L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Ricordo di Enzo Biagi

DOMENICA 08/08/2021

Enzo Biagi, giornalista
Dalle origini agli anni 60: l'uomo 'sbagliato' al posto giusto

Il 9 agosto 1920 nasceva uno dei più gradi giornalisti e scrittori italiani: Enzo Biagi. Un personaggio che Rai Cultura racconta in “Enzo Biagi, giornalista”, in onda da domenica 8 agosto alle ore 16 su Rai Storia. Cinque puntate per altrettante tappe che scandiscono la storia di Biagi attraverso i suoi programmi, le sue parole ai microfoni Rai, la sua vita e il suo lavoro testimoniato dalle sue figlie, Bice e Carla, da Sergio Zavoli e dai suoi collaboratori: Franco Iseppi, Loris Mazzetti, e molti altri. Nella prima puntata, i primi 49 anni di vita e lavoro di Enzo Biagi, nato a Pianaccio, frazione di Lizzano in Belvedere (Bologna) il 9 agosto 1920, le prime esperienze giornalistiche al Carlino Sera, dove entra nel 1939, gli anni della guerra, durante i quali sposa Lucia ed entra nella Resistenza nelle fila di Giustizia e Libertà: quattordici mesi che saranno il faro della sua vita interiore. Nel dopoguerra è uno degli inviati del Resto del Carlino, della Stampa e del rotocalco Oggi, e animatore di tante iniziative a Bologna, dal teatro a una radio "di piazza". Nel 1951 si trasferisce a Milano, chiamato dall’editore di Epoca Arnoldo Mondadori. Con l'amico Sergio Zavoli, nel '52 registra un documentario radiofonico per la Rai, “Questa sera si vive a soggetto”. E' nominato direttore di Epoca nel 1956, dopo che la sua intuizione di portare la cronaca dei grandi gialli fa crescere la tiratura del settimanale, e cura la critica televisiva, proprio nel momento in cui il mezzo, grazie a “Lascia o raddoppia”, sta assumendo una dimensione di massa. Le sue critiche sono un anticipo della sua idea di televisione. Lascia la direzione di Epoca nel luglio 1960, dopo il suo editoriale "Dieci poveri inutili morti" è in dissenso con l'editore, e nel settembre 1961 viene chiamato da Ettore Bernabei, direttore generale Rai, alla direzione del Telegiornale. In un anno, porta numerose novità: la cronaca nera, i collegamenti internazionali, i giornalisti della carta stampata, e inventa RT-Rotocalco Televisivo, dove trovano ospitalità temi difficili e inconsueti come la mafia, le raccomandazioni, la guerra fredda. Alcune proteste da parte di alcuni politici, per la sua scarsa attenzione agli equilibri di potere, lo inducono a definirsi "l'uomo sbagliato al posto sbagliato". Dopo le dimissioni dal Telegiornale nell'agosto 1962, Enzo Biagi continua a collaborare con la Rai con grandi reportage di viaggio. Nel 1965 è nominato direttore editoriale della Rizzoli, e nel 1969 conduce Dicono di lei, un formato nuovo di intervista televisiva, preludio dei suoi programmi per la TV.

Marcinelle, memorie dal sottosuolo

L’8 agosto 1956, una tragedia senza precedenti scuote il Belgio. Un incendio scoppiato nella miniera di carbone del Bois du Cazier presso Marcinelle causa la morte di 262 persone, di cui 136 italiani. I minatori restano intrappolati nella miniera senza via di scampo e vengono uccisi dalle esalazioni di gas. Le operazioni di salvataggio vanno avanti fino al 23 agosto, ma non ci saranno sopravvissuti. Nel giorno dell’anniversario del tragico evento, ripercorriamo gli anni delle massicce migrazioni italiane in Belgio e la tragedia di Marcinelle, con testimonianze, interviste e filmati di repertorio, in un documentario di Giuseppe Giannotti in onda domenica 8 agosto alle ore 17 su Rai Storia.

Ninni Cassarà, un bravo poliziotto

Il 6 agosto 1985 la mafia uccide il vicequestore aggiunto della città di Palermo Antonino Cassarà.

Rai Storia ripropone, domenica 8 agosto alle 19:30 “Ninni Cassarà, un bravo poliziotto” un documentario, in collaborazione con la Polizia di Stato, che racconta la figura del commissario Ninni Cassarà. A 36 anni dalla sua morte, lo speciale narra la vita e il lavoro del capo della sezione investigativa della Squadra Mobile di Palermo: un personaggio scomodo che ha combattuto Cosa Nostra con i suoi metodi innovativi, il suo coraggio e soprattutto la sua integrità, anche al prezzo della vita.

Passato e presente. La scomunica del comunismo

Nell’Italia del secondo dopoguerra, terminata la fase della collaborazione antifascista, lo scontro tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista si fa durissimo. E anche sul piano internazionale la tensione tra il blocco sovietico e le potenze occidentali sale. Uno scontro ricostruito da Paolo Mieli e dal professor Alberto Melloni a “Passato e Presente”, in onda domenica 8 agosto alle 20.30 su Rai Storia. In Estremo Oriente, mentre già si prepara la guerra tra le due Coree, la neonata Repubblica Popolare Cinese avvia una intensa campagna in favore dell’ateismo, colpendo ogni forma di religione. Ovunque nel mondo, i regimi comunisti perseguitano la Chiesa Cattolica, incarcerando vescovi e fedeli. Dal canto suo la Chiesa, su impulso del papa Pio XII, il 1° luglio del 1949, stabilisce attraverso il Santo Uffizio che non possano essere ammessi ai sacramenti i fedeli che, “consapevolmente e liberamente”, si iscrivano o diano appoggio ai partiti comunisti. Per la Chiesa cattolica è l’inizio di una vera e propria crociata contro il comunismo.

