Un italiano a Parigi

di Roberta Pedrotti

M. Mascitti
Sonate VII, VIII, IX, X, XI, XII, op. 1
Ensemble Elegentia (Paola Nervi e Marco Pesce violini, Antonio Coloccia violoncello, Luca Pollastri organo e cembalo, Matteo Cicchitti, viola di bassetto, violone e direzione)
registrato nella chiesa di San Francesco Caracciolo, Villa Santa Chiara (CH), nell'agosto 2023
Challenge Classics CC72979, 2024

Di una trentina d'anni più giovane del fiorentino Lulli/Lully, l'abruzzese Michele Mascitti sembra ripercorrerne, almeno in parte le orme di musicista italiano naturalizzato francese dopo aver trovato fortuna e successo a Parigi. Il primo, trasferitosi adolescente al seguito di Anna Maria Luisa d'Orléans (nipote di quella Maria de' Medici le cui feste nuziali fiorentine segnano l'atto di nascita ufficiale del melodramma), si fa apprezzare prima come danzatore e coreografo, dedicandosi poi alla composizione quale padre fondatore della tragédie lyrique. Mascitti si forma come violinista a Napoli e approda sulle rive della Senna dopo aver viaggiato, oltre che in Italia, in Germania e Olanda; qui, fra i suoi estimatori trova “Monsieur” Filippo d'Orléans, cugino di Anna Maria Luisa e fratello del re Sole. Lully fu compositore istituzionale, dai poteri e dai privilegi pressoché assoluti, ma pur sempre subordinati alle vicende della corte: se la sua omosessualità non aveva costituito un problema vivente Filippo d'Orléans (omosessuale anch'egli), la morte di questi e l'ascesa della devotissima moralista Madame de Maintenon come favorita di Luigi XIV permisero di sfogare tutte le invidie covate nei suoi confronti. Viceversa, Mascitti godette di maggiore indipendenza, forte del successo anche commerciale delle sue musiche, la cui pubblicazione a stampa contribuì a diffondere la tradizione strumentale italiana in Francia.

Il suo astro nella vulgata storica finisce offuscato da contemporanei ingombranti, stretto fra Corelli e Alessandro Scarlatti di poco più grandi e i più giovani Bach, Vivaldi ed Handel, mentre la biografia francese unita a scuola e stile italiani ne rendono difficile la schematizzazione manualistica. Tuttavia la qualità e l'importanza storica della musica di Mascitti non vanno trascurati, né sfuggono ai musicisti che frequentino questo repertorio, tant'è vero che la discografia – seppur di nicchia – non l'ha del tutto trascurato.

Arriva ora una nuova incisione dedicata a Mascitti e alla sua opera prima, vale a dire il debutto sul mercato dell'editoria musicale parigina benedetto dall'apprezzamento di Filippo d'Orléans e da un lusinghiero successo commerciale. L'Ensemble Elegentia propone un'interpretazione connotata da una piacevole sprezzatura. È ben percepibile l'adesione formale al modello corelliano reso con solidissima competenza strumentale e contrappuntistica, ma soprattutto con una nobile varietà di affetti e un'affabile leggerezza nel porgere. Non siamo ancora in tempo di galanterie, pur tuttavia il contrappunto respira perfino in una certa qual cantabilità, sia nella forma astratta delle Sonate da chiesa sia in quella più fisica e mondana delle Sonate da camera, parenti strette delle suite, con la loro successione di tempi di danza. Il gusto nello sviluppo del basso continuo, con una ricerca di colori mai fine a sé stessa o ridondante, va di pari passo con l'incedere limpido nell'articolazione e sempre ragionevole nella gestione di tempi e dinamiche; considerata anche la buona qualità e spazializzazione del suono, si rende così giustizia a una musica d'arte che fu anche commerciale, sofisticata e accattivante insieme.