L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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Il Parco dei Piccoli

Nell'area archeologica di Paestum nasce un parco giochi a tema archeologico con uno sguardo all'ambiente e alla sostenibilità.

L’allestimento è inserito nel percorso di visita del sito archeologico ed è corredato di pannelli esplicativi e panchine dove i genitori possono rilassarsi al cospetto dei monumenti millenari, pur mantenendo uno sguardo vigile ai loro figli che, giocando, scoprono alcuni aspetti di storia e archeologia antica.

L’ingresso al Parco dei Piccoli è gratuito dalle ore 09:00 alle ore 19:30 (ultimo ingresso 18:50).

Il “Parco dei Piccoli”, collocato sul lato est dei due grandi templi “Basilica” e “Nettuno”, consiste in 10 strutture che riproducono alcuni dei più famosi giochi di logica e strategia dell’antichità, ma anche alcune macchine da cantiere utilizzate per la costruzione dei tre templi dorici di Paestum.

1) Coclea o Vite di Archimede: macchina utilizzata per sollevare l’acqua e altri materiali granulari come la sabbia e i cereali. Questo congegno è anche conosciuto come vite di Archimede dal nome del suo celebre inventore greco nato in Sicilia circa 2300 anni fa. 

2) Rompicapo “Il ratto di Latona”: puzzle con pezzi di travertino che riproducono l’immagine originale del ratto di Latona così come scolpito sul tempio di Hera alla Foce del Sele.

3) Stomachion semplificato: gioco matematico inventato da Archimede in persona, uno dei più grandi matematici e scienziati greci della storia. Si tratta di un puzzle di 7 figure – triangoli e quadrilateri irregolari - che messi insieme formano una figura geometrica regolare.

4) Tavoliere o scacchiera: gioco da tavola, antenato della scacchiera, dove due giocatori simulavano una battaglia su un campo a scacchi con 30 pedine di due colori diversi, 15 per ciascun giocatore.

5) Altalena: uno dei giochi più amati dai bambini, ma anche dai grandi, dalle origini mitiche. È un piacevole svago a cui nessuno sa resistere per il senso di libertà che sboccia in chi si dondola. 

6) Trapano a volano: antico marchingegno capace di perforare anche le superfici più dure come la pietra dei templi di Paestum.

7) Bilanciere: strumento usato per alzare e spostare grandi pesi come i blocchi di pietra con cui furono costruiti i templi di Paestum. 

8) Pulegge, carrucole e paranchi: disco girevole intorno al proprio asse nella cui gola scorreva una corda utile a spostare e sollevare gradi pesi. 

9) Gru: macchina utilizzata per la movimentazione dei grandi blocchi in pietra dei templi dorici di Paestum. 

10) Barbiton: strumento musicale a corde simile alla lira, ma più grande, slanciato e con sette corde lunghe. Era costituito da un guscio di testuggine che fungeva da cassa armonica e da due sottili bracci lignei a cui erano legate sette corde ben tese. 

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Testi dei pannelli illustrativi collocati nel “Parco dei Piccoli”

 

Coclea o Vite di Archimede

Ecco una Coclea, una macchina utilizzata per sollevare l’acqua e altri materiali granulari come la sabbia e i cereali. Questo congegno è anche conosciuto come vite di Archimede dal nome del suo celebre inventore greco nato in Sicilia circa 2300 anni fa.

La Coclea è composta da una grande vite inserita all’interno di un tubo parzialmente immerso nel materiale che si vuole sollevare. Attraverso la rotazione della vite si riesce a raccogliere una certa quantità di sostanze che avanzano verso l’alto a ogni giro della vite. L’energia necessaria alla rotazione del dispositivo può essere fornita dal movimento di una maniglia, degli animali o delle eliche di un mulino a vento.

Ancora oggi la Coclea trova diverse applicazioni nel funzionamento delle centrali idroelettriche, nella manutenzione dei canali, nella bonifica di aree allagate, nei molini, nei frantoi, nelle aziende vinicole e in tanti altri contesti.

Che cosa aspetti, gioca anche tu con la Coclea!

 

 

Rompicapo “Il ratto di Latona”

Oggi vogliamo metterti alla prova con un rompicapo che preoccupa anche i giocatori più ingegnosi.

