di A. G. R.
Ripreso anche al Real di Madrid il bell'allestimento dell'Elisir d'amore curato da Damiano Michieletto. Nell'alternarsi delle compagnie e nel leggiadro intrecciarsi di fugaci amori estivi, vere passioni, intrighi e divertimenti abbiamo ascoltato Ismael Jordi, Paolo Bordogna, Camilla Tilling e José Carbò diretti da Marc Piollet
MADRID 9 dicembre 2013 - È nato in Spagna e in Spagna è tornato, dopo tappe in Germania e in Italia, il fortunato allestimento dell'Elisir d'amore firmato da Damiano Michieletto, ripreso ora a Madrid con un'alternanza di cast che prevedeva diversi veterani della produzione, come Erwin Schrott, Paolo Bordogna, Celso Albelo, Fabio Maria Capitanucci. Sia con gli interpreti originali, sia con gli interpreti subentrati di volta in volta nelle riprese il regista veneto ha dimostrato, però, sempre un tocco magico nel cucire i personaggi addosso agli interpreti come se lo spettacolo fosse stato pensato appositamente per loro, mantenendo però sempre precisa l'identità della sua idea drammaturgica.
L'ambientazione vacanziera, su un'affollatissima spiaggia mediterranea è sempre godibile, ogni dettaglio perfettamente caratterizzato e armonizzato con musica e testo: accade moltissimo in scena, l'attenzione deve essere sempre viva, ma non mancano i momenti di poesia, la psicologia di ogni personaggio (perfino Giannetta) è pienamente e coerentemente sviluppata, tutto è ironico e perfettamente studiato. Rispetto alle recite palermitane cui abbiamo pure assistito abbiamo trovato un po' fuori luogo la mise finale da Drag Queen di Dulcamara, inutile appesantimento grottesco, ma lo spettacolo mantiene comunque una vitalità e una freschezza invidiabili.
Nel cast si distingue il Nemorino di Ismael Jordi, tenore dalla tecnica ineccepibile e dalla vocalità perfetta per questo repertorio. L'eleganza della sua sua sfumata “Furtiva lagrima”, con messe di voce e mezzevoci misurate quanto perfettamente emesse, è il sigillo di una prova convincente nella malinconia e nella spavalderia, nell'accento brillante e in quello elegiaco, sempre reso con voce fresca, sana, sicura e raffinata.
Paolo Bordogna è un Dulcamara collaudatissimo, perfettamente a suo agio nella visione di Michieletto – regista che ha sempre saputo valorizzare al meglio le sue doti d'attore, come nel celebre allestimento della Scala di seta – quale mattatore inarrestabile, divertito e divertente.
Nel complesso attendibile, ma non formidabile, il Belcore di José Carbò, buon materiale cui gioverebbe una maggior rifinitura belcantistica.
Più debole l'Adina di Camilla Tilling, voce dura e tagliente, poco controllata negli acuti, né troppo convincente nel legato e nella coloratura, con qualche calo d'intonazione.
Si è apprezzata la squillante Giannetta di Mariangela Sicilia, che potrà con il tempo ammorbidire ulteriormente l'emissione.
Ben equilibrata nelle dinamiche la direzione di Marc Piollet, che tiene saldamente e con il giusto spirito in mano le redini dello spettacolo, con l'apporto fondamentale e validissimo dell'orchestra e soprattutto del coro del Real, impegnato come non mai anche sotto il profilo attoriale.
Buon successo, anche se per la brillantezza dello spettacolo - anche in rapporto al successo ottenuto alla sua proposta palermitana nel 2012 - ci saremmo francamente aspettati un coinvolgimento maggiore da parte del pubblico spagnolo.