L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

 

Per il Presidente della Fondazione Leoluca Orlando, il Teatro Massimo è «un Teatro che si rinnova, rimanendo fedele alla propria tradizione. Un Teatro che sempre più apre alla città e sempre più dalla città è sostenuto ed apprezzato, con i numeri degli abbonati e dei risultati che continuano a crescere anno dopo anno. Un Teatro che dalla musica al balletto, dalla lirica ai recital conferma la sua vocazione internazionale con artisti di primissimo piano che fanno del Cartellone 2019 uno fra i più straordinari d'Italia. E ancora una volta, un Teatro che, anche grazie ad una rete di sponsor e mecenati, si appresta ad essere portabandiera di Palermo e della cultura italiana in tutto il mondo».

«Un Teatro che è composto da tanti teatri, da tante facce», così il sovrintendente Francesco Giambrone riassume la programmazione della prossima stagione. «C’è il teatro delle grandi opere della tradizione; il teatro che punta sull’innovazione e sugli artisti di punta dell’arte contemporanea; il teatro che esce dalle sue mura e per esempio, come ha fatto pochi giorni fa, si reca a Danisinni con L’elisir d’amore; il teatro che nelle opere e nei recital propone i cantanti più affermati e le giovani promesse, valorizzando i talenti siciliani; il teatro che è attento ai bambini, accogliendoli in due cori di voci bianche e nella Massimo Kids Orchestra e dedicando loro dei programmi specifici; il teatro che ha una dimensione internazionale, che si reca in tournée, che accoglie un numero sempre crescente di spettatori stranieri; il teatro che partecipa a importanti coproduzioni con teatri in italia e all’estero; il teatro che ogni giorno, come si vede dai progressi fatti in questi anni dall’Orchestra, dal Coro e dal Corpo di ballo, vede l’impegno di tutti coloro che vi lavorano».

L’assessore al Turismo e allo Spettacolo della Regione Siciliana Sandro Pappalardo ricorda che «L’avvio della nuova stagione del Teatro Massimo di Palermo rappresenta un valore aggiunto alla miriade di eventi, appuntamenti e manifestazioni di altissimo profilo che offre la città e la nostra Regione. Rivolgo i miei complimenti al Teatro per aver saputo – con perizia e con profonda conoscenza delle opere artistiche – mettere insieme un cartellone dall’alto profilo, variegato e che soddisfa le esigenze di un pubblico sempre più raffinato. Palermo è sempre più sinonimo di cultura: ne è la Capitale e tutto ciò che viene creato, rappresentato e messo in scena in città rappresenta, per certi versi, un unicum a livello nazionale. Di questo ne siamo orgogliosi  e l’Assessorato al Turismo e allo Spettacolo è e sarà sempre vicino alle istituzioni che promuovono cultura e sviluppo. Poiché sono convinto che i grandi eventi, gli spettacoli di livello possano essere definiti attrattori turistici e occorre calare sempre più le stagioni teatrali nella logica turistica ammaliando e interessando i tanti flussi di visitatori che Palermo ospita quotidianamente. Soltanto così possiamo ulteriormente qualificare la nostra offerta. Quindi il Teatro Massimo rappresenta uno degli asset principali per la promozione turistica e culturale dell’Isola e confido affinché la prossima stagione saprà guadagnarsi con i numeri ottimi risultati e riscontri».

Il maestro Gabriele Ferro, direttore musicale del Teatro, ha anticipato le scelte musicali che riguarderanno la Turandot di inaugurazione, dove «verrà eseguito il finale completato da Franco Alfano che, come si vede andando a consultare le lettere e i manoscritti, corrisponde in grandissima parte alle intenzioni di Puccini. Turandot è un’opera dove l’influenza del Novecento è fortissima: ad esempio è molto vicina all’Amore delle tre melarance, e Puccini infatti aveva assistito alla prima rappresentazione dell’opera di Prokofiev, come si vede in particolare nelle pagine dedicate alle tre maschere Ping, Pang e Pong. Proprio per questa forte componente novecentesca è necessario un lavoro attentissimo alle dinamiche dell’orchestra. L’altra opera che dirigerò, Das Paradies und die Peri di Schumann, è un grande oratorio profano che si presta alla forma scenica. L’Orchestra e il Coro diretto da Piero Monti in questi anni hanno fatto grandi progressi, in particolare per quanto riguarda la finezza espressiva e la lettura, e per questo possono affrontare un repertorio che comprende appunto Turandot e Das Paradies und die Peri, ma anche i grandi capolavori di Brahms: con la Seconda Sinfonia concludo la stagione 2018, e nella stagione 2019 eseguirò la Prima Sinfonia e il Requiem tedesco».

 


Vuoi sostenere L'Ape musicale?

Basta il costo di un caffé!

con un bonifico sul nostro conto

o via PayPal

 



 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.