di Luis Gutierrez
Dopo il debutto bavarese della scorsa estate, Anna Netrebko presenta anche a New York la sua Lady Macbeth, una delle creazioni più riuscite e rivelatrici dell'artista russa, che firma una recita formidabile grazie anche alla concertazione di Fabio Luisi.
New York, 3 ottobre 2014 - Questa produzione di Macbeth ha debuttato al Met nel 2007 suscitando reazioni diverse. Il regista, Adrian Noble, colloca l'azione in Scozia, ma non nell'epoca prevista da Shakespeare, bensì a metà del secolo scorso. In realtà non aggiunge né toglie nulla all'opera di Verdi, per cui mi chiedo perché scritturare un regista e la sua squadra? Mi rispondo, non ne ho la minima idea. Zeljko Lucic era, allora, Macbeth e Maria Guleghina Lady Macbeth sotto la direzione di James Levine.
In questa ripresa il baritono serbo Zeljko Lucic torna nei panni del protagonista, con René Pape quale Banquo, Joseph Calleja come Macduff e Anna Netrebko Lady Macbeth, diretti da Fabio Luisi.
Questa volta partirò dall'ultimo. Luisi è risultato formidabile a capo di orchestra, coro e solisti. “Patria oppressa” è certamente il coro verdiano più cupo, non solo per il testo, ma soprattutto per la tinta orchestrale, oltre che uno dei più patriottici, per quanto non dei più popolari. Luisi lo ha sviluppato a meraviglia e credo che la sua rinuncia alla direzione del MET sarà una dura perdida.
Joseph Calleja ha saputo commuovermi nell'aria di Macduff, “Ah la paterna mano”,che normalmente mi lascia freddo. La scena di Banco con René Pape è un lusso abbagliante.
Zeljko Lucic è tornato a essere un superbo Macbeth, forse migliore rispetto a sette anni fa. Tanto vocalmente quanto come attore è stato del tutto convincente nei panni dl condottiero ambizioso ma indeciso: inevitabilmente soccombe di fronte alla seduzione della sposa, una delle migliori figure malvagie delineate dal Bardo di Avon.
Ed ecco il punto che ha destato più curiosità: come è stata la Netrebko?
Il ruolo di Lady Macbeth è circondato da una leggenda che credo errata, ovvero che Verdi volesse una voce brutta. Posso dirmi certo che non si trattasse esattamente di questo, ma dell'esigenza di una attrice cantante che fose anche cantante attrice, capace di proiettare il testo con precisione e chiarezza e di rendere tre momenti essenzialmente distinti: l'incitare all'assassinio per prendere il potere, esprimere il disprezzo per lo sposo nel vederlo esitare e, infine, la scena del sonnambulismo.La condizione di Verdi non era di avere per Lady Macbeth non una voce brutta, ma una voce che mordesse l'orecchio del pubblico, gli rizzasse i capelli e gli facesse venire i brividi.
Confesso di essere stato un ammiratore della Netrebko che cantava Natasha Rostova al MET e Donna Anna, Giulietta e Lucia a Salisburgo; la mia ammirazione per la sua arte si è raffreddata con la sua Susanna sempre a Salisburgo e con tutte le "ina" al MET (Adina, Norina, Zerlina) e soprattutto con Antonia sempre al MET. Il mio entusiasmo si è acceso nuovamente con Anna Bolena e tornò ad appannarsi con Tat'ana. Nell'ultimo Festival di Salisburgo ho evitato di seguire una sola opera, Il trovatore, non per lei, ma per la mancanza di un autentico Conte di Luna. So di aver sbagliato dall'inizio alla fine, perché ci fu un autentico Conte e, a quanto ho letto, Anna Netrebko fu una splendida Leonora.
A mio parere Anna Netrebko è stata una formidabile Lady Macbeth. “Vieni! t’affretta” un inno libidinoso alla brama ansiosa di potere. Nel duetto “Sappia la sposa mia” stuzzica sottilmente Macbeth, superandolo sempre in quel desiderio lascivo del potere che la stimola a incitarlo al regicidio e, perfino, a partecipare al delitto. Se proprio dovessi criticarla sarebbe per non aver detto con sufficiente chiarezza la frase “Dammi il ferro” nello strappare dalle mani dello sposo il pugnale per tornare a colpire Duncano. Sono certo che nel farglielo notare lo farà. La sua interpretazione dell'aria del secono atto, “La luce langue”, in cui ordisce l'omicidio di Banco è stato pure un manuale di tecnica vocale. Semmai, a esser proprio esigente, non potrei lodare altrettanto la sua resa vocale del brindisi.
Non avevo mai visto prima Anna Netrebko così convincente sul versante drammatico. La sua azione nel primo atto era tremendamente provocante e sexy (lo so che non è una novità, ma stavolta si è superata) e la scena del sonnambulismo come reale. Avrei potuto giurare stesse cammminando addormentata!
Non so se si possa o meno comparare a Maria Callas o a qualunque altra cantante cantante del Pantheon operistico del secolo passato (uso Pantheon nelle due accezioni di sepolcro monumentale e di tempio degli dei dell'opera). È irrelevante. Affermo che la sua interpretazione è stata impressionante e desidero poterla vedere in altri ruoli drammatici come le Leonore verdiane, per esempio.
Mi considero fortunato per esser stato presente a questa recita di Macbeth, per l'interpretazione di tutto il cast, la meravigliosa concertazione di Luisi e la mia riscoperta di Anna Netrebko.