L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

Concerto per la Siria

Un ponte di fratellanza attraverso l'arte e la cultura
Le vie dell’Amicizia: Concerto per la Siria

Dedicato a
Khaled al-Asaad (1932-2015)
Hevrin Khalaf (1984-2019)

Riccardo Muti direttore

con la partecipazione di 
Aynur Doğan e Zehra Doğan

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
e musicisti della Syrian Expat Philharmonic Orchestra

Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore, op. 55 "Eroica"

Le vie dell'amicizia 1997-2019

Un concerto / evento nel suggestivo scenario dei Templi di Paestum promosso e sostenuto dalla Regione Campania con la Camera di Commercio di Salerno in collaborazione con il Ravenna Festival, il Comune di Capaccio, il Parco Archeologico di Paestum e Velia e con la Scabec, società in house della Regione Campania, che si occuperà dell’organizzazione generale, della promozione e della comunicazione. L’incasso della serata sarà devoluto in beneficenza.

Perché abbia significato, il dolore deve insegnarci qualcosa: il mistero altrimenti incomprensibile della sofferenza si svela quando ci rende capaci di vedere, sentire, condividere il dolore degli altri. Per questo Le vie dell’Amicizia, il progetto di Ravenna Festival che dal 1997 visita luoghi simbolo della storia antica e contemporanea, non dimentica il popolo siriano - perché un’Italia ferita è ancora un’Italia generosa. Guidati da Riccardo Muti, i musicisti dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini accoglieranno fra le proprie fila colleghi siriani per il doppio concerto che darà voce a quegli ideali di eguaglianza, libertà e fraternità di cui è intessuta l’Eroica di Beethoven. Prima a Ravenna, venerdì 3 luglio, nella Rocca Brancaleone, già simbolo di un’estate di musica dal vivo che sembrava impossibile fino a qualche settimana fa; poi, domenica 5 luglio, a Paestum, che al sito siriano di Palmira - sistematicamente mutilato dal terrorismo - è unita dal comune passato Romano, dal riconoscimento UNESCO e dal più recente gemellaggio.

Città simbolo nella storia del Mediterraneo e della civiltà europea, troppo spesso ferite dalla guerra, dall’odio, da incomprensioni e conflitti secolari: in oltre vent’anni le Vie dell’amicizia hanno gettato ponti di fratellanza e stretto in un abbraccio di pace popoli di cultura e religioni diverse, sempre nel segno della musica, lingua universale. A Damasco sono approdate nel 2004, è ancora viva l’emozione del concerto al Teatro romano di Bosra, e anche il legame di affetto e di stima reciproca stabilito da subito con quei musicisti e quel popolo. Niente poi è andato come avremmo voluto. Oggi nel ricordo di Hevrin Khalaf, giovane donna curda siriana, coraggiosa e libera, vittima di un barbaro agguato, il maestro Muti prova a dar voce al suo sogno di un futuro migliore. Sul palcoscenico della Rocca Brancaleone renderanno omaggio alla sua libertà e al suo coraggio la musicista Aynur Doğan e l’artista Zehra Doğan; entrambe di origine curda, entrambe impegnate per la questione femminile, entrambe oggetto di attacchi e censure.

Palmira e Paestum: l’una “sposa del deserto”, città carovaniera dalle mille e una storie, non ultima quella di Zenobia, che ne fu signora e regina e affermò di discendere da Semiramide, Didone, Cleopatra; l’altra colonia greca dedicata a Poseidone, conquistata dai Lucani, poi dai Romani e ricordata da Virgilio, Ovidio e Properzio per il profumo delle sue rose che fiorivano due volte all’anno, primavera e autunno (vogliono alcune cronache che siano stati i Romani a portare per primi in Europa la rosa damascena, o rosa di Damasco). Paestum e Palmira: entrambe attraversate dal filo rosso di un comune passato romano - è il latino, infatti, a traghettare fino a noi i nomi con cui le conosciamo. Le unisce  anche il riconoscimento dell’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, pietre parlanti di una storia condivisa dove Occidente e Oriente si confondono e sovrappongono come miraggi, o punti di vista. Palmira è una delle ferite della Siria, i suoi templi sistematicamente mutilati dal terrorismo islamico; dal 2018 è stretta in gemellaggio a Paestum, anche nel ricordo dell’archeologo Khaled Al-Asaad, per decenni direttore del sito siriano e vittima dell’Isis, a cui si era opposto a difesa della storia e dell’arte custodite in quel luogo. È allora a Paestum, attraverso Paestum, che le Vie dell’Amicizia raggiungono la Siria.


