L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Da Roma a Hollywood

DOMENICA 28/07/2024

Omaggio a Carlo Mazzarella
Dalle “Cronache romane” a Hollywood

In vista dell’anniversario della nascita di Carlo Mazzarella, il 30 luglio 1919, Rai Cultura propone da domenica 28 luglio alle 13.00 su Rai Storia tre appuntamenti dedicati all’attore e giornalista Rai, per molti anni inviato speciale e corrispondente da New York. Domenica, in “Cronache romane di Carlo Mazzarella”, il giornalista intervistato da Natalia De Stefano per il TG3 rievoca la Roma degli anni ‘50 e ‘60, ai tempi de “La Dolce Vita” e di “Hollywood sul Tevere”, lo scenario ideale dei suoi reportage. Si prosegue lunedì 29 luglio con “Carlo Mazzarella e l’America degli anni ‘60”, in cui si ripercorre il primo periodo americano del giornalista che, insieme a Ruggero Orlando, è stato uno dei grandi narratori degli Stati Uniti per la Rai. Nel 1962 realizza una serie di servizi da New York: esplora la “Grande Mela” in lungo e in largo facendosi accompagnare da Ruggero Orlando, dall’amico giornalista Antonio Barolini e dallo scrittore-muratore Pietro Di Donato. Nello stesso anno, segue Alberto Sordi durante le riprese di “Mafioso” film di Alberto Lattuada realizzato sempre a New York: insieme all’attore romano scruta gli aspetti più insoliti della metropoli, e insieme addirittura improvvisano, in occasione della prima mondovisione (23 luglio 1962) un inedito sketch sul futuro della “televisione mondiale”. Si chiude mercoledì 30 luglio sempre alle 13 su Rai Storia con “Carlo Mazzarella e l’America degli anni ‘80” che propone una riedizione del suo Tg2 Dossier – America in autobus. Carlo Mazzarella realizza, tra il 1978 e il 1982, due lunghi reportage sui mitici “greyhound”, gli enormi pullman, dotati di tutti i confort, che percorrono il continente nordamericano da costa a costa. E l’occasione per raccontare gli Stati Uniti del dopo Vietnam, stretti tra crisi energetica e ripresa economica, nel delicato passaggio tra le presidenze del democratico Jimmy Carter e del repubblicano Ronald Reagan.

Pinocchi di trincea. Il corpo ferito nella Grande Guerra”

Una guerra in cui milioni di giovani persero la vita o rimasero dispersi: la Grande Guerra. Ma a renderla ancora più tragica fu il fatto che quello combattuto fosse conflitto di trincea e di posizione che rendeva i soldati vulnerabili alle pallottole e ai bombardamenti dell’artiglieria, con ferite devastanti. Ed è proprio l’esperienza fisica della guerra e del corpo ferito, violato, offeso, mutilato quella raccontata da “Pinocchi di trincea. Il corpo ferito della grande guerra”, lo speciale di Francesco Conversano e Nenè Grignaffini, in onda domenica 28 luglio alle 14.45 su Rai Storia nel giorno dell'anniversario dello scoppio della Grande Guerra, il 28 luglio 1914. Una storia nella quale non manca il racconto degli effetti che i corpi dei reduci invalidi produssero nella vita sociale dei parenti e delle famiglie. Famiglie che a casa dovettero accogliere e inserire nuovamente nella società i propri figli, che da quel momento non avrebbero potuto più vivere una vita normale. Lo speciale propone anche testimonianze, immagini di repertorio e fotografiche, memorie e materiali degli archivi, insieme ai contributi di esperti e di storici, per aiutare a riflettere sul tema del corpo durante e dopo la Grande Guerra.