Riesci a capire chi sono i personaggi scolpiti in questi pezzi di travertino?

Ti diamo un indizio raccontandoti di Latona, amante del potente Zeus, dalla cui unione nacquero Apollo e Artemide. Hera, gelosa di tutti i tradimenti del suo sposo, per vendicarsi ispirò un violento desiderio nel gigante Tizio che cercò di rapire e violentare Latona. Le grida della dea furono udite dai sui figli che per difendere la madre uccisero il gigante con una moltitudine di frecce.

Hai capito adesso di chi si tratta?

Esatto, sono proprio Latona e Tizio rappresentati come li scolpirono i greci di Poseidonia su una delle metope rinvenute nel Santuario di Hera alla Foce del Sele.

Prova anche tu a ricomporre la scena originale del “ratto di Latona” incastrando i pezzi di travertino tra loro.

 

Stomachion semplificato

Questo è uno Stomachion, un gioco matematico inventato da Archimede in persona, uno dei più grandi matematici e scienziati greci della storia. Si tratta di un puzzle di 14 figure – triangoli e quadrilateri irregolari - che messi insieme formano una figura geometrica regolare: un quadrato.

Prova la versione semplificata dello stomachion unendo questi 7 frammenti per dare forma a un quadrato. Ti consigliamo di dotarti di tanta pazienza mentre giochi altrimenti potresti dare di matto, proprio come hanno fatto tanti altri giocatori prima di te: la parola stomachion, infatti, in greco significa “mal di stomaco” e allude alla grande difficoltà dei giocatori nel risolvere il rompicapo.

 

Tavoliere o scacchiera

 

Ecco la ricostruzione di uno dei giochi più famosi del mondo greco: “il gioco della città”, in greco Polis.

Si tratta di un gioco da tavola - antenato della scacchiera - ricostruito sulla base di tavolieri originali recuperati negli scavi archeologici, delle descrizione degli autori antichi e delle rappresentazioni di giocatori sui vasi a figure nere e a figure rosse. Polis si giocava su una tavola delimitata da linee che formavano caselle chiamate “città”, con 30 pedine di due colori diversi, 15 per ciascun giocatore; lo scopo era simulare una battaglia e difendere la propria patria.

Nel mondo greco i giochi e i giocattoli avevano un grande valore educativo e religioso. In particolare proprio i tavolieri e i giochi di strategia con le pedine, chiamati pettaia, avevano il compito di sviluppare l’ingegno, la pazienza, l’astuzia e la riflessione nei cittadini greci impegnati in politica e in guerra. Al contrario i giochi di fortuna o azzardo come il gioco dei dadi erano considerati immorali e per questo proibiti.

Chiedi al book-shop all’ingresso dell’area archeologica le pedine e inizia una nuova partita con “il gioco della città”.

 

Altalena

 

Nel Parco dei Piccoli non poteva mancare l’altalena, uno dei giochi più amati dai bambini, ma anche dai grandi.

Diversamente da quanto si possa pensare, l’origine dell’altalena è legato a una storia molto triste ambientata ad Atene, in Grecia. Il protagonista è il dio Dioniso che fu ospitato nella casa di Icario dove si innamorò di sua figlia, la giovane e bellissima Erigone. Andato via da Atene, per ringraziare Icario della sua gentilezza, il dio gli donò otri colmi di vino e gli insegnò come coltivare la vite. Icario offrì il vino del dio anche ai suoi vicini di casa che però presto si ubriacarono. Spaventati da questa nuova sensazione, pensarono che fossero stati avvelenati dal vicino, quindi lo uccisero a bastonate. La figlia Erigone, alla vista del corpo martoriato del padre, per il grande dolore si tolse la vita impiccandosi a un albero. Dioniso, adirato per quanto successo, inviò una maledizione su tutte le giovani ateniesi che improvvisamente persero la ragione e si impiccarono. Così, i cittadini di Atene per placare la collera del dio punirono i pastori che avevano assassinato Icario e istituirono una festa in onore di Erigone, dove veniva mimata l’impiccagione della fanciulla grazie a delle altalene appese agli alberi.

Oggi il gioco dell’altalena non ricorda più né Erigone né i riti delle giovani fanciulle ateniesi, ma è un piacevole svago a cui nessuno sa resistere per il senso di libertà che sboccia in chi si dondola.

