L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Vent'anni senza Alberto Sordi

DOMENICA 19/02/2023

Passato e Presente 1943, lo sbarco in Sicilia

Durante la Conferenza di Casablanca, nel gennaio 1943, a un passo dalla vittoria nella Campagna del Nord Africa, Roosevelt e Churchill decidono che l’attacco al continente europeo sarà sferrato da sud, colpendo l’Italia, definita dal premier inglese “il ventre molle dell’Asse”. Lo sbarco in Sicilia sarà raccontato dal professor Mauro Canali e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda domenica 19 febbraio alle 20.30 su Rai Storia. Dopo aver occupato a giugno le isole di Pantelleria e Lampedusa, il 10 luglio 1943 la più imponente flotta da guerra che abbia mai solcato i mari fa sbarcare sulle coste meridionali della Sicilia 160.000 soldati alleati, insieme a migliaia di veicoli, attrezzature e armamenti. Le truppe americane, comandate dal generale George Patton, si dirigono verso nord ovest, alla conquista di Palermo. Quelle inglesi, guidate dal generale Bernard Montgomery, risalgono la costa orientale dell’isola, in direzione di Catania. Ci vogliono 38 giorni per conquistare tutta l’isola e le due armate si incontrano a Messina, ultima città ad essere raggiunta, il 17 agosto 1943. La Campagna di Sicilia ha prodotto migliaia di morti su entrambi i fronti ed è il primo passo per la conquista dell’Italia da parte degli alleati.

Binario cinema Come eravamo

Un film diretto nel 1973 da Sydney Pollack e interpretato da Barbra Streisand e Robert Redford: è “Come eravamo”. in onda domenica 19 febbraio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Tratto dal romanzo di Arthur Laurents, racconta la storia di Katie Morosky e Hubbel Gardiner: due persone diversissime che però, nelle reciproche differenze, avranno l'occasione di dar vita a un sentimento unico e profondo da proteggere contro le pressioni della società e le contraddizioni di due decenni di storia americana. Un amore che inizia al college e attraversa la guerra di Spagna, Pearl Harbor, la morte di Roosevelt, la caccia alle streghe anticomunista e, nel breve epilogo, la campagna contro le armi nucleari. Grande successo al botteghino, ha vinto due Oscar: miglior colonna sonora e miglior canzone, l’indimenticabile “The Way We Were” che dà il titolo originale al film. Barbra Streisand è migliore attrice straniera ai David di Donatello del 1974.

LUNEDI’ 20/02/2023

Passato e presente Piccolo mondo antico

Dopo una lunga stesura, durata più di dieci anni, nel 1895 lo scrittore vicentino Antonio Fogazzaro pubblica presso la casa editrice Galli Piccolo mondo antico. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 20 febbraio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Ernesto Galli della Loggia. Il romanzo racconta le vicissitudini appassionate e tragiche del nobile Franco Maironi e di una ragazza della piccola borghesia, Luisa Rigey, la cui relazione sentimentale è osteggiata dalla spietata Marchesa Orsola Maironi. Ambientato nella Valsolda, sulla riva lombarda del lago di Lugano, la storia dei due ragazzi si svolge tra il 1848 e il 1859, il cosiddetto decennio di preparazione che porterà all’affermazione del regno d’Italia e alla scomparsa del piccolo mondo antico, legato alla dominazione austriaca. Il romanzo di Fogazzaro ottiene un successo immediato e qualche decennio dopo, nel 1941, sarà immortalato sul grande schermo in un film diretto da Mario Soldati, con Alida Valli splendida protagonista.

Storia delle nostre città Ascoli Piceno

Tra echi medievali e rinascimentali, Ascoli propone uno scenario ricco, unico nel suo genere. La città - protagonista del nuovo appuntamento con “Storia delle nostre città”, in onda lunedì 20 febbraio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia - ha vissuto un’epoca di grande fermento artistico e intellettuale tra il Quattrocento e il Cinquecento, e tuttora lo si può cogliere passeggiando per le vie del centro storico. È inoltre possibile, attraverso alcuni itinerari archeologici, ripercorrere i fasti dell’antica Roma. Il suo fulcro è la rinascimentale Piazza del Popolo, nota anche come il “Salotto d’Italia” e sede di importanti edifici come il Palazzo dei Capitani del Popolo, la Chiesa di San Francesco e lo storico Caffè Meletti. Figura di spicco della città è il primo papa francescano, Niccolò IV, al cui nome è associata l’Università degli studi di Ascoli. Una città che offre esempi di diversi stili architettonici, per un’esperienza ricca, densa e ammaliante.