Passato e Presente
Paolo Caccia Dominioni. Dovere e onore

Ingegnere, architetto, soldato che ha combattuto in tre guerre: la Grande guerra, quella di Etiopia e poi la Seconda guerra mondiale, sul fronte del Nord Africa, che gli valse la medaglia d’oro al valor militare. E’ Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo, classe 1896, raccontato dal professor Marco Mondini e da Paolo Mieli a “Passato e Presente” in onda domenica 28 luglio alle 20.30 su Rai Storia.. Scrittore, disegnatore, uomo tenace e fedele ai suoi soldati, soprattutto a quelli morti in battaglia. Tra gli anni ’50 e gli anni ’60, per 14 anni, dedica la sua vita a recuperare i corpi dei compagni caduti, dispersi nel deserto egiziano.

Binario cinema
Il giorno prima

Immediatamente dopo il disastro di Chernobyl, in piena guerra fredda, quindici volontari accettano la proposta di una società tedesca: trascorrere 20 giorni in uno dei rifugi antiatomici da lei costruiti per dimostrarne l’efficacia. L’esperimento prenderà pieghe inaspettate. Da un soggetto di Piero Angela, è “Il giorno prima” di Giuliano Montaldo in onda domenica 28 luglio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Nel cast, con Burt Lancaster, Ben Gazzara, Zeudi Araya, Erland Josephson, Kate Nelligan,

LUNEDI’ 29/07/2024

Zavattini e… i campi di grano con corvi di Van Gogh”

Il 29 luglio 1890, all’età di soli 37 anni, scompariva il pittore olandese Vincent Van Gogh, autore di quasi novecento dipinti e di più di mille disegni, artista che influenzò profondamente l’arte del XX secolo. I suoi autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi, rappresentazione di campi di grano e girasoli hanno fama immarcescibile e sono esposti nei più celebri musei del mondo. Per ricordare l’artista, nell’anniversario della scomparsa (29.07.1890), Rai Cultura ripropone una puntata de “Io e …Zavattini e i campi di grano con corvi di Van Gogh” in onda lunedì 29 luglio alle 11.30 su Rai Storia.

Passato e Presente
Metternich, l'arte della diplomazia

Per oltre tre decenni, tra il 1815 e il 1848, Clemente di Metternich è stato il signore d’Europa, l’artefice di un ordine, la Restaurazione, che resta sostanzialmente immutato per un secolo e di un’epoca. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 29 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli rievoca la sua figura con il professor Luigi Mascilli Migliorini.

Nonostante sia stato il trionfatore nel Congresso di Vienna, e l’abilissimo statista capace di sconfiggere Napoleone e di garantire all’Europa stabilità ed equilibrio, di Metternich prevale comunque una valutazione negativa: carceriere dei popoli, custode dell’assolutismo, difensore dell’Ancien Regime fondato sull’ingiustizia e il privilegio. Soprattutto, Metternich resta sgradito all’Italia per la quale conia la famosa definizione di espressione geografica. Ma è una lettura storicamente esatta? Oppure di Metternich si può offrire una descrizione meno negativa e perentoria?

Italia. Viaggio nella bellezza
I misteri dei giganti di Mont'e Prama

A partire dai primi anni Settanta la zona archeologica di Mont'e Prama, nella penisola del Sinis, nell'Oristanese, ha cominciato a restituire importanti reperti di una fase tarda della civiltà nuragica, intorno a 3000 anni fa. In particolare, si tratta di decine e decine di statue a tutto tondo, le prime, nel contesto del Mediterraneo occidentale, che raffigurano uomini in armi, all'interno di una speciale necropoli apparentemente dedicata alla sepoltura di antichi guerrieri. Sculture fortemente iconiche, di grande impatto identitario, subito affettuosamente soprannominate “giganti di Mont'e Prama”. Ma cosa rappresentano le statue? Che rapporto hanno con i defunti sepolti sotto di esse? Chi erano, e se sono morti tutti nello stesso momento, che cosa ha provocato la loro fine? E ancora, perché il luogo sembra essere stato oggetto di un irruente atto di iconoclastia? A queste, e ad altre domande, prova a rispondere “I misteri dei giganti di Mont'e Prama”, in onda lunedì 29 luglio alle 21.10 su Rai Storia per “Italia. Viaggio nella Bellezza”, che è anche un'esplorazione del territorio incontaminato del Sinis, delle sue bellezze naturali e della vicina città perduta di Tharros. Lo speciale ospita anche le interviste agli archeologi responsabili degli scavi, Alessandro Usai e Maura Vargiu, e a studiosi come Momo Zucca e Anna Chiara Fariselli. Propone, inoltre, una testimonianza dello scrittore Flavio Soriga.

