L’Ape musicale

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martina franca, festival della valle d'itria

 

44° Festival della Valle d’Itria

Il programma nel dettaglio

Le opere

Quella di Romeo e Giulietta è probabilmente la storia d’amore più nota nella tradizione letteraria occidentale e affonda le sue radici nelle Metamorfosi di Ovidio con la vicenda di Piramo e Tisbe per poi trovare la massima diffusione con la tragedia di Shakespeare. Amata dal pubblico, nel corso dei secoli è stata scelta come soggetto da tanti compositori fra i quali Nicola Vaccaj (1790-1848) che, con la sua opera Giulietta e Romeo (13, 15 e 29 luglio), crea un manifesto del belcanto italiano. Contemporaneo di Rossini, Bellini e Donizetti, Vaccaj è stato uno stimato teorico e didatta del canto, celebre il suo Metodo pratico di canto italiano da camera. Su libretto di Felice Romani, Giulietta e Romeo va in scena per la prima volta al Teatro della Canobbiana di Milano nel 1825 con recitativi secchi. Dieci anni più tardi, sempre nella città lombarda ma al Teatro alla Scala, il titolo torna in una nuova versione con recitativi accompagnati: nel ruolo di Romeo, Maria Malibran, cantante con un ruolo decisivo per la storia di questo titolo e per il suo finale: è infatti nota la vicenda secondo la quale la Malibran suggerisce prima e poi ottiene la sostituzione dell’ultima scena della partitura di Bellini dei Capuleti e Montecchi con quella di Vaccaj, il “finale Vaccaj” in occasione di una messa in scena bolognese del 1832, scelta che trovò consenso e impiego durante tutto l’Ottocento. A Martina Franca Giulietta e Romeo di Vaccaj sarà proposta nell’edizione critica a cura di Ilaria Narici, edita da Casa Ricordi, basata sulla prima versione del 1825 ma con i recitativi accompagnati, ricostruiti per la messa in scena martinese da Sesto Quatrini, che sarà sul podio dell’Orchestra Accademia Teatro alla Scala. Il cast è composto dal soprano Leonor Bonilla (Giulietta), dal mezzosoprano Raffaella Lupinacci (Romeo), dal tenore Leonardo Cortellazzi (Capellio) e dal baritono Christian Senn (Frate Lorenzo). La regia è affidata a Cecilia Ligorio, le scene ad Alessia Colosso, i costumi a Giuseppe Palella e le luci a Luciano Novelli.

Il secondo titolo ospitato nel 2018 a Palazzo Ducale è Rinaldo (29 luglio, 2 e 4 agosto) di Georg Friedrich Händel (1685-1759), opera in tre atti su libretto italiano di Giacomo Rossi e Aaron Hill – tratto dalle storie narrate nella Gerusalemme liberata di Torquato Tasso – che inaugurò un periodo di quaranta anni di successi per il compositore tedesco a Londra. Rinaldo debuttò al Queen’s Theater nel 1711, prima opera italiana in Regno Unito: ebbe un enorme seguito, rimanendo in cartellone per ben sette stagioni di fila e registrando innumerevoli repliche. Fu l’inizio non solo della notorietà per Händel, ma anche per i titoli italiani, da allora sempre più eseguiti. Il primo interprete della parte del protagonista Rinaldo fu il castrato napoletano Nicolò Grimaldi (detto Nicolino), che ebbe grande successo a Londra e che fece ritorno a Napoli nel 1718. All’insaputa di Händel, il castrato trafugò la partitura e la portò a Napoli, dove Leonardo Leo e altri musicisti napoletani vi intervennero, realizzando una “versione napoletana” del Rinaldo che andò in scena al Teatro di San Bartolomeo con l’aggiunta di intermezzi e due personaggi buffi, Lesbina e Nesso, interpretati da una celebre coppia di attori locali. Grazie allo studio e alla partitura approntata da Giovanni Andrea Sechi, a Martina Franca verrà proposta per la prima volta in tempi moderni il Rinaldo “napoletano” affidato alle cure del Direttore musicale del Festival Fabio Luisi, per l’occasione sul podio della blasonata Orchestra La Scintilla, impostasi a livello internazionale per l’attenzione alle prassi esecutive originali. Nella parte en travesti di Rinaldo, il mezzosoprano Teresa Iervolino, in quella di Armida il soprano Carmela Remigio, e ancora Loriana Castellano (Almirena), Francesca Ascioti (Argante), Francisco Fernandez Rueda (Goffredo), Dara Savinova (Eustazio) e, per i ruoli buffi di Nesso e Lesbina, Simone Tangolo e Valentina Cardinali, attori provenienti dal Piccolo Teatro di Milano. La regia è di Giorgio Sangati, con le scene di Alberto Nonnato, i costumi di Gianluca Sbicca e le luci di Paolo Pollo Rodighiero.