Italia. Viaggio nella bellezza I bronzi di Riace: storia di un mito

Nel 2022 si è celebrato il cinquantenario dalla scoperta dei bronzi di Riace, due magnifiche statue greche del V secolo a.C. recuperate grazie a un ritrovamento fortuito nelle acque del piccolo borgo calabrese. Per la Calabria i due guerrieri sono stati subito simbolo di identificazione culturale e speranza di riscatto. A loro è dedicato l’appuntamento, firmato da Brigida Gullo con la regia di Federico Cataldi, con “Italia. Viaggio nella bellezza”, in onda lunedì 20 febbraio alle 22.10 in onda su Rai Storia. Giunti a Firenze per il primo restauro durato cinque anni, dal loro esordio presso il Museo archeologico, il 15 dicembre 1980, i bronzi hanno attratto, per armonia di forma e espressione folle di turisti e visitatori. Sandro Pertini, allora presidente della Repubblica le ha ospitate al Quirinale, nell’estate del 1981, per una seconda mostra, a consacrare il grande evento della loro scoperta. Con le esposizioni a Firenze e Roma le statue erano oramai entrate nel discorso pubblico. Gli ingredienti per la nascita di un mito erano a portata di mano: la bellezza classica dei due guerrieri, il ritrovamento in mare del tutto fortuito, e il fascino dell’antico, hanno fatto breccia su un mondo che a inizio anni ’80 si lasciava alle spalle un periodo turbolento e si avviava verso un decennio di spensieratezza e edonismo. La loro destinazione finale, nell’estate del 1981, è stata l’allora Museo Nazionale di Reggio Calabria, oggi Museo Archeologico, che continua a custodirli e valorizzarli. I bronzi di Riace non sono semplicemente due statue greche del V secolo avanti Cristo. Sono molto di più: le vicende che li hanno riguardati, se da un lato ne hanno decretato la trasformazione in mito, dall’altro hanno rischiato di soffocarli, replicandone eccessivamente l’immagine e trasformandoli in feticci. Per capire chi siano davvero i due bronzi, occorre tralasciare il loro aspetto esteriore e guardarli da dentro. È nel buio delle cavità che ne costituiscono struttura e anima che abitano i loro segreti. Grazie ai restauri ai quali sono stati sottoposti nel corso di cinquant’anni e alle nuove tecnologie, che oggi sono in grado di esaminare anche le più piccole tracce fuori e dentro le due statue, oggi si può iniziare a ipotizzarne la provenienza e a ricercarne l’identità. Mentre il dibattito scientifico sui bronzi di Riace è destinato a continuare, il loro fascino rimane intatto: diventate, come avrebbe detto Roland Barthes, un mito d’oggi, sono destinati a incantare chiunque cerchi in loro il simbolo di un passato in cui bellezza e armonia erano virtù supreme e assolute. Intervengono Vinzenz Brinkmann (Liebieghaus Skulpturensammlung - Francoforte sul Meno), Pietro Giovanni Guzzo (Accademia dei Lincei), Mario Iozzo (Direttore Museo Archeologico Nazionale di Firenze), Carmelo Malacrino (Direttore Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria), Marcello Miccio (restauratore chimico), Mario Micheli (Università degli Studi Roma Tre), Maurizio Paoletti (Università della Calabria), Giuseppe Zurzolo (sindaco di Riace 1970-1980).

MARTEDI’ 21/02/2023

Passato e Presente Marc Bloch, il mestiere dello storico

In una delle sue tante frasi rimaste famose, Marc Bloch paragonò lo storico “all’orco della fiaba” che sa che “là dove fiuta carne umana”, troverà “la sua preda”. Era un modo suggestivo di dire che l’oggetto di studio della storia sono gli uomini e il trasformarsi della loro vita nel tempo. Ogni traccia di questa vita, “tutto ciò che l'uomo dice o scrive, tutto ciò che costruisce, tutto ciò che sfiora, può e deve fornire informazioni su di lui”. Si tratta di un’idea che tanti decenni dopo possiamo, forse, dare per scontata ma che nella prima metà del 900 rappresentò una vera e propria rivoluzione negli studi storici. Una rivoluzione raccontata da Paolo Mieli e dal professor Alessandro Barbero a Passato e presente nell’appuntamento di martedì 21 febbraio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Bloch fu uno dei grandi innovatori che si posero il problema di trasformare la storia in una disciplina scientifica, allargandone i confini e sottraendola alle infinite manipolazioni cui era stata sottoposta, nel corso dei secoli, per fini politici, estetici o letterari. Alessandro Barbero ripercorrerà la vita del grande storico francese fino al tragico epilogo della fucilazione per mano dei nazisti nel 1944.