 

Le vie dell’Amicizia

Riccardo Muti con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e

la Syrian Expat Philarmonic Orchestra

ai Templi di Paestum

Salerno e la sua provincia: un mondo di emozioni

La Camera di Commercio di Salerno sostiene il programma Campania Sicura

del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca

Il fascino millenario dei Templi di Paestum e l’arte sublime del Maestro Riccardo Muti con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, la Syrian Expat Philarmonic Orchestra e la partecipazione di Aynur Doğan

garantiscono una serata magica e di grandissime emozioni. Il concerto sotto le stelle “Le vie dell’Amicizia”, trasmesso anche dalla RAI, diventerà immediatamente epocale per la suggestione del luogo e l’eccellenza dei protagonisti.

L’evento è promosso e sostenuto dalla Regione Campania con la Camera di Commercio di Salerno in collaborazione con il Ravenna Festival, il Comune di Capaccio, il Parco Archeologico di Paestum e Velia e con la Scabec, società in house della Regione Campania, che si occuperà dell’organizzazione generale, della promozione e della comunicazione.

L’iniziativa Campania Sicura, varata dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, è quello di presentare al mondo le eccellenze della nostra terra . Tale intento è condiviso e sostenuto dalla Camera di Commercio di Salerno che sta sviluppando a sua volta un importante programma comunicazionale a sostegno della ripresa del comparto turistico e dell’accoglienza. L’evento di Paestum rappresenta il tassello più pregiato di una campagna mediatica e social sulle reti Rai e quelle territoriali “Salerno e la sua provincia: un mondo di emozioni”.

Il fascino della Costa d’Amalfi e la storia millenaria di Paestum e Velia, i gusti della Dieta Mediterranea cilentana e l’arte della Ceramica vietrese, la grande architettura contemporanea e l’accogliente centro storico di Salerno, la Certosa di Padula e la magica Ravello, le montagne innevate ed il mare Bandiera Blu. Salerno e la sua provincia sono la sintesi perfetta di tutto quello che si possa desiderare per una vacanza sicura, serena, per tutti i gusti e per tutte le età.

Il Concerto del Maestro Muti rappresenta un inno all’amicizia tra popoli e culture ed è in continuità ideale con “Camera in Tour” l’iniziativa di grande successo che la Camera di Commercio di Salerno ha organizzato nel 2018 e nel 2019 ed ha visto esibirsi artisti del calibro di Renzo Arbore, Daniel Oren ed il compianto Enzo Bosso protagonista di una serata indimenticabile proprio nei Templi di Paestum.

Andrea Prete

Presidente Camera

Commercio Salerno


 

Il Parco Archeologico di Paestum e Velia

"Riccardo Muti è un mito della musica italiana e internazionale; averlo a Paestum grazie a una proficua collaborazione con Regione Campania, Camera di Commercio, Ravenna Festival e Comune di Capaccio Paestum, è un messaggio di speranza e di ripresa dopo la fase più drammatica della crisi sanitaria. Il concerto di amicizia avrà luogo davanti al c.d. tempio di Nettuno, che in realtà era dedicato a un'altra divinità, forse Apollo, il dio solare e oracolare, maestro della musica e della guarigione, legato a livello iconografico e cultuale con tradizioni orientali. Il sito di Paestum è stato tra i primi a riaprire dopo la chiusura dovuta alla pandemia, grazie a una squadra di funzionari e assistenti motivati e competenti, e ora guardiamo verso il futuro e cerchiamo di contribuire al rilancio del Paese, nel quale sono convinto che la cultura giochi un ruolo fondamentale."

Gabriel Zuchtriegel - Direttore Parco Archeologico di Paestum e Velia

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Canale Youtube del Parco Archeologico di Paestum e Velia:

 

 

Bollettini di Archeologia a cura del direttore Gabriel Zuchtriegel:

 


DICHIARAZIONE DI FRANCO ALFIERI

SINDACO DI CAPACCIO PAESTUM

“Capaccio Paestum è onorata di accogliere il Maestro Muti. Il concerto in programma per domenica 5 luglio non rappresenta solo un evento di altissima qualità artistica, ma anche un’occasione concreta di solidarietà con un popolo, quello siriano, la cui tragedia viene troppo spesso riposta in una sorta di dimenticatoio mediatico.