E tu cosa aspetti, sali sull’altalena e dondolati all’ombra dei templi di Paestum.

 

 

Trapano a volano

 

Questa è la ricostruzione di un antico marchingegno capace di perforare anche le superfici più dure. Si tratta del trapano a volano, un utensile costituito da un’asta, un listello, un disco, una punta e una corda. La tecnologia usata per creare questo strumento è molto intuitiva, infatti, versioni più semplici del congegno sono note fin dall’epoca preistorica. L’apparecchio permette di ricavare fori sfruttando la pressione esercitata dalla rotazione di un oggetto appuntito su una superficie.

Prova anche tu a fare dei fori con il trapano a volano!

 

Bilanciere

 

Sai a cosa serviva un antico bilanciere? Si tratta di uno strumento usato per alzare e spostare grandi pesi, come i blocchi di pietra con cui furono costruiti i templi di Paestum. La fabbricazione del bilanciere si basa sul principio della leva e riserva la possibilità di far lavorare insieme più operai: contemporaneamente si esercita la trazione di più funi così che la forza applicata risulti maggiore del peso dell’oggetto che si vuole sollevare.

I cantieri dei templi furono il teatro più rappresentativo della tecnica edilizia antica, qui si sono messe in campo tutte le conoscenze matematiche, geometriche e fisiche conosciute in quel tempo.

Conosci altri antichi strumenti di lavoro?

Pulegge, carrucole e paranchi

Nel cantiere dei templi di Paestum, indispensabile per la costruzione dei grandi edifici in pietra doveva essere stata la puleggia, un disco girevole intorno al proprio asse nella cui gola scorreva una corda. L’invenzione di questo congegno utile a spostare e sollevare i pesi fu attribuita ad Archita di Taranto, un filosofo e matematico vissuto 2400 anni fa e allievo di una delle più famose scuole di filosofia del mondo greco, la scuola pitagorica, dal nome del suo fondatore Pitagora.

Oltre alla puleggia, altri strumenti utilizzati dagli operai di Paestum per movimentare e porre in opera il materiale edilizio dei templi furono la carrucola e il paranco. Tutti e tre gli strumenti sono stati costruiti secondo il principio del bilanciamento delle forze opposte per cui applicando una forza molto inferiore al peso dell’oggetto, si riesce a sollevarlo e a spostarlo in modo agevole.

Prova a immaginare anche tu il cantiere del tempio di Nettuno: cosa ti colpisce di più?

 

 

Gru

Questa è una gru, una delle macchine che si crede siano servite per la movimentazione dei grandi blocchi in pietra dei templi dorici di Paestum. L’introduzione della gru nei cantieri edili antichi rappresentò una grande innovazione in quanto evitava l’utilizzo di rampe mobili, di sicuro meno stabili e più pericolose per chi lavorava.

Il modello di gru qui proposto è un’ipotesi, ovvero è come noi ci siamo immaginati dovesse essere stata questa macchina leggendo le descrizioni degli autori antichi e cercando di interpretare i disegni, spesso approssimativi, che sono stati fatti nel passato. Tra le fonti antiche studiate con lo scopo di ricostruire un’antica gru, ricordiamo il trattato sull’architettura di Vitruvio, il famoso architetto e scrittore romano che descrisse gli strumenti e le macchine utilizzate nel mondo antico per la costruzione di edifici pubblici e privati.

Anche tu pensi che le gru abbiano facilitato il modo di lavorare degli operai antichi?

 

 

 

Barbiton

Ecco un barbiton, uno strumento musicale a corde simile alla lira, ma più grande, slanciato e con sette corde lunghe. Era costituito da un guscio di testuggine che fungeva da cassa armonica e da due sottili bracci lignei a cui erano legate sette corde ben tese. I musici di Paestum, pizzicando le corde, intonavano canzoni e poesie durante feste e celebrazioni. Il barbiton era anche suonato durante i simposi, proprio come quello rappresentato nelle lastre dipinte della celeberrima Tomba del Tuffatore dove al suono della musica cinque uomini bevevano e giocavano insieme.

 

Visita il Museo e scopri le tombe dei musici di Paestum con strumenti musicali nei corredi funebri.

 

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