L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Rai Storia per il 25 aprile

DOMENICA 24/04/2022

La “Domenica Con” Orietta Berti Da Reggio Emilia al Festival di Sanremo, una vita di successi

Da don Camillo e Peppone a “L’uccellino della Val Padana”, dai grandi successi sanremesi agli incontri con tre papi: una vita in dieci ore, che Orietta Berti propone ai telespettatori scegliendo e commentando il palinsesto della “Domenica Con”, lo spazio curato da Giovanni Paolo Fontana ed Enrico Salvatori, in onda domenica 24 aprile dalle 14 alle 24 su Rai Storia.

Un palinsesto che parte dalla sua Emilia, ricordando don Camillo e Peppone attraverso un’intervista di Guareschi con Montanelli, Fernandel con Raimondo Vianello e Gino Cervi al “Musichiere”. Sorrisi che si accompagnano alla buona tavola emiliana celebrata da Orietta Berti con sketch con Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello e con il doc “Viaggio nella valle del Po” di Mario Soldati. Alla vigilia del 25 aprile, poi, spazio anche alla Resistenza con il doc di Liliana Cavani “La donna nella resistenza” e all’emancipazione femminile, ricordando le manifestazioni degli anni '50 alle quali Orietta, bambina, partecipava con la mamma Olga.

Immancabile, la grande carriera della Berti, con il racconto del mondo della canzone e dello spettacolo e dei suoi protagonisti a partire da “Canzonissima 1969”, quando si piazzò come unica donna in finale con Domenico Modugno, Claudio Villa, Gianni Morandi, Al Bano, Massimo Ranieri. E poi i compagni di viaggio come Mike Bongiorno, che ritrova riproponendo “Ieri e oggi” del 1976, dove fu ospite insieme ad Alberto Sordi; e Enzo Tortora al quale rende omaggio con un filmato che vede il ritorno del conduttore in tivù e un collegamento con Orietta Berti da Villa Aiola mentre parla delle origini del Parmigiano Reggiano e Paola Borboni che fa parlare il famoso pappagallo. Orietta Berti si sofferma, inoltre, sulle sue sigle televisive - “Un fiore sulla luna”, “Che ti importa se sei stonato”, “I sogni son desideri”, “La balena” e “Tagliatelle” - e su Carosello che ricorda con il documentario “Carosello che passione”. Non possono mancare le sue numerose apparizioni al Festival di Sanremo, negli anni 1966, 1967, 1968, 1969, 1970, 1974, 1976, 1981, 1982, 1986, 1992 fino al grande ritorno nel 2021. A seguire, Orietta Berti affronta il tema della spiritualità raccontando le udienze avute con tre Papi e l’incontro con il Dalai Lama e introducendo gli spezzoni “Quelli del calcio 1998 Dalai Lama” e “Il giubileo degli ammalati in sala Paolo VI nel 2000”.

Per la prima serata Orietta Berti sceglie il film “I nuovi mostri” di Scola, Monicelli, Risi – nel quale interpreta con Ugo Tognazzi l’episodio “L’uccellino della Val Padana” -, mentre per il gran finale propone un omaggio a una collega, che è anche una grande voce, Mina. A lei dedica il montaggio di una decina di brani da lei interpretati, anche con Gianni Morandi, Giorgio Gaber e Lucio Battisti.

LUNEDI’ 25/04/2022

Rai 3 e Rai Storia: “Passato e Presente” Operazione Teodora. La liberazione di Ravenna