Binario Cinema. Una vita scellerata

Benvenuto Cellini è stato un grande artista, orafo e scultore, vissuto nel XVI. Il film di Giacomo Battiato ripercorre la sua vita, un’esistenza avventurosa e caotica: continue sono le fughe dalla legge in seguito a risse, ferimenti e uccisioni; moltissime le relazioni amorose con dame e popolane, altrettanti i nemici. Difende valorosamente Castel Sant’Angelo dagli invasori nel 1527 durante il Sacco di Roma; nello stesso castello viene imprigionato da papa Paolo I, sospettato di aver rubato dell’oro; riesce a fuggire, si rompe una gamba e viene riacciuffato, finché non verrà tratto in salvo da Francesco I. Riesce alla fine a rientrare alla Corte di Cosimo I de’ Medici e a completare la difficile fusione del “Perseo”, che si rivelerà un capolavoro. Le incredibili peripezie e avventure di Benvenuto Cellini sono raccontate ne “Una vita scellerata”, con Wadeck Stanczak, Max von Sydow, Ennio Fantastichini, Pamela Villoresi, Ben Kingsley, Amanda Sandrelli, in onda per il ciclo “Binario Cinema”, domenica 8 agosto alle 21.10 su Rai Storia.

LUNEDI’ 09/08/2021

Enzo Biagi, giornalista. Gli anni 70: testimone del tempo

Il 9 agosto 1970 Enzo Biagi compie 50 anni, e pubblica “Testimone del tempo”, con una selezione dei suoi incontri giornalistici. Dal 21 giugno dello stesso anno è direttore de Il Resto del Carlino, a cui sta apportando la sua “formula” da rotocalco. Il suo primo editoriale recita: “Considero il giornale un servizio pubblico come i trasporti pubblici e l'acquedotto. Non manderò nelle vostre case acqua inquinata”. L’editore è il petroliere Attilio Monti. Comincia da qui il racconto degli anni ’70 di Enzo Biagi, protagonista del secondo appuntamento con “Enzo Biagi, giornalista”, in onda lunedì 9 agosto alle ore 16 su Rai Storia. Anche a Bologna Biagi continua a fare televisione, conducendo nel 1970 Misteri d’Italia, dove ripercorre, con testimonianze in studio, fatti di cronaca nera che hanno impressionato il pubblico. L'anno dopo, registra all’Antoniano di Bologna le dieci puntate di III B facciamo l’appello, con personaggi come Bassani, Montanelli, Nenni, e con la puntata - che verrà trasmessa 4 anni dopo - con Pasolini. Attilio Monti, intanto, lo licenzia dalla direzione del Carlino, il 30 giugno 1971, per divergenze politiche.

Torna a Milano e collabora con l'editoriale Domus. Nel 1972 vanno in onda le 6 puntate di Thrilling, un’inchiesta sulla mafia americana, dove per la prima volta alcuni protagonisti della malavita parlano di fronte alle telecamere. Del 1973 è la messa in onda delle 6 puntate di Un caso di coscienza, sui fatti in cui un individuo si misura con il dramma della vita. Un anno dopo, Giallo Vero, riprende e internazionalizza la formula di Misteri d’Italia e racconta le “tragedie che hanno commosso il mondo”. Nello stesso 1974, Biagi torna a collaborare al Corriere della Sera, firmando la rubrica Strettamente personale. Nel 1975, per i Culturali TV, realizza Trent’anni dopo, io ricordo, 8 puntate che rievocano la Seconda Guerra Mondiale attraverso testimonianze inedite, nel frattempo, pubblica il suo primo romanzo Disonora il padre che diventerà anche uno sceneggiato TV di successo, diretto dal suo amico Sandro Bolchi. Nel 1977, Biagi realizza l’innovativo programma Proibito, casi insoliti e personaggi inconsueti per una trasmissione “senza tagli”. Inizia la serie con il Ministro degli interni Francesco Cossiga, e l’unica puntata girata fuori dallo studio, a New York, è quella in cui viene intervistato il banchiere Michele Sindona. Il decennio televisivo di Biagi si chiude con due reportages di viaggio: Douce France, che racconta la Francia in bilico tra Giscard d’Estaing e Mitterand, e Made in England. Durante il soggiorno britannico viene operato al cuore, un’operazione delicata, un momento cruciale della sua vita. Nonostante questo, si dedica alla preparazione del programma anche durante la degenza e la convalescenza. Nel luglio 1979 riceve al Quirinale il Premio Saint Vincent dalle mani del presidente Sandro Pertini, e si appresta a diventare nonno per la prima volta. Il racconto è affidato ai materiali di teca rari e le testimonianze di Bice e Carla Biagi, di Maurizio Chierici (giornalista, collaboratore di Biagi al Carlino e nei programmi televisivi dei primi anni 70), e Franco Iseppi, produttore di Enzo Biagi dal 1977 agli anni 90.