Per tutte queste ragioni, la nostra Amministrazione comunale ha sostenuto e sostiene il progetto con grande convinzione. Esprimo perciò gratitudine alla Regione Campania e al Presidente De Luca per aver scelto il nostro Comune come sede di questo appuntamento dal respiro davvero internazionale.

Paestum non è solo luogo di storia e di bellezza, ma anche simbolo dal valore universale: mi pare perciò significativo che proprio dai nostri templi, grazie alla musica del Maestro Muti, possa alzarsi un messaggio di speranza rivolto a tutti i popoli senza pace, ma anche a un’Italia che sta lottando per ripartire dopo i giorni durissimi del lockdown”

24 giugno 2020


 

INFORMAZIONI E CONTATTI

 

Un ponte di fratellanza attraverso l’arte e la cultura

Le vie dell’amicizia: concerto per la Siria

Templi di Paestum – domenica 5 luglio 2020, ore 21.30

 

Direttore Riccardo Muti

dedicato a 
Kahled al- Asaad (1932 - 2015) 
Hevrin Khalaf (1984 – 2019)

 

con la partecipazione di Aynur Doğan e Zehra Doğan

 

Orchestra Giovanile Luigi Cherubini

Syrian Expat Philarmonic Orchestra

 

 

Biglietti con tariffe da 20 € (poltrone) e 50 € (poltronissime)

I biglietti sono acquistabili su scabec.it/leviedellamicizia a partire dal 26 giugno.

La platea è realizzata nel rispetto delle norme anti Covid19, ogni poltrona sarà quindi a distanza di sicurezza dalle altre.

All’acquisto del biglietto online verrà comunicato l’orario di accesso e il varco a cui recarsi. Oltre alla normale procedura di rilevamento temperatura, ogni spettatore verrà assistito per il raggiungimento del proprio posto. Saranno disponibili quattro varchi di ingresso. Il programma di sala sarà scaricabile con il cellulare, su ogni sedia sarà disponibile il QRcode. La serata sarà ripresa dalle telecamere della RAI.

Tutte le informazioni saranno disponibili sul sito scabec.it/leviedellamicizia.


 

Il Parco dei Piccoli

Nell'area archeologica di Paestum nasce un parco giochi a tema archeologico con uno sguardo all'ambiente e alla sostenibilità.

L’allestimento è inserito nel percorso di visita del sito archeologico ed è corredato di pannelli esplicativi e panchine dove i genitori possono rilassarsi al cospetto dei monumenti millenari, pur mantenendo uno sguardo vigile ai loro figli che, giocando, scoprono alcuni aspetti di storia e archeologia antica.

L’ingresso al Parco dei Piccoli è gratuito dalle ore 09:00 alle ore 19:30 (ultimo ingresso 18:50).

Il “Parco dei Piccoli”, collocato sul lato est dei due grandi templi “Basilica” e “Nettuno”, consiste in 10 strutture che riproducono alcuni dei più famosi giochi di logica e strategia dell’antichità, ma anche alcune macchine da cantiere utilizzate per la costruzione dei tre templi dorici di Paestum.

1) Coclea o Vite di Archimede: macchina utilizzata per sollevare l’acqua e altri materiali granulari come la sabbia e i cereali. Questo congegno è anche conosciuto come vite di Archimede dal nome del suo celebre inventore greco nato in Sicilia circa 2300 anni fa. 

2) Rompicapo “Il ratto di Latona”: puzzle con pezzi di travertino che riproducono l’immagine originale del ratto di Latona così come scolpito sul tempio di Hera alla Foce del Sele.

3) Stomachion semplificato: gioco matematico inventato da Archimede in persona, uno dei più grandi matematici e scienziati greci della storia. Si tratta di un puzzle di 7 figure – triangoli e quadrilateri irregolari - che messi insieme formano una figura geometrica regolare.

4) Tavoliere o scacchiera: gioco da tavola, antenato della scacchiera, dove due giocatori simulavano una battaglia su un campo a scacchi con 30 pedine di due colori diversi, 15 per ciascun giocatore.

5) Altalena: uno dei giochi più amati dai bambini, ma anche dai grandi, dalle origini mitiche. È un piacevole svago a cui nessuno sa resistere per il senso di libertà che sboccia in chi si dondola. 

6) Trapano a volano: antico marchingegno capace di perforare anche le superfici più dure come la pietra dei templi di Paestum.