Nome in codice: Operazione Teodora. E’ l’operazione militare che il 4 dicembre 1944 libera la città di Ravenna dall’occupazione nazi-fascista. Un’operazione he ha per protagonisti i partigiani comandati da Arrigo Boldrini – nome di battaglia “comandante Bulow” - e l’esercito alleato guidato dal Generale Richard McCreery. Una pagina della Seconda Guerra Mondiale riletta da Polo Mieli e dal professor Marcello Flores a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda lunedì 25 aprile alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Boldrini, in particolare, guida una spedizione dietro le linee tedesche per convincere gli alleati a non bombardare il capoluogo romagnolo, come era nei loro piani, anche per preservare il grande patrimonio artistico della città, come i famosi mosaici bizantini dell’imperatrice moglie di Giustiniano da cui l’operazione prende il nome. Nel quadro della lunga liberazione d’Italia dal nazifascismo, l’Operazione Teodora è probabilmente l’episodio più significativo sotto l’aspetto della collaborazione tra partigiani ed alleati. La puntata di “Passato e Presente” è stata realizzata con la collaborazione della Biblioteca Classense di Ravenna.

Speciali Storia La strage di Acerra

1-3 Ottobre 1943, Acerra. I nazisti incendiano il centro il storico del paese e uccidono più di 80 persone: uomini, donne, anziani, bambini. La vittima più piccola, aveva solo un anno, si chiamava Gennaro Auriemma. Si tratta di una delle più grandi stragi compiute dall'esercito tedesco nel sud Italia. La strage fu l'atto conclusivo di circa un mese di violenze, saccheggi, stupri, razzie, rastrellamenti, atti ai quai la popolazione reagì in massa, dando vita a una forma di resistenza organizzata. Nel 1999 alla città di Acerra è stata assegnata la medaglia d'oro al valor civile. Questo per il grande coraggio e il generoso spirito di solidarietà - così si legge nella motivazione - con la quale si ricostruì dopo l'eccidio. In onda in prima visione lunedì 24 aprile alle 21.10 su Rai Storia

Milano in guerra Una città Medaglia d’oro della Resistenza

Milano durante il secondo conflitto mondiale. La racconta il doc “Milano in guerra”, in onda lunedì 25 aprile alle 22.10 su Rai Storia. In primo piano la vita quotidiana dei cittadini, i bombardamenti, la fame, il razionamento, gli sfollati. E poi gli scioperi del marzo 1943, la caduta del fascismo, l’armistizio, l’occupazione nazista, il periodo della Repubblica Sociale Italiana. 
Tra il 1943 e il 1945 Milano rappresenta uno dei principali centri della lotta partigiana. Qui, dopo l’8 settembre, nascono le Brigate Garibaldi e la resistenza si organizza militarmente, ma la repressione nazifascista è durissima: arresti, deportazioni, torture e stragi. Attraverso filmati di repertorio, interviste, documenti inediti dell’Archivio Centrale dello Stato, e riprese nei luoghi della memoria (la Loggia dei Mercanti, Via Santa Margherita, Via Rovello, Piazza dei Piccoli Martiri, Piazzale Loreto) emerge, così, la storia di una città – Milano – Medaglia d’oro della Resistenza.

MARTEDI’ 26/04/2022

Passato e Presente La guerra segreta dei fratelli Dulles

Il 1953 è un anno di svolta per la politica americana.  Un nuovo presidente, il repubblicano Dwight Eisenhower, si insedia alla Casa Bianca, mettendo fine al ventennio dominato dal partito democratico di Roosevelt e Truman.  Gli Stati Uniti stanno già combattendo la guerra fredda da almeno cinque anni, e sono impegnati nelle fasi finali del conflitto in Corea.  La nuova amministrazione non intende cambiare rotta in politica estera.  Ma a meno di un mese dalla conferma di John Foster Dulles alla carica di Segretario di Stato, Eisenhower nomina il fratello, Allen Dulles, direttore della CIA.  Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Angela Santese a “Passato e Presente”, in onda martedì 26 aprile alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Si tratta di una decisione che suscita non poche perplessità nelle cancellerie europee e tra gli stessi consiglieri del presidente. Unendo i loro potenti apparati, i fratelli Dulles possono esercitare un’enorme influenza sull’azione di governo e collaborare per un impiego senza precedenti di tutti gli strumenti dello spionaggio, della propaganda, dell’azione armata clandestina contro i nemici, veri o presunti, degli Stati Uniti. 

