di Gabriele Cesaretti
Giuseppe Verdi
Attila
Parodi, Branchini, De Biasio, Catana
direttore Andrea Battistoni
regia Pierfrancesco Maestrini
Busseto, Teatro Verdi, ottobre 2010
DVD Unitel Classic 721808, collana TUTTO VERDI, 2012
La videografia di Attila è abbastanza ricca, ragion per cui questo ottavo volume del ciclo TuttoVerdidella CMajor rischia di essere come un vaso di coccio affiancato a ben più solidi vasi di ferro mentre sta esposto nelle vetrine dei negozi di dischi.
Non che si ascolti niente di particolarmente brutto in questo dvd (anche se non si ascolta di certo niente di particolarmente bello): piuttosto il clima è quello di una certa mediocritas non sempre aurea in cui spicca solo qualche slancio di fraseggio dell’Odabella di Susanna Branchini e il bellissimo timbro del Foresto di Roberto De Biasio.
Più deboli, soprattutto a livello di interpretazione, tanto l’Attila di Giovanni Battista Parodi che l’Ezio di Sebastian Catana.
La direzione di Andrea Battistoni sceglie la via di una corsa a perdifiato che sarà anche suggestiva e creerà forse un po’ di tensione drammatica (personalmente non condivido, ma ci può essere chi gradisce) ma limita di molto le possibilità espressive di un’opera cupa e decadente, le cui ambiguità sono pochissimo esplorate in questa lettura.
Resta lo spettacolo di Pierfrancesco Maestrini, che sceglie di impostare la narrazione occhieggiando in maniera piuttosto evidente al mondo del fantasy, dei fumetti / graphic novel e dei videogiochi. Molti lo hanno criticato ma personalmente l’ho trovato gradevole e divertente nell’uso di proiezioni come scenografie virtuali e nel trucco che strizza l’occhio a film di successo come Avatar, da cui sembra uscito proprio Attila. Il minuscolo spazio del Teatro Verdi di Busseto appare utilizzato in maniera notevole mentre incomprensibile (e, alla lunga, irritante) appare la scelta di far fare delle mini corse in quinta ai personaggi durante il tempo di mezzo delle cabalette per poi farli riapparire al proscenio. Un video discretamente divertente, insomma, ma certamente non un Attila di riferimento.
Pubblicato in collaborazione con Non solo Belcanto