Passato e Presente. Edith Stein e la religione nazista

Edith Stein: un personaggio femminile di grande temperamento. Nata nel 1891 a Breslavia, in Germania, da una famiglia ebrea atea, si fa, da subito, paladina dei diritti delle donne e dei più deboli. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 9 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, il professor Emilio Gentile e Paolo Mieli ne ripercorrono la vita. Già allieva del filosofo Edmund Husserl, a Gottinga, durante la Grande Guerra parte come infermiera volontaria per il fronte e al ritorno, a soli 25 anni, diventa assistente del maestro, unica donna in un mondo accademico tutto al maschile. Il suo percorso di conoscenza è segnato da due passaggi decisivi: nel 1921 si converte alla religione cattolica e, tredici anni dopo, prende i voti nell’ordine delle carmelitane e diventa suora con il nome di Teresa Benedetta della Croce. Brillante studiosa, Edith Stein, continua a battersi contro le persecuzioni subite dagli ebrei in Germania. Ne rimane vittima ella stessa, il 9 agosto 1942, nelle camere a gas di Auschwitz. Dichiarata beata nel 1987, Edith Stein è stata proclamata santa l’11 ottobre 1998.

Cronache dall’antichità. Dal Mito alla Storia. Agamennone e Ulisse

Agamennone e Ulisse: due “ritorni” diversi dopo la guerra di Troia. Li racconta il doppio appuntamento con Cristoforo Gorno e le sue “Cronache dall’antichità. Dal Mito alla Storia”, in onda lunedì 9 agosto alle 21.10 su Rai Storia. Dopo diecianni lontano da casa, il re Agamennone torna nel suo palazzo di Micene, dove lo aspetta una congiura ordita da sua moglie Clitennestra e dal suo nuovo amante Egisto. La cronaca, esplorando le rovine di Micene, ripercorre gli ultimi momenti dell'eroe dell'Iliade, dal suo sbarco in Grecia fino all'arrivo nel palazzo reale, e indaga sui legami tra le vicende del mito e la realtà storica.

Obiettivo, poi, sul viaggio favoloso del re di Itaca in Sicilia e lungo le coste del Tirreno, una cronaca sospesa tra il mito e la memoria storica dei pionieri greci che arrivarono in Italia nell'VIII secolo a.C.

Italia. Viaggio nella bellezza. Sulle tracce del patrimonio. Le ragioni del restauro

Firenze, 4 novembre 1966, la terribile alluvione che devasta e squarcia il cuore storico della città distrugge e danneggia gravemente una straordinaria quantità di opere d’arte. Tra i pazienti illustri, a versare in condizioni disperate è il Crocifisso di Cimabue, della Basilica di Santa Croce, quasi del tutto distrutto. L’opera viene affidata alle cure dell’Opificio delle Pietre Dure e dopo un lavoro di restauro attento e certosino viene restituita al pubblico. Ma perché si decide di salvarlo a tutti i costi? Il restauro e l’opera d’arte sono due concetti strettamente legati tra di loro: nel momento in cui si definisce un manufatto come opera d’arte, si esprime la volontà di destinarla alla fruizione per più tempo possibile. Proprio la sua unicità impone un compito, un dovere, quella di tramandarla ai posteri, affinché anche loro, possano, nel futuro farne esperienza. Le ragioni del restauro sono al centro dell’appuntamento con la serie “Italia. Viaggio nella bellezza”, in onda da lunedì 9 agosto alle 22.10 su Rai Storia. Il restauro è dunque il tentativo di trasmettere al futuro un’opera rispettandone la vita stessa, il suo momento creativo iniziale ma anche la sua storia e i segni che ne porta addosso. Sono un esempio i restauri eseguiti nel corso del ‘900 sul Cenacolo di Leonardo Da Vinci, presso Santa Maria delle Grazie. Luigi Cavenaghi, Mauro Pellicioli e Pinin Brambilla Barcilon, hanno restaurato l’opera vinciana in momenti diversi rispondendo non solo alle esigenze della committenza, ma anche a quelle del loro tempo. Ma il restauro impone anche delle scelte difficili. Come quella effettuata per salvare la celebre statua equestre di Marco Aurelio. Dopo una lunga opera di ripristino operata dall’Istituto Centrale per il Restauro, a causa delle sue fragilità, il Marco Aurelio non è più tornato nella Piazza del Campidoglio, ma si è scelto di conservarla all’interno dei Musei Capitolini. E al suo posto, oggi, campeggia una copia della statua, che tanto ha fatto discutere gli addetti ai lavori e l’opinione pubblica. Con gli interventi di Claudio Parisi Presicce (Direttore Musei Capitolini), Silvia Cecchini (Storica dell’arte, Università degli Studi di Milano), Rodolfo Papa (iconologo, Pontificia Accademia Belle Arti), Ciro Castelli (restauratore dell’Opificio delle Pietre Dure), Marcello Barbanera (archeologo, La Sapienza di Roma).

MARTEDI’ 10/08/2021

Enzo Biagi, giornalista. Gli anni 80: come andremo a incominciare?

Enzo Biagi compie 60 anni il 9 agosto 1980, scrive sul Corriere della Sera, e sta preparando, con Giuseppe Pardieri, la versione televisiva della sua “Storia dell’Italia a fumetti”, “Ma che storia è questa”, diretta dall’innovativo regista Alberto Gozzi, per la fascia preserale di Raidue. Nel corso della trasmissione, intervista Gianni Agnelli, Giulio Andreotti, Bettino Craxi, per parlare del "carattere nazionale". Si aprono così gli anni ’80 di Enzo Biagi raccontati da “Enzo Biagi, giornalista”, di Enrico Salvatori, in onda martedì 10 agosto alle ore 16 su Rai Storia.

