maria Stuart di Friederich Schiller, Molly Sweeney di Brian Friel, La Tempesta e Macbeth di Shakespeare, Manfred di Byron (andato in scena al Teatro Regio di Torino, con le musiche di Schumann), Fedra di Seneca. A questi titoli affianca un lavoro caratterizzato da un più spiccato senso di ricerca teatrale/filosofica: Encomio di Elena da Gorgia da Lentini, Tutto ciò che è grande è nella Tempesta (su Martin Heidegger), Studio sul Simposio di Platone, Autobiografia erotica di Domenico Starnone, Giulio Cesare (uccidere il tiranno) di Fabrizio Sinisi, da Shakespeare, E pecchè, e pecchè e pecchè? Pulcinella in purgatorio di Linda Dalisi, Satyricon di Francesco Piccolo, ispirato a Petronio, Solaris, dall’omonimo romanzo di Stanislaw Lem, e Processo a Galileo, spettacolo diretto insieme a Carmelo Rifici, da un testo di Angela Dematté e Fabrizio Sinisi. Il suo ultimo spettacolo Edipo Re di Sofocle ha debuttato a Torino la scorsa stagione e sarà in tournée nei maggiori teatri italiani nel 2025. Il prossimo mese di novembre è atteso il debutto del suo Orlando, tratto dall’omonimo romanzo di Virginia Woolf. Dal 2008 al 2011 è stato direttore del Teatro Stabile di Napoli. Dal 2021 è direttore artistico del TPE – Fondazione Teatro Piemonte Europa.

DANIELE SPANÒ

Nato a Roma nel 1979, dopo una formazione da scenografo inizia l'attività di regista e artista visivo soprattutto nell'ambito della performance e della videoarte. Tra le collaborazioni più importanti si ricordano quella con il videoartista Gary Hill per la realizzazione della sua installazione Resounding Arches al Colosseo di Roma e quella con Takeshi Kitano per rappresentare il fermento artistico della città di Roma nel format televisivo Takeshi's Art Beat da lui stesso condotto. Dal 2012 al 2015 è consulente artistico per la Fondazione Romaeuropa e curatore della mostra DigitaLife. Come artista visivo, tra i lavori più importanti: Line In the Sand, installazione multimediale al Made in NewYork – Media Art Centre (2019); Orbis, video-installazione site-specific al Cafesjian Center for the Arts di Yerevan, prodotta e promossa dall'Ambasciata italiana in Armenia (2019); Pneuma, installazione multimediale inclusa nel programma del Festival dei Due Mondi 2015 di Spoleto. In collaborazione con Luca Brinchi firma il disegno video di numerosi spettacoli teatrali, tra cui Freud o l'interpretazione dei sogni di Federico Tiezzi, Ragazzi di vita di Massimo Popolizio, Lazarus di Valter Malosti e Lear di Andrea Baracco. Tra le ultime sue regie: Forma Sonata (2022), performance multimediale prodotta da ERT in collaborazione con La Sagra Musicale Malatestiana, e la coregia con Luca Brinchi per Perseo e Andromeda di Salvatore Sciarrino, prodotto dalla Sagra Musicale Malatestiana di Rimini. Come scenografo, trai lavori degli ultimi anni si ricordano le scene per La Ferocia di Nicola Lagioia, con la regia di Vico Quarto Mazzini, Processo Galileo, con la regia di Carmelo Rifici e Andrea De Rosa, De Gasperi – l'Europa Brucia, regia di Carmelo Rifici, e per Edipo di Andrea De Rosa.