Assoluta novità per il Festival della Valle d’Itria è Figaro su, Figaro giù…! Rossini e il Barbiere: tutta un’altra storia, libero rivisitazione del Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini (21 e 23 luglio a Martina Franca, 3 agosto a Otranto), con un nuovo progetto drammaturgico di Francesco Micheli che con Elio propone uno spettacolo volutamente pop in cui si fondono il sapiente ordine del ritmo rossiniano con la percussiva tradizione musicale del tarantismo. Rosina sarà salvata dal leggendario morso della tarantola attraverso la figura demiurgica di Figaro, prescelto dalla forza “superiore” di un inedito Rossini/Dioniso, senza dimenticare Stendhal. Strumenti e prassi esecutive tradizionali e classiche fonderanno i loro suoni sotto la guida del direttore Giuseppe Grazioli. La regia è affidata a Gianmaria Aliverta, il progetto scenico a Benito Leonori e i costumi a Sara Marcucci e Francesco Bondì. Il cast prevede Davide Terenzi nel personaggio di Figaro, Maria Aleida come Rosina; e poi Marco Filippo Romano (Don Bartolo), David Ferri Durà (il Conte d’Almaviva), Peter Kellner (Don Basilio). L’iniziativa segna per la prima volta l’unione di tre grandi istituzioni culturali pugliesi: la Fondazione “La Notte della Taranta”, la Fondazione “Carnevale di Putignano” e naturalmente il Festival della Valle d’Itria.

Alla Masseria Palesi andrà in scena Il trionfo dell’onore (22, 24, 26 e 28 luglio) di Alessandro Scarlatti (1660-1725), unica commedia per musica del compositore siciliano, che richiama il mito di Don Giovanni nel personaggio del giovane dissoluto Riccardo Albenori (interpretato da un soprano en travesti). È considerato un caso esemplare, accolto con grande favore dal pubblico napoletano, sempre più interessato a questo repertorio: Scarlatti riuscì infatti a creare un nuovo modello opera buffa in italiano invece che in napoletano e con una struttura drammaturgica e musicale coerente. Il titolo viene ripreso a Martina Franca con un’edizione revisionata sul manoscritto autografo a cura del clavicembalista Jacopo Raffaele e sarà eseguita dall’Ensemble barocco del Festival della Valle d’Itria, che impiega strumenti originali. La messa in scena è ideata dalla compagnia teatrale Eco di fondo, composta da Giacomo Ferraù, Giulia Viana e Libero Stelluti, già presenti con successo al Festival la scorsa edizione in Altri canti d’amor. Nel cast vocale il controtenore Raffaele Pe, il tenore Francesco Castoro e i giovani dell’Accademia del Belcanto. Il progetto è una coproduzione con la Fondazione Paolo Grassi in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bari, con le scene di Stefano Zullo, i costumi di Sara Marcucci e il contributo della Fondazione Puglia.

