L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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FONTANAMIX ENSEMBLE

Il FontanaMIX, diretto da Francesco la Licata, ha debuttato nel 2002 ed è stato l’ensemble residente del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna dal 2004 al 2009. È presente in varie sedi concertistiche: Festival REC di Reggio Emilia, Biennale Musica di Venezia, Istituto di Cultura giapponese di Roma, Teatro Comunale di Bologna, Festival Milano Musica, Associazione Nuova Consonanza di Roma, MAMbo, Amici della Musica di Palermo. Collabora con i compositori Kaija Saariaho, Sylvano Bussotti, Gilberto Cappelli, Francesco Carluccio, Atli Ingolfsson, Maurizio Pisati. Ospita importanti musicisti, quali Monica Bacelli, Nicholas Isherwood, Mauro Castellano, Frances-Marie Uitti, Thuridur Jónsdóttir, Paolo Chiavacci, Corrado Rojac, Stefano Scodanibbio e il coreografo Luca Veggetti. Dal 2004 FontanaMIX, nell’ambito del progetto EXITIME, dedica ogni anno un ritratto ad una importante figura del panorama compositivo internazionale: Kaija Saariaho, Wolfgang Rihm e Jonathan Harvey, George Crumb, Tristan Murail, Ivan Fedele, Sofia Gubaidulina, Georges Aperghis e Gérard Grisey. Di recente il FontanaMIX ha realizzato per il Festival REC un progetto attorno alle Variazioni Goldberg di J.S. Bach, in cui l’esecuzione dell’originale bachiano si intreccia alle elaborazioni per ensemble ed elettronica di un gruppo di giovani compositori.

ZERO VOCAL ENSEMBLE

Nato dalla collaborazione fra alcuni giovani musicisti di Zerocrediti, laboratorio interdisciplinare e progetto formativo del Conservatorio di Bologna, sotto la preziosa spinta di Monica Bacelli, Zero Vocal Ensemble dal 2011 ha realizzato progetti nei quali ampio spazio ha avuto una libera reinterpretazione della letteratura musicale (Monteverdi, Verdi, Schoenberg, Beethoven, Stockhausen) attraverso le più svariate forme espressive dei linguaggi contemporanei.Zero Vocal Ensemble è una compagine puramente vocale che intende proporre il proprio lavoro di trasformazione della tradizione. Il gruppo opera infatti una profonda ricerca sulla voce e su una nuova vocalità che esprima gli affetti con mezzi espressivi più vicini alla sensibilità odierna. La voce diventa quindi parlata/intonata, cantata/sussurrata, e le parole sono scolpite nel suono. L’idea non è dunque di proporre prassi esecutive filologiche ma di restituire la vera anima, di raccontare “di nuovo”, o far ascoltare con orecchie nuove quell’immenso patrimonio vocale che ci ha consegnato la storia.


 

 

 
 
 

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