di Sergio Albertini
F. Carpi
Pinocchio and more
musiche da camera, per il teatro e il cinema
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
direttore Giuseppe Grazioli
Luca Santaniello, violino Carlotta Lusa, pianoforte
CD Warner 5054197129797, 2022
C'è un'incompiuta, ignota ai più, che è depositata nei magazzini dell'oblio, che abita solo i ricordi di una generazione che pian piano va estinguendosi. Erano gli anni Cinquanta, alla Scala il direttore artistico era Victor de Sabata. Fiorenzo Carpi, compositore, nato nel 1918, fa parte di quella che viene chiamata 'la Giovane Scuola' milanese, fondata da Roberto Lupi e che lo vede tra i protagonisti assieme a Gino Negri ed Ennio Gerelli. L'attività concertistica meneghina ha ripreso con fervore dopo la guerra, soprattutto all'Angelicum, dove proprio in quegli anni vengono presentate cinquantotto prime assolute di compositori per lo più di area milanese (e nel '49 Carpi è fra i fondatori dei Pomeriggi musicali del Teatro Nuovo). Di Carpi, nel giro di pochi anni, all'Angelicum si ascoltano le Varianti per orchestra da camera, Inno per orchestra, Sonata a tre per flauto, viola e pianoforte, Concertinoper violino e pianoforte, Inni vedici per contralto, coro misto e orchestra, Due tempi per quartetto d'archi, Sonata notturna per flauto e violino, Concerto per flauto e orchestra da camera. De Sabata commissiona al poco più che trentenne Carpi un'opera per il Teatro alla Scala; il libretto è di Giorgio Strehler, tratto dal racconto La metamorfosi di Kafka. Il titolo dovrebbe essere La porta divisioria. Carpi si mette presto al lavoro, completa quattro dei cinque quadri previsti, lasciando però la partitura incompiuta. L'opera, benchè preannunciata ed inserita in ben tre stagioni (1956/57, 1957/58, 1970/71), non verrà mai conclusa né rappresentata.
Fiorenzo Carpi, quindi. Più esattamente, Fiorenzo Carpi de' Resmini, nato a Milano il 19 ottobre 1918, dal 1947 (anno in cui Giorgio Strehler e Paolo Grassi fondano il Piccolo Teatro) diventa il compositore di riferimento del celebre teatro milanese, firmando le musiche di quasi tutti gli spettacoli messi in scena da Strehler e di quelli di molti altri registi. L'elenco dei titoli della collaborazione tra Carpi e Strehler è imponente: dal debutto, nel '47 con Il mago dei prodigi prosegue per capolavori assoluti, come Arlecchino servitore di due padroni, I giganti della montagna, La tempesta, Assassinio nella cattedrale, Il gabbiano, Il misantropo, Oplà noi viviamo, Goldoni e le sue sedici commedie nuove... Tra il 1957 e il 1958, Fiorenzo Carpi venne coinvolto da Giorgio Strehler assieme a Gino Negri e Dario Fo nella scrittura delle canzoni della mala, per un recital di Ornella Vanoni; si, proprio quelle celeberrime, tra le altre, Ma mi e Le mantellate sono 'canzoni' scritte da Carpi, su testo di Strehler.
Ma non solo Strehler. Dario Fo, ad esempio. per il quale scriverà le musiche per quasi tutti gli spettacoli; e la televisione, dai varietà (come Il Mattatore, 1959, con Vittorio Gassmann, a Canzonissima, 1962, con Dario Fo e Franca Rame), agli sceneggiati (indimenticabili, da I promessi sposi di Sandro Bolchi, 1967, a Le avventure di Pinocchio di Luigi Comencini 1972). L'elenco delle opere di Carpi è davvero sterminato e non vorrei qui annoiare i lettori: basti accennare al suo rapporto con il cinema e con registi come Louis Malle, Comencini (ben nove film), Tinto Brass, Patrice Chereau; alle canzoni (Stringimi forte i polsi su testo di Dario Fo per Mina); alle orchestrazioni e arrangiamenti (soprattutto da Raffaele Viviani, ma anche Ballo Excelsior, il celebre balletto di Luigi Manzotti con musiche di Romualdo Marenco, riorchestrato interamente da Carpi in collaborazione con Bruno Nicolai su commissione del Maggio Musicale Fiorentino) e soprattutto l'adattamento dell'Opera da tre soldi da Weill per la seconda edizione diretta da Strehler nel 1972 (al quale Carpi contribuì con echi di music hall e café-chantant); alla musica colta (cito qui solo le musiche per il balletto di Roland Petit, Charlot danse avec nous, a Marsiglia).
