di Luis Gutierrez
Elīna Garanča trionfa come protagonista dell'opera di Bizet al Metropolitan di New York. A siglare la supremazia femminile la bella prova di Ailyn Perez come Micaela, mentre lasciano a desiderare Roberto Alagna e Gabor Bretz.
NEW YORK, 26 febbraio 2015 - Non mi dilungherò sulla produzione di Richard Eyre, molto nota per esser stata trasmessa in LIVE HD più di una volta e per essere stata documentata in DVD da qualche tempo, ma dirò solo che non ho apprezzato la scenografia basata su uno dei cliché del regista, un cilindro rotante; inoltre colloca l'azione un un'altra epoca, la guerra civile o i primi anni del franchismo, senza che ciò aggiunga nulla dal punto di vista concettuale all'opera e, di fatto, dimostrando una grande ignoranza storica giacché un membro della guardia civil, ufficiale o meno, mai avrebbe potuto tenere apertamente un comportamento di abuso sessuale esplicito come quello mostrato sulla scena. Corollario: ci sono registi che cambiano l'epoca dell'azione semplicemente per cambiarlo.
Elīna Garanča ha avuto una serata semplicemente fantastica; tutto, assolutamente tutto è stato perfetto. Musicalmente ci ha mostrato la sua voce bella e sensuale, seducendo il pubblico, Escamillo e il povero Don José. Per di più la sua presenza e la recitazione hanno ribadito la mia convinzione che si tratti oggi della cantante perfetta. Micaela era incarnata da Ailyn Pérez, a sua volta meravigliosa nel canto. La recitazione, nondimeno, è stata eccellente, meno remissiva del consueto, defendendosi assai bene dalle avances grossolane dei soldati – guardia civil in questo caso – che la circondano all'arrivo in caserma e rimangono intimiditi dalla fidanzatina forestiera.
Se la lettona è stata perfetta, gli uomini sono stati assai imperfetti. Il Don José di Roberto Alagna è parso stanco e, a tratti, stonato; l'Escamillo dell'ungherese Gábor Bretz ha lasciato molto a desiderare palesando lui pure problemi d'intonazione e musicalità, trovandosi anche a dover tacere per un paio di battute per riprendersi, in una delle arie più famose del canone operistico.
I personaggi secondari erano bene a fuoco.
Chi ha realizzato un ottimo lavoro è stato Louis Langrée a capo dell'orchestra e del coro del Met. Riconosco che Langrée ha brillato di luce propria e non per riflesso della Carmencita.
foto Ken Howard