di Andrea R. G. Pedrotti
Secondo concerto di Verona Lirica con finalità benefiche e la partecipazione di giovanissimi vincitori del concorso Maria Callas
VERONA, 23 novembre 2014 - Si rinnova l'appuntamento con Verona Lirica, al secondo dei sette concerti in programma. La veste forse potrebbe apparire sotto tono, dopo l'inaugurazione, vista l'assenza di coro, orchestra e importanti nomi fra gli artisti impegnati; invece il variegato e lungo programma non delude affatto gli accorsi al teatro Filarmonico, nel tenue pomeriggio veneto. Oltre due ore di musica a intrattenere il pubblico; tutti i pezzi cantati si sono avvalsi dell'accompagnamento del Maestro Patrizia Quarta e a interpretare arie, tratte da i più celebri melodrammi del grande repertorio, da Carmen a Cavalleria rusticana, dalla Forza del destino a Turandot, dai Puritani a Fastalff - solo per citarne alcune - i giovani cantanti del concorso Scaligero Maria Callas: Elena Somma (soprano), Xiqiu Zhang (Tenore), Dong-Hwan Lee (baritono) e Bozhirdar Bozhxilov (basso). Tutti artisti promettenti e giovani, più o meno pronti al salto di qualità, ma di buone prospettive, considerata la giovane età.
Con loro non solo grande repertorio per Verona Lirica, ma anche opera russa con Rimskij-Korsakov o arie da camera francesi con l'Elégie di Jules Massenet. Il soprano, e unica rappresentante dell'italico suolo, Elena Somma si è distinta in particolar modo per l'interpretazione di “Oh, mio babbino caro”, dal Gianni Schicchi e per l'Elégie di Massenet: sicuramente si tratta di una cantante da tenere in considerazione, in relazione all'età. Con il tempo e la maturazione potrebbe trovare soddisfazioni giungendo gradualmente ai ruoli più lirici.
Xiqiu Zhang non difetta sicuramente di temperamento e proiezione, presentando già da ora i tratti del tenore lirico drammatico e distinguendosi specialmente per il suo Turiddu. Dong-Hwan affronta il concerto in crescendo; offre una buona prova, con prestazioni in crescendo e dimostrandosi già da ora adatto a ruoli più importanti, una volta raffinati certi spigoli, certamente dovuti all'inesperienza teatrale, e che, se smussati, potrebbero fare di lui un baritono estremamente interessante nel repertorio verdiano.
Da ultimo il basso bulgaro Bozhirdar Bozhxilov si trova pienamente a suo agio nel repertorio russo ed è capace di dare una buona impressione anche nel suo “Oh tu, Palermo” (primo brano ascoltato al Filarmonico questa domenica).
Lirica, sì, ma non solo. Non delude, ma convince pienamente, anche la presenza del violinista Alberto De Meis e del pianista Vanni De Stefani, che con i loro virtuosismi sono stati capaci di infiammare la sala, passando dal calore latino, alla passionalità slava, ottenendo, con quest'ultima, convinti applausi a scena aperta, fino a giungere alla richiesta insistente di un bis, concesso e salutato da applausi ritmati, degni del più festoso capodanno viennese.
Questo pomeriggio è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Arena di Verona, che, al solito, ha affidato la conduzione del concerto (sarebbe più appropriato chiamarlo Gala, probabilmente) a Davide Da Como, il quale si è occupato della presentazione di tutti i brani, con simpatiche genesi ed esegesi, tenendo il palco con gran maestria, anche qualora qualche piccolo inconveniene di poco conto lo richiedesse. Presenza utilissima la sua: necessaria a conferire la giusta attesa a brani famosissimi e a suscitare vivo interesse per quelli che gran parte del pubblico aveva la possibilità di ascoltare la prima volta, almeno dal vivo, in un teatro lirico. Lo spettacolo si avvalso del prezioso lavoro volontario e della passione dei componenti dell'associazione Verona Lirica, dal presidente Giorgio Tuppini sino a tutti i tesserati.
Non solo teatro e buona musica, ma anche solidarietà nel pomeriggio del Filarmonico, grazie a meritorie iniziative (purtroppo poco pubblicizzate), nei confronti della ricerca e della prevenzione nell'ambito della sanità veneta. Un appello alla generosità di chi può verso chi è stato meno fortunato, prima della seconda parte del concerto. Va, altresì, rammentato che tutti i cantanti, i musicisti e chi altri abbia contribuito con la propria professionalità alla buona riuscita dell'evento non ha percepito alcun compenso; lodevoli per questo anche i giovani artisti, che, sicuramente, possono avere efficace vetrina in concerti come questo, ma, proprio perché a inizio carriera, hanno saputo dimostrare ulteriore generosità nel presentarsi a un pubblico severo e critico come quello veronese, specialmente quando si sono trovati ad affrontare pagine emblematiche del repertorio italiano, come “Nessun dorma”, o le arie di Mimì e Rodolfo dalla Bohème di Giacomo Puccini (da poco andata in scena nello stesso teatro), che, in molti casi, risultano ben più perigliose di molti altri cimenti canori, magari più difficoltosi tecnicamente, ma privi di un gran numero di inevitabili confronti, specialente per degli spettatori abituati alle magiche estati areniane. Il prossimo appuntamento con Verona Lirica sarà per il 14 dicembre, immediatamente dopo l'inaugurazione della stagione invernale 2014/2015 della Fondazione, e al quale invitiamo tutti ad accorrere numerosi.