di Anna Costalonga
Ricordo del maestro Kurt Masur (1927-2015), spentosi sabato 19 dicembre a Greenwich.
Sabato 19 dicembre è morto Kurt Masur, un simbolo della città di Lipsia e un musicista che ha lasciato un’impronta storica alla Gewandhaus.
A Lipsia aveva studiato e a Lipsia tenne il suo primo concerto con la Gewandhaus appena ventiduenne nel settembre del 1959 .
Ne fu poi direttore principale dal 1970 al 1996. Un tempo lunghissimo in cui ebbe modo di forgiare l’orchestra, in cui auspicò e ottenne la nuova sede della Gewandhaus nel 1979. Fu lui, infatti, a chiedere personalmente a Honecker di impegnarsi per la costruzione della prima vera sala da concerti moderna a Lipsia e nella Germania dell’Est, come nuova sede in vista del duecentesimo anniversario dell’Orchestra nel 1981 .
Pose anche delle pietre miliari nel repertorio dell’orchestra di Lipsia, in particolare le opere di Felix Mendelssohn Bartholdy, che contribuì a far riscoprire.
Dedicò molti anni alla riscoperta di questo compositore, che fu pure uno storico Kapellmeister della Gewandhaus. Al punto da incentivare la creazione della fondazione internazionale Mendelssohn, nel 1991, con lo scopo di acquistare e restaurare l’interno della casa del compositore a Lipsia, che fu aperta al pubblico nel 1997 e che da allora è un luogo simbolo della città, oltre a ospitare numerosi concerti da camera e il dipartimento di musicologia dell’università cittadina.
Anche i Mendelssohn-Festtage, il festival di Mendelssohn, un appuntamento musicale divenuto tradizionale devono molto alla riscoperta voluta da Kurt Masur.
Con Kurt Masur la Gewandhaus entrò in una terza era, per così dire – la seconda fu sotto il segno appunto di Mendelssohn Bartholdy, direttore principale dal 1835 al 1843.
L’importanza di Kurt Masur, la sua influenza non si limitarono alle sale da concerto, ma non si limitarono nemmeno solo all’ambito musicale o storico-musicale.
Nella sua lunga gestione da Kapellmeister, Kurt Masur fu una delle figure culturali e ispirazionali più importanti della DDR nel periodo tragico della fine del paese socialista.
Quando, all’alba della rivoluzione pacifica di Lipsia, serpeggiava il timore più che fondato di una repressione violenta da parte della polizia di stato, i temibili vopo, l’ufficio di Kurt Masur si tramutò in un specie di centralina di comunicazione fra esponenti culturali e politici lipsiensi, tutti accomunati dalla profonda preoccupazione di una repressione autoritaria – come ebbe a dire in una intervista allo Spiegel.
Insieme ad altri cinque prominenti della scena culturale e politica lipsiense, firmò una dichiarazione che poi lesse pubblicamente in cui i firmatari si impegnavano di fronte ai cittadini di porre tutta la loro forza e autorità perché fosse possibile discutere liberamente sull’opportunità di continuare sulla strada del socialismo, invitando con urgenza i cittadini a mantenere la calma per attuare uno scambio pacifico.
«Non pensavamo in quel momento di muovere il mondo. Si trattava di trovare un accordo. Da settimane la tensione era alle stelle. Una volta dovemmo interrompere una registrazione. L’oboista solista si scusò “Sig.Masur, non posso più. Sono appena passato davanti alla Chiesa, e stavano caricando nelle camionette delle ragazzine tirandole per i capelli"» raccontò il Maestro.
«Gli dobbiamo la nostra più profonda riconoscenza. Il suo operato da Kapellmeister ha creato delle pietre miliari nel repertorio in particolare di Felix Mendelssohn Bartholdy, ma gli dobbiamo anche la costruzione dell’attuale Gewandhaus». Così scrive il direttore della Gewandhaus, il prof.Andreas Schulez.
Lo Zeit lo ricorda con un titolo formidabile “Direttore e non marionetta”: un musicista, cioè, contraddistinto da un impegno civile e culturale come nessun altro Kapellmeister del dopoguerra. Il sindaco di Lipsia, Burkhard Jung lo ricorda come un grande “umanista”, un artista per cui l’impegno culturale e sociale andava di pari passo con quello artistico.
È mancato un personaggio storico per la città di Lipsia e non solo. Senza di lui la stessa vita culturale odierna della città sassone sarebbe stata diversa. La profonda gratitudine di questa città, di converso, è sempre stata palpabile. I biglietti per i suoi concerti si esaurivano in pochi giorni, appena il suo nome appariva sulla locandina della Gewandhaus. Negli ultimi anni purtroppo la malattia lo ha costretto a diradare e poi ad annullare i suoi concerti, ma non ha mai smesso di essere presente nella “sua” Gewandhaus, dove di recente è stato inaugurato un suo busto nel foyer, insieme alle foto e ai ritratti degli altri Kapellmeister storici, come Mendelssohn, Wilhelm Furtwängler, Bruno Walter.
Lunedi mattina verrà posto un Kondolenzbuch, un libro di condoglianze nel foyer della Gewandhaus dal sindaco, il sovrintendente prof. Schulz, Herbert Blomstedt e i rappresentati dell’orchestra, chiunque a Lipsia potrà rendere così omaggio al grande direttore che ha fatto così tanto per questa città.