L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

LA VOIX HUMAINE/CAVALLERIA RUSTICANA

Due capolavori fra odio e amore

L’intreccio fra amore e odio accomuna due opere di epoche diverse affidate alla regia innovativa di Emma Dante, chiamata a tracciare un filo rosso fra le due donne che ne sono rispettivamente protagoniste.  Ne La voix humaine, capolavoro di metà Novecento (debuttò nel 1959 all’Opéra Comique), composto da Francis Poulenc su libretto di Jean Cocteau, si assiste al dialogo telefonico, ora concitato, ora fatto di inquietanti silenzi, fra due amanti. L’unica voce che si sente è quella di lei e il finale è, inevitabilmente, drammatico. Come pure è quello di un altro capolavoro, ma di tempi precedenti, Cavalleria rusticana, atto unico di Pietro Mascagni su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga: prima opera composta da Mascagni e certamente la più nota fra le sedici del compositore livornese, ebbe un successo immediato, sin dal suo debutto al Teatro Costanzi di Roma nel 1890, protrattosi poi nel tempo.

L’intreccio amoroso è in questo caso più complesso, sullo sfondo di una società chiusa nelle proprie ipocrisie. L’intermezzo orchestrale è tra i momenti musicali più famosi dell’opera di Mascagni: la pubblicità e il cinema (da Il Padrino parte terza a Toro Scatenato) se ne sono appropriati.

Elle, la protagonista de La voix humaine sarà interpretata da Anna Caterina Antonacci, mentre il cast di Cavalleria rusticana comprenderà Teresa Romano (Santuzza), Angelo Villari (Turiddu), Monsoo Kim (Alfio), Giovanna Lanza (Mamma Lucia) e Francesca Di Sauro (Lola).

Direzione musicale di Francesco Cilluffo. Regia di Emma Dante.

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.

Coproduzione Teatri di Opera Lombardia e Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. Allestimento della Fondazione Teatro Comunale di Bologna.

 

DIONYSOS RISING

Il mito di Dioniso come non si è mai visto e sentito

 

Dionysos Rising, novità assoluta, è un’azione lirica raccontata da personaggi rappresentati non nelle loro consuete vesti storico-mitologiche ma come persone normali, travolte dalla malattia di vivere, dalle loro angosce. Ognuno di loro (una madre che ha perso il proprio figlio, una figlia non voluta ed abbandonata, un giovane con manie di grandezza e un figlio-padre-amante costantemente dissociato) combatte contro i propri fantasmi, le proprie sindromi mentali cercando di superarle con droghe e farmaci. Quattro cantanti e cinque danzatori animano Dionysos Rising, un’opera che è anche «movimento inconsulto, un guizzo, un serpentino snodarsi; uno sguardo che coglie l’imprevisto, un’occhiata veloce ed intensa che appartiene al battere fugace delle palpebre», come dice l’autore. E come in tutto il lavoro di Roberto David Rusconi, anche in Dionysos Rising nasce dalla personalissima unione del suono acustico con quello elettronico: il pubblico vivrà un’esperienza acustica avvolgente, un’immersione sonora totale, grazie all’utilizzo di sofisticate strumentazioni. E alla fine, accadrà qualcosa di inaspettato. Un rave o qualcosa che gli assomiglia.

Direzione musicale: Timothy Redmond. Regia: Michael Scheidl.

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Coproduzione: netzzeit di Vienna, Fondazione Haydn di Bolzano e Trento.

AMALIA!

L’opera si veste di western

Amalia! è una western opera all’incrocio fra musica e cinema,uno dei progetti partecipanti alla prima edizione di OPER.A 20.21 FRINGE. Sul palcoscenico, insieme all’orchestra, ci sono tre cantanti e uno schermo, sul quale vengono proiettate immagini dei paesaggi un po’ cupi della Val di Fosse, cornice ideale per girare un film western. Ma quando i cantanti escono di scena, sono loro ad apparire sullo schermo, in una sorta di scambio di ruoli. Amalia! ha una prima fonte di ispirazione in Amy, la protagonista di High Noon intrepretata da Grace Kelly. Ma i riferimenti filmici sono anche gli spaghetti western di Sergio Leone, soprattutto Il buono, il brutto e il cattivo e C'era una volta il West, l’originale Django di Sergio Corbucci, nonché Django Unchained e The Hateful Eight di Quentin Tarantino. Ancora di più sono le influenze operistiche: Pagliacci, Anna Bolena, Un ballo in maschera, Bohéme, Fidelio, La Wally di Alfredo Catalani, Evgeny Onegin di Tschaikowski.

Amalia! è un intreccio di luoghi, suoni, epoche sul filo della ricerca di un nuovo modo di fare spettacolo.

Arie e duetti si alternano alle partiture originali di Michael Cohen-Weissert. Un tocco fashion lo danno i costumi firmati da Luis Trenker.

Direzione musicale di Markus Merkel. Ideazione e regia di Franziska Guggenbichler Beck.

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.

Produzione Fondazione Haydn di Bolzano e Trento. Coproduzione Helios Sustainable Films.

 

VIXEN

La volpe diventa “silenziosa”

Silent Opera è il nome della compagnia fondata da Daisy Evans ma è anche e soprattutto un concetto, una sorta di filosofia per cercare una connessione originale fra teatro musicale e XXI Secolo: partendo dalla Silent Disco, la regista inglese ha elaborato un nuovo format operistico, nel quale il pubblico, che indossa cuffie mediante le quali ascolta musica preregistrata e mixata con le performance dal vivo dei cantanti, diventa esso stesso il palcoscenico dell’opera. Il pubblico può quindi muoversi e interagire con lo spazio: di solito è il sottosuolo londinese, nel caso della prima rappresentazione italiana di Vixen Le Gallerie di Piedicastello, un tempo due tunnel stradali della tangenziale di Trento, oggi sede espositiva della Fondazione Museo Storico del Trentino destinata anche a ospitare eventi artistici.

