Se la pena fa ancora spettacolo
Dalla condanna di Andrea Chénier alla perdurante richiesta di sanzioni esemplari
Giornate di studio interdisciplinari - Bologna, 26-28 marzo 2015 Conservatorio di Bologna, Sala Bossi
A cura di Alessandro Valenti
Processi, condanne ed espiazione hanno spesso costituito momenti centrali nel tessuto drammaturgico dell’opera lirica. Vedere sul palcoscenico la sofferenza della pena rassicura il pubblico che la giustizia abbia avuto il suo corso. Il reo non può sottrarsi al castigo: nessun artificio scenico o narrativo deve poter fermare l’esecuzione della sentenza pronunciata in nome del popolo. E se ciò accade è soltanto perché una giustizia superiore o divina così ha voluto. Vigilare affinché la pena sia concretamente eseguita nei confronti del reo è ancora oggi di particolare attualità. L’opinione pubblica appare infastidita quando l’imputato, perché ha patteggiato o è intervenuta la prescrizione del reato o perché sono applicate misure alternative, si sottrae alla pena astrattamente comminata dalla legge. Insomma, anche nel mondo reale c’è una pressante richiesta che la sofferenza della pena faccia spettacolo esemplare.