Storie della Tv
La partenza (1926-1954)

I primi 50 anni della Televisione Italiana e la lunga preparazione al lancio della programmazione ufficiale, avviata il 3 gennaio 1954. Li racconta “Storie della Tv”, con Aldo Grasso - in onda lunedì 29 luglio alle 22.10 su Rai Storia - si torna ai “blocchi di partenza”. Nel 1926 avviene la prima dimostrazione pubblica di un sistema di ripresa e trasmissione televisiva in Italia: è l’inizio di una lunga fase di sperimentazione, interrotta dalla Seconda Guerra Mondiale, che si concluderà con il fatidico 3 gennaio ’54. Testimoni della puntata sono Romana De Angelis Bertolotti, nipote dell’ingegnere Sergio Bertolotti, e Alessandro Banfi, nipote e omonimo dell’altro ingegnere che per primi organizzarono gli esperimenti televisivi nell’Eiar fascista e nella Rai del dopoguerra; Enrico Menduni, massmediologo e storico della radio italiana, che racconta il contesto di questi esperimenti nella storia della Radio italiana; Vito Molinari, uno dei registi del primo nucleo di lavoro della Televisione, che racconta la fase finale della sperimentazione della Televisione Rai, prima dell’avvio ufficiale dei programmi. Di Fabrizio Marini. Un programma di Enrico Salvatori e di Fabrizio Marini, con la consulenza di Aldo Grasso. Produttore esecutivo Emanuela Capo. Regia di Eva Frerè e Matteo Bardelli.

MARTEDI’ 30/07/2024

Passato e Presente
Padre Arrupe e i Gesuiti

Nel 1965 padre Arrupe viene eletto Superiore Generale dei Gesuiti e sotto la sua guida si realizza una vera e propria rifondazione della Compagnia di Gesù. I Gesuiti, per Arrupe, devono seguire la strada di rinnovamento tracciata dal Concilio Vaticano II e svolgere il loro apostolato tra i poveri, servendo la fede e promuovendo la giustizia. Padre Arrupe e i Gesuiti sono i protagonisti di “Passato e Presente”, in onda martedì 30 luglio alle ore 13.15 e alle 20.30 su Rai Storia. Ospite di Paolo Mieli, il professor Gianni La Bella.

Molti di loro, soprattutto in Sud e Centro America, diventano promotori della Teologia della liberazione. Alcuni arrivano persino ad abbracciare il marxismo e a lottare contro le dittature. Una deriva che preoccupa le gerarchie della Chiesa. Padre Arrupe, pur facendosi paladino della dottrina sociale della Chiesa, invita alla prudenza i Gesuiti sudamericani ed è costretto a mediare tra l’anima progressista e quella conservatrice della Compagnia di Gesù. L’elezione a Papa di Karol Woytjla acuisce i contrasti tra Santa Sede e Gesuiti, tanto che, nel 1981, Giovanni Paolo II arriva a commissariare la Compagnia.