7) Bilanciere: strumento usato per alzare e spostare grandi pesi come i blocchi di pietra con cui furono costruiti i templi di Paestum. 

8) Pulegge, carrucole e paranchi: disco girevole intorno al proprio asse nella cui gola scorreva una corda utile a spostare e sollevare gradi pesi. 

9) Gru: macchina utilizzata per la movimentazione dei grandi blocchi in pietra dei templi dorici di Paestum. 

10) Barbiton: strumento musicale a corde simile alla lira, ma più grande, slanciato e con sette corde lunghe. Era costituito da un guscio di testuggine che fungeva da cassa armonica e da due sottili bracci lignei a cui erano legate sette corde ben tese. 

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Testi dei pannelli illustrativi collocati nel “Parco dei Piccoli”

 

Coclea o Vite di Archimede

Ecco una Coclea, una macchina utilizzata per sollevare l’acqua e altri materiali granulari come la sabbia e i cereali. Questo congegno è anche conosciuto come vite di Archimede dal nome del suo celebre inventore greco nato in Sicilia circa 2300 anni fa.

La Coclea è composta da una grande vite inserita all’interno di un tubo parzialmente immerso nel materiale che si vuole sollevare. Attraverso la rotazione della vite si riesce a raccogliere una certa quantità di sostanze che avanzano verso l’alto a ogni giro della vite. L’energia necessaria alla rotazione del dispositivo può essere fornita dal movimento di una maniglia, degli animali o delle eliche di un mulino a vento.

Ancora oggi la Coclea trova diverse applicazioni nel funzionamento delle centrali idroelettriche, nella manutenzione dei canali, nella bonifica di aree allagate, nei molini, nei frantoi, nelle aziende vinicole e in tanti altri contesti.

Che cosa aspetti, gioca anche tu con la Coclea!

 

 

Rompicapo “Il ratto di Latona”

Oggi vogliamo metterti alla prova con un rompicapo che preoccupa anche i giocatori più ingegnosi.

Riesci a capire chi sono i personaggi scolpiti in questi pezzi di travertino?

Ti diamo un indizio raccontandoti di Latona, amante del potente Zeus, dalla cui unione nacquero Apollo e Artemide. Hera, gelosa di tutti i tradimenti del suo sposo, per vendicarsi ispirò un violento desiderio nel gigante Tizio che cercò di rapire e violentare Latona. Le grida della dea furono udite dai sui figli che per difendere la madre uccisero il gigante con una moltitudine di frecce.

Hai capito adesso di chi si tratta?

Esatto, sono proprio Latona e Tizio rappresentati come li scolpirono i greci di Poseidonia su una delle metope rinvenute nel Santuario di Hera alla Foce del Sele.

Prova anche tu a ricomporre la scena originale del “ratto di Latona” incastrando i pezzi di travertino tra loro.

 

Stomachion semplificato

Questo è uno Stomachion, un gioco matematico inventato da Archimede in persona, uno dei più grandi matematici e scienziati greci della storia. Si tratta di un puzzle di 14 figure – triangoli e quadrilateri irregolari - che messi insieme formano una figura geometrica regolare: un quadrato.

Prova la versione semplificata dello stomachion unendo questi 7 frammenti per dare forma a un quadrato. Ti consigliamo di dotarti di tanta pazienza mentre giochi altrimenti potresti dare di matto, proprio come hanno fatto tanti altri giocatori prima di te: la parola stomachion, infatti, in greco significa “mal di stomaco” e allude alla grande difficoltà dei giocatori nel risolvere il rompicapo.

 

Tavoliere o scacchiera

 

Ecco la ricostruzione di uno dei giochi più famosi del mondo greco: “il gioco della città”, in greco Polis.

Si tratta di un gioco da tavola - antenato della scacchiera - ricostruito sulla base di tavolieri originali recuperati negli scavi archeologici, delle descrizione degli autori antichi e delle rappresentazioni di giocatori sui vasi a figure nere e a figure rosse. Polis si giocava su una tavola delimitata da linee che formavano caselle chiamate “città”, con 30 pedine di due colori diversi, 15 per ciascun giocatore; lo scopo era simulare una battaglia e difendere la propria patria.

Nel mondo greco i giochi e i giocattoli avevano un grande valore educativo e religioso. In particolare proprio i tavolieri e i giochi di strategia con le pedine, chiamati pettaia, avevano il compito di sviluppare l’ingegno, la pazienza, l’astuzia e la riflessione nei cittadini greci impegnati in politica e in guerra. Al contrario i giochi di fortuna o azzardo come il gioco dei dadi erano considerati immorali e per questo proibiti.