Per Biagi si apre un decennio in cui aggiunge alla sua popolarità come firma giornalista, anche quella di volto noto per i telespettatori e di risorsa della Rai, per la quale inventa nuovi formati e firma grandi interviste. Suo alleato in questa fase è il capostruttura Rai Franco Iseppi, che collabora all’ideazione dei programmi di Biagi da alcuni anni.

Nel 1981 realizza Il Buon Paese, otto storie dall’Italia “buona”. Quella “cattiva”, Biagi, se la ritrova in redazione. La pubblicazione delle liste P2, il 20 maggio 1981, rivela che i vertici del Corriere e della Rizzoli sono iscritti alla loggia massonica deviata. Nell’articolo del 28 maggio, “La fatica di scrivere”, esprime il suo dissenso, lo choc per lui è grande, il giornale su cui scrive da anni sembra condannato, partecipa ai comitati di redazione per salvare il giornale. Con Eugenio Scalfari, direttore di Repubblica, ha pubblicato un pamphlet dal titolo “Come andremo a incominciare?”, nel quale elencano i mali dell’informazione italiana, in procinto della legge di riforma dell’editoria. Nel mese di luglio, viene formalizzato il suo passaggio a Repubblica. Ma è con la seconda metà degli anni 80, che la televisione di Biagi delinea una nuova formula: “Linea diretta”, ispirato al Nightline di Ted Koppel in onda sulla CBS, da cui Biagi e Iseppi trassero anche l'organizzazione. Debutto il 4 febbraio 1985, su Raiuno in seconda serata. Per 75 puntate realizza ascolti record in una fascia difficile per il servizio pubblico, ascolto che rimane stabile anche quando, dall'11 aprile, parte su Raidue Quelli della notte, di Renzo Arbore. Il 3 marzo 1987, in una scenografia disegnata da Giorgio Armani, Enzo Biagi inizia la serie de Il Caso, settimanale della prima serata di Raiuno, che muove ancora da un personaggio legato a un tema d'attualità. La seconda stagione si arricchisce con la rubrica fissa “Grandi Famiglie”, la storia delle dinastie italiane degli Agnelli, dei Rizzoli, dei Gardini e dei Lauro. La storia torna nel racconto di Biagi. Chiude gli anni 80 la seconda edizione di “Linea diretta”, ancora nella seconda serata su Raiuno. Negli stessi mesi Biagi sta formalizzando il ritorno al Corriere della Sera, dopo 8 anni a Repubblica. Intervistati della puntata sono: le figlie Bice e Carla Biagi, Giuseppe Pardieri, Antonio Di Bella -che nel 1987 ripercorse la "Milano di notte" sulla scia di un documentario girato per la TV da Biagi nel 1965- e Franco Iseppi, direttore generale Rai dal 1996 al 1998, che è stato curatore e responsabile dei programmi di Biagi dagli anni 70 ai primi anni 90, e che rievoca le grandi interviste e la scrittura televisiva di Biagi degli anni 80.

Passato e Presente. Cosma Manera e la legione redenta

Tra il 1916 e il 1920 il maggiore, poi generale, dei Carabinieri Cosma Manera è protagonista di una delle vicende più incredibili della nostra storia contemporanea. Nel corso della Prima guerra mondiale e della rivoluzione bolscevica riesce a recuperare, inquadrare militarmente e riportare a casa migliaia di soldati di etnia italiana, nati negli ex territori “irredenti” (trentini, triestini e giuliani) che sono stati mandati a combattere dall’Impero asburgico sul fronte orientale della Galizia e sono caduti prigionieri dei russi, finendo dispersi nel vasto territorio dell’impero. Paolo Mieli e il professor Marco Mondini ripercorrono le tappe di questa lunga odissea, che ha coinvolto circa 30mila soldati, a “Passato e Presente” in onda martedì 10 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Un’impresa che s’intreccia a quella della missione militare internazionale, organizzata dagli eserciti Alleati per contrastare la Rivoluzione bolscevica e si spinge fino alle estreme steppe siberiane e alla Cina.

1919 – 1922. Cento anni dopo. La Spagnola, il nemico invisibile

Primavera 1918. Nel corso del quarto anno della Prima Guerra Mondiale, tra le trincee e nelle retrovie del conflitto che si combatte in Europa, comincia ad aggirarsi un’ospite odioso quanto inavvertito; un nemico che colpisce dieci, cento, mille volte, senza fare distinzioni tra i colori delle divise. È la grippe, la febbre, che invade i campi di battaglia e si propaga rapidamente tra i soldati e la popolazione civile. Una pagina drammatica riletta da “1919-1922. Cento anni dopo” in onda martedì 10 agosto alle ore 21.10 su Rai Storia.

