L’Ape musicale

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tristan und isolde

TRISTANO E ISOTTA

di Richard Wagner

«Bambina! Questo Tristano sta diventando qualcosa di spaventoso! Quest’ultimo atto!!! Temo che vietino l’opera – a meno che il tutto non sia messo in parodia da una cattiva rappresentazione: solo delle rappresentazioni mediocri potrebbero salvarmi! Se fossero perfette potrebbero far impazzire gli spettatori – non riesco a immaginare altro». Così Richard Wagner scriveva a Mathilde Wesendonck, l’amata Mathilde, durante la composizione del Tristano e Isotta. Era da tempo che Wagner voleva musicare la leggenda dei due celebri amanti e del filtro magico, che aveva letto nella versione di Goffredo di Strasburgo. Nel 1857 abbandona la composizione di Sigfrido e si dedica interamente al Tristano; sono gli anni della lettura del Mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer, sono gli anni dell’amore per Mathilde, la moglie del commerciante Otto Wesendonck che lo aveva ospitato a Zurigo. A Liszt aveva scritto: «Poiché in vita mia non ho mai gustato la vera felicità dell’amore, voglio erigere al più bello dei sogni un monumento nel quale dal principio alla fine sfogherò appieno questo amore. Ho sbozzato nella mia testa un Tristano e Isotta, un concetto musicale della massima semplicità, ma puro sangue; col bruno vessillo che sventola in fine del dramma, voglio avvolgermi per morire». Tristano e Isotta andò in scena a Monaco di Baviera il 10 giugno 1865: il mondo dell’opera non sarebbe stato più lo stesso. Così scrisse Nietzsche in Ecce Homo: «Ma ancora oggi vado in cerca di un’opera che abbia il fascino pericoloso, la dolce e tremenda infinitezza del Tristano – la cerco in tutte le arti, e invano. Tutti i misteri di Leonardo da Vinci, perdono la loro magia alla prima nota del Tristano».

ATTO I

In mare sulla nave di Tristano durante la traversata dall’Irlanda alla Cornovaglia. Tristano sta conducendo Isotta, principessa d’Irlanda, in sposa a re Marke di Cornovaglia. Isotta chiede che Tristano venga a renderle omaggio ma Kurwenal, scudiero di Tristano, le risponde che l’eroe che ha ucciso Morold, il fidanzato di Isotta, non deve rendere omaggio a nessuno. Isotta racconta alla sua ancella Brangäne di aver curato un uomo, giunto ferito su un vascello sulle coste dell’Irlanda. Quell’uomo diceva di chiamarsi Tantris, ma in realtà era Tristano, l’uccisore del suo fidanzato; ella avrebbe voluto ucciderlo e invece lo aveva guarito con i suoi filtri. Una volta guarito, Tristano era tornato e l’aveva rapita per portarla a suo zio, il re Marke. Isotta chiede quindi a Brangäne di darle un filtro mortale che farà bere a Tristano. Stanno per arrivare in Cornovaglia e Tristano giunge nella tenda di Isotta: beve e dopo di lui, dalla stessa coppa, beve anche Isotta: “si guardano fissi negli occhi, la cui espressione di sfida alla morte tosto si muta in fuoco d’amore”. Brangäne ha sostituito il filtro di morte con un filtro d’amore. I due si stringono in un abbraccio; squillano le trombe che annunciano l’arrivo del re Marke.

ATTO II

Nella rocca regale di Marke in Cornovaglia. È notte: Isotta attende l’amato Tristano, il giovane arriva e i due si abbracciano: “Oh, scendi quaggiù, notte dell’amore, dona oblio sì ch’io viva; accoglimi nel tuo grembo, liberami dal mondo!”. Dimentichi di tutto, non sentono la voce di Brangäne che ricorda che la notte sta per finire. Entra correndo Kurwenal: “Salvati, Tristano!”, ma è troppo tardi. Ecco arrivare il re Marke, Melot e la corte. Era stato Melot a convincere il re a fingere di allontanarsi per la caccia per poter sorprendere i due amanti. Marke è sconvolto: Tristano ha tradito l’onore. Tristano accusa Melot, che era suo amico, di aver ordito la sua trama perché innamorato di Isotta e lo sfida a duello; Melot sguaina la spada, Tristano lascia cadere la sua e viene ferito.

ATTO III

Rocca di Tristano in Bretagna. All’ombra di un grande tiglio Tristano, ferito, aspetta che arrivi Isotta. Kurwenal lo veglia e lo rassicura. Il suono della cornamusa del pastore avvisa che una nave sta arrivando: Tristano si strappa le bende, arriva Isotta ed egli muore tra le sue braccia. Giungono anche il re Marke e Melot; Kurwenal crede che siano degli assalitori, uccide Melot e a sua volta rimane ferito e muore. Ma Marke, che ha saputo da Brangäne la verità sul filtro, è venuto per perdonare. Troppo tardi: Isotta, in preda all’oblio, cade esanime sul corpo dell’amato e muore.


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