di Roberta Pedrotti
G. Durante
Requiem in sol minore
Astrarium Consort
Francesca Cassinari (soprano), Elena Carzaniga (contralto), Roberto Rilievi (tenore) e Matteo Bellotto (basso)
organo e direttore Carlo Centemeri
Registrato a Milano nell'ottobre 2018
CD, Brilliant Classics 96027, 2020
Perché non abbiamo la tomba di Mozart? Con buona pace di complottisti e fantamusicologi, la risposta è semplice (e il rasoio di Occam in genere è il miglior antidoto contro bufale e complotti): un'epidemia in atto a Vienna aveva costretto a rivedere la gestione cimiteriale ed evitare assembramenti alle cerimonie. Per di più, Giuseppe II, in linea con principi illuministi, con un deciso giro di vite aveva dato un freno alla moda di funerali e sepolture di fasto spropositato. Una moda ben testimoniata già un buon mezzo secolo prima dalla fortuna e dalla circolazione di Messe da Requiem come questa in sol minore di Francesco Durante (1684-1755), delle cui fonti manoscritte le note di copertina di Carlo Centemeri tracciano la presenza in biblioteche e fondi europei, con varianti (anche d'autore) che testimoniano l'uso. Alcune possibilità sono, così, ammesse e testimoniate soprattutto per l'organico (dal minimalismo estremo ma plausibile di organo e soli a una copia tarda arricchita di legni e ottoni), mentre rimane imprecisata la distribuzione delle parti vocali, fra coro e solisti. A questi ultimi non sono esplicitamente riservati le arie e i numeri d'assieme che pure fanno parte della musica sacra e liturgica del tempo, mentre si possono semmai riconoscere piccole frasi o sezioni responsoriali distinguibili dall'espressione del coro.
In questo spazio concesso agli esecutori, potenzialmente un campo minato, l'Astrarium Consort diretto da Carlo Centemeri si muove con saggia accortezza. Un trio d'archi (Luca Alfonso Rizzello e Aki Takahashi, violini, e Marlise Goidanich, violoncello), un fagotto (Cecilia Medi), una tiorba (Elisa La Marca) e l'organo (lo stesso Centemeri) con le voci di Francesca Cassinari (soprano), Elena Carzaniga (contralto), Roberto Rilievi (tenore) e Matteo Bellotto (basso), nella loro essenzialità, mettono in luce tutta la straordinaria ricchezza espressiva dipanata nell'economia di mezzi di Durante. Le note di copertina, nell'argomentare la scelta, evocano l'idea del madrigale e l'immagine è azzeccatissima: l'articolazione dell'armonia nel testo, l'uso delle dissonanze, di intervalli e soluzioni fin dalle prime battute incidono in profondità l'affetto, il senso ultimo, il dolore intimo e universale, il senso composto del sacro solenne eppure umanamente vissuto. Per molti versi, la scrittura di Durante viene da lontano, si muove sulle basi solide della dottrina contrappuntistica, della scuola antica, tant'è che anche l'anonima Toccata secentesca napoletana prima dell'Agnus Dei non fa avvertire uno iato stilistico. Non è, però, una messa semplicemente "all'antica", né deve trarre in inganno il riserbo nel dispiegare la melodia e concedere spazi alle voce soliste: siamo negli anni '30 del XVIII secolo e lo spirito del tempo si avverte, uno spirito che lascia da parte lo stile galante per concentrarsi su pathos e dramma, su un'articolazione, una sensibilità armonica e timbrica in evoluzione verso temperie classiciste e sturmer. Non era, d'altra parte, Verdi, nella sua citazione più strapazzata e travisata, a raccomandare lo studio del contrappunto e delle polifonie rinascimentali per poter progredire? In Durante sentiamo delineato stile sacro che rimarrà a lungo come punto di riferimento, pur nell'inevitabile cammino della storia: quando le le pertiture religiose di grandi operisti del XIX secolo furono tacciate di esser troppo "melodrammatiche", pare scontato che non siano i floridi mottetti che trionfavano nelle voci dei castrati a essere il termine di paragone, ma proprio testi come questo Requiem in sol minore.
All'interesse dell'ascolto, si accompagna quello delle note di copertina firmate da Galliano Ciliberti e Carlo Centemeri, in cui si legge anche che la partitura è disponibile gratuitamente sul sito di Astrarium Consort, a disposizione anche di chi voglia eseguirla dando il proprio contributo d'interprete: davvero un bel gesto.