All’inizio sembra solo una fastidiosa influenza. Ma è solo la prima ondata del virus che prenderà il nome di Spagnola e che si diffonderà in tutto il mondo. Il bilancio finale è impressionante: il virus ha provocato mezzo miliardo di contagi e circa 50 milioni di vittime. In Italia i morti di Spagnola sono circa 600 mila. Ancora oggi, ad un secolo di distanza, non è chiaro come e dove il virus della Spagnola abbia avuto origine. A cento anni di distanza una panoramica degli eventi più significativi del quadriennio 1919- 1922, raccontati con gli occhi dei nostri avi, attraverso diari e memorie fotografiche private, storie personali che si fondono con la Storia d’Italia: dall’instabilità governativa alla nascita di nuove forze politiche, dal problema del reinserimento dei reduci alle associazioni degli ex combattenti, dall’impresa del raid Roma-Tokyo alla micidiale febbre spagnola, passando per la crisi economica, gli scioperi, l’occupazione delle fabbriche e delle terre fino all’avvento dello squadrismo e alla crisi dello Stato liberale culminata con la marcia su Roma.

La bussola e la clessidra” La Disfatta di Sedan

Alessandro Barbero analizza una delle battaglie più importanti della guerra franco-prussiana rispondendo alle numerose domande inviate dall’affezionatissimo pubblico di Rai Storia nell’appuntamento con “La bussola e la clessidra”, in onda martedì 10 agosto alle ore 22.10 su Rai Storia. È l’occasione per scoprire il ruolo dei “franchi tiratori”, ma anche l’importanza delle uniformi, delle bandiere e degli stendardi nelle guerre di fine Ottocento, scoprendo anche il ruolo, inaspettato, di Giuseppe Garibaldi (unico generale, in sostegno ai francesi, a conquistare una bandiera prussiana). Barbero si sofferma sulle cause principali che hanno determinato la sonora sconfitta francese, le tipologie di coscrizione e il numero degli effettivi nei due eserciti, le differenze nei proiettili di artiglieria e nei fucili, e sulle conseguenze della disfatta, con la perdita di territori a favore dei tedeschi, una ferita che resterà aperta fino ai conflitti mondiali novecenteschi.

MERCOLEDI’ 11/08/2021

Enzo Biagi, giornalista. Gli anni 90: scusate, dimenticavo

Il 9 agosto 1990 Enzo Biagi festeggia 70 anni, e viene omaggiato da un’intervista-bilancio di Clemente J. Mimun per “Speciale Tg1” che lo raggiunge alla casa di campagna di Pontecchio. La storia corre veloce, e Biagi la segue. In quel 1990, tra il 2 e il 7 aprile, vengono trasmesse i sei reportage di "Terre vicine", girati in Germania, Unione Sovietica, Ungheria, Romania, Polonia, Cecoslovacchia, quei paesi del Patto di Varsavia appena attraversati dalle rivoluzioni del ’89, con una puntata speciale, “Incontro con Havel”, un'intervista al presidente della Cecoslovacchia, uno dei capi della dissidenza dopo l'invasione sovietica del 1968. Tappe del viaggio di Enzo Biagi negli anni Novanta raccontato da Enrico Salvatori in “Enzo Biagi, giornalista”, in onda mercoledì 11 agosto alle ore 16 su Rai Storia.

Il 1991 vede Biagi impegnato in un ambizioso progetto, concepito con Franco Iseppi, “I Dieci comandamenti all’italiana” che esplorare il rapporto degli italiani con la religione Accanto a Biagi, l’arcivescovo di Ravenna, Monsignor Ersilio Tonini che dopo la trasmissione accompagna Biagi, Iseppi e la redazione in Vaticano, dove sono ricevuti dal Pontefice, Giovanni Paolo II. Nel gennaio 1992 parte “Una storia”, uno spazio di 10 minuti, un’intervista legata all’attualità prima del Tg1 delle 20. Ma il 1992 è anche l’anno degli attentati mafiosi a Falcone e Borsellino, e quello del crollo dei partiti tradizionali, dopo le clamorose rivelazioni dell’inchiesta Mani Pulite. All’Italia di Tangentopoli, Biagi dedica un ciclo di trasmissioni nella primavera del 1994, “Processo al processo”, dove fa il punto con Giulio Andreotti e Indro Montanelli.

Dal 4 marzo 1994 vengono trasmesse le 6 parti di “La lunga Marcia”, un reportage sulla Cina post Tien An men. Il 23 gennaio 1995 debutta “Il Fatto di Enzo Biagi”: cinque minuti per raccontare l’avvenimento del giorno. Nella redazione de “Il fatto” prende parte Loris Mazzetti, che ne diventerà il curatore nelle edizioni successive, prendendo il posto di Franco Iseppi, Direttore Generale della Rai dal 1996 al 1998. Nel 1998-99, nelle pause concesse dal “Fatto”, Biagi è in giro per la penisola per registrare “Cara Italia” e “Fratelli d’Italia”, un personale diario di viaggio.

Oltre a quella di Loris Mazzetti, la puntata di arricchisce delle testimonianze di Bice e Carla Biagi, di Franco Iseppi, e di Annarosa Macrì, giornalista e collaboratrice dei programmi di Enzo Biagi.