ILARIA ARIEMME

Studia Scenografia e Costume per lo Spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di Brera sotto la guida di Maria Carla Ricotti, Luisa Spinatelli, Edoardo Sanchi e Francesco Micheli. Per la regia di Andrea De Rosa firma i costumi di Un ballo in maschera, prodotta dal Teatro Regio di Torino. Lavora con il regista Roberto Catalano, per cui progetta i costumi del Polittico Monteverdiano, produzione della Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli – Monteverdi Festival, Il turco in Italia, prodotto dal Teatro Sociale di Rovigo, e La Tempesta di Fromental Halévy al Wexford Festival Opera 2022. Per la regia di Catalano firma i costumi di La Traviata, produzione del SND di Bratislava, Il matrimonio segreto, co-prodotto dall’Opera di Tenerife, dal Teatro Massimo di Palermo e dal Teatro Regio di Parma, delle tre opere verdiane Trovatore (Ente concerti Marialisa De Carolis, Sassari), Falstaff (Circuito OperaLombardia e marchigiano) e Don Pasquale (Teatro Massimo di Palermo), del dittico Pigmalione e Che originali! di Donizetti e Mayr (Festival Donizetti – Teatro Sociale di Bergamo), Le nozze di Figaro e Il Barbiere di Siviglia, prodotti dall’Antonine University di Beirut in Libano, e delle Opere Pocket 2017 e 2018 Madama Butterfly e La Traviata, prodotte da Aslico. Nel 2023 collabora con la regista Marie Lambert per l’opera contemporanea Voyage d’automne, nuova produzione del Teatro Capitole di Tolosa. Progetta i costumi di La Bohème (produzione 2024 dell’Opera di Zagabria, regia di Mario Pontiggia), Cavalleria rusticana e Pagliacci (regia di Maria Paola Viano per il Festival del Luglio Musicale Trapanese 2019). Dal 2007 collabora con il regista di prosa Andrea Chiodi per cui firma i costumi di Valeria e Youssef, produzione CTB di Brescia, Le allegre comari di e Gli innamorati di Goldoni, entrambi prodotti dallo Teatro Stabile del Veneto, Dopo la prova di Bergman, produzione Tetro Sociale di Bellinzona e Sogno di una notte di mezza estate, prodotto dal teatro LAC di Lugano. Con Andrea Chiodi lavora a The Children, Le Troiane, Ecuba, Apologia e Una bestia sulla luna per il CTB di Brescia, Fare Anima di e con Giacomo Poretti, produzione AGIDI, La bisbetica domata, produzione LAC di Lugano, I Persiani, produzione Teatro2 di Parma, Lung ‘me la Fabrica del Domm per Expo 2015, Giovanna d’Arco, L’antica bellezza – Il mito di Elena, con Elisabetta Pozzi, e Sogno di una notte di mezza estate ai Giardini Estensi di Varese. Lavora per il Teatro LAC di Lugano firmando i costumi di La bottega del caffè, regia di Igor Horvat, e Sei personaggi in cerca di autore, per la regia di Emiliano Masala. Collabora stabilmente con il Teatro dei Gordi: Sulla morte senza esagerare (co-produzione con Teatro Menotti), Visite e Pandora (co-produzioni con Teatro Franco Parenti) e Note a Margine (co-produzione Teatro Franco parenti, TPE Teatro Piemonte Europa, LAC Lugano Arte Cultura). All’interno del progetto internazionale Platform 11+ progetta e realizza scene, costumi e puppets di What Light, regia Katie Posner, prodotto da Pilot Theatre per il Royal Theatre di York, e Face me, regia Lotte Lohrengel e Tom Bellerby, debuttato a Pilsen e in tournée in Italia, Slovacchia, Olanda e Inghilterra. È scenografa-costumista di spettacoli di prosa e di teatro–ragazzi per la regia di Rita Pelusio, PEM produzioni e di molti allestimenti di Elsinor Teatro Stabile di Innovazione. È docente del corso di Costume per lo Spettacolo all’Accademia Ligustica di Genova, di Progettazione e realizzazione delle maschere presso la Scuola del Teatro Musicale di Novara e del Laboratorio di costume teatrale presso la Verona Accademia per l’Opera. Collabora con diverse produzioni audiovisive, con riviste di moda e con il designer di tessuti Erasmo Figini nel campo dell’arredamento d’interni.

