di Isabella Ferrara
Nel centro di Napoli, seminascosta fra viuzze e spazi commerciali, si fa notare piacevolmente una piccola ma efficace esposizione di fotografie scattate da Luciano De Crescenzo alla sua città fra gli anni '50 e '60.
È quasi Pasqua, c’è qualche giorno di festa in arrivo, e già si ha voglia di concedersi una passeggiata extra con l’aria più mite e la luce del giorno che si prolunga. Allora si può scegliere il Centro Storico, sempre affollato di cittadini partenopei e turisti, e di andare a vedere la mostra di fotografie scattate da un giovane Luciano De Crescenzo alla Napoli fine anni '50 inizio anni 60, la cui apertura è prolungata fino al 12 aprile e il cui ingresso è gratuito. Le foto sono tratte dal volume La Napoli di Bellavista. La mostra è curata da Paola De Crescenzo, figlia di Luciano, e dall’archeologa Laura Del Verme.
Da piazzetta Nilo si procede fino a Largo Corpo di Napoli; lì, dietro alla statua del dio fluviale si trova, benché poco in evidenza, il Nilo Museum Shop. Si attraversa prima il negozio di articoli di vario genere dedicati alla città, quadri, agende, libri, gadget; e poi, finalmente, si scende uno scalino che ci trasporta nello spazio e anche nel tempo: ecco le foto in bianco e nero della mostra.
Anche chi non si intenda di luce, taglio, inquadratura e altre specifiche qualità degli scatti, può godere dello spettacolo delle scene di vita colte dal fotografo. I soggetti sembrano vivi e attivi, sembra che agiscano sotto il nostro sguardo. In evidenza, la miseria della Napoli di strada, gli espedienti legali e non per “tirare annanze” (andare avanti, sopravvivere anche economicamente), in evidenza anche la simpatia di certe trovate spiritose, come le scritte sulle insegne di qualche negozio, o su cartelli di venditori ambulanti, o le improvvisazioni fisiche della vita vissuta alla giornata, ma organizzata.
Si osservano nei visitatori reazioni divertite, sorrisi e apprezzamenti. Ma in quelle foto ci sono anche alcune immagini poetiche, e altre che nascondono una realtà dove non ci sarebbe nulla da ridere, fatta di miserie quotidiane, difficoltà e paure esorcizzate, tuttavia, con una battuta.
Dicono che fra le caratteristiche partenopee più manifeste ci sia proprio quella di suscitare compassione per la povertà diffusa e strappare, quasi sempre, un sorriso o addirittura una risata. E in quella mostra fotografica troviamo tutto questo, in un bianco e nero che ci ricorda il tempo in cui non esisteva la tv a colori, nel Napoli calcio giocava Canè, e le sigarette si vendevano ancora di contrabbando sui banchetti per strada.
La mostra appare modesta nell’organizzazione, per quanto si sia allestito perfino uno schermo fra i muri di tufo dello spazio dedicato per proiettare il film Così parlò Bellavista; questo potrebbe sembrare un espediente fra i tanti ritratti negli scatti di De Crescenzo, se non fosse che l'ingresso è gratuito e l'idea funziona come felice tentativo di fare cultura al centro di Napoli, centrandosi su Napoli.