Dopo il caos Varsavia, città fenice

Al termine della Seconda guerra mondiale, dopo tre intense ondate di bombardamenti nazisti, quasi tutta la città di Varsavia era distrutta e vi rimanevano solo 160.000 abitanti. Questa città fantasma avrebbe potuto essere abbandonata, ma gli abitanti di Varsavia decidono diversamente. La “città fenice” è al centro del secondo episodio della nuova serie “Dopo il caos”, introdotta e contestualizzata dal professor Gregory Alegi, andrà in onda in prima visione martedì 21 febbraio alle 21.10 su Rai Storia. Si riversano in città a migliaia per ripulire le macerie, aprire attività commerciali e ridare vita alle rovine. Stalin, in cerca di appoggio e legittimazione, aprì un Ufficio per la ricostruzione della capitale. Riunì 1.500 architetti polacchi che avrebbero lavorato per reinventare la città, rendendo omaggio alla sua storia, restaurando le sue chiese, i palazzi e la piazza del mercato centrale.

La guerra segreta La vera Bond girl

Tra tutte le agenti dello Special Operations Executive inglese, nessuna è più coraggiosa e valida di Christine Granville. All’anagrafe Krystyna Skarbek, figlia di un diplomatico, Christine nasce in Polonia. Reclutata dall’intelligence nel 1939 a Londra, dove era giunta in fuga dai nazisti allo scoppio della guerra, riesce a ritornare in Polonia, sotto mentite spoglie, facendosi scortare dallo sciatore campione olimpico sui monti Tatra. Una vera “Bond girl” protagonista di “La guerra segreta”, in onda martedì 21 febbraio alle 22.10 su Rai Storia.
In Polonia Christine ha due obiettivi: riuscire a far fuggire la madre e organizzare una serie di spedizioni per introdurre di nascosto i servizi segreti. Grazie a questa operazione riesce a mettersi in contatto con il gruppo di intelligence polacco Musketeers e sarà sempre lei a fornire informazioni all’intelligence inglese sull’operazione Barbarossa, riuscendo persino a entrare a far parte della sezione francese dello Special Operations Executive grazie al suo francese fluente.

MERCOLEDI’ 22/02/2023

Passato e Presente Henry Miller e l'incubo americano

L’edizione delle opere dello scrittore Henry Miller è stata vietata per più di trent’anni negli Stati Uniti e in molti altri paesi. La sua scrittura era ritenuta oscena e pornografica. Eppure, sin dalla comparsa della sua prima opera, Tropico del Cancro edito in Francia nel 1934, uno scrittore impegnato come George Orwell dimostrò grande interesse per il lavoro di Miller. Il suo ritratto è affidato a Paolo Mieli e al professor Emilio Gentile a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 22 febbraio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Dietro uno stile dissacrante e osceno si nasconde infatti una feroce critica agli ideali della cultura occidentale e una requisitoria contro la civiltà merceologica e meccanica degli Stati Uniti. Miller è stato un precursore, che ha influenzato i poeti della “beat generation” degli anni ‘50 e la rivoluzione sessuale degli anni ’60.