“Passato e Presente” Il primo viaggio intorno al mondo

Sono passati più di cinquecento anni da quando, il 10 agosto 1519, una flotta spagnola di cinque navi, comandate dal portoghese Ferdinando Magellano, partì da Siviglia per un viaggio eccezionale. Un’impresa ripercorsa dal professor Alessandro Barbero, con Paolo Mieli, nell’appuntamento con “Passato e presente” in onda mercoledì 11 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Il Capitan Generale è alla ricerca di un passaggio attraverso occidente per raggiungere le preziose isole delle spezie, le Molucche, situate nell'attuale Indonesia. La sua sarà una spedizione lunga e piena di avversità, nella quale Magellano troverà la morte. La prosecuzione della sua impresa svelerà la sfericità del globo e la possibilità di circumnavigarlo. Del primo viaggio intorno al mondo abbiamo notizia grazie al diario di bordo del nobile vicentino Antonio Pigafetta. Questo viaggio straordinario rientra nel contesto delle grandi scoperte geografiche che hanno disegnato il volto del mondo moderno

Italiani Federico Zeri

Nell'anniversario della nascita di Federico Zeri, avvenuta il 21 agosto 1921, Rai Storia celebra non solo un grande storico dell'arte, ma un grande intellettuale del Novecento. Un maestro che, con tanta passione e tanto impegno, ha lasciato un'eredità culturale importantissima per generazioni di studenti e studiosi, protagonista di “Italiani”, in onda mercoledì 11 agosto alle 21.10su Rai Storia con l’introduzione di Paolo Mieli.

Era spesso definito burbero e scontroso, un carattere difficile. Ma Federico Zeri era un uomo diretto, sincero e questo forse lo rendeva scomodo e impopolare.  La sua immensa cultura, la curiosità, la conoscenza approfondita della letteratura, della storia si rivelavano nella sua capacità di “leggere i quadri”, aiutato anche da un occhio e da una formidabile memoria. Fu per molti versi un uomo contro. Molto critico soprattutto contro il modo di gestire la tutela dei beni culturali da parte dello Stato. Famose le sue denunce sullo sfacelo del centro storico di Roma. Fu contro le istituzioni come le Accademie e l'Università dove, lui chiamato da molti “maestro”, non ebbe mai una cattedra. Ma, nonostante tutto, fu un vero maestro e ancora oggi il suo lavoro continua a suscitare passione e interesse su molti studiosi o solo appassionati d'arte. Lo speciale “ripercorrerà la vita di questo grande storico dell'arte e intellettuale attraverso, gli innumerevoli filmati di repertorio Rai e con le testimonianze di chi lo ha conosciuto. Sono intervenuti Anna Ottani Cavina, storica dell'arte, prima direttrice e attuale presidente onorario della Fondazione Zeri che ci ha parlato della nascita della Fondazione, Melania G. Mazzucco scrittrice, che ci ha parlato del suo incontro con Zeri. Andrea Bacchi, direttore Fondazione Zeri, che ci ha accompagnato nei locali della Fondazione che ospitano l'immenso e ricchissimo archivio di foto di opere d'arte, catalogate nei minimi particolari dal grande studioso. Inoltre, abbiamo incontrato Andrea Bacchi alla Galleria Spada e a Villa Zeri, la casa a Mentana dove Federico Zeri visse per gran parte della sua vita. Adriana Capriotti, direttrice Galleria Spada. Marco Carminati, esperto di arte de “Il Sole 24 ore”, Pierre Max Rosenberg, ex direttore del Louvre.

La guerra segreta “Inferno in Grecia”

Il 13 febbraio 2001, Monty Woodhouse morì a Oxford. Aveva 83 anni ed era stato professore di greco al King’s College a Londra, e membro del corpo docente del New College a Oxford. Per molti anni aveva sostenuto i Greci nella battaglia contro la Dittatura dei Colonnelli, caduta alla fine nel 1973. Tuttavia, Monty Woodhouse è diventato una leggenda per aver fatto saltare in aria il ponte Gorgopotamos in Grecia nel 1942. Una storia raccontata da “La guerra segreta” in onda mercoledì 11 agosto alle 22.10 su Rai Storia. Nella corsa dei servizi inglesi nell’attacco a Rommel a El Alamein nel nord Africa, era essenziale interrompere le vie di approvvigionamento dei tedeschi. L’unico modo che avevano i tedeschi per rifornire le proprie truppe era passare attraverso la Grecia, utilizzando la linea ferroviaria che collegava il nord al sud del Paese. Il punto più vulnerabile era, per l’appunto, il ponte Gorgopotamos. Lo Special Operation Group fu incaricato da Churchill di distruggerlo. Ma il ponte era ben difeso e servivano uomini pronti a combattere. Non c’erano abbastanza uomini neanche nei gruppi di resistenza armati, così Woodhouse ebbe l’idea di unirli: un gruppo era l’Edes, costituto da nazionalisti, mentre l’altro, l’Ellas, da comunisti.

GIOVEDI’ 12/08/2021

Enzo Biagi, giornalista 2000-2007: era ieri

Il 9 agosto 2000 Enzo Biagi compie 80 anni. Un compleanno festeggiato in grande stile con una serata organizzata dalla Rai e dalla Rcs. Nel frattempo "Il Fatto" ha tagliato il traguardo delle 500 puntate e in estate, vengono trasmesse le 8 puntate di "Signore e signore", dove Biagi intervista celebri donne italiane. Riparte da qui "Enzo Biagi, giornalista" di Enrico Salvatori che racconta gli ultimi sette anni della sua vita: andrà in onda giovedì 12 agosto alle ore 16 su Rai Storia.

