L’Inganno felice
Giovanni Battista Rigon, direttore artistico del festival “Settimane musicali al Teatro Olimpico”, ha da tempo abituato il pubblico a progetti pluriennali, quali Viaggio in Italia2007/09, Ambasciatori di note 2010/12, la Trilogia Mozart/Da Ponte 2014/16, accolti con entusiasmo da critica e pubblico, e coronati dall'attribuzione nel 2012 del prestigioso Premio “Franco Abbiati” da parte dell'Associazione Nazionale dei critici musicali.
Nel 2017, avvicinandosi l’anniversario dei 150 anni della morte di Rossini, si è avviato il Progetto Rossini che impegnerà i cartelloni del festival fino al 2021 con le cinque farse veneziane, che verranno allestite seguendo l’ordine cronologico di composizione. Dopo La cambiale di matrimonio dello scorso anno, l'edizione 2018 prevede la seconda tappa del percorso, con L'inganno felice. Negli anni a venire, il pubblico vicentino potrà assistere a La scala di seta, L'occasione fa il ladro, e infine Il signor Bruschino.
L’inganno felice è la meno "buffa" della serie, un dramma sentimentale che rappresenta un soggetto quasi tragico. Composta su libretto di Giuseppe Maria Foppa, debuttò al Teatro San Moisè l’8 gennaio 1812, e fu il primo grande successo di Rossini. Al trionfo veneziano seguirono non solo rappresentazioni in tanti teatri italiani, come La scala o il San Carlo, che subito gli diedero spazio e ingaggi nei mesi successivi, e stranieri, ma anche la stampa dello spartito e della partitura, cosa all'epoca piuttosto rara.
La trama ripercorre le tappe classiche della narrazione fiabesca. Il duca Bertrando incarica il servo Batone di uccidere Isabella, sua sposa, che il perfido consigliere Ormondo gli fa credere infedele. Viceversa Batone, intenerito, la lascia libera di fuggire, purché lontano il più possibile dal castello. Quando dieci anni più tardi il duca - che nel frattempo ne è sempre innamorato pur credendola morta - rivede Isabella sotto le mentite spoglie di Nisa, nipote del minatore Tarabotto, ha inizio tutta una serie di equivoci che porteranno finalmente a smascherare il disegno malvagio di Ormondo: l’amore tra il duca e la duchessa potrà dunque trionfare, nel più classico dei lieti fine.
Anche se non mancano gli aspetti comici, resta in sottofondo il contesto drammatico: queste “farse” rossiniane sono in realtà delle vere, piccole opere liriche in un atto unico. Si tratta di una moda importata dalla Francia al tempo delle scorribande italiane di Napoleone, moda che Rossini rende immortale con la sua musica elettrizzante, piena non solo di gioia e di energia (come tutti sanno) ma anche di tenerezza e di sentimento.
L’inganno felice
libretto di Giuseppe Maria Foppa
musica di Gioachino Rossini
Bertrando, duca – Patrick Kabongo
Isabella, sua moglie – Eleonora Bellocci
Ormondo, intimo del duca – Lorenzo Grante
Batone, confidente di Ormondo – Sergio Foresti
Tarabotto, capo dei minatori – Daniele Caputo
Orchestra di Padova e del Veneto
Direttore e maestro al cembalo Giovanni Battista Rigon
Regia Alberto Triola
Scene e costumi Giuseppe Cosaro