Mixer – Vent’anni di Televisione
Ore 21.10
Italiani Francesco Saverio Nitti

Figlio di un rivoluzionario antiborbonico e di una contadina, Francesco Saverio Nitti è uno dei massimi meridionalisti italiani. A lui è dedicato lo speciale di Simona Fasulo con la regia di Nicoletta Nesler, in onda martedì 22 febbraio alle 22 su Rai Storia per il ciclo “Italiani”. Nato a Melfi nel 1868, nonostante le difficoltà economiche, Nitti studia a Napoli mantenendosi col suo lavoro di giornalista e diventando presto un fine intellettuale. Studioso della situazione economica e politica italiana, coltiva un pensiero critico originale che non lo aiuterà sempre nella sua carriera politica. Giovane docente alla Federico II di Napoli, entra presto in politica e porta avanti le sue idee innovative sul Meridione. È più volte ministro e durante la Prima guerra mondiale è responsabile dopo Caporetto di una serie di miglioramenti della vita dei coscritti in guerra, con l'istituzione delle assicurazioni, delle polizze vita per i reduci, dell'assegnazione delle terre ai contadini. Presidente del Consiglio nel 1919-20, dopo l'ascesa al potere di Mussolini prende nettamente le distanze dal fascismo e per salvarsi dalle violenze squadriste si trasferisce a Zurigo e poi a Parigi. Il ritorno in Patria dopo la fine della Seconda guerra mondiale lo vedrà ancora attivo e combattivo in politica, fino alla morte avvenuta a Roma nel 1953. Il racconto è arricchito dalle testimonianze dei nipoti Patrizia Nitti e Mariano Dolci, che ricostruiscono il clima familiare affettuoso e la grande attività politica democratica che si respirava nella casa parigina di Rue Vavin a Montparnasse, punto di ritrovo fin dal 1925 dei fuoriusciti dall'Italia durante il Fascismo. L'aspetto storico e politico del personaggio viene narrato dal professor Stefano Rolando e dal professor Luigi Mascilli Migliorini, rispettivamente presidente dell’assemblea dei soci e presidente del comitato scientifico della Fondazione Nitti, e dal professor Michele Cento dell'Università di Bologna.

GIOVEDI’ 23/02/2023

Passato e Presente La Napoli del dopoguerra

Il 1° ottobre 1943 gli alleati entrano a Napoli e trovano una città ridotta allo stremo da tre anni di guerra. La situazione alimentare è drammatica, come le condizioni igienico-sanitarie, tanto che si diffonde un’epidemia di tifo petecchiale. Frotte di bambini e adolescenti girano per la città, dediti a ogni forma di attività illecita. Molte donne si prostituiscono, offrendosi per un tozzo di pane ai militari alleati. Nel marzo 1944 arriva a Napoli il leader comunista Palmiro Togliatti, che favorisce la nascita di un governo politico, mentre la questione istituzionale viene rimandata a dopo la guerra. Nel referendum del 2 giugno 1946 vince la repubblica, ma a Napoli la monarchia ottiene l’80% dei suffragi. Una pagina di storia ripercorsa da Paolo Mieli e la professoressa Isabella Insolvibile giovedì 23 febbraio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

a.C.d.C. Amsterdam, Londra, New York. Tre città alla conquista del mondo
Lo shock della modernità

Il XIX secolo a Londra e New York le prime città a diventare metropoli: le descrive “Amsterdam, Londra, New York. Tre città alla conquista del mondo”, in onda giovedì 23 febbraio alle 21.10 su Rai Storia per “a.C.d.C.” con l’introduzione del professo Alessandro Barbero. Lo sviluppo tecnologico, l’esplosione demografica, gli edifici prefabbricati, l’ascensore, i primi grattacieli: nelle due metropoli si sperimentano gli avanzamenti della civiltà ed allo stesso tempo le forme più estreme di povertà, disagio, inquinamento. Ma nasce anche l’urbanistica di domani e l’idea stessa di un nuovo tipo di urbanistica.

a.C.d.C. Amsterdam, Londra, New York. Tre città alla conquista del mondo
La corsa al “gigantismo”

L’invenzione del grattacielo, che trasforma il volto delle metropoli: una “conquista” raccontata da “Amsterdam, Londra, New York. Tre città alla conquista del mondo”, in onda giovedì 23 febbraio alle 22.10 su Rai Storia per “a.C.d.C.”, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. I grattacieli hanno segnato una svolta nella storia delle grandi città. Costruire in verticale è la soluzione al problema della limitatezza delle aree edificabili. Questa formula innovativa ha origine a New York, dove ancora oggi i suoi grattacieli sono il simbolo della città. In Inghilterra nello stesso periodo si tenta la strada delle “città giardino” per contrastare il degrado sociale delle megalopoli

VENERDÌ 24/02/2023

Passato e Presente Alle radici del conflitto Russia – Ucraina (ANNIVERSARIO INVASIONE)

