La nota pianista calabrese residente a Parigi sabato 22 novembre sarà in recital al Teatro A. Bonci con musiche di J. S. Bach, Beethoven, Chopin, Scriabin e Prokof’ev.
CESENA – «Una vera artista, su questo nessun dubbio. Il suo debutto discografico per Decca con le tre ultime Sonate di Beethoven ha una felicità di tocco davvero rara. A colpire è la freschezza dell’atteggiamento e delle idee e il senso di straordinaria libertà che ne animano l’esecuzione. Maria Perrotta legge la terna di Sonate come la porta favolosa che si apre sul mondo romantico e sui suoi sogni». Così si è espresso Cesare Fertonani su Amadeus di luglio, dove il cd di Maria Perrotta era “CD del mese”. Non da meno Paolo Isotta, che in marzo aveva scritto sul Corriere della Sera: «È una figura schiva e poco conosciuta, è uno dei veri astri del pianismo mondiale». E ancora sul Corriere Enrico Girardi un anno prima aveva scritto a proposito del suo Bach: «Il suono è sgranato, la tecnica è clavicembalistica, il disegno formale è nitido: se continua così, Maria Perrotta sembra destinata a diventare la Rosalyn Tureck italiana».
Ricca di tali credenziali, la pianista Maria Perrotta, originaria di Cosenza, studi milanesi, romani e tedeschi, ora residente a Parigi, debutta a Cesena con un recital pianistico in programma nel cartellone del Teatro Alessandro Bonci il giorno sabato 22 novembre alle ore 21. La pianista, vincitrice nel 2008 del Concorso Internazionale “Shura Cherkassky”, il cui ultimo recente CD Decca contiene una registrazione dal vivo delle Variazioni Goldberg di Bach –, presenterà un programma denso di capolavori e dal carattere molto vario di Bach, Beethoven, Chopin, Scriabin e Prokof’ev.
Si apre con l’enigmatica Fantasia Cromatica e Fuga in re BWV 903 Johann Sebastian Bach, un brano assai amato nell’Ottocento, specie da Franz Liszt, e mai uscito di repertorio, come invece la maggior parte delle opere strumentali di Bach, la cui riscoperta in sala di concerto si è conosciuta praticamente solo nel Novecento. La Fantasia Cromatica, pubblicata nel 1802, ricca di passi virtuosistici e di arditi cromatismi («musica dell’avvenire del sec. XVIII» l’aveva definita Hans von Bülow) è sempre stata molto amata ed eseguita dai grandi pianisti, in particolare da Wilhelm Kempff, che la suonava spesso in apertura di concerto. Glenn Gould, che invero la considerava “una mostruosità”, ne realizzò un’ineguagliata incisione nell’ottobre 1979. Ad essa seguirà la Sonata n. 31 in la bemolle op. 110 di Ludwig van Beethoven, vale a dire la penultima delle 32, composta nell’anno di grazia 1822, lo stesso della Missa Solemnis. Un’opera monumentale, contenente un meraviglioso recitativo e un dolente arioso centrale, seguito da una fuga con la quale il genio di Bonn sembra rivolgere lo sguardo ai grandi polifonisti del Seicento (Frescobaldi e Bach). Dopo l’intervallo il concerto proseguirà con la delicatissima Berceuse (Ninna Nanna) op. 57 di Fryderyk Chopin, in cui una breve frase melodica si dissolve in sedici variazioni di inusitata bellezza. Poi la Sonata-Fantasia n. 2 in sol diesis op. 19 di Alexander Scriabin, composta durante una tournée di concerti fra Roma e Parigi nel 1896 e formata da due soli movimenti: il primo, scrive l’autore, è la «tranquillità di una notte meridionale sulle rive del mare», con lo sviluppo che rappresenta «la scura agitazione del mare profondo» e la cui sezione mediana evoca «il carezzevole chiaro di luna che si leva nell’iniziale oscurità della notte». Mentre il secondo movimento, sempre secondo Scriabin, è ispirato alla «vasta distesa dell’oceano sconvolto dalla tempesta». Chiude il concerto la poderosa Sonata n. 6 in la maggiore op. 82 di Sergej Prokof’ev, composta nel 1939-40 e appartenente al cosiddetto trittico di “Sonate di Guerra” (le numero 6, 7 e 8), composte durante il conflitto mondiale e tutte caratterizzate da enormi contrasti. In particolare quello nell’ultimo quarto movimento (dopo il sognante Valzer in do maggiore): un lunghissimo Rondò, ricco di parossistiche sonorità e squilli di trombe che richiamano l’immagine di una battaglia mortale.
