di Luis Gutiérrez
Nuova produzione incomprensibilmente contestata per il capolavoro mozartiano al Festival di Salisburgo. Eccellente il cast (Malin Hartelius, Luca Pisaroni e Gerald Finley in testa) e superlative come sempre le prove dei complessi viennesi, mentre qualche perplessità ha destato la concertazione di Christoph Eschenbach.
SALZBURG 21 agosto 2013 - Così fan tutte è l'opera degli ensemble per eccellenza . Dei suoi trentuno numeri, solo dodici sono arie, e di questi solo due di Ferrando e Fiordiligi riflettono pensieri e stati d'animo interiori, mentre i restanti sono diretti agli altri personaggi, per esempio il famoso "Come scoglio" dal primo atto Fiordiligi o l'aria di Ferrando, spesso omessa, indirizzata a Fiordiligi, "Ah! lo veggio, quell'anima bella", cui segue di conseguenza il rondò "Per pietà, ben mio, perdona", che è , a mio parere, uno dei più bei brani vocali composti da Mozart. I restanti diciannove numeri sono assiemi. Così fan tutte differisce dalle sue sorelle frutto della collaborazione Mozart-Da Ponte per la struttura musicale . Mentre lo sviluppo della forma-sonata di Le nozze di Figaro rende quest'opera un lavoro più "strumentale", Mozart mette al centro di Così fan tutte la tonalità più semplice, il Do maggiore, il cui accordo di tonica si ripresenterà in maniera ricorrente, benché sviluppato con audacia innovativa con una modulazione al La bemolle minore nel sublime canone "E nel tuo, nel mio bicchiero". Questa organizzazione musicale, insieme con la struttura del libretto di Da Ponte, rende questo lavoro forse il più "operistico" di Mozart, almeno per come lo si intendeva nel XVIII secolo. Come del resto, Don Giovanni, a metà tra la concezione "strumentale " delle Nozze di Figaro e quella "operistica" di Così fan tutte. Con in mente questi pensieri rifletto su queste recite, che rappresentavano anche il debutto di una nuova produzione.
Malin Hartelius ha realizzato una superba caratterizzazione di Fiordiligi, seria ma passionale, ha raccolto molti consensi per le sue arie e proprio "Per pietà, ben mio perdona" è stato davvero travolgente. Un anno fa si era detto che il soprano svedese aveva avuto problemi in acuto, perciò sono ancor più lieto di affermare che in questa occasione è stata risplendente in tutta la gamma richiesta dalla partitura e nei salti anche di quindicesima. Marie-Claude Chappuis è apparsa un po' esitante in "Smanie implacabili", ma si è poi rinfrancata risultando un'ottima Dorabella dal sestetto del finale primo. Martina Janková ha nuovamente dimostrato di "essere" Despina e hanno ragione coloro che la ritengono fra le migliori mozartiane dei giorni nostri.
Simile al caso della Chappuis è stato quello di Mitterrutzner nei panni di Ferrando: "Un'aura amorosa" ha avuto la dolcezza necessaria, ma nelle sue due arie del secondo atto e il duetto con Fiordiligi sono apparsi grandiosi. Luca Pisaroni era un grande Guglielmo da ogni punto di vista. Alla fine del suo duetto con Dorabella, questa era completamente incantata e sedotta, "cotta a puntino". Nel ruolo di Don Alfonso Gerald Finley era un lusso che solo Salisburgo e poche altre piazze possono permettersi. Naturalmente dominava il terzetto "Soave sia il vento" dando al filosofo una voce più giovane di quanto si possa immaginare.
Rivolgo i miei più sentiti ringraziamenti a tutti coloro che hanno preso la decisione di presentare l'opera senza alcun taglio "di tradizione". Dopo aver visto, e soprattutto sentito, il coro della Staatsoper di Vienna al gran completo nella Messa da Requiem e Die Meistersinger von Nürnberg, ritrovarne una piccola parte - venti elementi, cinque per registro - è stato un poco straniante, ma ancor più si è apprezzata una prova attoriale e vocale eccellente. Allo stesso modo, l'organico dei Wiener Philharmoniker è stato adeguato alle necessità di questo gioiello dell'epoca classica, e per l'ennesima volta hanno dimostrato ciò poche orchestre al mondo sono in grado di fare. Non si può dire che sia stata un'esecuzione filologica, ma il livello era tale da essere facilmente "sopportabile" anche per noi amanti della prassi antica.
Ciò che non mi ha del tutto soddisfatto è stata la direzione di Christoph Eschenbach, i cui tempi erano incoerenti, più delle volte lenti e pomposi. Prova di ciò è che la recita è durato 3 ore e 45 minuti. Al termine il direttore è stato oggetto di alcune contestazioni comprensibili, mentre non ho trovato dal mio punto di vista condivisibili i fischi per il regista Bechtolf e la sua squadra. Durante il primo atto tutta l'azione si svolge in un semicerchio con il proscenio esteso verso il pubblico; la scena è una serra dove verranno collocati tutti i mobili e gli oggetti previsti da libretto e partitura. I costumi sono della fine del XVIII secolo e le due sorelle sono vestite in modo identico, al fine di rimarcare la loro intercambiabilità. Nel secondo atto la scena appare come un rovesciamento di quello che avevamo visto in precedenza, con la serra vista dall'esterno. Le ragazze hanno abiti diversi e Fiordiligi perde tutta la sua compostezza quando dopo "Per pietà, ben mio perdona" si rende conto che è stata vinta. L'aspetto più brillante per creazione scenica sono state le luci di Jürgen Hoffmann . A mio parere la lettura di Bechtolf è stata convincente. Ci sono tre particolari che possono aver causato i fischi (non molto intensi): a) non era una produzione abbastanza audace; b) qualcuno può essere stato infastidito dall'apparizione, durante l'ouverture, di due ragazze fuori di una piccola piscina posta al centro della scena, anche secoperte immediatamente Despina che evita eventuali occhi indiscreti (si sarà forse intravisto un seno di profilo, per un istante); c) la morte finale di Don Alfonso, che a me è parso un modo elegante per dire che si è concluso il secolo dei Lumi. In ogni caso, considero i fischi era immeritati.
Haus für Mozart. Wolfgang Amadeus Mozart: Così fan tutte. Opera buffa in due atti (26 gennaio 1790, Burgtheater, Vienna) con libretto di Lorenzo Da Ponte. Sven–Erich Bechtolf, regiaa. Rolf Glittenberg, scene. Marianne Glittenberg, costumi. Jürgen Hoffmann, luci. Interpreti: Malin Hartelius (Fiordiligi), Marie–Claude Chappuis (Dorabella), Martina Janková (Despina), Martin Mitterrutzner (Ferrando), Luca Pisaroni (Guglielmo), Gerald Finley (Don Alfonso). Konzertvereinigung Wiener Staatsopernchor, Ernst Raffelsberger, maestro del coro. Wiener Philharmoniker: Christoph Eschenbach, direttore e concertatore.