La storia del conflitto tra Russia e Ucraina ha radici antiche che risiedono in motivazioni geopolitiche e strategiche. Un nodo irrisolto che attraversa i secoli, dai tempi degli Zar nel XVI secolo fino alle incandescenti tensioni di questi giorni. A “Passato e Presente”, in onda venerdì 24 febbraio alle 14.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Adriano Roccucci ricostruiscono le ragioni del conflitto così drammaticamente esploso ormai un anno fa.
Terra di confine tra la Russia e l’Occidente, l’Ucraina è percorsa da una contrapposizione tra una parte del suo popolo che storicamente guarda verso l’Europa e un’altra parte, filorussa, attratta dall’orbita di Mosca. Una successione di tappe drammatiche segna il cammino della questione ucraina nel Novecento: dalla Grande Guerra alla rivoluzione bolscevica, dalla Seconda guerra mondiale all’epoca staliniana, l’aspirazione all’indipendenza degli ucraini ha sempre dovuto fare i conti a Est con il suo potente vicino. Nel 1991, con la dissoluzione dell’Unione Sovietica, l’Ucraina ha avviato il processo verso l’indipendenza completato nel 2014 con la cosiddetta rivoluzione arancione. Ma i risultati raggiunti in quei giorni drammatici ora sono di nuovo in bilico.

Passato e Presente Arturo Bocchini l'ombra di Mussolini

Ombra di Mussolini, numero due del Duce, “Grand Commis” del regime. Sono solo alcune delle “etichette” che nel corso degli anni hanno preceduto il nome di Arturo Bocchini, potente capo della polizia dello Stato fascista per 14 anni, dal 1926 fino al 1940, quando è costretto a cedere il comando solo a causa di una morte prematura. A questa figura, tanto influente quanto ancora poco nota, è dedicata la puntata di Passato e Presente, con il prof. Mauro Canali e Paolo Mieli, in onda venerdì 24 febbraio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Bocchini non è solo un prefetto che ha saputo fare carriera sfruttando il nuovo corso mussoliniano: è la mente dell’Ovra, l’Organismo volontari repressione antifascista, o meglio la polizia segreta che spia e dà la caccia ai dissidenti politici, che si intrufola nelle case degli italiani attraverso un reticolo di delatori per stanare gli umori e i malumori del popolo del Duce. Ed è molto altro ancora.

La macchina delle immagini di Alfredo C.

La storia degli italiani trattenuti in Albania dal regime comunista è quasi dimenticata, coperta dalla valanga di eventi che ha travolto centinaia di migliaia di italiani in altri paesi. Una pagina di storia che rivivremo attraverso gli occhi di Alfredo C. ne, “La macchina delle immagini di Alfredo C.”, con la guida del professor Alberto Basciani, e in onda in prima visione venerdì 24 febbraio alle ore 21.10 su Rai Storia. Aprile 1939. L’Italia fascista occupa l’Albania. Migliaia di italiani, operai, coloni e tecnici, vengono trasferiti nel paese. Novembre 1944, l’Albania è liberata. Il nuovo regime comunista chiude i confini e pone all’Italia decine di condizioni per il rimpatrio dei suoi concittadini. Nel 1945 in Albania si trovano trattenuti ancora 27.000 italiani tra reduci e civili. Tra di loro c’è anche un operatore cinematografico. Alfredo C., operatore della propaganda fascista, ha girato per cinque anni l’Albania con la sua cinepresa. Prima, per quasi un ventennio, ha immortalato la capillare macchina del regime. Ora, da un giorno all’altro, deve fare lo stesso, ma per un regime comunista. Chiuso nel suo magazzino, circondato da migliaia di pellicole, Alfredo C. rivede su una vecchia moviola quello che ha girato. La sua storia. È il suo film quello che vediamo. E forse, non solo il suo. “La sua storia, intrecciata giocoforza con le immagini e le storie di altri, dava l’occasione per elaborare alcuni temi: l’onnipresenza e le tecniche della propaganda, l’incombenza degli eventi storici sui destini personali, la responsabilità della folla e quella dei singoli. E una riflessione sulla responsabilità – di oggi, come di ieri – di chi produce immagini, e di chi le vede”, evidenzia il regista Roland Sejko.

SeDici Storie Giovanni Borghi e Giovanni Michelucci

L’imprenditore Giovanni Borghi e l’architetto Giovanni Michelucci: due grandi nomi protagonisti di “SeDici Storie”, la serie di Rai Cultura in onda venerdì 24 febbraio alle 22.10 su Rai Storia.

