di Gabriele Cesaretti
Giuseppe Verdi
Alzira
Saito, Bothmer, Gazheli, Facini
direttore Gustav Kuhn
edizione in forma di concerto
Dobbiaco, settembre 2012
DVD Unitel Classic 721808, collana TUTTO VERDI, 2012
Più un’opera è brutta maggiore dovrebbe essere la cura impiegata dagli artisti chiamati a interpretarla, cercando di nasconderne le magagne compositive per evidenziare, invece, quanto di buono riesce a contenere anche il lavoro più negletto.
E negletta Alzira lo è davvero, anche prescindendo dal giudizio d’autore, che la definì “proprio brutta”: il soggetto (su libretto di Salvadore Cammarano derivato da Voltaire) non ispirò a Verdi la sua musica migliore, facendone sortire un’opera brevissima, non troppo interessante, nonostante le possibilità vocali offerte dai tre ruoli protagonisti. Eppure nessuno degli artisti che ha interpretato l’opera lasciandone testimonianza sonora ha saputo rivelarne eventuali bellezze nascoste, in una discografia singolarmente povera.
Non cambia le cose il nono volume del ciclo TuttoVerdi della CMajor, realizzato non a Parma ma a Dobbiaco nel settembre 2012: innanzitutto riprendere in dvd un’esecuzione in forma di concerto rende un pessimo servizio a un’opera debole di suo, facendo comprendere con chiarezza come la registrazione sia stata effettuata solo come un “tappabuchi”, originato dalla mancata produzione di uno spettacolo realizzato nelle terre natali del compositore per completare l’integrale verdiana in dvd ormai prevista e annunciata.
L’esecuzione musicale, poi, è onesta e professionale, ma non indimenticabile: né Virginia Zeani né Cristina Deutekom, storiche Alzire teatrali, si sono “portate a casa” il ruolo, né tantomeno ci sono riuscite Ileana Cotrubas e Marina Merscheriakova nelle due incisioni in studio dell’opera; Junko Saito, la protagonista del dvd CMajor, è graziosa e non priva di interesse, ma non sarà nemmeno lei a svelare il mistero di questa esotica e affascinante creatura americana, anche prescindendo da una coloratura tutt’altro che impeccabile. Il resto del cast non migliora le cose, mantenendosi in un alveo di anonima professionalità in cui non fatica a spiccare l’impeto di un disordinato, ma coinvolgente, Ferdinand Von Bothmer (Zamoro).
Restano la partecipe direzione di Gustav Kuhn e la prova davvero ottima dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, ma è un po’ poco per permettere alla figlia d’America di iniziare un suo cammino sull’onda del bicentenario verdiano.
Pubblicato in collaborazione con Non solo Belcanto