di Roberta Pedrotti
Vanno dai nove ai trent'anni i vincitori del Quinto concorso pianistico internazionale Andrea Baldi esibitisi in concerto lo scorso 15 giugno.
BOLOGNA, 15 giugno 2015 - Non è necessario disporre di un budget da capogiro e offrire un montepremi favoloso per organizzare un concorso di qualità e attrarre talenti degni di nota. Lo conferma la quinta edizione del Concorso pianistico internazionale Andrea Baldi di Bologna con il concerto dei vincitori tenutosi nella cornice intima e suggestiva dell'oratorio di S. Rocco, sede storica del circolo lirico e gioiello insospettato per i più, che difficilmente immaginerebbero, in un anonimo palazzo ai margini del centro storico, di trovare opere del Guercino e della scuola dei Carracci.
Cinque categorie per dodici vincitori, di cui dieci presenti al concerto. Si comincia con la sezione consacrata agli allievi delle scuole medie a indirizzo musicale, ragazzi, cioè, che studiano il pianoforte all'interno dell'attività curriculare da un anno o poco più e che confermano come la pratica musicale non debba essere protesa a creare futuri Argerich e Benedetti Michelangeli (o la frustrazione di divi mancati), ma anche solo a completare e arricchire la formazione, esattamente come le ore di educazione fisica non devono mirare a produrre campioni, quelle di educazione artistica dei nuovi Picasso o quelle di italiano dei Calvino o dei Leopardi. Nel nostro caso, però, le lezioni scolastiche hanno dato frutti non trascurabili, perché al debutto assoluto Elena Remigio (tredici anni) e Noa Draghetti (12) mettono in mostra una sicura solidità di base.
Seguono i giovanissimi under 11 ma impegnati in percorsi di studio musicale più precoci e intensi. Sofia Mari (10 anni), Vera Cecino (11) e Davide Calderoni (11) meritano calorosi applausi per la disinvoltura e le promettentissime qualità, ma l'impressione più vivida la suscita il più piccolo del gruppo, l'italo-albanese Ruben Xhaferi, di soli nove anni. È allievo del pianista Sandro Baldi, ideatore e direttore artistico(ma non membro commissione), e Alberto Spano, che presenta la serata con la consueta verve, precisa, per chiarire l'assoluta trasparenza del concorso, come la giuria da regolamento ignori qualsiasi informazione sui candidati e non possa accedere ad alcun curriculum di studi. Premura comprensibile, e la riportiamo, infatti, proprio per rendere merito all'assoluta onestà di un'organizzazione che non ha nulla da nascondere, ma basta ascoltare il piccolo Ruben per capire che i suoi 98/100 di valutazione finale e l'en plein di riconoscimenti ottenuti sono più che meritati, inevitabili. In pochi secondi metterebbe a tacere anche il più malizioso malpensante. Non solo è sicuro e disinvolto tecnicamente passando da Clementi a Vinciguerra, da Bach a Kabalevsky, senza dimenticare il Preludio n.3 di Andrea Baldi (figlio di Sandro e talento musicale precocemente scomparso le cui composizioni fanno parte del programma d'obbligo per concorre a specifici premi speciali); Xhaferi dimostra un gusto innato, una musicalità fresca e matura, una sensibilità per i colori e le dinamiche che fanno presagire il più rose futuro, anche perché non vediamo l'enfant prodige costretto in pose da divo precoce, ma un allegro e spontaneo bimbetto dallo sguardo vispo e intelligente che dimostra esattamente la sua età. Non vediamo l'ora di seguire i suoi passi futuri.
Proseguiamo con il quattordicenne, Elia Cecino, fratello di Vera, e unico vincitore nella categoria degli under 15: anche lui conferma il buon livello di questi giovanissimi premiati.
Ayumi Matsumoto, diciannove anni, vince nella sezione che arriva a comprendere i ventenni e ci regala la rara, rarissima fantasia sulla Forza del destino di Martucci eseguita con belle intuizioni musicali e di fraseggio che la fanno apparire fra gli artisti più interessanti della serata.
Infine, i pianisti più maturi, fino ai 35 anni, con la trentenne Haruka Yano, già attiva in Austria in formazioni cameristiche, sicura e disinvolta, professionalmente formata anche se forse meno intrigante come interprete; segue e conclude la vincitrice assoluta, con 100/100 di valutazione, Elena Nefedova, brillantissima ventiquattrenne dal tocco scintillante in bell'evidenza sia nello Scherzo dal Sogno di una notte di mezz'estate di Mendelssohn trascritto da Rachmaninov, sia nell'ardita e suggestiva Fantasia Baetica di De Falla. Fra i premi, per lei, anche concerti a Bologna, Milano e per l'Emilia Romagna Festival: sarà senza dubbio interessante riascoltarne il virtuosismo intelligente, magari abbinato a brani di maggior lirismo che ci facciano conoscere anche un aspetto della sua arte che per ragioni di tempo non si è potuto esprimere questa sera, pur lasciando intuire ottime potenzialità.
I premiati non presenti erano Megumi Nakanomori e Simone Ivaldi, entrambi nella categoria maggiore.
Ricordiamo che tutti i pianisti citati sono tutti vincitori, singoli o ex aequo, nelle rispettive categorie e che sono stati assegnati loro anche premi speciali, concerti (per i maggiori di 15 anni) e borse di studio. Elena Remigio e Ruben Xhaferi hanno anche vinto il premio Andrea Baldi per l'esecuzione di un brano composto dal dedicatario della manifestazione.
La giuria era composta da pianisti titolati e tecnici del settore come Boris Bekhterev, Galina Chistiakova, Alberto Nosé, Olaf John Laneri, Luca Rasca, Luca Schieppati, Alberto Spano e da Gino Brandi, ottantacinquenne già allievo di Alfredo Casella, nome storico e graditissimo ospite d'onore anche al concerto dei finalisti.
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