Info biglietteria: tel 0547 355959, http://www.teatrobonci.it, info@teatrobonci.it
MARIA PERROTTA, pianoforte
«Pianismo a metà perfetta fra il lussureggiante Alexis Weissenberg e il laser di Glenn Gould» (N. Carusi, Libero); «Il suono è sgranato, la tecnica è clavicembalistica, il disegno formale è nitido: se continua così, Maria Perrotta sembra destinata a diventare la Rosalyn Tureck italiana» (E. Girardi, Corriere della Sera); «È una figura schiva e poco conosciuta, è uno dei veri astri del pianismo mondiale… Nelle Variazioni Goldberg ella è all`altezza di Glenn Gould, di Rosalyn Tureck.» (P. Isotta, Corriere della Sera).
Applaudita come interprete particolarmente comunicativa, Maria Perrotta si afferma in importanti concorsi fra cui il "Rina Sala Gallo" di Monza, il "Premio Encore! Shura Cherkassky" (2008) e il Concorso "J. S. Bach" di Saarbrücken (2004), premio quest’ultimo che la impone sulla scena pianistica internazionale come una significativa interprete bachiana, riscuotendo ampi successi di pubblico e di critica: «Maria Perrotta sa sfruttare le risorse del pianoforte moderno senza incorrere in inesattezze stilistiche. Il suono di vitrea trasparenza, la tessitura sempre percepibile, l’interessante articolazione della frase hanno reso la musica di Bach in modo ideale» (Saarbrücker Zeitung).
Registra per la Radio Tedesca, per la Rai e Sky. La sua incisione dal vivo delle Variazioni Goldberg di Bach (Cinik Records) ottiene il favore della critica specializzata: 5 Stelle delle riviste Amadeus e Musica, 5 Stelle e Disco del Mese della rivista Suonare News, Premio della Critica 2012 promosso dalla rivista Musica & Dischi. Nell’ottobre 2013 la Decca pubblica in cd la sua registrazione dal vivo delle tre ultime Sonate di Beethoven. Il cd viene molto favorevolmente accolto dalla critica specializzata: nel luglio 2014 merita le “5 Stelle Amadeus” ed è scelto come miglior cd del mese dalla rivista Amadeus. È in uscita nel settembre 2014 il cd Decca con la sua nuova incisione delle Variazioni Goldberg di Bach.
Fra i suoi recenti impegni l’esecuzione del Clavicembalo ben temperato di J. S. Bach, delle Sonate e del Quarto Concerto per pianoforte e orchestra op. 58 di Beethoven con la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Antoni Wit e una tournée in Francia e Italia con un programma interamente dedicato a Chopin.
Maria Perrotta studia al Conservatorio di Cosenza, dov’è nata, con Antonella Barbarossa e si diploma con lode al Conservatorio di Milano con Edda Ponti. Ottiene il Diploma Superiore di Musica da Camera all’École Normale de Musique di Parigi, si perfeziona a Imola con Franco Scala e Boris Petrushansky e in Germania con Walter Blankenheim. Nel 2007 si diploma con lode presso l’Accademia di Santa Cecilia nella classe di Sergio Perticaroli. Arricchisce la sua formazione con Cristiano Burato e François-Joël Thiollier. Vive a Parigi.