L’Ape musicale

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Francesco Pasqualetti

È COME GUIDARE UNA FERRARI SCAGLIETTI...

Scriveva Rossini alla madre nel 1818, a proposito di Mosè in Egitto , che lui chiamava ‘oratorio’: «Eccomi a Napoli sano e salvo e appresso all’oratorio che anderà quanto prima» (2 gennaio); «Sto scrivendo notte e giorno l’oratorio e ne spero bene» (9 gennaio); «Io scrivo l’oratorio, mi diverto e cogliono il prossimo» (20 gennaio); «Io ho quasi terminato l’oratorio e va benone, è di un genere però ele vatissimo e non so se questi mangiamaccheroni lo capiranno, io però scrivo per la mia gloria e non curo il resto» (13 febbraio);

«L’oratorio mi costa assai fatica perché di un genere non di molto effetto popolare ma sublime e fatto per accrescere la mia radicale riputazione» (24 febbraio) e chiudeva: «Mi scordavo di dirvi che la musica dell’oratorio è divina e che sto per sposare la Colbran».

Sublime e divino. Sì, e in effetti Mosè in Egitto è forse il Rossini migliore, è forse il Rossini più ispirato, è certamente il Rossini di cui egli stesso ci scrive e ci lascia traccia, quello dove egli concentra le sue più grandi energie e le sue più grandi aspirazioni.

Oggi, chissà perché, il Rossini serio, e Mosè in Egitto in particola re, è quasi sparito dai cartelloni il nome della facilità di ascolto dell’ Italiana in Algeri , del Barbiere di Siviglia , de La Cenerentola … eppure proprio Mosè in Egitto ci riserva delle sorprese, delle bellezze veramente straordinarie che è perfino difficile descrivere a parole: vi invito a lasciarvi stupire da una bellezza che non ci si aspetta. Qui ci troviamo di fronte a un Rossini che è già romantico prima dei Romantici, che è all’avanguardia prima delle avanguardie, che < compie scelte in orchestra che nessun compositore oserà per cento anni. Bisognerà, per esempio, aspettare Bartók per avere un compositore che chiede ai violinisti di pizzicare così forte la corda da farla sbattere sulla tastiera e produrre un rumore di legno, un effetto che Rossini nel 1818 fa suo come elemento espressivo per sotto lineare la morte del figlio del Faraone, e questo è solo un esempio della costante ricerca che sottende a tutto il Mosè.

Avete presente la sensazione di guidare un’auto all’avanguardia, come per esempio la mitica Ferrari Scaglietti degli anni ‘60? Ecco, man mano che andavo avanti, nelle prove, a dirigere questo Mosè , questa era la sensazione che provavo. Una sensazione da brivido, perché si sperimenta il confine del possibile.


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