"Speciali Storia" Giulio Cesare in Gallia  

Cristoforo Gorno, dalla Borgogna - quella che era la cosiddetta “Gallia” - racconta il contesto e le battaglie più significative della celeberrima campagna di conquista di Giulio Cesare, svelandone luci e ombre. E’ lo Speciale “Giulio Cesare in Gallia”, in onda martedì 26 aprile alle 21.10 su Rai Storia. Tenendo come fonte il De Bello Gallico, la cronaca scritta da Cesare stesso, Gorno si sposta da un luogo all’altro, da Bibracte a Alesia a Autun, per narrare l’avanzare della conquista della Gallia da parte dell’esercito romano. 
Durante lo svolgersi della puntata viene ridata voce non solo a Cesare e ai suoi più fedeli comandanti, Tito Labieno e Marco Antonio, ma anche ai capi gallici, Ariovisto, Ambiorige, Diviziaco e Vercingetorige, il fiero capo degli Arverni, che, prima di essere sconfitto e deportato a Roma, riuscì a coalizzare la maggioranza dei popoli gallici contro l’ìmpero romano. 
Il programma è stato girato integralmente nei luoghi che hanno visto svolgersi una delle più cruente, travolgenti e altamente strategiche, campagne militari di tutti i tempi. 

La guerra segreta L'ascesa di Tito

Il 17 settembre 1943 dodici commando inglesi si imbarcano su un bombardiere Halifax, in una base isolata vicino al Cairo. La loro missione è top secret. Gli ordini arrivano da Winston Churchill in persona: dovranno atterrare dietro le linee nemiche nella Jugoslavia occupata dai tedeschi e stringere un accordo con la resistenza comunista guidata da Joseph Tito. L’uomo che guida la missione è scelto appositamente da Churchill. È un soldato, un politico e un aristocratico: Fitzroy Maclean. Churchill e Maclean corrono un grande rischio: alleandosi con Tito potrebbero svegliare un mostro che renderebbe la Jugoslavia uno Stato totalitario. L’alternativa però è ben peggiore. L’ascesa di Tito è al centro dell’ultimo appuntamento con “La guerra segreta”, in onda martedì 26 aprile alle 22.10 su Rai Storia. È la storia di una riuscita scommessa di guerra, di come un aristocratico conservatore scozzese diventi amico di uno spietato comunista formando la più improbabile delle coalizioni. Fomentando la resistenza aiutando a vincere la guerra nei Balcani e a modellare l’Europa del dopoguerra. Joseph Tito guiderà una Jugoslavia stabile e indipendente per oltre trent’anni. Fitzroy Maclean verrà ammirato come uno dei personaggi chiave della guerra segreta. 

MERCOLEDI’ 27/04/2022

Passato e Presente Suppliche, appelli, petizioni, Il popolo scrive al potere

Da sempre le persone comuni scrivono appelli, suppliche, petizioni alle autorità, cercando nel rapporto diretto con i governanti di ottenere favori o rivendicare quel che ritengono spettargli di diritto. Da qualche decennio, la storiografia ha mostrato un crescente interesse per questo tipo di fonti, e ha utilizzato questi materiali come chiavi di lettura per studiare fenomeni o periodi storici. A “Passato e Presente”, in onda mercoledì 27 aprile alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo mieli e la professoressa Enrica Asquer analizzano in particolare tre momenti: un primo approfondimento riguarda le lettere che gli ebrei italiani scrivono a Mussolini – oltre che alla Direzione generale per la Demografia e la Razza – dopo la promulgazione delle leggi razziali del 1938 da parte del governo fascista. Chi scrive, quasi mai discute o contesta la nuova legislazione, ma chiede la deroga per la propria situazione, adducendo le più svariate motivazioni; un secondo capitolo è dedicato alle lettere che molti ex partigiani, soprattutto comunisti - arrestati per atti di violenza compiuti nel contesto della guerra civile, prima e dopo la Liberazione - scrivono a Palmiro Togliatti e ai dirigenti del Partito comunista per rivendicare il loro comportamento di combattenti per la libertà. E infine, le lettere che gli italiani scrivono, dopo il 1946, al Presidente della Repubblica, considerato un po’ come il padre di tutti gli italiani. Nelle loro lettere si legge in filigrana l’evoluzione della società italiana, dalla miseria del periodo della Ricostruzione al benessere degli anni del miracolo economico.