PASQUALE MARI

Direttore della fotografia e disegnatore luci, entra nel 1998 nel mondo della lirica con le luci di Così fan Tutte al San Carlo di Napoli, prima regia d'opera di Mario Martone, diretta successivamente a Ferrara da Claudio Abbado, cui seguiranno Le Nozze di Figaro e Don Giovanni. Il sodalizio con Martone continua con numerose produzioni, tra cui si stagliano Lulu al Teatro Massimo di Palermo nel 2001, Matilde di Shabran (Rossini Opera Festival 2004 e 2012, Covent Garden 2009) e Falstaff allo Champs Elysées di Parigi. Segue il debutto alla Scala di Milano del 2011 con il dittico Pagliacci e Cavalleria Rusticana. Del 2014 è la produzione per La Fenice di Venezia di Simon Boccanegra con Andrea De Rosa e il MaestroChung Myung-whun. Sono del 2015, di nuovo con Martone, Macbeth al Theatre des Champs Elysées e The Bassarids al Teatro dell’Opera di Roma. Insieme hanno poi debuttato nel 2016 all’Opera Bastille di Parigi con il dittico Sancta Susanna Cavalleria Rusticana, e nel 2017 apre la stagione del Teatro alla Scala con Andrea Chénier, seguito, a inizio 2018, dalla produzione di Falstaff per la Staatsoper di Berlino, sotto la direzione musicale di Daniel Barenboim, da Kovanchina nel 2019 ancora al Teatro alla Scala (Premio Abbiati), e, infine, dalle produzioni televisive per RAI Cultura de Il barbiere di Siviglia nel 2020 (Premio Abbiati) e La traviata nel 2021 al Teatro dell’Opera di Roma, entrambe dirette da Daniele Gatti, seguite, nel 2022, dall'opera-film Bohème con direzione musicale di Michele Mariotti. Tra le più recenti produzioni, si ricordano Butterfly al San Carlo di Napoli, con regia di Ferzan Özpetek, Otello, apertura di stagione 21/22 dello stesso teatro, con la regia Mario Martone e la direzione di Michele Mariotti e, nel 2024, Un ballo in maschera al Regio di Torino diretto dal Maestro Riccardo Muti, con la regia di Andrea De Rosa e le opere Jeanne Dark e Tosca al Maggio Musicale Fiorentino 2024. Quattro volte vincitore del Premio Le maschere del Teatro per il disegno luci nell’ambito del teatro di prosa, nel 2021 gli è stato assegnato il Premio UBU per il miglior disegno luci per i lavori Misery e Solaris. È attivo anche nel campo dell'arte contemporanea, nel quale ha disegnato le luci dell'installazione di Maurizio Cattelan BREATH, GHOSTS, BLIND al Pirelli Hangar Bicocca di Milano e ha curato l'illuminazione del Padiglione Italia della Biennale Arte 2022 al fianco dell'artista Gian Maria Tosatti, per il quale ha firmato il disegno luci della mostra NOw/here all’Hangar Bicocca. Del 2023, è poi la mostra per Fondazione Magnani ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia FELICITAZIONI! CCCP-Fedeli alla linea. In ambito cinematografico, tra le sue direzioni della fotografia più importanti ricordiamo Teatro di Guerra di Martone, Il Bagno turco e Le Fate Ignoranti di Ferzan Ozpetek, L’Uomo in più di Paolo Sorrentino, Lezioni di volo di Francesca Archibugi, L’Ora di religione e Buongiorno, Notte di Marco Bellocchio. Nel 2021 ha pubblicato con Cristina Grazioli il volume Dire Luce, edito da Cue Press.