I concerti

Primo appuntamento sinfonico con il Concerto a Palazzo Ducale (16 luglio) diretto da Michael Halasz, con il violinista Yury Revich e l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala impegnati in musiche di Mozart,Paganini e Haydn. In occasione dei 150 anni dalla morte di Rossini, sono dedicati al Cigno di Pesaro numerosi appuntamenti, tra i quali la Soirée Rossini (18 luglio) protagonista Michele Pertusi – vincitore del Premio Celletti 2018 – con Maria Aleida (soprano), Yury Revich (violino), Nicolai Pfeffer (clarinetto) e Simone Di Crescenzo (pianoforte); il concerto “Tra dolci canti e cari palpiti” dedicato ad Alberto Zedda a Palazzo Ducale (20 luglio) e diretto da Fabio Luisie con la partecipazione di Carmela Remigio, Teresa Iervolino, Leonardo Cortellazzi, Christian Senn, Nicolai Pfeffer, l’Orchestra Accademia Teatro alla Scala e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza;il Concerto per lo spirito nella Basilica di San Martino (30 luglio) con la prima esecuzione italiana della rossiniana Messa (detta “di Milano”) diretta da Ferdinando Sulla, affiancata alla prima esecuzione assoluta di Tre pezzi sacri di Giampaolo Testoni.

Le rassegne

Per il ciclo “Novecento e oltre” (14, 17, 25, 26, 28, 30 luglio e 1° agosto) – progetto particolarmente vicino alla natura del Festival – sono in programma una serie di concerti che si affiancano le pagine di Rossini al repertorio contemporaneo e prime esecuzioni: si passerà dunque dalla Giovanna d’Arco del Pesarese, alle Danze sinfoniche da West Side Story di Bernstein, da Three Songs from William Shakespeare di Stravinskij ai Dieci pezzi da Romeo e Giulietta op. 75 di Prokof’ev con Anastasia e Liubov Gromoglasova al pianoforte e i cantanti dell’Accademia di Belcanto “Rodolfo Celletti”.Di sicuro interesse Gatta canta, gatto danza in programma a Martina Franca (14 luglio), a Cisternino (25 luglio), a Matera (26 luglio) e a Ceglie Messapica (28 luglio) che ha in programma composizioni dedicate o che rimandano agli amici felini come il Duetto dei gatti di Rossini, pagine da La gatta Cenerentola di Roberto De Simone e La Gattomachia di Orazio Sciortino che sarà anche sul podio dell’Orchestra ICO della Magna Grecia di Taranto con l’attore Mauro Lamantia, il baritono Domenico Colaianni e il violino di Riccardo Zamuner; Sciorino sarà protagonista anche del recital pianistico (30 luglio, ore 23) incentrato sul tema del “Notturno”. In calendario sette appuntamenti “Fuori orario” nelle chiese e nei chiostri di Martina Franca fra i concerti del mattino “All’ora sesta” (15, 22 e 29 luglio, ore 12), quelli del pomeriggio “I concerti del sorbetto” (14, 21 e 28 luglio, ore 17) e della tarda sera “Canta la notte” (30 luglio, ore 23).

Festival Junior

Iniziativa che coinvolge i più piccoli della città in uno spettacolo dedicato ai loro coetanei, pensato con lo spirito che contraddistingue il Festival della Valle d’Itria, cioè con uno sguardo rivolto al futuro, torna il Festival Junior (25 luglio), realizzato in collaborazione con l’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”. Una serata che negli anni si è affermata con grande successo, durante la quale i giovani interpreti – istruiti nel corso dei mesi invernali con il progetto “Bambini e Ragazzi... all’Opera!” della Fondazione Paolo Grassi – propongono l'adattamento di capolavori dei compositori più celebri o opere originariamente pensate per i bambini. Quest'anno, nell’ambito del “Progetto Rossini 1868/2018” per i 150 anni dalla morte del compositore pesarese, andrà in scena C’era una volta... Cenerentola!: la versione rossiniana della celebre favola di Perrault sarà proposta a Martina Franca nella adattamento per bambini del giovane attore e regista Marco Bellocchio che ne cura la regia, mentre la preparazione musicale delle voci bianche è affidata ad Angela Lacarbonara. Vincenzo Rana sarà impegnato al pianoforte, mentre l’attore Mauro Lamantia sarà in scena con i più piccoli.