Storie della tv Lello Bersani e Carlo Mazzarella

Storie della Tv, in onda mercoledì 27 aprile alle 21.10 su Rai Storia, presenta due dei più grandi protagonisti della storia della televisione e del cinema italiano. Giornalisti, attori, inviati, Lello Bersani e Carlo Mazzarella hanno portato la Rai sulle rive del Lido di Venezia, ritraendo per decenni, prima alla radio e poi davanti alla telecamera, la Mostra del Cinema di Venezia, ed esplorando allo stesso tempo le potenzialità dello strumento televisivo, messo al servizio del racconto della cinematografia.

Nelle loro storie professionali, incontreranno tutti i grandi protagonisti dell'epoca, da Federico Fellini a Sofia Loren, da Totò ad Aberto Sordi, fino a Pier Paolo Pasolini, in una girandola di volti e di nomi anche di rilievo internazionale come Churchill, Hitchcock, Greta Garbo e Salvador Dalì. Da cronista puro, Lello Bersani contribuirà anche alla nascita del mito della Dolce vita, per poi condurre il telegiornale e programmi come la Domenica sportiva e Prisma, mentre Carlo Mazzarella documenterà la sconosciuta e mitizzata società americana con i suoi reportage dal forte taglio sociale.

A raccontare l'entusiasmo, le innovazioni e il rigore professionale di Lello Bersani e Carlo Mazzarella saranno gli intervistati Vincenzo Mollica, Steve Della Casa, Carlo Lucherini e Alberto Barbera.

Italiani. Elio Fiorucci

Fiorucci è il nome di un uomo, di un modo di vedere il mondo, di un progetto imprenditoriale che ha cambiato la storia della moda italiana e non solo. Fiorucci è il nome di un fenomeno d’avanguardia che, a partire dalla fine degli anni Sessanta, ha rivoluzionato il Pop, un mondo dentro il quale convivono tante parti di mondo, culture, tendenze, innovazioni, arti. È la velocità con cui cambiano le mode. È la creatività capace di creare un territorio in cui la cultura e i consumi non sono più scissi. Al fenomeno Elio Fiorucci Rai Cultura dedica la puntata di “Italiani” firmata da Ilaria Dessi per la regia di Ai Nagasawa, con l’introduzione di Paolo Mieli, in onda mercoledì 27 aprile alle 22.10 su Rai Storia. Lo stilista diventa egli stesso un’icona del mondo che rappresenta. Perché le novità che propone coincidono con i desideri degli acquirenti, perché è un cosmopolita che quando viaggia non entra solo nei musei, ma si incanta, come fa la generazione del rock e del pop, davanti alle minigonne di Mary Quant, ai kilt riadattati, alle pianelle cinesi, ai montoni afgani, ai camicioni messicani, e soprattutto davanti alle pubblicità americane della Coca-Cola, delle donnine con le forme a cuore, delle ragazzine con i calzettoni, le treccine e le magliette a righe. Fiorucci regala sogni quotidiani, perché nei suoi negozi fa circolare il sound dei Beatles, offre caffè, ha un mercatino dell’usato, perché ha fatto dei suoi store posti meravigliosi in cui trascorrere il pomeriggio. 
Fiorucci vince perché fa. Fa il nuovo sintonizzandosi sul movimento della società, proponendo stili di vita, mai mode. Vince perché propone la felicità, da sempre simbolo del suo modo di essere: dagli angioletti vittoriani degli esordi ai nanetti del periodo di Love Therapy, dalle manette di peluche alle t-shirt con Topolino, Fiorucci costruisce un mondo ludico, infantile e malizioso allo stesso tempo, favolistico ma anche immerso nella realtà. Fiorucci è un mito, perché fa le cose con il cuore, perché la sua filosofia è semplice ma rivoluzionaria: L’amore rende magica la vita. Lo ricordano e ne parlano la sorella Floria Fiorucci; la figlia Erica Fiorucci; la ex moglie Cristina Rossi Fiorucci; Franco Marbelli, architetto; Maria Luisa Frisa, Direttore del Corso di laurea in Design della moda e Arti multimediali IUAV Venezia; Luisa Valeriani, storica dell’arte e della moda (Accademia di Belle Arti di Roma e Università La Sapienza); Renzo Rosso, imprenditore, fondatore e azionista di Diesel; Stefano Beraldo, amministratore delegato di Ovs e Gruppo Coin; Gianluca Lo Vetro, giornalista di costume e critico di moda.