Chiedi al book-shop all’ingresso dell’area archeologica le pedine e inizia una nuova partita con “il gioco della città”.

 

Altalena

 

Nel Parco dei Piccoli non poteva mancare l’altalena, uno dei giochi più amati dai bambini, ma anche dai grandi.

Diversamente da quanto si possa pensare, l’origine dell’altalena è legato a una storia molto triste ambientata ad Atene, in Grecia. Il protagonista è il dio Dioniso che fu ospitato nella casa di Icario dove si innamorò di sua figlia, la giovane e bellissima Erigone. Andato via da Atene, per ringraziare Icario della sua gentilezza, il dio gli donò otri colmi di vino e gli insegnò come coltivare la vite. Icario offrì il vino del dio anche ai suoi vicini di casa che però presto si ubriacarono. Spaventati da questa nuova sensazione, pensarono che fossero stati avvelenati dal vicino, quindi lo uccisero a bastonate. La figlia Erigone, alla vista del corpo martoriato del padre, per il grande dolore si tolse la vita impiccandosi a un albero. Dioniso, adirato per quanto successo, inviò una maledizione su tutte le giovani ateniesi che improvvisamente persero la ragione e si impiccarono. Così, i cittadini di Atene per placare la collera del dio punirono i pastori che avevano assassinato Icario e istituirono una festa in onore di Erigone, dove veniva mimata l’impiccagione della fanciulla grazie a delle altalene appese agli alberi.

Oggi il gioco dell’altalena non ricorda più né Erigone né i riti delle giovani fanciulle ateniesi, ma è un piacevole svago a cui nessuno sa resistere per il senso di libertà che sboccia in chi si dondola.

E tu cosa aspetti, sali sull’altalena e dondolati all’ombra dei templi di Paestum.

 

 

Trapano a volano

 

Questa è la ricostruzione di un antico marchingegno capace di perforare anche le superfici più dure. Si tratta del trapano a volano, un utensile costituito da un’asta, un listello, un disco, una punta e una corda. La tecnologia usata per creare questo strumento è molto intuitiva, infatti, versioni più semplici del congegno sono note fin dall’epoca preistorica. L’apparecchio permette di ricavare fori sfruttando la pressione esercitata dalla rotazione di un oggetto appuntito su una superficie.

Prova anche tu a fare dei fori con il trapano a volano!

 

Bilanciere

 

Sai a cosa serviva un antico bilanciere? Si tratta di uno strumento usato per alzare e spostare grandi pesi, come i blocchi di pietra con cui furono costruiti i templi di Paestum. La fabbricazione del bilanciere si basa sul principio della leva e riserva la possibilità di far lavorare insieme più operai: contemporaneamente si esercita la trazione di più funi così che la forza applicata risulti maggiore del peso dell’oggetto che si vuole sollevare.

I cantieri dei templi furono il teatro più rappresentativo della tecnica edilizia antica, qui si sono messe in campo tutte le conoscenze matematiche, geometriche e fisiche conosciute in quel tempo.

Conosci altri antichi strumenti di lavoro?

Pulegge, carrucole e paranchi

Nel cantiere dei templi di Paestum, indispensabile per la costruzione dei grandi edifici in pietra doveva essere stata la puleggia, un disco girevole intorno al proprio asse nella cui gola scorreva una corda. L’invenzione di questo congegno utile a spostare e sollevare i pesi fu attribuita ad Archita di Taranto, un filosofo e matematico vissuto 2400 anni fa e allievo di una delle più famose scuole di filosofia del mondo greco, la scuola pitagorica, dal nome del suo fondatore Pitagora.

Oltre alla puleggia, altri strumenti utilizzati dagli operai di Paestum per movimentare e porre in opera il materiale edilizio dei templi furono la carrucola e il paranco. Tutti e tre gli strumenti sono stati costruiti secondo il principio del bilanciamento delle forze opposte per cui applicando una forza molto inferiore al peso dell’oggetto, si riesce a sollevarlo e a spostarlo in modo agevole.

Prova a immaginare anche tu il cantiere del tempio di Nettuno: cosa ti colpisce di più?