5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”
Alessandro, l'impero universale

Uno sguardo da vicino ad Alessandro Magno: dalla Macedonia all'India. Alessandro Magno ha sempre goduto di uno status unico nella storia. Per i greci e i romani era un eroe, per gli arabi era un profeta, per gli occidentali è un mito. Diffuse da solo la civiltà greca in tutto il mondo antico, fino ai confini dell'India, perseguendo incessantemente il suo nemico giurato Dario il Grande, re di Persia. Ma cosa resta oggi del “vero” Alessandro, della sua vita e del suo ambiente? Interrogativi al centro dell’appuntamento con Giorgio Zanchini e con “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità” in onda martedì 30 luglio alle 21.10 su Rai Storia. Attraverso le numerose raffigurazioni dell'eroe e le tracce archeologiche della sua trionfante conquista, questo film ritrae la figura leggendaria, che è sempre stata, e continua ad essere, una grande fonte di ispirazione, anche per gli artisti di oggi.

L'ascesa di Hitler
Primi passi di un Fuhrer

Una serie della Bbc dedicata alla ricostruzione dei quattro anni (dal 1930 al 1934) che hanno portato alla morte della democrazia in Germania e all’ascesa di Hitler e del nazionalsocialismo: è “L’ascesa di Hitler” in onda da martedì 30 luglio alle 22.10 su Rai Storia, introdotta e commentata dallo storico Emilio Gentile. Nel primo appuntamento, “Primi passi di un Fuhrer”, si parte dal 1930 e dal tentativo di Von Schleicher di cambiare cancelliere in Germania sfruttando il caos politico ed economico, con l’appoggio del presidente Hinderburg e avvalendosi di una nuova figura che pensa di potere sfruttare: Adolf Hitler. Alle elezioni del 1932 il partito nazionalsocialista passa dal 18% al 37% dei consensi e nel gennaio 1933 Hitler viene nominato cancelliere raggiungendo un accordo con Papen che diventa suo vicecancelliere a scapito dello stesso Schleicher. Ha inizio un vero e proprio disastro per la Germania. Nella serie, le immagini e i filmati di repertorio si accompagnano alle considerazioni di storici ed esperti del tema.

MERCOLEDI’ 31/07/2024

Passato e presente
La rivolta di Reggio Calabria

Nel 1970 nascono in Italia le Regioni, organi del decentramento politico e amministrativo già previsti nella Costituzione. Dopo mesi di discussione si decide che il capoluogo della Regione Calabria sarà Catanzaro e non Reggio Calabria, come tutti i reggini si aspettavano. È la scintilla che fa scoppiare una delle rivolte urbane più violente e più lunghe dell’Italia repubblicana. A ripercorrere le fasi cruciali della rivolta di Reggio Calabria, a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 31 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, il professor Ernesto Galli della Loggia con Paolo Mieli. Il sindaco di Reggio, il democristiano Pietro Battaglia, si pone alla testa di un movimento popolare per Reggio capoluogo. Viene proclamato uno sciopero generale della città a partire dal 14 luglio 1970. La gente scende in piazza, ma la risposta delle forze dell’ordine è di dura repressione. Per giorni la città è devastata da scontri e distruzioni. Ci sono anche morti, feriti e tantissimi arresti. Dopo pochi giorni, a guidare i reggini in rivolta arriva Ciccio Franco, sindacalista della Cisnal, che al grido di “boia chi molla” fa virare la protesta a destra. La situazione torna alla normalità solo otto mesi dopo. Il 23 febbraio 1971 l’esercito entra a Reggio Calabria con i mezzi cingolati e ristabilisce l’ordine manu militari. Nel frattempo, il governo guidato da Emilio Colombo approva un pacchetto di misure economiche a favore di Reggio. Tra queste la costruzione del V Centro siderurgico a Gioia Tauro, che però non vedrà mai la luce a causa della sopraggiunta crisi della siderurgia. 