A “Passato e Presente” la storia di Rosa Genoni, la signora del made in Italy

Dotata di grande spirito di iniziativa, Rosa Genoni, è ancora poco conosciuta al grande pubblico, sebbene la sua figura sia stata fondamentale nella definizione dei canoni del Made in Italy. A “Passato e Presente”, in onda giovedì 12 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e la professoressa Maria Giuseppina Muzzarelli ripercorrono sua vita. Rosa Genoni è l’artefice di uno stile di “pura arte italiana”, capace di fronteggiare il monopolio della moda francese. Valtellinese di umili origini, Rosa comincia a 10 anni come apprendista a Milano presso una zia. Ma presto diventa sarta e poi, dopo un apprendistato in Francia, stilista, designer, docente. Nel 1905 la Genoni è di nuovo in Italia. Dirige una scuola per la formazione di sarte, presso la società Umanitaria, e un anno dopo, all’apice del successo, ottiene il Gran Prix all’Expo di Milano. Le sue creazioni si ispirano ai maestri dell’arte rinascimentale, ma pensano anche a una donna nuova, indipendente, emancipata. Al lavoro Rosa affianca l’attività in favore dell’emancipazione femminile: da un lato la moda, dall’altro la politica. Entrata in contatto col mondo femminista e con il movimento socialista, si batte insieme all’amica Anna Kuliscioff per la riduzione dell’orario di lavoro e l’istituzione del congedo di maternità. Fautrice di un’appassionata campagna pacifista allo scoppio della Grande Guerra, si impegna in attività filantropiche a sostegno dei profughi. Nel 1915 è l’unica rappresentante italiana al Congresso internazionale delle donne dell’Aja.

a.C.d.C. Giovanni Keplero. La tempesta celeste

In un secolo di guerre, carestie, caos e superstizione un “osservatore delle stelle”, determinato e coraggioso, motivato dalla fiducia nel potere della conoscenza, scopre le leggi che regolano il movimento dei pianeti, ancora oggi alla base dell’astronomia e dei viaggi spaziali. Ad “a.C.d.C.”, in onda giovedì 12 dicembre alle 21.10 su Rai Storia,con l’introduzione del Prof. Alessandro Barbero, una documentata biografia del cosmologo e matematico tedesco Giovanni Keplero (1571-1630), dalla tormentata collaborazione con l’astronomo danese Tycho Brahe – che con le sue dettagliatissime osservazioni fornisce a Keplero i dati su cui sviluppare la sua teoria – alla difficile difesa della madre in un processo per stregoneria. Vissuto in un periodo di transizione tra due modi di guardare la realtà, Giovanni Keplero con i suoi studi e le sue scoperte ha rivoluzionato la nostra visione del mondo.

a.C.d.C. Storia dei fuochi d’artificio

Dall’invenzione avvenuta in Cina fino all’annuale rievocazione della Rivoluzione francese presso la fortezza di Carcassonne, in Linguadoca. La storia dei fuochi d’artificio e del loro utilizzo politico-sociale è al centro dell’appuntamento con “a.C.d.C.”, in onda giovedì 12 agosto alle 22.10 su Rai Storia. Il documentario introdotto dal professor Alessandro Barbero ricostruisce l’evoluzione dell’arte pirotecnica che, dai maestri italiani, su tutti i Fratelli Ruggieri, artificieri dei Re di Francia, ai cinesi, continua a vivere nei secoli e progredisce anche grazie alle ultime scoperte della tecnologia e della chimica.

VENERDI’ 13/08/2021

Passato e Presente Berlino 1989 la caduta del Muro

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, con l’inizio della guerra fredda, la Germania viene divisa in due sfere d’influenza, sovietica ad est e statunitense ad ovest. La stessa cosa avviene a Berlino. Questa pagina di storia sarà ripercorsa dal prof. Giovanni Sabbatucci, ospite in studio di Paolo Mieli a “Passato e Presente”, programma di Rai Cultura in onda venerdì 13 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Le due parti della città si sviluppano negli anni successivi secondo modelli di società contrapposti, quello capitalista a ovest e quello comunista a est. La divisone della Germania viene formalizzata nel 1949 con la nascita di due Stati: la Repubblica Federale Tedesca a ovest e la Repubblica democratica tedesca a est. Da questo momento inizia un esodo costante e massiccio dei tedeschi dell’est verso ovest. In dodici anni i transfughi sono oltre due milioni e mezzo. Per fermare questa emorragia nell’estate del 1961 le autorità della DDR fanno costruire un muro che dividerà in due la città per 28 anni. Famiglie e amici rimangono separati da un giorno all’altro senza potersi più rivedere. C’è l’ordine di sparare a vista su chi cerca di valicare il confine. L’immagine del muro di Berlino rimane per anni l’emblema più drammatico della guerra fredda. Fino al 9 novembre 1989, quando la crisi del sistema comunista in tutta Europa fa crollare il muro sotto la spinta della volontà popolare. Neanche un anno dopo ci sarà la riunificazione delle due Germanie.

“Inferno nei mari” Guerra fredda a Cuba

Ottobre 1962. Quattro sommergibili sovietici Progetto 641 che trasportano siluri nucleari, si avvicinano a gran velocità verso l’isola di Cuba, teatro in quel momento storico di una delle più gravi crisi della Guerra Fredda. Quando l’unità B-59 viene scoperta vicino alla linea di quarantena, la marina degli Stati Uniti sgancia "bombe di profondità da esercitazione" per costringerlo a emergere, rischiando di scatenare inconsapevolmente un incidente nucleare. Lo racconta l’ultimo appuntamento “Inferno nei mari”, in onda venerdì 13 agosto alle 21:10 su Rai Storia.

