L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Re Artù e l'indipendenza greca

DOMENICA 26/02/2023

Passato e Presente. Re Artù, storia di una leggenda

Artù e Merlino, Lancillotto e Ginevra, la spada nella roccia ed Excalibur, la ricerca del Graal e la tavola rotonda, Camelot e Avalon: sono tutti nomi che suonano familiari. Non vi è infatti racconto del medioevo europeo che sia riuscito a imprimere nell’immaginario collettivo tracce profonde e durature quanto quelle lasciate dalla saga di Re Artù e dei suoi leggendari cavalieri. A “Passato e Presente”, in onda domenica 26 febbraio alle 20.30 su Rai Storia, ne parlano Paolo Mieli e il professor Franco Cardini. Ma quel re bretone del VI secolo è realmente esistito? La sua prima menzione risale a circa trecento anni dopo, nella Historia Brittònum, del monaco gallese Nénnio. Poi cominciano le molte rielaborazioni, che si susseguono fino ai giorni nostri, in vari paesi e con varie colorazioni: sentimentali, politiche, cristiane, letterarie, filmiche, tra le quali la celebre trasposizione animata della Disney. 

Binario cinema. Dove cadono le ombre

Svizzera, oggi. Anna e Hans lavorano in un vecchio istituto per anziani che è stato l'orfanotrofio dove sono cresciuti. Ma all'arrivo dell'anziana Gertrud, il nastro della memoria si riavvolge e l'istituto torna ad essere ciò che era: l'orribile prigione per bambini jenisch sottratti alle famiglie, laboratorio di un progetto di eugenetica. E’ la storia del film di Valentina Pedicini “Dove cadono le ombre” in onda domenica 26 febbraio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Nel cast Elena Cotta, Federica Rosellini, Josafat Vagni, Lucrezia Guidone,.

LUNEDI’ 27/02/2023

Passato e Presente. Rasputin alla corte dell’ultimo Zar

Contadino semianalfabeta, mistico, guaritore, avventuriero, scaltro manipolatore: Rasputin è stato probabilmente tutte queste cose messe insieme. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 27 febbraio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Adriano Roccucci. Nato nel 1869 in un piccolo villaggio della Siberia, non ancora trentenne lascia la vita del contadino per intraprendere quella del pellegrino, del mistico. Nonostante la mancanza di istruzione e i modi rozzi Rasputin riesce a introdursi alla corte imperiale e a conquistare il favore dello zar Nicola II e di sua moglie Alexandra. Il suo potere crescerà senza limiti fino alla morte violenta per mano di un gruppo di nobili congiurati nel dicembre del 1916.

Storia delle nostre città. Reggio Calabria

Tra le città più belle della regione, Reggio Calabria ospita una gran varierà di opere artistiche e offre scorci di intensa, rara bellezza. La città si affaccia sul mare, e il suo clima mite le garantisce una grandissima fertilità, fattore determinante per il mercato di ortaggi, olio e vini. I resti subacquei di colonne romane, la bellissima fortezza aragonese e la Cappella del Duomo sono solo alcuni dei suoi elementi più suggestivi. Reggio Calabria possiede anche uno dei musei archeologici più importanti in Italia, che conserva, oltre a reperti della Magna Grecia, anche gli splendidi Bronzi di Riace. La città è la protagonista del nuovo appuntamento con la serie “Storia delle nostre città” in onda in prima visione lunedì 27 febbraio alle 21.10 su Rai Storia.

