L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

Programma

Dmitrij Šostakovič (1906-1975) Concerto per violino e orchestra n. 1 in La min. op. 77

Il primo dei concerti per violino e orchestra fu composto a Mosca tra il luglio 1947 e il marzo dell’anno successivo. Era dal 1933 - anno in cui compose il suo concerto per pianoforte - che Šostakovič non si avvicinava più al concerto solistico. In un periodo di piena guerra fredda e di cupo ostracismo da parte dell’Unione Sovietica contro ogni prodotto artistico in odore di formalismo filooccidentale, Šostakovič preferì tenerla nel cassetto per qualche anno e attendere il momento più propizio prima di presentarla al pubblico onde evitare che si ripetessero episodi spiacevoli come la stroncatura nel 1936 da parte della Pravda dell’opera Una Lady Machbeth del distretto di Mzensk che ancora bruciava nell’animo del compositore costretto allora all’umiliante esercizio della “riparazione” intitolando la Sinfonia n.4 “Risposta creativa pratica di un artista sovietico alle giuste critiche” Nel frattempo il compositore presentò il concerto, eseguendolo egli stesso al pianoforte, a un ristretto numero di amici tra cui lo stesso il celebre violinista David Ojstrach (a cui il concerto fu dedicato) il quale suggerì al compositore alcune correzioni tecniche da apportare alla partitura. Avviata la fase del disgelo di Kruscev il concerto per violino fu infine eseguito il 29 ottobre 1955 a Leningrado con la Orchestra filarmonica e David Ojstrakh nel ruolo solista.

A differenza di altri lavori consimili dello stesso Šostakovič questo non si rifà ai lineamenti architettonici della forma della sonata sinfonica ma piuttosto, ai modelli delle antiche suites strumentali. E ciò non tanto e non soltanto per essere questo Concerto in quattro tempi anziché nei tre tradizionali, quanto per i titoli e quindi per il carattere degli stessi quattro movimenti. Nonostante questo schema compositivo, il concerto nella sostanza però non si discosta dal tradizionale tipo di concerto solistico basato su un dialogo tra strumento e orchestra. L’Orchestra dall’organico piuttosto ampio non ha però la funzione di mero sfondo armonico alle acrobazie del solista ma si riserva un ruolo assai più articolato rivelatore dello squisito magistero polifonico del compositore sovietico. Il tema, che ricorda molto da vicino il terzo movimento della più celebre sinfonia di Šostakovič, è animato da una vena ironica e grottesca, che dà modo al violino solista di esprimere il suo virtuosismo.

Richard Strauss (1864 -1949) "Eine Alpensinfonie" (Sinfonia delle Alpi) op. 64

Dopo il successo mondiale di Salome (1905), di Elektra (1909) e soprattutto del Rosenkavalier (1911) Strauss sembrava deciso a lasciare il sinfonismo puro per il teatro d'opera. Se i primi abbozzi di un grande affresco sinfonico (che avrebbe dovuto intitolarsi L'Anticristo, Una sinfonia delle Alpi) risalgono al 1902, Strauss riprese concretamente a lavorare a quella che sarebbe rimasta la sua ultima composizione per orchestra di grandi proporzioni e ambizioni solo nel 1911 in contemporanea con la prima stesura di un’altra opera, Ariadne auf Naxos. Il 18 maggio 1911, appresa la morte di Mahler, Strauss annotava sul suo diario che il titolo di Anticristo stava a significare una rappresentazione dionisiaca della natura, rappresentazione che sarebbe concessa solo all'uomo superiore, all'eroe artista e filosofo, dipingendo “la purificazione morale dell'uomo grazie ai suoi soli forzi, la liberazione dal lavoro, il culto dell'eterna, splendida natura”. Ridotta dai quattro tempi previsti in origine a un unico grande movimento sinfonico e terminata di comporre l'8 febbraio 1915, dopo cento giorni di lavoro, la sinfonia fu diretta in prima assoluta a Berlino dallo stesso Strauss alla guida dell'Orchestra reale di Dresda, dedicataria dell'opera, il 25 ottobre di quell'anno, privata del titolo di Anticristo. La composizione è ispirata dall’amore di Strauss per la montagna, e in particolare per le Alpi bavaresi che egli ammirava dalla sua villa a Garmisch, ma il pensiero e l'immaginazione vanno ben oltre il paesaggio. Questa enorme 'Sinfonia', dichiarazione di fede romantica e tedesca e di panteismo anticristiano, è un ingombrante enigma, che nella sua spettacolare sonorità con una scrittura di stupefacente complessità tematica e polifonica nasconde molto. Quel che si sente nella Alpensinfonie con la sua musica di spettacolare magnificenza, l'immagine grandiosa ed oscura del mondo nato dalla pura vitalità. E la ascesa, con discesa, alpestre vorrebbe essere un viaggio iniziatico in questa forza del mondo, dalla notte alla notte, attraverso ventidue 'stazioni', o figure, o esperienze o episodi nei quali, quasi ogni suono, tema musicale, colore strumentale creano visivamente l'oggetto. Questa mastodontica partitura, questo insolito e ardimentoso progetto è il compendio del genio di Richard Strauss, della sua dottrina, della sua fede naturale e pagana e del suo passato.


Vuoi sostenere L'Ape musicale?

Basta il costo di un caffé!

con un bonifico sul nostro conto

o via PayPal

 



 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.