14-’18: la grande guerra cento anni dopo. Il prezzo della vittoria …

Il lato oscuro della vittoria è la storia dei 600.000 italiani catturati e deportati nei campi austro-tedeschi. Di questi 600.000 prigionieri circa 100.000 morirono di tubercolosi, di fatiche e di fame. È la tragica vicenda delle esecuzioni sommarie, delle decimazioni e delle condanne a morte (secondo i dati del Ministero della guerra le condanne a morte eseguite furono 750). È il dramma dell’autolesionismo e dei disturbi mentali dovuti alla guerra raccontato da “’14-’18: la grande guerra cento anni dopo”, in onda venerdì 13 agosto alle 22.10 su Rai Storia.

SABATO 14/08/2021

Cesare Terranova (centenario nascita 15/08/1921)

Magistrato antimafia di lungo corso, Cesare Terranova, ha legato il suo nome ai primi processi contro Cosa Nostra (istruì quello di Catanzaro del 1965 e quello di Bari del 1969), nei quali non fu possibile condannare gli imputati perché non esisteva ancora il reato di associazione mafiosa. In occasione del centenario della nascita, Rai Storia propone lo speciale “Cesare Terranova”, in onda sabato 14 agosto alle 19:30. Memore di queste esperienze si batté per modificare la legislazione contro la criminalità organizzata, facendo anche parte della Commissione Parlamentare antimafia nel 1976, in seguito a una esperienza da parlamentare (eletto sia nel 1972 che nel 1976). Qui in una relazione di minoranza, Terranova metteva in guardia dai rapporti delle cosche siciliane con alcuni esponenti politici e sottolineò il grumo di malaffare che stava avvolgendo la Sicilia. Negli anni precedenti, era stato Procuratore di Marsala (come sarebbe toccato anni dopo a Paolo Borsellino) occupandosi del caso del “mostro di Marsala” di cui tanto furono piene le cronache nel 1971. Tornato a Palermo nel 1979, in qualità di Consigliere di Cassazione (in attesa di essere nominato con tutta probabilità a Capo dell’Ufficio Istruzione), fu ucciso in un agguato il 25 settembre 1979, con il suo autista, il Maresciallo Lenin Mancuso, suo fidato collaboratore proprio dai tempi di Marsala. Intervengono in puntata il professor Salvatore Lupo, dottor Carmine Mancuso (figlio dell’agente di scorta deceduto), Geraldina Piazza (nipote di Terranova), e Salvatore Cusimano.

Passato e presente. L'indipendenza dell'India con il prof. F. Cardini

A 71 anni dall’entrata in vigore della Costituzione dell’India, il professor Franco Cardini e Paolo Mieli ripercorrono il lungo e tormentato cammino che ha portato il subcontinente indiano all’indipendenza a “Passato e Presente”, in onda sabato 14 agosto alle 20.30 su Rai Storia. La rivolta dei sepoys, nel 1858, porta l’Impero britannico ad assumere il controllo diretto del territorio, precedentemente gestito tramite la Compagnia delle Indie orientali. Il movimento per l’indipendenza diventa di massa nel primo dopoguerra grazie a Gandhi, il profeta della non-violenza, con la marcia del sale e la pratica di digiuni e boicottaggi anti-inglesi, affiancato dall’impegno politico di Nehru. La lotta conosce battute d’arresto, ma alla fine arriva nel 1947 al raggiungimento dell’indipendenza, che pure passa per la spartizione del subcontinente in due nuovi Stati, India e Pakistan. Nel 1950, una Costituzione molto avanzata trasforma l’India in una Repubblica.

Cinema Italia. La guerra dei cafoni

Ogni estate, a Torrematta, territorio selvaggio e sconfinato, si assiste allo scontro di due fazioni opposte, che vede contrapporsi da una parte “i signori”, i figli dei ricchi, dall’altra “i cafoni”, i figli dei pescatori e contadini. Si tratta di un odio atavico, manifestato sin dalla culla, che è espressione di una feroce lotta di classe. Il coinvolgimento nello schieramento dei “cafoni” del “Cugginu” proveniente dalla città trasformerà lo scontro, da fine a se stesso a terreno di conquista…

Regia di Davide Barletti e Lorenzo Conte. Con Donato Paterno, Pasquale Patruno, Letizia Pia Cartolaro, Piero Dionisio, Alice Azzariti, Angelo Pignatelli, Kevin Magrì, “La guerra dei cafoni”, andrà in onda sabato 14 agosto alle ore 21.10 per il ciclo “Cinema Italia” su Rai Storia.

Documentari d’autore. Tropico del caos

Un lago che si svuota, campi profughi che si riempiono. Aumento dei conflitti e in ultimo l’arrivo di Boko Haram. La crisi umanitaria. “Tropico del caos” - in onda sabato 14 agosto alle 22.50 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore” -racconta quello che sta succedendo sulle sponde del Lago Chad. A causa dei cambiamenti climatici, dal 1970, il grande lago si è ridotto del 90 per cento. Insieme all’acqua, scompare il suo grande patrimonio culturale. Attraverso le testimonianze delle popolazioni che vivono intorno al lago il film segue una progressione di eventi catastrofici che si snoda dalle sue acque fino alle distese dei campi profughi.


 

 

 
 
 

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