Giovanni Borghi nasce a Milano nel 1910. Comincia a lavorare da ragazzo nell'azienda fondata dal padre Guido, costituitasi, nel 1943, in una società per azioni con sede a Comerio. Nel dopoguerra Borghi assume la direzione della società che, trasformatasi in Società Industrie Refrigeranti Ignis, diventa agli inizî degli anni Cinquanta la più importante in Italia, e tra le maggiori di Europa, per la produzione di elettrodomestici, soprattutto frigoriferi. Dopo aver ulteriormente ampliato la gamma della produzione, cede nel 1972 la Ignis alla Philips. Nominato Cavaliere del lavoro nel 1961, muore a Comerio nel 1975. Tra gli intervistati, il figlio Guido Borghi ed Emanuela Scarpellini, professore ordinario di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi storici dell'Università degli Studi di Milano.

Giovanni Michelucci è un architetto italiano. Nasce a Pistoia 1891. Dopo alcune notevoli costruzioni di ville (villa Valiani a Roma, 1930; partecipazione al concorso del "Giardino italiano"), affronta i problemi di un'architettura rispondente a esigenze sociali più vaste fino a vincere con A. Susini ed E. Fuselli il concorso per il piano regolatore di Pistoia. Tra le opere degli anni successivi: la Borsa merci di Pistoia (1950); la Cassa di Risparmio a Firenze (1957); la chiesa di Larderello (1959); la chiesa di S. Giovanni Battista (Autostrada del Sole, vicino a Firenze, 1964), nella quale è evidente l'abbandono dei principî razionalistici che avevano retto le sue prime creazioni. Michelucci ha insegnato nelle università di Firenze e Bologna e dal 1983 ha dato vita insieme a Guido De Masi (1942-1993) alla Fondazione Michelucci, centro di elaborazione sistematica delle correnti urbanistiche moderne. Tra le onorificenze ricevute, quella di 1966 Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana, di Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte nel 1972, di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana nel 1986. Tra gli intervistati, Andrea Aleardi, architetto, direttore Fondazione Giovanni Michelucci, Aldo Frangioni, ex sindaco di Fiesole, Claudia Conforti, storica dell’architettura Università di Tor Vergata.

SABATO 25/02/23 (20 ANNI MORTE ALBERTO SORDI

IERI E OGGI 1976 Alberto Sordi, Orietta Berti

Replica della puntata andata in onda il 4 Maggio 1976, e riproposta sabato 25 febbraio alle ore 12 su Rai Storia, in occasione dei 20 anni dalla scomparsa di Alberto Sordi, avvenuta il 24 febbraio 2003. Mike Bongiorno intervista Alberto Sordi e Orietta Berti.

Italiani Alberto Sordi, un italiano in TV

Alle origini della Tv, "quelli del cinema" la ignoravano, utilizzandola come mezzo e strumento di promozione di ciò che sarebbe andato in sala. Alberto Sordi non fa eccezione, anzi, forse è proprio il paradigma di questo rapporto cinema-Tv. In occasione dei 20 anni della scomparsa del grande attore, il 24 febbraio 2003, Rai Storia ripropone “Alberto Sordi, un italiano in Tv” di Enrico Salvatori, in onda sabato 25 febbraio alle ore 16 su Rai Storia (canale 54) per il ciclo “Italiani”. Un viaggio nella biografia dell’attore, attraverso le sue partecipazioni radiotelevisive in Rai, con citazioni alla carriera radiofonica (1947/53) e le sue apparizioni televisive (1954/2002), dove la Tv è uno "specchio concavo" della sua carriera cinematografica, composta di circa 150 titoli come attore e 19 come regista.
L'attore romano si concede volentieri a delle interviste televisive, come quella del maggio 1977, durante il premio Angelo Rizzoli ad Ischia, per Paolo Cavallina del Tg1, con cui comincia il documentario. L'attore ha appena votato contro "Io sono un autarchico", il film di un giovane cineasta romano, Nanni Moretti: secondo alcuni, da questa bocciatura trae origine la celebre battuta del suo "Ecce Bombo", "Te lo meriti Alberto Sordi". Pochi giorni dopo Sordi parte per Cannes con "Un borghese piccolo piccolo", il film che per i critici rappresenta "la pietra tombale della commedia all'italiana", il genere cinematografico che ha in Sordi il volto più emblematico da 25 anni. La televisione Rai, in questa fase cruciale, sarà per Sordi determinante: sta infatti cominciando, con Giancarlo Governi, a progettare la sua "Storia di un italiano", che verrà trasmessa dal 18 marzo 1979.
Nel documentario sono presenti contributi pregiati e poco noti come un servizio girato sul set del film "Un borghese piccolo piccolo", diretto da Mario Monicelli e scritto da Vincenzo Cerami, ritrovato nelle Teche Rai. Altri materiali particolari proposti in puntata sono la fotografia che ritrae Alberto Sordi alla sua prima partecipazione televisiva, ad "Arrivi e partenze" (1954), insieme al conduttore Mike Bongiorno; uno sketch della prima trasmissione radiofonica da titolare, "Vi parla Alberto Sordi", del 1948/49; un duetto con Paolo Villaggio da "Formula Uno" del 1971/72. I servizi TG di Carlo Mazzarella del periodo 1959-1966 sono mostrati per la prima volta e commentati da Tatti Sanguineti.
Il documentario della serie "Italiani" è arricchito dalle testimonianze di Pippo Baudo, Walter Veltroni, Giancarlo Governi (autore di "Storia di un Italiano"), Tatti Sanguineti (autore de "Il Cervello di Alberto Sordi"), il giornalista e studioso di cinema Alberto Anile (autore di "Sordi Segreto") e Paola Comin, ufficio stampa di Sordi dal 1993 alla scomparsa.