Italia. Viaggio nella bellezza- Spina e i destini di una laguna

La storia di una delle scoperte archeologiche più eclatanti: la città di Spina, un porto etrusco sul Mare Adriatico a lungo ricercato da studiosi ed eruditi. La ricostruisce “Spina e i destini di una laguna” di Amalda Ciani Cuka - con la regia di Graziano Conversano ed Eugenio Farioli Vecchioli e la consulenza scientifica Luca Peyrone –in onda lunedì 27 febbraio alle 22.10 su Rai Storia. Nell’aprile del 1922 riemergono una dopo l’altra dalle sabbie del delta del Po le ricchissime tombe degli Etruschi di Spina che alla fine comporranno una necropoli di quattromila sepolture. Tra i corredi ci sono oggetti in oro, ambre, bronzi e una quantità enorme di vasi attici che permetteranno di scrivere nuove pagine negli studi di archeologia. Cento anni di scavi e ricerche che culminano con le celebrazioni di quest’anno, iniziate proprio nel luogo più prossimo a quello del ritrovamento, a Comacchio. Ma la storia di questa scoperta è anche quella di una rinascita, del riscatto di una terra che ha vissuto in passato una condizione di povertà e che oggi può guardare all'archeologia come risorsa per il futuro. 

MARTEDI’ 28/02/2023

Passato e Presente Il rosso e il nero. La Francia della Restaurazione

Scritto in parallelo con lo svolgersi degli eventi della Rivoluzione di Luglio del 1830, Il Rosso e il Nero di Stendhal, oltre a narrare l’universo del giovane popolano, Julien Sorel, descrive la Francia post-rivoluzionaria e post-napoleonica soggiogata da una Restaurazione che ridà spazio agli alti ceti nobiliari, burocratici e clericali. A “Passato e Presente”, in onda martedì 28 febbraio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Alessandro Barbero, attraverso il capolavoro di Stendhal, ripercorrono la storia della Francia della Restaurazione dove, tra speranze tradite e nuovi equilibri, l’eredità di Napoleone è ancora viva e complessa.

Dopo il caos Le Havre

Le Havre, occupata all'inizio di giugno 1940 dai tedeschi, per preparare l'invasione dell'Inghilterra, fu una delle città più colpite dai bombardamenti. Trasformata dai nazisti in fortezza, fu liberata solo tre mesi dopo lo sbarco in Normandia da parte degli Alleati. Il 5 e 6 settembre 1944, l'aviazione britannica sganciò più di 10.000 tonnellate di esplosivo sul porto e sul centro della città. Le Havre ne fu devastata. Il generale de Gaulle fece di Le Havre un simbolo della ricostruzione, affidando all'illustre architetto Auguste Perret il compito di far rinascere la città dalle sue ceneri. L’ultimo appuntamento con la nuova serie “Dopo il caos” è per martedì 28 febbraio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.

La guerra segreta Il maestro del D-Day

L’agente di maggior successo dell’Mi6 della Seconda Guerra Mondiale fu uno spagnolo, Juan Pujol. Contraddistinto da una completa avversione ai totalitarismi, maturata durante la Guerra Civile spagnola, allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale offrì i suoi servigi agli inglesi che accetteranno la sua proposta di arruolamento dopo moltissimi rifiuti, e soprattutto dopo che Pujol, nome in codice agente Garbo, riuscì a mettere in piedi un’intricatissima rete di agenti tramite i quali passava ai tedeschi, ai quali si era proposto, informazioni false e sbagliate. È lui “Il maestro del D-Day” raccontato da “La guerra segreta” in onda martedì 28 febbraio alle 22.10 su Rai Storia.
Nel 1944 l’agente Garbo e i suoi agenti costituiranno una parte essenziale nell’operazione di depistaggio sul luogo esatto dello sbarco in Normandia: prima del D-Day, fece credere loro che l’attacco principale sarebbe avvenuto al Pas de Calais. Pujol, quando capì che non poteva più fornire informazioni errate ai tedeschi senza essere scoperto, inscenò la propria morte e fuggì in Venezuela. Aveva conquistato a tal punto la fiducia dei tedeschi, che non capirono mai che li aveva imbrogliati per tutta la durata della guerra, che questi gli conferirono la Croce di ferro per il suo contributo alla Germania e pagarono tutti i 27 agenti alle sue dipendenze (da lui inventati!). Parallelamente sarà fatto membro dell’Ordine dell’Impero britannico. In sintesi, Pujol è l’unica persona ad aver ricevuto decorazioni militari da ambo le parti. Morirà in Venezuela nel 1988. 

