di Gina Guandalini
Al teatro Argentina, Il barbiere di Siviglia con due vincitori del concorso Ottavio Ziino.
leggi la cronaca della finale: Roma, concorso Ottavio Ziino, 08/11/2015
A corollario e premio della finale del concorso vocale Ottavio Ziino, che si è svolto a Roma all’inizio del novembre scorso, una recita del Barbiere di Siviglia al Teatro Argentina della stessa capitale; dove appunto, due secoli fa, nel febbraio 1816, ebbe luogo la storica prima mondiale di questo capolavoro rossiniano. La sera di lunedì 14 dicembre, fra i velluti rossi della prestigiosa sede teatrale romana, due protagonisti erano finalisti del concorso. Il mezzosoprano norvegese Lilly Jørstad è già stata Rosina nientemeno che alla Scala e il tenore salentino Giuseppe Tommaso ha avuto il ruolo del Conte d’Almaviva. I costumi della regista e costumista Vivien Hewitt mettevano in evidenza e per così dire “sagomavano” la Jorstad, che è una delle Rosine più carine che si siano viste in scena.
Una serata musicalmente ben concertata e briosa, grazie al giovane maestro Daniele Moroni. Insieme alla “Roma Opera Orchestra” e al Coro “International Opera Choir” sembra abbia avuto una sola possibilità di provare in loco, eppure la partitura scorreva serrata e frizzante. Si è notato che la presenza di una Berta pure mezzosoprano, Irida Dragoti, ha creato per forza qualche vuoto in un paio di insiemi. Ma, nonostante la assoluta semplicità e modestia delle scene tradizionali di Salvatore Liistro, in cui non si esplicita neanche il balcone al quale si affaccia Rosina ( o forse proprio per questa dimensione di scenario semplicissimo) lo spettacolo ha avuto un gradevole sapore di tradizione riuscita. Piccole e piccolissime gag sporadicamente consentite ai singoli interpreti non hanno interferito con l’esecuzione vocale e nemmeno “straniavano” lo svolgersi della vicenda.
Il protagonista Figaro era interpretato con vivacità di temperamento dal baritono leggero William Hernandez, nativo della Costa Rica; la Jorstad ha gradevole voce di mezzosoprano che appare flessibile e guidata da intelligenza musicale: può andare lontano. Alto e aitante, Giuseppe Tommaso recita con disinvoltura il ruolo del fantasioso conte, e vocalmente viene a capo con onore della difficilissima parte.
Un don Bartolo molto apprezzato nella sillabazione frenetica di “Signorina, un’altra volta, quando Bartolo andrà fuori….” è stato il siciliano Giuseppe Esposito, che è già in carriera da qualche tempo. Un giovane ma professionale Don Basilio si è rivelato Eugenio Di Lieto, che viene dal Lirico Sperimentale di Spoleto e ha anche lui diversi spettacoli nel curriculum. La giovane Dragoti è stata una brava Berta. Tutti sono stati preparati con cura dal maestro Moroni.
Lo spettacolo d’insieme è stato più che onorevole, e ci si chiede perché non possa figurare – naturalmente sotto forma di selezione -. anche nelle scuole Soprattutto è da elogiare la organizzazione de “Il villaggio della musica”, che nonostante le inevitabili difficoltà finanziarie e organizzative ha saputo offrire ai vincitori del concorso il premio che risulta a conti fatti li più ambito in assoluto dagli aspiranti cantanti : poter andare in scena, cantare in teatro con orchestra e pubblico. Nel nostro caso un Teatro Argentina attento e ( nonostante il freddo del clima dicembrino) caloroso.