di Andrea R. G. Pedrotti
O. Meir Wellber
Die Angst, das Risiko und die Liebe
136 pagine
Editore Ecowin, 2017
ISBN-13 9783711001313; E book: ISBN-13 9783711051998
Da meno di un mese la casa editrice austriaca Ecowin ha editato il primo libro del m° Omer Meir Wellber. Altri direttori si sono dedicati alla scrittura: Gianandrea Gavazzeni, Carlos Kleiber, Riccardo Muti, Daniel Barenboim, fra gli altri, ognuno con la sua personalità. Il testo di Meir Wellber è originale nella struttura e ricco di nozioni che parrebbero inquadrarlo schiettamente nel genere della saggistica, ma non è solo questo. È una sorta di diario di viaggio, di studio e interpretazione attraverso l'analisi di tre partiture, che il concertatore israeliano ha diretto in unico progetto, spalmato su più anni, alla Semperoper di Dresda. L'articolazione è quella d'un poema sinfonico, diviso in più movimenti: ogni opera viene descritta, già dall'indice, quasi fossero tempi di un'unica partitura. L'introduzione diventa un Prolog (prologo) e ogni titolo è sintetizzato da parola univoca che riassuma la sensazione che essa trasmette. Le nozze di Figaro (il primo movimento della sinfonia) è il Risiko (rischio) ed è divisa in tre parti (in effetti tutte le sequenze del libro sono tripartite, come una trilogia, appunto): Versuchung (tentazione), Verirrung (aberrazione) e Vergebug (perdono). Prima di trattare del Don Giovanni troviamo un Intermezzo, a riprova che nessun evento può essere indipendente dall'esperienza di ciò che lo ha preceduto, e siamo quindi a ciò che ispira quest'opera e alle sensazioni che il percorso lavorativo su di essa suscita: Angst (la paura), anch'essa suddivisa in tre parti Höllenfahrt (viaggio all'inferno) Verführung (la seduzione) e Zerstörung (la distruzione). Un altro intermezzo ci traghetta verso Così fan tutte, la scuola degli amanti, Liebe, secondo il titolo del capito dedicato a quest'opera. La suddivisione (sempre in tre) è questa volta: Prüfung (l'esame), Illusionen (l'illusione) e Hoffnung (la speranza). Se in principio avevamo avuto un Prolog (prologo), ora tocca a un Epilog (epilogo) chiudere questo originale poema sinfonico in prosa. Al termine la bibliografia e i ringraziamenti.
Già da soli questi titoletti raccontano una storia, un'avventura che è un percorso di vita, la nascita di un progetto (il rischio), le insidie del viaggio, con la paura, fino alla conclusione, Liebe. Questa, tuttavia, è una chiusa falsa, perché, prima dell'epilogo, l'ultima parola è Hoffnung (la speranza), un termine che già proietta autore e lettore verso qualcosa di nuovo e ancora sconosciuto.
Lo stile di Omer Meir Wellber è incalzante e il testo è scritto in una prima persona solo apparente, poiché egli cerca di avere una visione globale di quello che può essere il sentimento che giunge a chi sia impegnato in questo viaggio; non esclude nessuno, parla degli artisti, del pubblico e di sé, in qualità di direttore d'orchestra. Le tonalità, l'inquadramento storico, l'analisi della personalità e delle relazioni fra i personaggi, i cenni biografici; nulla viene tralasciato di quanto egli ha incontrato nella sua strada e che l'ha condotto alla sua interpretazione della trilogia di Mozart e Da Ponte. In esso troviamo anche dubbi, domande retoriche e ragionamenti che lo accompagnano fino all'esecuzione in teatro, ma che si affineranno ulteriormente per profondità con l'esperienza, grazie al fascino del dubbio continuo. Ragionamenti, non risposte lapidarie, a meno che non si tratti di dati verificabili e incontrovertibili, osservabili e, quindi, descrivibili. Non mancano i riferimenti letterari esterni, come, nell'ultimo intermezzo, quando viene citato Ludovico Ariosto e il suo Orlando furioso, a riprova di come sia anche la caratura intellettuale e culturale a fare grande uno studioso, che sia o meno direttore d'orchestra.
In tedesco, quando si indica il ruolo del concertatore, non si scrive banalmente Dirigent (direttore), ma Musikalische Leitung, ossia colui chiamato a sovrintendere l'intera parte musicale dell'opera. Questo libro è un sunto del procedimento d'analisi che ogni Musikalische Leitung dovrebbe portare avanti. Ciò che emerge da un testo che sarebbe da leggere tutto di seguito, senza pause (quelle sono già rappresentate dai due intermezzi) è quanta importanza venga data a un rigoroso studio nozionistico, che consenta di elaborare una propria linea drammaturgica, senza lasciare al caso nulla, cercando estrapolare i significati più reconditi e descrivere tutto quello che non si vede all'interno delle tre partiture di Mozart. Uno stile scientifico che ricorda per molti versi quello che furono le scuole della Filosofia del linguaggio (affrontata in massima parte da matematici, quindi senza alcuna caduta scioccamente esistenziale), che non a caso si svilupparono proprio fra Vienna e Praga, cioè le città dove la trilogia mozartiana ebbe la sua genesi precedentemente ai movimenti culturali poc'anzi citati. La frase “Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma” non vale solo per la fisica.
Il formato del volume è molto pratico, agile e la grafica risulta pregevole. La speranza è che venga presto tradotto e pubblicato anche in Italia, vista la fluidità e facilità di lettura con cui vengono trattati argomenti mai banali.
Per la stesura il m° Wellber si è avvalso della collaborazione della giornalista tedesca Inge Kloepfer.