MERCOLEDI’ 01/03/2023

Passato e Presente Arturo Bocchini l’ombra di Mussolini

Ombra di Mussolini, numero due del Duce, “Grand Commis” del regime. Sono solo alcune delle “etichette” che nel corso degli anni hanno preceduto il nome di Arturo Bocchini, potente capo della polizia dello Stato fascista per 14 anni, dal 1926 fino al 1940, quando è costretto a cedere il comando solo a causa di una morte prematura. A “Passato e Presente”, in onda mercoledì 1° marzo alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, ne parlano Paolo Mieli e il professor Mauro Canali. Bocchini non è solo un prefetto che ha saputo fare carriera sfruttando il nuovo corso mussoliniano: è la mente dell’Ovra, l’Organismo volontari repressione antifascista, o meglio la polizia segreta che spia e dà la caccia ai dissidenti politici, che si intrufola nelle case degli italiani attraverso un reticolo di delatori per stanare gli umori e i malumori del popolo del Duce. Ed è molto altro.

Mixer. Vent’anni di televisione. Il 1983

Giorgio Armani, Monsignor Hilarion Capucci, Yitzhak Shamir, Steven Spielberg e Vittorio Gassman sono i grandi protagonisti della sesta puntata di MIXER – Vent’anni di televisione, in onda giovedì 23 febbraio in seconda serata su Rai3 – e mercoledì 1° marzo in prima serata su Rai Storia: il viaggio retrospettivo di Giovanni Minoli nella storia del suo rotocalco d’attualità che ha segnato un’epoca prosegue nel 1983. Lo stile, il rapporto col successo e la ricchezza sono al centro del “faccia a faccia” con Giorgio Armani, mentre si affronta il dramma della Palestina nelle serrate interviste con l’Arcivescovo greco-melchita di Gerusalemme, Monsignor Hilarion Capucci, da sempre attivo per la causa palestinese, e con il Primo Ministro d’Israele Yitzhak Shamir, tra i falchi del Likud.

Per la pagina dello spettacolo, Marina Gefter Cervi incontra Steven Spielberg sul set del capolavoro “E.T. l'extra-terrestre”, che il regista, ormai re di Hollywood, definisce “un film che viene dal cuore, che parla di rapporti umani, e la Creatura è forse più umana degli umani”, mentre dispensa consigli al giovane protagonista Henry Thomas e spiega il suo personale approccio alla settima arte.

Maurizio Cascavilla entra invece nel camerino di Vittorio Gassman, impegnato a teatro con l’Otello; dietro le quinte, con lui, anche i figli Alessandro e Jacopo.

La chiusa della puntata è nuovamente firmata da Paolo Villaggio nei panni della sindacalista Gemma Pontini, sempre in prima linea sui diritti delle donne, delle mogli e delle lavoratrici.

Italiani. Lucio Dalla

Uno dei più grandi musicisti e cantautori del nostro Paese, e non solo: nell’anniversario della sua morte e a 80 anni dalla nascita, “Italiani” - in onda mercoledì 1° marzo alle 22.10 su Rai Storia - rende omaggio alla vita e la carriera di Lucio Dalla, un artista straordinario, del quale amici, musicisti e critici musicali tratteggiano un ritratto pieno di affetto e di ricordi indelebili. Nato a Bologna nella fatidica data del 4 marzo 1943, a 15 anni Lucio Dalla è un clarinettista autodidatta ma molto promettente sulla scena del jazz bolognese.  Nel 1964, grazie a Gino Paoli, debutta nel mondo della canzone, e nel 1970 arriva il primo successo con la canzone “Occhi di ragazza” scritta per la voce di Gianni Morandi. Da quella data in poi una carriera costellata di successi: “4 marzo 1943“, “Piazza Grande”, “Il gigante e la bambina” e “Anna e Marco”, “L’anno che verrà”, “Attenti al lupo”.