GIOVEDI’ 28/04/2022

Passato e Presente. I giovani e la marcia su Roma

Nell’Italia del primo dopoguerra, in un contesto politico e sociale attraversato da crisi e tensioni, molti giovani sono alla ricerca di nuovi ideali da contrapporre al vecchio sistema politico liberale che appare ormai al tramonto. Lo raccontano Paolo Mieli e il professor Marco Mondini a “Passato e Presente”, in onda giovedì 28 aprile alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Il mito della Grande Guerra e della cosiddetta vittoria mutilata rappresenta una forte attrazione per non pochi giovani italiani che perseguono la strada del rinnovamento e intendono continuare a combattere per la Patria. Molti di loro risponderanno alla chiamata del fascismo, il movimento fondato da Mussolini nel 1919, che proprio nei giovani individua il proprio serbatoio di consenso, di attivisti e anche di squadristi, pronti a scatenare la loro violenza contro gli avversari politici. E saranno molti di quei giovani ad ingrossare le file della marcia che il 28 ottobre 1922 giunge a Roma.

a.C.d.C. Orient Express. Un treno nella storia

Ad a.C.d.C. con l’introduzione del prof. Alessandro Barbero la straordinaria iniziativa che portò, nella seconda metà del XIX secolo, alla “invenzione” del treno più famoso del mondo: l’Orient Express. In un’Europa ancora lacerata da conflitti e diffidenze, l’imprenditore belga Georges Nagelmackers lotta per realizzare una rete di treni notturni che colleghino le principali città europee e per trasformare in realtà il sogno di un convoglio capace di superare tutti i confini e di spalancare le porte dell’Oriente, permettendo ai suoi passeggeri di viaggiare comodi e sicuri verso la modernità. In onda il 28 aprile alle 21.10 su Rai Storia

a.C.d.C. La grande corsa delle bighe

L’ascesa dell'auriga Scorpus che, scelto dallo stesso imperatore Domiziano, entra a far parte di una delle quattro scuderie, dette Fazioni, che controllavano le corse delle bighe. Lo racconta il secondo ed ultimo episodio di a.C.d.C. “Le corse dei carri nel circo”, introdotto dal professor Alessandro Barbero, in onda giovedì 28 aprile alle 22.10 su Rai Storia. Il giovane Scorpus colleziona vittorie su vittorie, ma il suo destino, come quello di altri grandi aurighi, è indissolubilmente legato a quello stesso circo di gara che ne ha fatto uno degli idoli del suo tempo. Scorpus condividerà una sorte analoga a quella di Domiziano, l'imperatore che lo sostenne e che sarà ucciso poco tempo dopo la sua scomparsa.