ANNALISA STROPPA

È un mezzosoprano italiano tra i più acclamati della sua generazione. Diplomata in Canto al Conservatorio Luca Marenzio di Brescia e laureata alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bergamo, è stata vincitrice di numerosi concorsi lirici internazionali. Ha debuttato nel 2011 come Cherubino nell’opera I due Figaro di Mercadante diretta da Riccardo Muti al Salzburger Festspiele e, da allora, si esibisce nei maggiori teatri del mondo, tra i quali il Teatro alla Scala (dove ha partecipato anche all'apertura di due stagioni consecutive con Madama Butterfly e Andrea Chénier, entrambe dirette da Riccardo Chailly), Regio di Torino, Arena di Verona, Maggio Musicale Fiorentino, San Carlo di Napoli, Massimo di Palermo, Opera di Roma, Teatro Real di Madrid, Liceu di Barcellona, Colón di Buenos Aires, Wiener Staatsoper, Deutsche Oper e Staatsoper di Berlino, Staatsoper di Amburgo, Dresda e Monaco di Baviera, Opera di Tel-Aviv, Opéra Bastille di Parigi, Opéra de Monte-Carlo, Chorégies d'Orange, Dutch National Opera e Concertgebow di Amsterdam. Ha collaborato con grandi direttori tra i quali Roberto Abbado, Armiliato, Campanella, Frizza, Heras-Casado, Humburg, Luisi, Mehta, Meir Wellber, Oren, Palumbo, Pidò, Santi, Steinberg, Thielemann, in opere come Carmen, La Favorite, Belisario, Anna Bolena, Norma, I Capuleti e i Montecchi, Il barbiere di Siviglia, La Cenerentola, Così fan tutte, Don Giovanni, Le nozze di Figaro, Il Marito disperato, Il mondo della luna, Orfeo ed Euridice, Roméo et Juliette, Faust, Les Contes d'Hoffmann, Benvenuto Cellini, Nabucco, Rigoletto, Falstaff, La Forza del destino, Cavalleria rusticana, Hänsel und Gretel. Attiva anchea livello concertistico e sinfonico, ha cantato negli Stati Uniti in Les nuits d'été di Berlioz con la Dallas Symphony diretta da Jaap Van Zweden; in recital alla National Concert Hall di Tai Pei, Petite Messe Solennelle di Rossini al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, Requiem di Mozart al Teatro alla Scala di Milano, Requiem di Verdi diretta da Teodor Currentzis alla Philharmonie Berlin con i Berliner Philarmoniker e a San Pietroburgo con MusicAeterna; ancora nel Requiem di Verdi diretto da Placido Domingo al Festival di Lubiana e al Teatro Comunale di Modena. Nel 2020 ha cantatonel Requiem di Donizetti in commemorazione delle vittime del Covid a Bergamo, sotto la direzione di Riccardo Frizza e alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana. Successivamente, ha cantato nella Quarta Sinfonia di Mahler nell’ambito del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e nella Paukenmesse di Haydn al Teatro alla Scala. Nel 2022 e 2023 è stata Carmen nell’omonima opera al Teatro Massimo di Palermo, Adalgisa in Norma al Teatro Massimo Bellini di Catania e al Teatro Regio di Torino, Nicklausse in Les Contes d’Hoffmann al Teatro Principal de Palma, Suzuki in Madama Butterfly all’Opéra de Monte-Carlo e al Bregenzer Festspiele, Preziosilla in La Forza del Destino al Festival Verdi di Parma. Ha debuttato come Lèonor de Guzman in La Favorite al Festival Donizetti di Bergamo (ottenendo il plauso generale della stampa internazionale), ruolo che ha successivamente ripreso anche all’Opéra National de Bordeaux. Si è esibita in La Gioconda al Teatro Pèrez Galdós di Las Palmas, Anna Bolena al San Carlo di Napoli, Idomeneo all’Opéra Royal de Wallonie, Madama Butterfly al Bregenzer Festspiele e Bayerische Staatsoper e Il barbiere di Siviglia nei teatri di Treviso e Padova. Nella stagione 2023/2024 canta nel Requiem di Camille Saint-Saëns al Ljubljana Winter Festival, Requiem di Verdi al Teatro Nuovo Giovanni da Udine diretto da Roberto Abbado e alla Fenice di Venezia diretto da Myung-whun Chung, in Carmen al Theatro Municipal de São Paulo, Suzuki in Madama Butterfly al Gran Teatre del Liceu, inaugura la stagione del Teatro Grande di Brescia con I Capuleti e i Montecchi di Bellini e debutta come Charlotte in Werther, cantando la parte sia a Dortmund che a Bologna. Impegni per il 2025 comprendono Il barbiere di Siviglia al Teatro Lirico di Cagliari, Carmen al Teatro Carlo Felice, il Requiem di Verdi con la Royal Liverpool Philharmonic e Roberto Devereux al Teatro San Carlo.

