L’Ape musicale

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il cortile dell'archiginnasio a bologna

note al programma

“Il pianista norvegese Christian Ihle Hadland si presenta come un geniale e spettinato Billy Bunter, ma l'impressione si dissolve all'istante appena mette le mani alla tastiera. Nessun altro possiede la sua combinazione di poesia e di scatto felino: ha un tocco magico unico”. Così scrive Michael Church sull'Indipendent di Londra in occasione di un suo recente recital alla Wigmore Hall. pianofortissimo, che ama scoprire i grandi talenti provenienti da tutto il mondo, il 16 giugno ospita il suo debutto italiano assoluto. Trentatre anni, nativo di Stavanger, Hadland ha cominciato a suonare a otto anni. A undici fu ammesso al Conservatorio di Rogaland e nel 1999 cominciò a studiare con Jiri Hlinka, l'insegnante di Leif Ove Andnes. Ha debuttato con l'Orchestra della Radio Norvegese a quindici anni e successivamente si è esibito con tutte le orchestre scandinave. Nel 2011 ha vinto il premio BBC New Generation e da allora ha sempre regolarmente suonato in Gran Bretagna con le maggiori orchestre inglesi. La sue ultime incisioni per l'etichetta Simax sono state nominate per lo Spelleman Prize, l'equivalente norvegese dei Grammy.

pianofortissimo 2016 prosegue il 21 giugno con la prima apparizione italiana di Anna Tsybuleva, una nuova stella del firmamento pianistico internazionale che ha brillato in tutto il suo fulgore nel settembre scorso al Concorso di Leeds in Inghilterra, la prestigiosa competizione che ha rivelato al mondo il talento di Radu Lupu e Murray Perahia. Venticinque anni, Anna Tsybuleva ha convinto l'esigente giuria con la semplicità, la bellezza del suo suono e con la grinta sfoderata fin dalle prime esibizioni. Il suo pianismo è particolare: ha molte carte da giocare in termini di fantasia, idee e freschezza interpretativa, ma è quasi unico il suo approccio alla tastiera e il rapporto del suo corpo con la musica. I fortunati spettatori che potranno vedere il suo viso mentre suona, non potranno dimenticare che nel suo caso la musica diventa un tutt'uno con le espressioni del suo volto.

Altro debutto sotto le Due Torri e sua seconda apparizione in Italia il 23 giugno per il ventunenne pianista polacco Andrzej Wierciński, uno dei più interessanti pianisti dell'ultima generazione che nell'ottobre scorso ha incantato milioni di telespettatori durante la XVII edizione del Concorso Chopin di Varsavia. Intrapresi gli studi a sei anni, dal 2010 ha studiato con Anna Jastrzebska-Quinn alla Scuola Zenon Brzewski di Varsavia e dal 2014 nella classe di Wojciech Świtala all'Accademia di Musica di Katowice. Si è imposto in molti concorsi, fra cui il Budapest International Chopin Piano Competititon, il Concorso Halina Czerny-Stefanska di Poznam, il Concorso Polacco Chopin di Varsavia, il Concorso Chopin di Darmstadt, il Karol Szymanowski di Konin e il Moritz Moszkowski di Kielce. Wierciński è un interprete colto, elegante, riflessivo, dotato di una grande calma interiore e di una tecnica perfetta.

Eccezionale ritorno a Bologna il 30 giugno per Anna Kravtchenko, la pianista di origine ucraina vincitrice nel 1992 del Premio Busoni a soli sedici anni, oggi considerata una delle maggiori interpreti al mondo di Chopin e Liszt, di cui ha inciso due album per l'etichetta inglese Decca, ripresi di recente da Deutsche Grammophon. Artista tanto grande quanto schiva, Anna Kravtchenko per scelta personale tiene pochissimi concerti all'anno ma che sono tutti eventi imperdibili che attirano numerosi fan da ogni parte d'Italia. Anna Kravtchenko ha scelto il palcoscenico di pianofortissimo 2016 per presentare la sua ultima fatica concertistica: un programma molto intenso, l'integrale dei Notturni di Chopin, che eseguirà secondo l'originale sequenza scelta da Alexis Weissenberg negli anni '60.

Debutto sul palco di pianofortissimo 2016 il 6 luglio per l'eclettico pianista Danilo Rea, uno dei più raffinati esponenti del jazz italiano, impegnato nel concerto “Something fo our way”, omaggio ai Beatles e ai Rolling Stones. “I Beatles e i Rolling Stones fanno pace sulle note del pianoforte di Danilo Rea: per il suo nuovo progetto musicale di "piano solo", infatti, il musicista è capace di veleggiare con eleganza sospesa fra il jazz e il primo amore, il rock. Così nel nuovo album “Something in our way” (Warner), Rea ricompone l’eterna rivalità fra i Fab Four e i ragazzacci di Mick Jagger”. Una vera sfida: «Non è la prima volta che affronto il repertorio dei Beatles perché con le loro canzoni sono cresciuto e dal vivo le suono spesso – spiega Danilo Rea –. La cosa sorprendente è che lavorando a questo progetto mi sono avvicinato tantissimo ai Rolling Stones e mi sono reso conto di quanto siano potenti».

pianofortissimo 2016 ospita in chiusura, per la prima volta a Bologna, un recital della pianista cinese Zhu Xiao- Mei, classe 1949, che nel 1990 stupì la critica internazionale con una registrazione fra le più riuscite della storia delle Variazioni Goldberg di Bach. L'artista occupa un posto speciale nel mondo attuale: appare in pubblico solo per eseguire lavori particolarmente impegnativi che lei stessa definisce “montagne dell’anima” e le cui interpretazioni sono maturate attraverso un approfondito lavoro di analisi e studio. La sua carriera ha conosciuto uno sviluppo singolare: nata a Shanghai, introdotta alla musica dalla madre in tenera età, era già apparsa in radio e televisione quando aveva solo otto anni; i suoi studi vennero interrotti nel periodo della Rivoluzione Culturale. Dopo cinque anni trascorsi in un campo di rieducazione al confine con la Mongolia, in cui si doveva “cancellare in lei ogni desiderio tranne quello di morire per Mao”, tornata a Pechino si è diplomata presso il Conservatorio, quindi ha lasciato la Cina non appena il regime ha dato i primi segnali di apertura verso il mondo. Alla sua autobiografia La rivière et son secret è stato assegnato il Grand Prix des Muses nel 2008.

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