Musicista appassionato e delle grandissime doti canore, Dalla canta con De Gregori, con Ron, e raggiunge uno straordinario successo con l’album “DallAmeriCaruso”, registrato dal vivo al Village Gate di New York, nel 1986, la celebre “Caruso” vende oltre 9 milioni di copie in tutto il mondo. Gli ultimi vent’anni di attività lo vedono impegnato in moltissimi ambiti artistici: compone musiche da film per Antonioni, Monicelli, Verdone e Placido; realizza programmi televisivi; cura regie teatrali e operistiche, è docente di tecniche e linguaggi pubblicitari presso l’Università di Urbino. Negli ultimi anni propone nei maggiori teatri italiani i suoi classici in una versione jazz, ma anche in una versione sinfonica con la Royal Philarmonic Orchestra di Londra. Muore d’infarto a quasi 70 anni, il 1° marzo del 2012 in Svizzera, a Montreux, dove la sera prima aveva tenuto il suo ultimo concerto. 

GIOVEDI’ 02/03/2023

Passato e Presente. Byron e l’Europa Filellenica

In seguito alle scoperte archeologiche e agli studi di Winckelmann, la Grecia classica torna ad essere al centro degli interessi di molti intellettuali europei. Tra Settecento e Ottocento nasce in Europa un movimento filellenico che in un primo momento ha caratteri preminentemente culturali e artistici. Una pagina di storia ripercorsa da Paolo Mieli e dal professor Gilles Pécout a “Passato e Presente”, in onda giovedì 2 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Con lo svilupparsi del movimento nazionalista greco, che cerca l’indipendenza dall’Impero ottomano, questo movimento filellenico assume coloriture politiche e ideologiche. Assumendo come vessillo gli ideali di libertà della Rivoluzione francese, sono tanti gli intellettuali e i patrioti di diversi Paesi che vanno a combattere – e qualche volta a morire, come succede a Lord Byron – per la Rivoluzione greca.

a.C.d.C. I figli del sole: gli Aztechi e i Maya

Con la scomparsa degli Aztechi, dei Maya e degli Inca a seguito della brutalità dei conquistadores spagnoli, molte testimonianze sulla storia e la civiltà di questi antichi imperi americani sono state cancellate. Le loro tracce sono ora sepolte nei resti della capitale azteca Tenochtitlan nell'odierna Città del Messico, negli edifici Maya nascosti nelle foreste guatemalteche e nelle fortezze e nei santuari Inca delle Ande. Con l’introduzione del professor Alessandro Berbero, la serie in tre episodi “I figli del Sole” in onda giovedì 2 marzo alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “a.C.d.C”, fa luce su queste culture con l'aiuto di una tecnologia all'avanguardia. L'immagine che viene rivelata affascina e inquieta allo stesso tempo: rituali impressionanti, che includono sacrifici umani, insieme a progressi nei campi dell’organizzazione sociale, della matematica, dell'astronomia e dell'artigianato che ancora oggi stupiscono gli esperti. Nel primo episodio, la rapida ascesa e la tragica fine di una grande civiltà, gli Atzechi. Una civiltà di guerrieri nomadi che in pochi decenni assoggetta le popolazioni dell’America centrale e costruisce un impero perfettamente organizzato, la cui capitale è una città-giardino al centro dell’altopiano messicano, ma che altrettanto rapidamente soccombe quando gli spagnoli guidati da Hernán Cortés si alleano con i loro avversari.

A seguire, obiettivo sulla misteriosa civiltà dei Maya. Grazie alle moderne tecnologie, i ricercatori sono riusciti a far luce sulla loro cultura e sul loro improvviso declino. Dalla matematica all’agricoltura, i Maya hanno lasciato preziose testimonianze grazie a imponenti edifici e ai rarissimi manoscritti scampati alla furia distruttrice dei conquistadores.