Vixen prende le mosse da La piccola volpe astuta del compositore ceco Leoš Janáček, che traspose in chiave operistica una novella pensata originariamente come una specie di romanzo a fumetti. Nella versione di Daisy Evans la volpe è una giovane donna che, in un mondo a declinazione maschile, percorre con determinazione la propria strada, ponendo resistenza a un uomo che cerca di catturarla e controllarla.

Le parti di ispirazione folk dell’opera di Janáček vengono eseguite dal vivo, mentre le parti orchestrali, intrise di Romanticismo, sono preregistrate.

Direzione musicale di Stephen Higgins. Regia di Daisy Evans. Produzione Silent Opera.

LA WALLY

Una donna contro tutto e tutti

OPER.A 20.21 2018/2019 si conclude con un nuovo allestimento de La Wally, opera oggi non rappresentata così frequentemente come invece meriterebbe.

Considerata la migliore di tutte le opere di Alfredo Catalani, scritta su libretto di Luigi Illica basato sul romanzo Die Geierwally di Wilhelmine von Hillern, La Wally debuttò Il 20 gennaio 1892 al Teatro alla Scala di Milano: Catalani ne iniziò la stesura nel 1889, terminandola nel marzo del 1891. Nell'estate del medesimo anno, si recò in Tirolo assieme al celebre scenografo Adolf Hohenstein per osservare gli usi e i costumi locali. L’opera ebbe in passato una buona diffusione, arrivando anche negli Stati Uniti, soprattutto per merito di Arturo Toscanini, sincero ammiratore di Catalani, che la dirigerà più volte.

Vincitrice del Premio Abbiati dell’Associazione Critici Musicali Italiani per la regia di Written on Skin di George Benjamin, applaudita a Bolzano nell’ottobre 2016, la regista tedesca Nicola Raab offre ora una personale versione de La Wally, oltrepassando i clichés e il romanticismo da film a sfondo regionale e sentimentale-patriottico tipico dell’opera di Catalani. Non ci sarà nemmeno traccia di sfondi montani e paesaggi stereotipati. I costumi (in bianco e nero) e la scenografia saranno ridotti all’essenziale, dando così ancora più risalto alla lotta di una donna per raggiungere il posto a lei negato in una società dominata dagli uomini e al precipitare della sua vicenda umana.

Direzione musicale di Arvo Volmer. Regia Nicola Raab.

Interpreti: Charlotte-Anne Shipley (Wally), Alessandro Guerzoni (Stromminger), Francesca Sartorato (Afra), Francesca Sorteni (Walter), Ferdinand von Bothmer (Hagenbach), Ashley Prewett (Gellner), Enrico Marchesini (Pedone). Scene di Mirella Weingarten. Costumi di Julia Müer. Lighting design Clifton Taylor.

Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.

Coproduzione Fondazione Haydn di Bolzano e Trento e Vereinigte Bühnen Bozen.

ARTIST IN RESIDENCE

Roberto David Rusconi è l’artist in residence 2019 della Fondazione Haydn: oltre all’opera Dionysos Rising, il compositore italiano presenterà a Bolzano e Trento, il 5 e 6 febbraio, Bletterbach, composizione per voce recitante e orchestra eseguita nell’occasione della Stagione Sinfonica 2018/19 dell’Orchestra Haydn sotto la direzione di Darrell Ang. 

 

EVENTI COLLATERALI

Anche per la nuova Stagione sono previste iniziative volte a offrire allo spettatore strumenti di conoscenza e approfondimento: Cultur.a Lounge, talk organizzato in collaborazione con Vereinigte Bühnen Bozen che riscopre la forza evocativa dei costumi tradizionali, Oper.a Backstage, uno sguardo al “dietro le quinte”, e Oper.a Intro, appuntamento che ormai tradizionalmente accompagna l’inizio degli spettacoli.

In occasione di ogni spettacolo sarà attivo un servizio shuttle che collegherà i teatri di Bolzano e Trento, favorendo così lo scambio di pubblico fra le due città.


BIGLIETTI E OPER.A CARD

Per la stagione 2019/19 di OPER.A 20.21 sono previste due formule di OPER. A CARD:

STANDARD 2 + 1: Con l’acquisto di due diversi titoli d‘opera, si riceverà un terzo biglietto gratuito (Cat. III) per un’ ulteriore opera a scelta.

PREMIUM 4 + 1: Con l’acquisto di quattro titoli d‘opera, si riceverà un biglietto gratuito per il quinto titolo. Inoltre, per ogni serata si riceverà come omaggio un drink di benvenuto al bar del Teatro.

Prezzi biglietti singoli da 20 Euro. Riduzione per studenti 10 Euro.

  • Biglietti e OPER.A CARD sono in vendita dal 9 ottobre 2018.

  • ABO musica&teatro

Per la prima volta OPER.A 20.21 offre in collaborazione con Vereinigte Bühnen Bozen l’abbonamento "Musica&Teatro". In vendita dal 9 ottobre 2018

La Fondazione Haydn di Bolzano e Trento ringrazia per la collaborazione e il sostegno Alperia e, attraverso l’adesione all’Art Bonus, la Fondazione Cassa di Risparmio.


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