di Ramón Jacques
La californiana Long Beach Opera ha scelto per inaugurare la sua stagione 2014 una rarità assoluta: l'opera buffa Queenie Pie composta da Duke Ellington. Il testo, rimasto incompiuto dopo la morte del compositore, è stato proposto in una versione curata dalla stessa librettista Betty McGettingen e, quindi, il più possibile vicino all'idea originaria. La storia della prima donna afroamericana milionaria è trattata con brio e grande sensibilità al contesto sociale.
Long Beach (California), 26/01/2014 - Duke Ellington, il famoso compositore, direttore d'orchestra e pianista di jazz o “American music”, come lui stesso la definiva e a cui diede un proprio carattere influenzando molti altri attraverso le oltre ventimila performance e le sue più di tremila composizioni, aveva un segreto. Ellington aveva scritto un'opera buffa: Quenie Pie. L'opera mescola il suono delle big band con testi ingegnosi e un linguaggio musicale influenzato dall'opera, il jazz e il teatro musicale.
La trama era ispirata alla vita di Madame C.J. Walker, la prima donna afroamericana milionaria, padrona della propria ditta di cosmetici. Al momento della morte del compositore, nel 1974, l'opera era incompiuta e da allora ne sono state realizzate diverse produzioni e vari completamenti (1986 Philadelphia, Washington; 1993 Brooklyn; 2008 Oakland) fino alla versione approntata nel 2009 per l'Università di Texas, Austin dalla librettista originale del progetto, Betty McGettingen, con la quale la Long Beach Opera di California ha scelto di inaugurare la sua nuova stagione 2014. Questa versione è quella che più si avvicina a quella che avrebbe voluto Ellington.
La storia si colloca ad Harlem nel 1930 e si basa sulla rivalità tra due donne per controllare l'industria di cosmetici: Queenie Pie, donna matura dalla pelle nera e Café O'Olay, giovane e bella creola.
L'opera parla anche in maniera sottile delle differenze razziali e sociali dell'epoca. Il regista Ken Roth si è concentrato sul dare un'apparenza di musical più che d'opera, con maggior libertà scenica e coreografie dinamiche di una compagnia di dieci ballerini e cantanti, evocando il Cotton Club di Ellington. Lo spettacolo si è dipanato così con fluidità e allegria.
Pochi elementi scenici con qualche dipinto ed eleganti costumi hanno creato l'ambiente. Il suono della Los Ángeles Jazz Orchestra Unlimited ha parlato da sé, con l'incomparabile e poliedrica sensualità musicale e con le atmosfere del jazz di Ellington, sotto la bacchetta di Jeffrey Lindberg, direttore della Chicago Jazz Orchestra.
Il ruolo di Queenie Pie è stato interpretato con fascino e grazia sia nel canto che nella recitazione da Karen Marie Richardson. Anna Bowden ha cantato il suo ruolo di Café O’lay con sentimento e lirismo. Keitophen Gipson, causa della rivalità, era correttamente interpretato da Holt Fay.