Gli esploratori
K2 la montagna selvaggia

Il 31 luglio del 1954 due italiani raggiungono, primi nella storia, la vetta della montagna selvaggia del K2. I loro nomi sono Achille Compagnoni e Lino Lacedelli e sono membri di una spedizione guidata dal geologo Ardito Desio. Un’impresa ricostruita dallo Speciale di Giancarlo di Giovine e Andrea Orbicciani, per la regia di Leonardo Sicurello, “K2, la montagna selvaggia”, riproposto mercoledì 31 luglio alle 21.10 su Rai Storia per la serie “Gli esploratori” a 70 anni dalla conquista della vetta. La loro è una grande impresa, un’impresa italiana, di un Paese che è uscito distrutto dalla guerra e che si riscatta davanti agli occhi del mondo intero. Il doc ripercorre le varie tappe della spedizione: dalla selezione degli alpinisti alla loro preparazione fisica e atletica, dalla scelta dei materiali a quella dei portatori che avrebbero accompagnato gli alpinisti nella loro scalata, dall’allestimento dei campi base ad altitudini sempre più estreme fino all’ultima meta, la vetta! Il racconto è affidato alle immagini del filmato del Cai “Italia K2”, alle interviste al Presidente Generale del Cai Antonio Montani, alla Direttrice del Museo della Montagna di Torino Daniela Berta, allo storico dell’alpinismo Leonardo Bizzaro, e alla grande alpinista italiana Nives Meroi.

Dove danzeremo domani

“Dove danzeremo domani?” è il titolo del documentario italo-francese proposto da Rai Documentari, che andrà in onda mercoledì 31 luglio alle 22.10 su Rai Storia: è il racconto dei rapporti tra italiani e ebrei durante l'occupazione italiana in Francia tra il 1940 e il 1943, attraverso una storia d'amore, quella di Rima Dridso Levin, ebrea russa, e Federico Strobino, ufficiale cattolico italiano, entrambi sopravvissuti all'orrore della guerra. Tra giugno 1940 e settembre 1943 l’esercito italiano occupa diversi dipartimenti francesi. In poco tempo gli ebrei dell’Europa centrale affluiscono nella zona italiana in cui si sentono più al sicuro. È un rifugio al riparo dai Tedeschi e da Vichy. Circa un migliaio di loro arriva a Saint-Martin-Vésubie, nelle Alpi Marittime, e vengono condannati agli arresti domiciliari dalle autorità italiane. Improvvisamente in questo villaggio di montagna si parla russo, rumeno, polacco o yiddish. Nelle baite si improvvisano una scuola e una sinagoga, di notte si balla nei fienili dopo il coprifuoco, si fa il bagno nei laghi di montagna, si studia, si raccolgono frutti e funghi, si fa teatro o boxe. E ci si innamora. Protetta dai soldati italiani, questa piccola comunità ebraica riesce a scampare alle deportazioni naziste, fino all’armistizio quando tutto cambia. Di fronte all'arrivo dei tedeschi, i soldati italiani fuggono con gli ebrei attraverso le montagne, un esodo pieno di insidie, sperando di raggiungere l'Italia. Il documentario è un racconto appassionato che unisce storia intima e Grande Storia narrato con grande sensibilità dalla regista Audrey Gordon, giornalista francese, la cui famiglia fu direttamente coinvolta nelle vicende rappresentate, grazie agli archivi personali, le memorie di Federico, le straordinarie fotografie private e le lettere scritte a suo figlio Mario subito dopo la guerra. “Dove danzeremo domani” è una coproduzione Zenit Arti Audiovisive e Nilaya Productions, con la partecipazione di Rai Documentari e France Télévisions e con il sostegno del Piemonte Doc Film Fund, Film Commission Torino Piemonte, in concorso alla 17esima edizione del Biografilm Festival 2021.

Storie della Shoah in Italia. I Giusti

Le vicende dei Giusti fra le Nazioni, coloro che hanno aiutato gli ebrei durante il periodo dell'occupazione nazista in Italia. Hanno messo a repentaglio la propria vita per poter fornire il loro aiuto agli ebrei, nascondendoli, fornendo loro cibo, medicine e documenti falsi o organizzando vere e proprie reti di solidarietà, allo scopo di metterli al sicuro dalla persecuzione nazi-fascista. Lo racconta Alessandro Arangio Ruiz nel doc “Storie della Shoah in Italia. I Giusti” andrà in onda mercoledì 31 luglio alle 23.00 su Rai Storia.