Il Festival della Valle d’Itria – un po’ di storia

Il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca è nato nel 1975 su iniziativa di un gruppo di appassionati musicofili capeggiati da Alessandro Caroli, primo presidente del Festival, con il determinante supporto di Franco Punzi, allora Sindaco di Martina Franca, e di Paolo Grassi, all’epoca sovrintendente del Teatro alla Scala. Fin dagli esordi il Festival si è caratterizzato per la coraggiosa riproposta di un repertorio e di una prassi esecutiva sottovalutati: hanno contribuito alla sua affermazione le messe in scena di opere quali Tancredi di Rossini nel 1976 e della Norma nella versione originale con la protagonista dal timbro più scuro rispetto alla giovane Adalgisa.Dal 1980, con la presidenza di Franco Punzi e la direzione artistica di Rodolfo Celletti, grande esperto di vocalità, il Festival ha accentuato la sua identità originaria di rivalutazione del repertorio belcantista (da Monteverdi al protoromanticismo) e della Scuola musicale napoletana di cui grandi protagonisti furono i compositori pugliesi, pur senza trascurare il grande repertorio europeo e, in particolare, la valorizzazione di elementi del belcanto italiano presenti in opere di autori stranieri. Emblematiche le proposte di opere quali Adelaide di Borgogna e Semiramide di Rossini, L’incoronazione di Poppea di Monteverdi, Giulio Cesare di Händel, Fra Diavolo di Auber.Con la direzione artistica di Sergio Segalini, dal 1994 al 2009, il Festival ha ulteriormente sviluppato la dimensione internazionale delle scelte di repertorio a partire dalla Medée di Cherubini nella versione originale francese con i dialoghi parlati, per poi affrontare capolavori come Robert le diable di Meyerbeer, La Grande-Duchesse de Gérolstein di Offenbach, fino alla versione francese di Salomé di Richard Strauss. Alberto Triola, che ha assunto la direzione artistica del Festival nel 2010, ha riportato l’attenzione sul repertorio belcantistico e sul teatro musicale barocco, ma con importanti aperture all’opera del Novecento e contemporanea. Significative le scelte di titoli del biennio 2010-2011: Gianni di Parigi di Donizetti e Aureliano in Palmira di Rossini, Rodelinda, regina de’ Longobardi di Händel e Il novello Giasone di Cavalli-Stradella, Napoli Milionaria! di Rota e il dittico Der Ring des Polykrates (Korngold) – Das geheime Königreich (Krenek), L’Orfeo di Luigi Rossi-Daniela Terranova, Nur di Marco Taralli, Zaira di Bellini, Artaserse di Hasse, Crispino e la Comare dei fratelli Ricci, Maria di Venosa di Francesco d’Avalos, Giovanna d’arco di Verdi. Le produzioni del Festival si distinguono per l’autenticità dei testi (spesso rappresentati in versione integrale) e il rispetto dei tipi vocali, fedeli agli spartiti e alle interpretazioni originali. Il Festival ha contribuito all’affermazione di artisti che avrebbero scritto la storia dell’interpretazione quali Mariella Devia, Martine Dupuy, Paolo Coni, Daniela Dessì, Patrizia Ciofi, Renato Palumbo, per citarne solo alcuni. Dal 1975 sono state oltre cento le opere presentate al Festival della Valle d’Itria. Tra l’altro va ricordato che, nel corso della sua attività, il Festival ha ottenuto per sette volte l’ambito riconoscimento del Premio Abbiati dell’Associazione Nazionale Critici Musicali.


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