di Andrea R. G. Pedrotti
Verona Lirica in festa al teatro Filarmonico per l'inaugurazione della stagione concertistica di questo attivissimo circolo. Un galà ricco ed entusiasmante grazie alla partecipazione dei complessi areniani e di un gruppo di artisti generosi.
Verona 12 ottobre 2014 - Il circolo musicale di Verona Lirica inaugura in grande stile la sua nuova stagione concertistica. Per il primo di sette appuntamenti l'associazione scaligera si è avvalsa, per il secondo anno consecutivo, della fattiva e meritoria collaborazione della Fondazione Lirica Arena di Verona, che ha messo a disposizione oltre all'orchestra, come già nel 2013, anche il coro; il quale ha saputo dimostrare anche in questa occasione, la sua eccellente qualità, che ne fa uno dei migliori d'Italia. Visto il programma del concerto cui abbiamo assistito parrebbe riduttivo definire Verona Lirica con il semplice appellativo di «circolo», specialmente pensando che pomeriggi teatrali di tale intensità e qualità sono rari anche presso istituzioni che possono avvalersi di mezzi decisamente superiori rispetto alla passione e al costante impegno degli organizzatori di questo evento. Dopo i rituali saluti alle autorità, del direttore artistico Paolo Gavazzeni e la lettura di un comunicato sindacale di solidarietà ai lavoratori del Teatro dell'Opera di Roma, il pomeriggio ha potuto entrare nel vivo. Generosi quanto i dirigenti del circolo, i solisti impegnati nel concerto: il basso Giorgio Giuseppini, il baritono Franco Vassallo, il tenore Dario Di Vietri, che sostituiva Carlos Ventre impegnato in una produzione all'estero, il mezzosoprano Sanja Anastasia e il soprano Virginia Tola; tutti cantanti in carriera, disposti a regalare la loro arte anche in questa occasione. A moderare il tutto Davide Da Como, il quale ha saputo brillantemente intrattenere il pubblico quale novello Giulietto, come egli stesso ha voluto definirsi, dall'alto di una Barcaccia del Filarmonico, presentando ogni brano in programma con una breve esegesi dell'opera e qualche gioiosa e scherzosa battuta, mai eccessiva e sempre misurata. La prima parte del concerto prevedeva l'esecuzione di brani del grande repertorio operistico italiano e francese, a partire dalla vibrante esecuzione della sinfonia di Le siège de Corinthe di Gioacchino Rossini. È stata poi subito la volta dei soli con le belle interpretazioni verdiane di La forza del destino ("Il santo nome di Dio...La vergine degli angeli") e di Macbeth ("Patria oppressa"). Miglior brano del pomeriggio una bellissima Habanera da Carmen di Bizet, nella partecipata interpretazione di Sanja Anastasia. Ci si consenta un piccolo augurio personale alla Signora, prossima alla maternità. Dopo l'intermezzo di Manon Lescaut, che l'orchestra dell'Arena ha saputo eseguire con invidiabile fraseggio musicale e passionalità, il pubblico veneto ha avuto modo di restar in Toscana con Giacomo Puccini, grazie a Mario Cavaradossi, incarnato da Dario Di Vietri, in una delle più celebri arie del repertorio tenorile: “E lucevan le stelle!”. Dalla Toscana si è tornati in Emilia-Romagna e a Giuseppe Verdi con Un ballo in maschera, grazie alla bella esecuzione dell'aria di Amelia, che Virginia Tola ha interpretato anche in Arena questa estate, e di Renato (Franco Vassallo). Il pubblico emozionato e soddisfatto si avvia all'intervallo, grazie a “A tal colpa è nulla il pianto… Morrò, ma prima in grazia… Eri tu…”, pronto alla sottoscrizione delle tessere dell'associazione e ad iscriversi alla cena che sarebbe seguita all'evento, come di tradizione. Spettatori nuovamente in sala dopo pochi minuti per tornare nella magia verdiana, con la sinfonia di un'opera purtroppo poco eseguita come Stiffelio, e del racconto di Ferrando da Il Trovatore. Dario Di Vietri torna a vestire i panni di un innamorato pucciniano, i medesimi che l'hanno visto protagonista fra i millenari marmi poco distanti, con “Nessun dorma” . Altro classico del pubblico veronese: “Va', pensiero”, chiude il programma regolare del concerto, prima di offrire agli astanti un'anticipazione della prossima stagione lirica invernale. “Regina coeli...inneggiamo” dalla Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni, che a marzo verrà eseguita in originale e interessante dittico con il balletto di Manuel de Falla L'amor brujo.
Molti pensavano che tutto potesse concludersi così: un programma monumentale e impegnativo come questo poteva soddisfare i palati più esigenti, ma, invece, fra gioia, scherzi, equivoci e allegria, Aida (la parte conclusiva del trionfo da: “O re: pei sacri numi”) è stata il comiato di questa inaugurazione di gran qualità. Oltre alle buone prove dei solisti fa piacere constatare la continua crescita dei complessi scaligeri, un'orchestra di alta qualità e veemenza mai chiassosa e un coro straordinario, per l'amalgama delle voci e l'emozione trasmessa. Ottima anche la prova sul podio del maestro veronese Giorgio Croci. Iniziative come queste sono utili ad avvicinare il pubblico all'opera lirica, rendendola uno spettacolo sempre vivo, che grazie all'arte, all'impegno e - non dimentichiamolo in questo momento storico e sociale - a prezzi accessibili, può consentire a chiunque di conoscere e appassionarsi a questo strano mondo. Non può mancare un ringraziamento, inoltre, alla Fondazione Lirica Arena di Verona che con questa intelligente collaborazione reciproca non può che aiutare se stessa e gli appassionati veronesi, in modo che possano imparare che in città è presente sicuramente la grandiosità unica dell'anfiteatro, ma anche un bellissimo teatro come il Filarmonico, che sta vermante dimostrando negli ultimissimi anni, come vi si possano rappresentare spettacoli di qualità, sinfonici, lirici e -è bene ricordarlo- di balletto. L'appuntamento con Verona Lirica è il prossimo 23 Novembre, quando la festosità tornerà a far capolino fra i velluti del Bibbiena.