GIOVEDI’ 01/08/2024

Bottecchia. L'ultima pedalata”
Il mistero della sua morte

“Nessun corridore italiano aveva mai indossato la maglia gialla al Tour e poi vinto come lo vinse Bottecchia, tenendo la maglia gialla dal primo giorno all’ultimo che è un’impresa nell’impresa”: Parole con il quale l’indimenticabile Gianni Mura tratteggiava il ritratto sportivo di Ottavio Bottecchia, da lui raccontato nello speciale di Gloria De Antoni “Bottecchia. L’ultima pedalata” in onda giovedì 1° agosto alle 12 su Rai Storia. Lo speciale cerca di far luce sul mistero legato alla morte del primo ciclista italiano a vincere la Grande Boucle nel 1924 - avvenuta il 15 giugno 1927 nel suo Friuli - dopo dodici giorni di agonia e per motivi mai completamente chiariti.

Oltre a Mura “Bottecchia. L’ultima pedalata” ospita anche i contributi di Sergio Zavoli, dell'ex direttore sportivo della nazionale di ciclismo Alfredo Martini, e dei discendenti Franco Bottecchia e Renato Zarpellon, e ricostruisce le tante versioni di quella misteriosa morte e la figura di uno sportivo, diventato campione dopo aver provato la povertà sulla propria pelle.

Passato e Presente
Anno 1969: l'adulterio femminile non è più reato

In Italia l’adulterio femminile è stato considerato reato fino al 1969: prima di allora le donne che tradivano il marito rischiavano la denuncia e la galera. Una realtà che la professoressa Silvia Salvatici e Paolo Mili raccontano a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda giovedì 1° agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

La doppia morale attribuiva una colpa più grave alle donne rispetto agli uomini e il tradimento femminile veniva condannato anche socialmente. L’adulterio creava scandalo e se il personaggio era pubblico come Fausto Coppi, la sua storia d’amore con l’adultera Giulia Occhini, riempiva le pagine dei giornali. Il miracolo economico però, cambiò, l’Italia e i costumi degli italiani. Le donne furono le prime a cogliere la trasformazione e a rivendicare un nuovo ruolo nella società. Il 1968 e il movimento studentesco daranno l’opportunità alle femministe di scendere in piazza e far sentire la loro voce, per rivendicare diritti ed emancipazione.

a.C.d.C.”
L’epoca d’oro dei pirati dei Caraibi

Proponendo la grazia a fronte della rinuncia alla pirateria, gli inglesi hanno creato una spaccatura tra i pirati dei Caraibi. Accettare significherà potersi tenere bottino e testa, mentre al rifiuto seguirà l’impiccagione. È “L’Epoca d’oro dei pirati dei Caraibi”, in onda giovedì 1° agosto alle 21.10 su Rai Storia con l’introduzione del professor Alessandro Barbero per “a.C.d.C.”. Pirati dominanti come Benjamin Hornigold e Henry Jennings accolgono la proposta della Corona. Ma lo spietato Charles Vane rigetta l’offerta e passa alla guida della resistenza di Nassau. La nemesi dei pirati, Woodes Rogers, fa rotta da Londra con destinazione Nassau. A seguire, alle 22.10, l’ultimo episodio della serie. La “nemesi” dei pirati, l’ex corsaro Woodes Rogers, è stato inviato dalla Corona britannica a Nassau, la capitale della pirateria. È determinato ad annientare i pirati dei Caraibi. Charles Vane e Barbanera resistono, ma Rogers li prenderà, vivi o morti. Anne Bonny e il suo amante Jack Rackham imbracciano le armi contro l’impero britannico, ma gli anni d’oro della pirateria hanno i giorni contati. Lo spirito libero tipico dei pirati, però, continuerà a vivere nei nascenti Stati Uniti d’America.