VENERDÌ 03/03/2023

Passato e Presente 8 settembre 1943, la resa incondizionata

A pochi giorni dalla conclusione dell’operazione Husky in Sicilia, il Governo italiano decide di avviare nuove trattative segrete per l’armistizio con gli angloamericani, affidando al generale Giuseppe Castellano il compito di incontrare a Lisbona il generale inglese Kenneth Strong, capo dell’Intelligence Service britannica e il generale americano Bedell Smith al fine di conoscere le condizioni imposte per la resa italiana. Una pagina di storia raccontata dal professor Mauro Canali e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda venerdì 3 marzo alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Le trattative tra i paesi belligeranti durano fino al 3 settembre, giorno in cui il generale Castellano riceve la delega a firmare il documento da parte di Pietro Badoglio. Alle 18.30 dell’8 settembre 1943, attraverso radio Algeri, il generale Eisenhower annuncia l’avvenuto armistizio che in Italia viene reso noto circa un’ora dopo dalla voce di Badoglio dai microfoni dell’Eiar.

Sciuscià 70

I 70 anni del film “Sciuscià” di Vittorio De Sica, capolavoro del Neorealismo, primo film italiano a vincere l’Oscar e primo Nastro d’argento della storia del premio, nel 1946. Li celebra “Sciuscià 70” di Mimmo Verdesca, con la guida del prof. Emilio Gentile, in onda venerdì 3 marzo alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Lo Speciale racconta nei dettagli l’avventurosa e complicata lavorazione di “Sciuscià” attraverso un viaggio nel tempo alla riscoperta di periodo storico e artistico di grande fermento. La memoria evocata prenderà forma attraverso la verità e l’umanità dei testimoni della vicenda, per accompagnare lo spettatore in un percorso avvincente, capace di coinvolgere e soprattutto emozionare.

SeDici Storie. Rinaldo Enrico e Sergio Lenci

Un elicotterista pilota, protagonista di un’operazione di soccorso rimasta nella storia di Genova e del suo mare, e un architetto vittima del terrorismo, a Roma: Rinaldo Enrico e Sergio Lenci. Personaggi e vicende raccontati “SeDici Storie”, in onda venerdì 3 marzo alle 21.10 su Rai Storia. 
Rinaldo Enrico, nato ad Albenga nel 1920, è tra i fondatori del Nucleo Elicotteri dei Vigili del Fuoco di Genova e - specializzato in missioni di soccorso alla guida di un Agusta Bell 52 “Libellula” - si distingue in vari soccorsi anche molto rischiosi, tra i quali quello per l'affondamento nel 1970 della nave “London Valour” davanti al porto di Genova, costato la vita a 20 marinai inglesi. Il 9 aprile 1970, la “London Valour”, ancorata in rada davanti alla diga foranea "Duca di Galliera" del porto di Genova, viene sorpresa da un forte libecciata con onde altissime. Per diverse ragioni, l'equipaggio non riesce ad avviare i motori della nave, che - priva di governo e con le ancore che “arano” il fondale - si va a schiantare contro la diga. Enrico, con il suo piccolo elicottero, si alza in volo nonostante il vento forte e riesce a salvare cinque marinai: “un salvataggio molto difficile – dirà in un’intervista tv – perché il vento mi sbatteva contro gli alberi della nave”. Una storia e un naufragio rimasti nella storia di Genova e di molti abitanti, testimoni oculari di quella vicenda, vissuta “in diretta” dalla città. Tra gli intervistati Aldo Baffo, ex capo pilota del Porto di Genova; e Marco Cuzzi docente di storia contemporanea alla Statale di Milano.
Sergio Lenci – di cui parlano, tra gli intervistati, il figlio Ruggero Lenci, e Walter Veltroni – nasce, invece, a Napoli e si laurea in Architettura nel 1950 presso la Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma, nel 1977 vince il concorso di Professore ordinario di Composizione architettonica, incarico ricoperto fino al 1999. Il 2 maggio 1980 Lenci subisce un'aggressione da parte di un gruppo di terroristi di Prima Linea: quella mattina, in otto, si recano al suo studio per ucciderlo sparandogli un colpo di pistola alla nuca. Sopravvissuto all'attacco, ha vissuto per i restanti 21 anni con un proiettile nella nuca. La sua “colpa” sarebbe stata quella di aver progettato il carcere di Roma-Rebibbia con criteri di rispetto dei diritti umani dei prigionieri, così da ridurre quel "potenziale rivoluzionario", sul quale i terroristi avrebbero voluto poter contare nel momento della rivoluzione.