Omaggio ad Alberto Sordi

Alberto Sordi per Natale: una carrellata di ospitate televisive degli anni '80 del popolare attore nelle trasmissioni di Pippo Baudo Domenica In e Fantastico. Un modo per celebrare l’attore a 20 anni dalla scomparsa.

Passato e presente Guerra Iran-Iraq, alla radice del male

Il 22 settembre 1980, l’esercito iracheno invade l’Iran. È l’inizio di un conflitto destinato a durare 8 anni. Una pagina di storia approfondita da Paolo Mieli e dal professor Gastone Breccia a “Passato e Presente”, in onda sabato 25 febbraio alle 20.30 su Rai Storia. Dietro la guerra che vede fronteggiarsi il regime baathista iracheno guidato Saddam Hussein e lo stato teocratico iraniano guidato dall’ayatollah Khomeini ci sono ragioni politiche, ideologiche e dispute territoriali. Ma soprattutto in gioco c’è l’egemonia nella regione del Golfo. Un conflitto sanguinoso fatto di attacchi e contrattacchi, da una parte e dall’altra, da una trincea all’altra e combattuto a colpi di missili balistici, di armi chimiche, e di attacchi in massa che provocherà centinaia di migliaia di vittime e di profughi.

Cinema Italia Padre e figlio

Genova. Corrado, meridionale emigrato all’inizio degli anni ‘60 lavora come guardiano notturno in un deposito al porto. Quando il figlio maggiore, Gabriele, torna dal servizio di leva, si ritrova senza nessuna ambizione né prospettiva. Corrado cerca allora di trovare una sistemazione al figlio che però cerca di guadagnare in altri modi. Riuscirà, nonostante le crescenti incomprensioni, un padre a riallacciare i rapporti con il proprio figlio? Di Pasquale Pozzessere, con Michele Placido, Stefano Dionisi, Claudia Gerini, Giusy Consoli, Mauro Pirovano, “Padre e figlio” andrà in onda per il ciclo “Cinema Italia” sabato 25 febbraio alle 21.10 su Rai Storia.

Documentari d’autore La nave dolce

L'8 agosto 1991 una nave albanese, carica di ventimila persone, giunge nel porto di Bari. La nave si chiama Vlora ed è un vecchio mercantile che trasporta zucchero. A chi la guarda avvicinarsi appare come un formicaio brulicante, un groviglio indistinto di corpi aggrappati gli uni agli altri. Una storia riletta da Daniele Vicari in “La nave dolce” in onda sabato 25 febbraio alle 22.40 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”. Le operazioni di attracco sono difficili, qualcuno si butta in mare per raggiungere la terraferma a nuoto, molti urlano in coro "Italia, Italia" facendo il segno di vittoria con le dita. Sono passati ventuno anni da quel giorno. La maggior parte di coloro che salirono sulla nave vennero rispediti in Albania ma gli sbarchi continuarono e qualcuno tentò ancora la traversata.


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