OPERA GIOCOSA DI SAVONA
STAGIONE LIRICA AUTUNNO 2018
14 ottobre – 23 dicembre
LA MODISTA RAGGIRATRICE
di Giovanni Paisello
Mercoledì 17 ottobre 2018, 18.00 - Prova generale aperta al pubblico
Giovedì 18 ottobre 2018, ore 10.30 – Spettacolo per le scuole
Opera buffa in tre atti
Personaggi Interpreti
Madama Perlina (la Scuffiara) Oksana Maltseva
Ginferrante Liu Shicao
Don Gavino Emil Abdullaiev
Don Mitridate Emut Gurbuz Seydialiogu
Chiarina Ozce Durmaz
Ninetta Wang Yuxixi
Ceccetto Xuan Yin
Maestro Direttore Giovanni Di Stefano
Regia Jacopo Marchisio
ORCHESTRA DEL CONSERVATORIO GIACOMO PUCCINI DELLA SPEZIA
Nuova Produzione del Teatro dell’Opera Giocosa
Madama Perlina (di mestiere “scuffiara”, oggi diremmo modista) è innamorata di un vicino di casa, Don Gavino, che si vanta di essere un buon insegnante di latino per i suoi scolari. In realtà è un imbroglione, e non si accorge assolutamente dell'amore della Scuffiara. Gianferrante e Don Mitridate a loro volta sono innamorati della Scuffiara, anche se in realtà sarebbero promessi sposi delle due aiutanti della Scuffiara, Chiarina e Ninetta. La commedia divertente si basa tutta sugli equivoci, gli errori, le minacce di duello, le gelosie delle donne, fino a che tutto finisce col più classico “lieto fine”: ognuno sposa chi doveva sposare e anche la Scuffiara sposa finalmente Don Gavino. La farsa mescola, come si usava a Napoli a quell'epoca, dialetto napoletano e italiano; non mancano anche frasi in latino maccheronico, in un francese e in una spagnolo pieni di errori. Belli i pezzi di assieme che chiudono il primo e il secondo atto. Fra le arie ce n'è una che usa la melodia (che era stata in origine un canto arabo delle crociate), che aveva grande fortuna e all'inizio del 1700, in varie edizioni in lingue diverse.
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
di Gioachino Rossini
Mercoledì 31 ottobre 11 luglio 2018, ore 10.00 – Spettacolo per le scuole
Sabato 3 Novembre – Teatro Chiabrera ore 20.00
Martedì 6 Novembre – Teatro Chiabrera ore 10.00 - Spettacolo per le scuole
melodramma buffo in due atti
Libretto di Cesare Sterbini
dalla commedia omonima di Pierre-Augustin Caron deBeaumarchais
Prima esecuzione: 20 Febbraio 1816 - Teatro Argentina, Roma
Personaggi Interpreti
Il Conte d'Almaviva Manuel Amati
Don Bartolo Matteo Peirone
Rosina Aurora Faggioli
Figaro Enrico Maria Marabelli
Don Basilio Alejandro Lopez
Berta Simona Di Capua
Fiorello Giulio Ceccarelli
Maestro Direttore Aldo Sisillo
Regia, scene e costumi Stefania Panighini
ORCHESTRA DELLA FONDAZIONE TEATRO CARLO FELICE DI GENOVA
CORO DEL TEATRO DELL'OPERA GIOCOSA DI SAVONA
Maestro del Coro Gianluca Ascheri
Nuova Produzione del Teatro dell’Opera Giocosa
Atto primo.
Una piazza di Siviglia. Notte.
Il Conte d’Almaviva, accompagnato dal servitore Fiorello e da un gruppo di suonatori, si appresta a cantare una serenata sotto la finestra di Rosina, pupilla del vecchio e avaro dottore Don Bartolo, di cui è follemente innamorato. Al melodioso richiamo lei però non risponde: il conte sta per allontanarsi quando ecco arrivare Figaro, il factotum della città, il più famoso, amato e richiesto barbiere locale, che, guarda caso, ha tra i suoi clienti anche Bartolo.
Figaro consiglia l’innamorato di ritentare la fortuna ma fingendosi un altro: si chiamerà Lindoro, è un giovane povero, che deve conquistare il cuore della fanciulla non con il suo blasone, ma con la sincerità del proprio amore. Per fortuna, questa volta Don Bartolo non è in casa e Rosina può dare un cenno, mandando in visibilio il conte. Ma Figaro gli raccomanda assoluta prudenza: sta per giungere a Siviglia un reggimento, si travesta quindi da soldato e chieda ospitalità, fingendosi ubriaco ed esibendo al dottore un biglietto d’alloggio. Intanto, Rosina è in agitazione: come può far arrivare allo spasimante una lettera? Ma ecco giungere Figaro. Lei scrive una lettera al misterioso innamorato - di cui ora conosce il nome, appunto Lindoro - e la mette in mano al barbiere, che promette di consegnarla. Non bisogna infatti perdere tempo, perché il vecchio Bartolo ha fretta, anche lui, di sposare Rosina, tanto più che è stato messo al corrente dal maestro di musica Don Basilio dell’arrivo in città di Almaviva, pericoloso rivale; proprio DonBasilio suggerisce all'amico di calunniarlo per sminuirne la figura.
Secondo quanto pianificato con Figaro, giunge tra grande scalpore Almaviva, che si finge un soldato ubriaco: a nulla serve l’ostinato tentativo, da parte di Don Bartolo, di mettere alla porta lo sgradito ospite. Si scatena un putiferio, che richiama nella casa i gendarmi e nella confusione generale (nel frattempo è arrivato anche Figaro) il Conte passa un foglio a Rosina. Per riportare la calma ed evitare l'arresto, il Conte si vede costretto a rivelare al capo dei gendarmi la propria identità.