VENERDì 29/04/2022

Passato e Presente Cina-URSS tra equilibrio e competizione

Sono quattromila i chilometri di confine tra i due paesi socialisti più grandi della storia. Un legame inscindibile ma non sempre idilliaco, come dimostrano le vicende che hanno accompagnato le relazioni tra Cina e URSS, oscillanti tra l’alleanza e la diffidenza reciproca. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Giovanni Andornino a “Passato e Presente”, in onda venerdì 29 aprile alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Durante il lungo percorso rivoluzionario che ha portato Mao al potere, l’URSS sostiene militarmente il suo avversario, il governo nazionalista di Chiang Kai-shek, che considera l’autorità ufficiale in Cina. Durante la fondazione della Repubblica Popolare, gli emissari e i tecnici inviati da Stalin aiutano i maoisti a costruire il nuovo stato e la nuova industria nazionale, secondo il modello sovietico. Ma l’arrivo di Kruscev al potere, dopo la morte di Stalin, segna una drastica rottura tra i due colossi socialisti e l’inizio di una nuova rivalità sul piano internazionale, che si ricomporrà soltanto 20 anni dopo, con la politica di distensione iniziata da Gorbaciov. La fine dell’URSS è ormai alle porte, mentre la Cina si avvia a diventare la nuova potenza mondiale del XXI secolo. In questa puntata, Paolo Mieli analizza le ragioni di questa rivalità e i delicati equilibri che essa ha prodotto insieme al professor Giovanni Andornino.

Speciali Storia ore 21.10
Storie contemporanee. Steinbeck e il Vietnam in guerra. il lungo reportage di un Nobel 

Il 30 aprile 1975 la caduta di Saigon pose fine alla lunga guerra del Vietnam, un conflitto che nel corso degli anni ‘60 vide gli Stati Uniti sempre più direttamente coinvolti nel contenimento dell’espansione comunista nel sud est asiatico e che si concluse con la più grande sconfitta militare della storia degli Stati Uniti con costi umani altissimi. Nel conflitto persero la vita 58 mila soldati americani, 250 mila soldati sudvietnamiti, 1 milione di combattenti tra vietcong e soldati nordvietnamiti, 2 milioni di civili. Tra il dicembre del 1966 e l’aprile del 1967 lo scrittore John Steinbeck, premio Nobel per la letteratura nel 1962, seguì da vicino il conflitto al fianco dei militari americani in Vietnam, come inviato di guerra. Il suo reportage, 58 dispacci dal fronte, fu pubblicato sul quotidiano Newsday, sotto forma di lettere indirizzate ad Alicia, moglie di Harry Frank Guggenheim, proprietario ed editore del giornale. Anni dopo, le lettere di Steinbeck furono raccolte e pubblicate in un libro: “Vietnam in Guerra. Dispacci dal fronte”. Il documentario “Steinbeck e il Vietnam in guerra”, in onda il 29 aprile alle 21.45 su Rai Storia, ruota intorno al reportage dello scrittore sulla guerra in Vietnam “vista da vicino”, alla sua volontà di raccontarla “in maniera oggettiva”.
Steinbeck era convinto come molti americani, che l’intervento militare in Vietnam servisse a “difendere la libertà di una piccola nazione coraggiosa dall’invasione comunista”. Quella guerra avrebbe inoltre fatto emergere il meglio dell’America, e il Paese, affrontando quella sfida, si sarebbe rigenerato. Fino alla fine della sua permanenza al fronte e al suo ritorno a casa quando il grande scrittore cambiò il suo giudizio su quella guerra, crebbe la sua perplessità sulla necessità di quel conflitto e nacque una nuova consapevolezza sulla sua illegittimità, sulla sua complessità, stupidità e ambiguità per l’orrore che aveva prodotto. Il documentario, ideato e diretto da Francesco Conversano e Nene Grignaffini, realizzato da Movie Movie per Rai Cultura, raccoglie le testimonianze di tre protagonisti italiani di quella stagione: il giornalista Furio Colombo che per anni, come corrispondente della Rai dagli Stati Uniti, raccontò la guerra in Vietnam attraverso una serie di reportage; Francesco Guccini che, ispirato da Bob Dylan, diventò presto in Italia “la voce della protesta”, dell’antimilitarismo e del pacifismo, della cultura libertaria e punto di riferimento di una intera generazione; e, infine, la scrittrice Lidia Ravera che, ancora giovanissima diventò partecipe, insieme a migliaia di giovani donne, delle lotte e delle manifestazioni di protesta che portarono nell’Italia di quegli anni grandi cambiamenti sociali, civili e culturali, alla nascita del femminismo e alla rivoluzione sessuale. 