VENERDÌ 02/08/2024

“Italiani” ricorda Corrado
A cento anni dalla nascita

Per il pubblico era, semplicemente, Corrado. Un indimenticabile conduttore televisivo e radiofonico che Rai Cultura ricorda nel centenario della nascita, avvenuta il 2 agosto 1924, con lo speciale in onda per il ciclo “Italiani” venerdì 2 agosto alle 12 su Rai Storia. Corrado Mantoni esordisce ventenne ai microfoni di Radio Roma, nel 1944, subito dopo l'arrivo degli Alleati a Roma. Da quell'esperienza parte una formidabile carriera radiofonica, che abbraccia tutti gli anni ‘50, come presentatore di programmi di culto della Radio italiana, come “Rosso e Nero”. Nel 1960 esordisce come conduttore televisivo, con “Controcanale”, e con “L'Amico del giaguaro” (1961-64) imponendo il suo stile bonario sul piccolo schermo. Conduce numerosi programmi, menzione particolare per “Un'ora per voi”, programma coprodotto dalla TV Svizzera e la Rai per gli italiani all'estero. È anche l'unico conduttore di “Canzonissima” riconfermato per due anni, nel 1970 e 1971, insieme a Raffaella Carrà, una delle coppie più emblematich odella storia della Tv italiana. Ma la radio rimane il suo grande amore, e nel 1968 lancia “La Corrida”, gara tra "dilettanti allo sbaraglio", che dura 11 anni. Il 3 ottobre 1976, con la riforma Rai, lancia sulla Rete 1 il contenitore festivo “Domenica In”, che lascia dopo 3 edizioni. Un incidente stradale, nell'estate '78, rallenta la sua carriera, ma è pronto a nuove sfide: nel 1981, in “Gran Canal”, presenta il primo quiz dove gareggiano stranieri residenti in Italia, primo esempio di programma d'intrattenimento di integrazione culturale. Passa poi alle reti commerciali, ma nel 1982 Raffaella Carrà, vuole riformare con lui la coppia degli anni Settanta, in “Fantastico 3”.

Passato e Presente
Don Giovanni Bosco

San Giovanni Bosco è stato un sacerdote che ha dedicato la vita all’assistenza e all’educazione dei ragazzi, soprattutto i più poveri, che inizialmente aveva accolto nel suo primo oratorio, a Valdocco, nella periferia di Torino. A “Passato e Presente”, in onda venerdì 2 agosto alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, la professoressa Mariachiara Giorda e Paolo Mieli approfondiscono la sua figura e il contesto storico in cui ha operato.

Don Bosco ha vissuto negli anni centrali del 1800, un periodo di profonde trasformazioni politiche e sociali che hanno portato all'unità d'Italia e alla fine del potere temporale della Chiesa. Il sacerdote ha offerto la sua diplomazia a Pio IX per ricucire i rapporti tra Stato e Chiesa e per ottenere il riconoscimento del suo ordine religioso: la società dei Salesiani che si è espansa in Italia per poi esportare il modello pedagogico nel mondo, in primo luogo in sud America.

Italic, carattere italiano”
Enrico Caruso alla conquista dell'America

I grandi personaggi dell’arte, della scienza e della cultura che hanno esportato il genio italiano all’estero: è "Italic, carattere italiano", format originale prodotto da Rai Cultura e Stand by, condotto da Giorgio Zanchini. "Italic" è stato il primo carattere corsivo della storia e a inventarlo è stato uno stampatore veneziano, Aldo Manuzio, nel 1501. Da allora, per tutto il mondo, il corsivo è l’Italic. Il programma vuole fare lo stesso percorso che ha fatto questo carattere nel mondo: raccontare il carattere italiano, inteso nel senso più ampio, attraverso grandi personaggi della storia. Il protagonista della puntata riproposta venerdì 2 agosto alle 21.10 su Rai Storia, in occasione dell’anniversario della morte (2 agosto 1921) è Enrico Caruso: il più famoso tenore del suo tempo e anche, ai primi del Novecento, la prima star globale della canzone. "Italic, carattere italiano" ripercorre la sua straordinaria storia umana e artistica, partendo dal quartiere povero di Napoli dove è nato e arrivando sul palco del più grande teatro lirico del mondo: il Metropolitan Opera House di New York.