Atto secondo.
Casa di Don Bartolo
Don Bartolo è estremamente sospettoso. Immerso nelle sue tormentate riflessioni, viene interrotto dall’arrivo di tal Don Alonso - in realtà Almaviva con un nuovo travestimento – sedicente maestro di Musica venuto in sostituzione di Don Basilio, febbricitante, per la lezione di canto a Rosina. Per guadagnare la fiducia del tutore il finto Don Alonso gli mostra la lettera ricevuta da Rosina, dichiarando di esserne entrato in possesso per caso dopo aver incontrato il Conte in una locanda; in questo modo finge di essere estraneo al gioco ed ha così libero accesso alla stanza dove si trova la ragazza; lei riconosce immediatamente Lindoro e i due, inscenando la lezione di canto, cominciano i corteggiamenti. Nel frattempo giunge Figaro con il compito di fare la barba al padrone di casa; Bartolo a malincuore gli dà le chiavi per aprire l'armadietto dei rasoi, e Figaro, scaltro, ne approfitta per sottrarre la chiave della finestra di Rosina. Figaro comincia a radere Bartolo, mentre i due innamorati parlano sottovoce: Almaviva (per Rosina è ancora Lindoro) dice alla ragazza di affacciarsi, a mezzanotte, al davanzale, in modo che lui e Figaro possano aiutarla a fuggire. Il dottore però capta brandelli di conversazione e a questo punto si imbestialisce, cacciando fuori i due uomini: ha capito tutto, urge quindi chiamare un notaio e organizzare al più presto le sue nozze con Rosina. Per poi essere ancor più sicuro, dice alla ragazza che gli uomini la stanno ingannando e che la loro intenzione è quella di rapirla e potarla al Conte d'Almaviva: lei ci crede e giura di vendicarsi. Quando arriva la mezzanotte e i due amici entrano nella camera di Rosina, lei, arrabbiata, tenta di cacciarli; il Conte allora si rivela, lei lo abbraccia e i due innamorati sono nuovamente felici. Stanno per calarsi dal davanzale, ma Bartolo ha tolto la scala e i tre sono intrappolati. Giunge intanto il notaio e i due ragazzi approfittano per dire che i due sposi sono proprio loro; Basilio viene costretto a fare da testimone e il matrimonio è presto celebrato.
Torna infine Bartolo in compagnia di un poliziotto e gli ordina di arrestare i due impostori: Almaviva si fa riconoscere, Rosina mostra l'anello nuziale e il gendarme si ritira. Don Bartolo è sconfitto. Figaro è felice di tal lieto fine.
HISTOIRE DU SOLDAT
di Igor Stravinsky
Giovedì 15 novembre 2018, ore 20.00
Testo di Charles Ferdinand Ramuz
(versione originale integrale del 1918)
ATTORI DELLA COMPAGNIA CATTIVI MAESTRI
SOLISTI DEL CONSERVATORIO DI MUSICA GIACOMO PUCCINI DELLA SPEZIA
Maestro Direttore Danilo Marchello
Regia Jacopo Marchisio
Nuova Produzione del Teatro dell’Opera Giocosa
In collaborazione con Associazione Musicale Rossini e Cattivi Maestri
Capolavoro innovativo e inclassificabile (un po’ opera, un po’ musica di scena, un po’ balletto) del teatro musicale novecentesco, l’ Histoire du soldat raggiunge il secolo di vita nel 2018.
La vicenda, già presente nei racconti russi raccolti da Afanasjev, del soldato che vende il suo violino al diavolo in cambio della ricchezza ma finisce per perdersi nelle peggiori sventure, come afferma Giorgio Pestelli «testimonia una ferma consapevolezza delle leggi entro cui l'uomo può consumare il suo destino». Nata durante l'esilio svizzero del compositore russo, sul tragico sfondo della Grande Guerra, l'opera, con il suo grottesco affilato e il segno acre del dettato musicale, è certo una delle più esemplari creazioni del Novecento sonoro. Esemplare anche per l'economia inventiva: tre sole idee musicali dominanti, pochi personaggi, scene stilizzate. Stravinski e il suo librettista Ramuz sembrano non partecipare al dramma che osservano sconsolati, ma il tono sinistro della parodia svela una sorta di segreta, candida solidarietà per il travaglio umano descritto in questa eccentrica caricatura.
L’allestimento che si progetta di realizzare si caratterizzerà per la particolare attenzione con cui si intendono rispettare le volontà degli autori, che avevano pensato a una messinscena snella, tale da poter essere montata e smontata facilmente: lo spettacolo, nonostante l’estrema raffinatezza della scrittura musicale, avrebbe dovuto attirare, infatti, l’attenzione anche del pubblico meno colto, circolando dunque nei teatri ma anche nelle piazze dei villaggi, con la partitura strumentale a svolgere una funzione di supporto ai momenti salienti del racconto teatrale. Secondo le indicazioni per la prima rappresentazione (28 settembre 1918 a Losanna, con la direzione di Ernest Ansermet e l’allestimento scenico di René Auberjonois), saranno perciò in scena un Narratore seduto su di uno sgabello, di fronte a un tavolino con una caraffa e un bicchiere e, dal lato opposto, l'orchestra, mentre nel mezzo della scena agiranno i due attori (Soldato e Diavolo) e la ballerina (la Principessa). Le scene consisteranno in attaccapanni carichi di abiti fra cui muoversi come fossero ostacoli e da cui pescare costumi sempre nuovi per le diverse scene e in siparietti di tela che verranno arrotolati a mano a seconda dello svolgersi della narrazione.