BENEDETTA TORRE

Soprano trentenne di Genova, è impegnata in una carriera internazionale già da dieci anni. Agli inizi della stessa, ha partecipato alla Riccardo Muti Opera Academy come Alice in Falstaff, debuttando subito dopo anche come Amelia in Simon Boccanegra per l’inaugurazione della stagione del Teatro Carlo Felice di Genova. Dal 2016 ha debuttato in teatri nazionali e internazionali e parti come Mimì in La bohème nella stagione autunnale del Ravenna Festival e in seguito al Teatro del Giglio, Adina in L’elisir d’amore al Teatro Carlo Felice e successivamente a Erl e Glyndebourne, Sacerdotessa in Aida sia al Festival di Salisburgo che all’Arena di Verona sotto la direzione di Riccardo Muti. Nel 2018, al Festival dei Due Mondi di Spoleto ha interpretato la parte di Arianna nel Minotauro inaugurale di Silvia Colasanti e quella di Marguerite nell’oratorio drammatico Jeanne d’Arc au bûcher di Honegger, vicino a Marion Cotillard nei panni di Jeanne d’Arc. Tra le produzioni più recenti spiccano Mimì al Comunale di Bologna con la regia di Graham Vick, Musetta al Teatro San Carlo con la regia di Emma Dante, Giulietta in I Capuleti e i Montecchi all’Opera di Roma sotto la direzione di Daniele Gatti, Lauretta in Gianni Schicchi al Teatro Carlo Felice, Carolina in Il matrimonio segreto di Cimarosa al Festival della Valle d’Itria con la regia di Pier Luigi Pizzi, Adina in L’elisir d’amore al Teatro alla Scala, Bettina in Lo sposo di tre e marito di nessuna di Cherubini al Teatro del Maggio, Micaëla in Carmen al Regio Opera Festival di Torino, 7 Deaths of Maria Callas al Liceu di Barcellona, Adalgisa in Norma all’Opéra national du Rhin e nel Trittico di Puccini alla Monnaie diBruxelles. Nella stagione in corso debutta nell’opera di Nino Rota Il cappello di paglia di Firenze al Carlo Felice, come Medora in Il Corsaro al Teatro Petruzzelli di Bari e come Marguerite in Faust di Gounod al Teatro Massimo di Palermo. In questi anni si è anche accreditata come interprete mozartiana. È stata Susanna in Le Nozze di Figaro con la regia di Graham Vick all’Opera di Roma, nell’allestimento storico di Strehler al Teatro alla Scala e al Teatro del Maggio diretta da Theodor Guschlbauer, Despina in Così fan tutte al Teatro del Maggio sia con la direzione di Zubin Mehta che di Ádám Fischer, Rosina in La finta semplice al Teatro Goldoni di Firenze, Zerlina in Don Giovanni al Teatro del Maggio e Ilia in Idomeneo al Carlo Felice. L’ampliamento del repertorio mozartiano procede e nel 2025 canterà come Tamiri nel Re Pastore al Teatro Nazionale di Roma. Parallelamente alla sua attività operistica è molto attiva nel repertorio cameristico e sinfonico esibendosi con la Chicago Symphony Orchestra sotto la direzione di Riccardo Muti, I Solisti Veneti, l’Orchestra della Toscana e la Frankfurt Radio Symphony Orchestra diretta da Alain Altinoglu. Tra i suoi prossimi impegni spiccano il recital Hommage à Fauré e l’inaugurazione della stagione concertistica al Teatro Carlo Felice con la Missa in temporebelli di Haydn, oltre allo Stabat Mater di Rossini con la Sinfonica di Milano. È orgogliosa di vantare una collaborazione continuativa e prestigiosa con il teatro della sua città, il Carlo Felice. La storia di questo rapporto inizia dalla lontana Maria Boccanegra del 2015, prosegue con Adina, Lauretta, Héro (Béatrice et Bénédict), Ilia (Idomeneo) e Musetta oltre a numerosi ingaggi in concerti sinfonici. Questa collaborazione professionale è stata premiata anche dalla Città di Genova che le ha conferito nel 2023, su indicazione del tenore Fabio Armiliato, il premio “Talento di Genova”. Ha iniziato gli studi di pianoforte e di canto a Genova perfezionandosi con il soprano Barbara Frittoli. Durante gli anni di formazione ha vinto, nel 2012, il Premio Giovani al V Concorso Internazionale di Canto Francesco Paolo Tosti, in seguito al quale ha cantato in concerto a Tokyo e a Osaka. È stata anche premiata al 6° Concorso Internazionale di Canto Renata Tebaldi e al IV Concorso Lirico Internazionale di Portofino. Nel 2018 ha vinto la Stella d’Argento al Premio Chigiana.