Prefazione lunga e indispensabile per presentare un nuovo disco edito dalla Warner interamente dedicato a Fiorenzo Carpi per l'interpretazione di Giuseppe Grazioli sul podio dell'Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi. Nel booklet allegato, la figlia di Fiorenzo Carpi, Martina, dichiara: “quello che ancora sta pagando mio padre (…) è di non avere mai avuto una immagine pubblica. Sia per la sua innata timidezza, ma anche e soprattutto per un senso profondo della vita e dell'arte che rifugge l'esteriorità”. Parole che trovo applicabili all'arte di Giuseppe Grazioli; anche lui ha un senso profondo della vita e dell'arte che rifugge l'esteriorità. Nella sua lunga e interessante carriera ha spesso, accanto al grande repertorio, volto lo sguardo ad un Novecento a torto considerato minore (si pensi alla mastodontica integrale dedicata a Nino Rota in tutti i suoi aspetti musicali, alle recenti direzioni di opere cadute nell'oblio come Palla de' Mozzi di Marinuzzi o Cecilia di Refice, alle sue incisioni di autori italiani di colonne sonore, o al '900 italiano di Malipiero, Casella, Zandonai...), sempre attraversato dalla sua curiosità indagatrice, nutrita di un forte spessore di autentico intellettuale. Per questo disco, Grazioli ha ampliato la scelta non solo alle musiche composte da Carpi per il Piccolo Teatro, ma anche per il piccolo e grande schermo. Ecco quindi come pagina di apertura la suite per orchestra sinfonica per le musiche dello sceneggiato televisivo Le avventure di Pinocchio (1972, dove appaiono i momenti salienti che caratterizzano i personaggi della fiaba (dal viaggio in groppa al tonno alla partenza per le lontane Americhe) e una Piccolo Teatro suite che, a partire dai manoscritti in possesso del teatro milanese unisce arrangiamenti di tre spettacoli, Estate e fumo (1950) di Tennessee Williams, Platonov e altri (1958) di Cecov, Nostalgia (1984) di Franz Jung. Dal sodalizio con Comencini vengono proposte le suite per orchestra da camera da Marcellino pane e vino (1991) e da Mio Dio come sono caduta in basso! (1974), mentre dalle musiche di scena per lo spettacolo teatrale Cirano di Gigi Proietti del 1985 abbiamo una Cirano suite. Completa questo CD una Goldoni suite che assembla pagine tratte da Goldoni e le sue sedici commedie nuove (1957), Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano (1969) e dalla Trilogia della villeggiatura (1954).
Conclude un Concertino per violino e pianoforte del 1946 interpretato da Luca Santaniello al violino e da Carlotta Lusa al pianoforte. L'estrema duttilità dell'Orchestra Verdi di Milano viene accompagnata dall'eleganza direttoriale di Giuseppe Grazioli in certa grazia da classicismo viennese (come nella Trilogia della villeggiatura) all'ironico (e postmoderno) richiamo al Tango nella suite da Mio Dio, come sono caduta in basso!
Un disco, a mio avviso, importante non solo per ricordare degnamente uno tra i massimi autori europei di musiche di scena del Novecento, ma anche per sottolineare la raffinatezza del 'fare' musica applicata.
Attediamo nuove escursioni nel repertorio di Carpi anche nelle sale da concerto.