SABATO 04/03/23

Passato e presente Il presidente Roosevelt

Franklin Delano Roosevelt è stato il 32° presidente degli Stati Uniti d’America, l’unico a essere stato eletto per più di due mandati consecutivi, vincendo le elezioni presidenziali quattro volte e rimanendo in carica dal 1933 alla sua morte, avvenuta il 12 aprile 1945, poco dopo aver dato inizio al suo quarto mandato. A “Passato e Presente”, in onda sabato 4 marzo alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Mauro Canali. Grazie al suo piano di riforme noto come New Deal gli Stati Uniti riescono a superare la Grande Depressione seguita al crollo della borsa di Wall Street del 1929. Negli anni della Seconda guerra mondiale, Roosevelt guida la nazione verso la vittoria contro i nazisti in Europa e i giapponesi nel Pacifico. E, nel febbraio del 1945, partecipa, insieme a Churchill e a Stalin, alla Conferenza di Yalta dove si decide il futuro assetto dell’Europa dopo la guerra. 

Cinema Italia L’udienza

Amedeo, mite e stralunato ufficiale in congedo, vuole essere ricevuto in udienza privata dal Papa per trasmettergli un messaggio importante e riservato. Inizia così una trafila che lo porta a contatto con personaggi strambi e situazioni paradossali. E’ il film di Marco Ferreri “L’udienza” in onda sabato 4 marzo alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Il film ha vinto Due Grolle d'Oro e un premio Fipresci nel 1972. Nel cast Claudia Cardinale, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Michel Piccoli, Alain Cuny, Enzo Jannacci-

Documentari d’autore La prima donna

Grande soprano, diva assoluta del Teatro d’opera di inizio ‘900, grande interprete della Tosca, acclamata nei Teatri lirici d’Italia, Europa e Sudamerica, stimata da Caruso, Toscanini, D’Annunzio. Ma esclusa dalla società dello spettacolo e degli uomini. Emma Carelli è la protagonista del film documentario “La prima donna” di Tony Saccucci, prodotto da Istituto Luce-Cinecittà in collaborazione con Teatro dell’Opera di Roma, in onda sabato 4 marzo alle 23 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”. Esaltata per il suo talento e osannata dal pubblico, Emma Carelli – che nella ricostruzione ha il volto di Licia Maglietta – viene estromessa e poi annientata da una società che non poteva accettare, all’epoca, che una donna potesse primeggiare. Dopo grandi successi come soprano, con le sue doti di imprenditrice diventa la direttrice del Teatro Costanzi di Roma, occupandosi ogni anno di mettere in cartellone spettacoli importanti. Emancipata e indipendente, è sposata con Walter Mocchi, il quale per anni si occuperà della gestione dei teatri e degli allestimenti in Sudamerica. Le cose, però, a un certo punto cambiano: Emma si impegna su fronte dell’emancipazione femminile e del diritto al voto per le donne, e negli anni della Prima Guerra Mondiale Emma continua strenuamente a tenere aperto il teatro, a battersi per il lavoro e la dignità femminili. Ma non può durare. Il suo impegno e il suo successo iniziano a dare fastidio: negli anni Venti inizia a subire le gelosie dei colleghi uomini: le rivendicazioni femminili sono mal tollerate, l’autonomia della cantante eccessiva. Del suo "dossier" si occupa anche il capo del Governo, Benito Mussolini, che esercita pressioni sul Teatro Costanzi e fa seguire la Carelli dalla polizia segreta. L’epilogo è drammatico. Il teatro non riesce più a sostenersi economicamente, e alla Carelli viene tolta la direzione, in un tragico destino perde anche l’amore del suo compagno. Sola, derubata delle sue passioni e del suo lavoro Emma perde la vita in un incidente d’auto.

Ad arricchire il racconto, le immagini e i documenti dell’Archivio Luce, spezzoni di film dell’epoca del Muto, e riprese al Teatro dell’Opera di Roma.


 

 

 
 
 

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