 

 

Gru

Questa è una gru, una delle macchine che si crede siano servite per la movimentazione dei grandi blocchi in pietra dei templi dorici di Paestum. L’introduzione della gru nei cantieri edili antichi rappresentò una grande innovazione in quanto evitava l’utilizzo di rampe mobili, di sicuro meno stabili e più pericolose per chi lavorava.

Il modello di gru qui proposto è un’ipotesi, ovvero è come noi ci siamo immaginati dovesse essere stata questa macchina leggendo le descrizioni degli autori antichi e cercando di interpretare i disegni, spesso approssimativi, che sono stati fatti nel passato. Tra le fonti antiche studiate con lo scopo di ricostruire un’antica gru, ricordiamo il trattato sull’architettura di Vitruvio, il famoso architetto e scrittore romano che descrisse gli strumenti e le macchine utilizzate nel mondo antico per la costruzione di edifici pubblici e privati.

Anche tu pensi che le gru abbiano facilitato il modo di lavorare degli operai antichi?

 

 

 

Barbiton

Ecco un barbiton, uno strumento musicale a corde simile alla lira, ma più grande, slanciato e con sette corde lunghe. Era costituito da un guscio di testuggine che fungeva da cassa armonica e da due sottili bracci lignei a cui erano legate sette corde ben tese. I musici di Paestum, pizzicando le corde, intonavano canzoni e poesie durante feste e celebrazioni. Il barbiton era anche suonato durante i simposi, proprio come quello rappresentato nelle lastre dipinte della celeberrima Tomba del Tuffatore dove al suono della musica cinque uomini bevevano e giocavano insieme.

 

Visita il Museo e scopri le tombe dei musici di Paestum con strumenti musicali nei corredi funebri.

 

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 UN PERCORSO DI CONOSCENZA E DI EMOZIONI A PAESTUM con le visite speciali “Un tuffo nel blu”


Il Parco Archeologico di Paestum e Velia, in collaborazione con la cooperativa sociale Il Tulipano - Cilento4all, realizza dal 2018 percorsi di didattica museale per ragazzi con autismo e\o disabilità cognitiva.

Ogni terza domenica del mese e su prenotazione negli altri giorni, è possibile partecipare alle visite didattiche inclusive con il progetto “Un tuffo nel blu”, dedicate a famiglie, scuole, associazioni con bambini e ragazzi speciali di età compresa tra i 7 e i 15 anni.

Il percorso didattico della durata di 60 minuti si realizza per gruppi nel Museo presso la sala della “Tomba del Tuffatore” e presso l’area archeologica “Parco dei piccoli” .

Con un “Tuffo nel Blu”, l’arte e l’archeologia diventano uno strumento di emersione delle diverse intelligenze e potenzialità della persona; il Museo diviene luogo di vita, aggregazione ed inclusione che dà ad ogni partecipante in modo personalizzato ed individualizzato, l’opportunità, nel rispetto dei propri tempi, di vedere e vivere il Museo e l'area dei Templi come una personale ed intima esperienza di emozioni e di socializzazione.

“Continuiamo a lavorare sull'accessibilità e sull'inclusione, sapendo che c’è ancora molto da fare – dichiara il direttore Zuchtriegel – ma anche che con piccoli passi concreti si possono raggiungere obiettivi importanti”.

La visita si avvale del modello e degli ausili didattici ideati e realizzati dal Tulipano\Cilento4all e validati dal Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università Federico II di Napoli

L’icona del progetto “Un tuffo del blu” è stata realizzata da Antonella Ricciardi, referente dei laboratori creativi per Cilento4all, che racconta “Ho scelto l’immagine del tuffatore per rappresentare un giovane che si tuffa letteralmente nella mente di un ragazzo con autismo. La condizione autistica è rappresentata dal blu, colore simbolo dell’autismo, che circonda la bocca del soggetto illustrato; ho volutamente scelto la bocca in quanto organo di comunicazione “speciale” ma non unico. Il mio disegno lo dedico a tutti i ragazzi affetti da autismo, sperando di aver espresso al meglio il principio della diversità, che non ne fa degli assenti, ma li rende semplicemente sensibili in un modo diverso”.

“Un tuffo nel blu” nasce dal lavoro di co-progettazione che vede coinvolti il personale dei servizi di accoglienza del Museo, la società cooperativa Tulipano - il Centro Famiglie in Rete\ Cilento4all ed il Dipartimento di Scienze Motorie e del Benessere dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope". 

 

La prenotazione è obbligatoria al numero +39 342 6327019.

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