MATTEO FALCIER

Tenore, si perfeziona all’Accademia Solisti della Scala di Milano. Calca le scene dei più prestigiosi palcoscenici in Italia e all’estero diretto da Riccardo Muti, James Conlon, Roberto Abbado, Daniele Rustioni. Nel 2016 debutta nel ruolo di Rodolfo in La Bohème del Circuito OperaLombardia e di Rinuccio in Gianni Schicchi all’Opera di Roma. È poi Basilio in Le nozze di Figaro nella tournée giapponese della Staatsoper di Vienna sotto la guida di Riccardo Muti. Prende parte alla rappresentazione in forma di concerto di Manon Lescaut al The New Zealand Opera ad Auckland. Interpreta Paolino nel Matrimonio Segreto di Cimarosa all’Opéra Royal de Wallonie, seguito dal debutto di Don Giovanni nel ruolo di Don Ottavio all’Opéra de Nice e ad Anthéa, Antibes. Nel marzo 2021, e di nuovo nel 2023, è alla Scala con Le Nozze di Figaro diretto da Daniel Harding. Recentemente ha presso parte alle produzioni: Il Barbiere di Siviglia al Teatro Comunale di Sassari, La Rondine al Teatro Verdi di Pisa, Die Fledermaus al Comunale di Bologna, Don Pasquale al Regio di Torino e all’Opera di Sofia e Les Pêcheurs de perles al Teatro Massimo di Palermo.

MATTEO GUERZÈ

Nato nel 1997, inizia gli studi musicali presso il Conservatorio di musica Boito di Parma, dove si diploma nel 2019. Prosegue gli studi al Maggio Musicale Fiorentino quale giovane artista dello Young Artist Program, diretto dal Maestro Tangucci dove ha preso parte nelle produzioni di: Così fan tutte, Il Barbiere di Siviglia, Aida e Ariadne auf Naxos. Nel 2022 ha frequentato l’Accademia Rossiniana della XLIII Edizione del Rossini Opera Festival dove è stato selezionato per interpretare il ruolo di Don Profondo di Viaggio a Reims di Rossini. Ha frequentato Opernstudio del Teatro Oper am Rhein di Dusseldorf, in Germania, fino alla sua conclusione a fine Giugno 2024 dove ha cantato nelle produzioni di: La Traviata, Madama Butterfly e Dialogues des Carmelites. Vince il Concorso Internazionale Magda Olivero 2018 e la XLIX Edizione del Concorso Internazionale Toti dal Monte 2021, aggiudicandosi il ruolo del Dottor Malatesta nell'opera Don Pasquale di Donizetti, che ha successivamente interpretato nei teatri di Treviso, Rovigo e Bassano del Grappa. A Ottobre2023 prende parte al Wexford Festival Opera dove debutta il ruolo di Alì Zegri nell’opera di Donizetti Zoraida di Granata, direzione di Diego Ceretta.

BAOPENG WANG

Nato nel 1999 in Cina. Arrivato in Italia nel 2022 per studiare canto lirico, si iscrive nel 2023 al Conservatorio Arrigo Boito di Parma. Sempre nel 2023, ha vinto il primo premio nei concorsi “Piero Cappuccilli” e “S. Colombano”. Nel 2024 si è imposto al concorso internazionale As.Li.Co., nella categoria cantanti emergenti. Grazie a questo successo ha debuttato il ruolo di Timur al Teatro Sociale di Como, e sarà Monterone in Rigoletto e Capellio in I Capuleti e I Montecchi all’interno della stagione del Circuito OperaLombardia.


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