Diario Civile. Pio La Torre. Per tutta una vita

Il 30 aprile del 1982, viene assassinato a Palermo Pio La Torre. Con lui, nella macchina crivellata dai colpi dei sicari, c'è anche Rosario Di Salvo, il compagno di partito che gli faceva da autista e guardia del corpo. Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nominato Prefetto di Palermo immediatamente dopo quell'attentato, a chi gli chiede perché la mafia abbia ucciso Pio La Torre, risponde “per tutta una vita”. Pio La Torre si è sempre schierato in difesa degli ultimi e in Sicilia questo ha voluto dire battersi contro gli interessi illeciti della mafia. Da quando, appena ventenne, guida le lotte contadine per la terra, passando per l'opposizione al Sacco di Palermo, fino alla mobilitazione contro la base missilistica di Comiso, La Torre combatte contro la mafia, per la legalità, la giustizia e la pace.

Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nominato Prefetto di Palermo immediatamente dopo quell'attentato, a chi gli chiede perché la mafia abbia ucciso Pio La Torre, risponde “per tutta una vita”.
Nessuno come lui conosce in prima persona il fenomeno mafioso, per questo è stata fondamentale la sua presenza nella Commissione parlamentare Antimafia, di cui ha redatto, insieme tra gli altri al giudice Cesare Terranova, la relazione di minoranza; un caposaldo della lotta contro la mafia. Ed è da quell'esperienza parlamentare che nasce la sua rivoluzionaria proposta di legge, che per prima ha previsto il reato di associazione di stampo mafioso e la confisca dei beni dei condannati. Legge che il parlamento approverà, col nome di Legge Rognoni-La Torre, solo il 13 settembre 1982, dopo la morte di La Torre e l'omicidio di Dalla Chiesa. Il documentario qui proposto si avvale delle testimonianze di coloro che più da vicino hanno conosciuto La Torre: il figlio Franco, i suoi primi compagni nel sindacato Emanuele Macaluso e Nicolò Cipolla, i suoi collaboratori nel Partito Comunista siciliano, Nino Mannino e Gioacchino Vizzini, il giornalista dell'Unità Vincenzo Vasile e l'allora cronista de L'Ora Attilio Bolzoni. In onda venerdì 29 aprile alle 22.45 su Rai Storia

SABATO 30/4/22

Film. Il mulino del Po

Ore 21.10 Rai Storia

Documentari d’autore. Vogliamo anche le rose

La regista Alina Marazzi ripercorre gli anni della liberazione sessuale femminile e per farlo usa immagini di repertorio, filmati in super8, immagini delle Teche Rai e della Cineteca di Bologna, film sperimentali di Adriana Monti, Loredana Rotondo e Alfredo Leopardi, testi tratti dai diari dell'Archivio di Pieve Santo Stefano. E’ il doc “Vogliamo anche le rose”, in onda sabato 30 aprile alle 22.45

su Rai Storia per “Documentari d’autore”.

Non mancano lettere e conversazioni con le testimoni di quegli anni, foto dell'epoca, fotoromanzi e riviste. Ma tutte queste immagini vengono intercalate a tre percorsi individuali vissuti a Roma, quelli di Anita, Teresa e Valentina, che scrivono le loro memorie nel 1967, nel '75 e nel '79. Anita viene da una famiglia borghese, si sente stretta nelle maglie dell'educazione cattolica impartitale dai suoi genitori e si iscrive all'università proprio quando stanno esplodendo i fermenti del '68. Teresa arriva a Roma da un paesino della provincia di Bari per sottoporsi a un aborto clandestino. Infine, Valentina, è una ragazza politicamente attiva che frequenta un collettivo.


 

 

 
 
 

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