di Giuseppe Guggino
Carl Czerny
Variazioni virtuosistiche per pianoforte e orchestra
pianoforte Rosemary Tuck
English Chamber Orchestra
direttore Richard Bonynge
London, St Silas Church (dicembre 2013).
1CD Naxos 8.573254, 2015
Il progetto enciclopedico della Naxos, di proporzioni già colossali dopo venticinque anni di attività, sembra voler contemplare anche pagine di storia della musica defunte e che nessuno avrebbe ritenuto resuscitabili; è il caso di queste variazioni virtuosistiche per pianoforte e orchestra su temi d’opera composte dal pianista e didatta Carl Czerny (celeberrima idiosincrasia – assieme al Gradus ad Parnassum di Muzio Clementi – di generazioni di studenti pianisti) ricavate da Norma, Il Pirata, Fra Diavolo di Auber e Gli arabi nelle Gallie di Pacini. Si tratta di un genere ancor più perverso delle fantasie su temi d’opera (abusatissimo, oltre quelle davvero belle di Liszt e Thalberg), se non altro perché non si giustifica nemmeno con l’esigenza di far conoscere dei capolavori in contesti non raggiungibili da orchestre o formazioni comunque di insieme. Nelle quattro variazioni di questo cd poi le parentele con i temi delle rispettive opere sono abbastanza immaginarie oltre che sporadiche, senza considerare come il tema iniziale viene reso del tutto irriconoscibile di variazione in variazione, sicché ci sfiora qualcosa in più del dubbio che potesse trattarsi di un espediente di richiamo impiegato da un compositore – ben lontano dalla dimensione del genio – per conseguire un minimo di richiamo di pubblico.
Rosemary Tuck è estremamente precisa e però abbastanza distante da quella dimensione funambolica che servirebbe se non altro per giustificare il repêchage in chiave meramente esornativa. Ad una causa musicale così perdente non poteva che dedicarsi quel maestro (nell’accezione più completa del termine) che è Richard Bonynge, capace di trovare un senso anche nella più inane delle composizioni dell’800, seguito da un’English Chamber Orchestra di invidiabile nitore.