Dallo studio virtuale Giorgio Zanchini, narratore e guida del racconto, ripercorre la strada di un grande italiano del passato e della nazione che ha beneficiato del suo ingegno e del suo talento, una strada che incrocia quella di altri nostri connazionali, noti e meno noti, che hanno portato l’italianità nel mondo. Il racconto si amplia così per diventare anche una scoperta di storie esemplari di vita di italiani in un Paese straniero e uno spaccato di storia e divulgazione. Ad arricchire la narrazione, ospiti d’eccezione e interviste in studio con esperti: nella prima puntata, Serena Autieri (conduttrice, attrice ma anche cantante e interprete di quel repertorio di canzoni napoletane che Caruso farà conoscere al mondo), Laura Valente (musicologa, curatrice del Museo Caruso a Palazzo Reale di Napoli), Giuliana Muscio (storica della emigrazione italiana), Luigi Carbone (compositore, musicista e presidente del Conservatorio di San Pietro a Majella a Napoli) e Candida Morvillo (giornalista e scrittrice). A corredare le storie, servizi originali realizzati tra Italia, Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna, che raccontano i luoghi e i passaggi attraversati dal protagonista di puntata; e poi schede divulgative con materiale di repertorio - fotografico e audiovisivo - rarissimo, proveniente da archivi italiani e internazionali con estratti di documentari e serie televisive con ricostruzioni d’epoca.

“’14-’18. Grande Guerra cento anni dopo”
La Grande Guerra sui mari

Non solo logoranti assedi in trincea e scontri sanguinosi. Il primo conflitto mondiale si è combattuto anche per mare. Se ne parla “La Grande Guerra 100 anni dopo” - la serie di Rai Cultura presentata da Paolo Mieli, con la narrazione di Carlo Lucarelli e con la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi – in onda venerdì 2 agosto alle 22.55 su Rai Storia. Il programma ripercorre la storia della lotta per il dominio dei mari, dall’affondamento del transatlantico Lusitania alla battaglia dello Jütland. In primo piano, l’utilizzo del sottomarino, mezzo fondamentale nelle battaglie delle grandi flotte navali.

Bologna, 2 agosto 1980”
Il ricordo della strage

Un mosaico di memorie e ricordi affidato a chi, il 2 agosto 1980 a Bologna, ha visto stravolgere la propria vita. Gente comune, lavoratori, vacanzieri, turisti, che hanno subito nel corpo e nell'animo le ferite di quell'esplosione, e con queste hanno fatto i conti per tutta la vita. Rai Cultura ricorda la strage con “Bologna, 2 agosto 1980” di Alessandro Chiappetta, per la regia di Graziano Conversano, in onda venerdì 2 agosto alle 16.15 su Rai Storia nell’anniversario della strage. Nello speciale parlano i parenti delle vittime, come Paolo Bolognesi, che perse la suocera e vide feriti il figlio e la madre, e Paola Mannocci che perse la madre ma il cui padre riuscì a salvarsi, e Cristina Caprioli che perse il fratello Davide. E c’è chi rimase ferito, come Carlo Dionedi, Patrizia Poli, il ferroviere Roberto Castaldo e Marina Gamberini, volto di una delle foto più celebri dell'eccidio. Il racconto è arricchito dalle voci dei giornalisti Jenner Meletti e Roberto Scardova e dell'operatore Enzo Cicco, che giunsero sul posto per raccontare la tragedia, della dottoressa Maria Teresa Fiandri, che all'Ospedale Maggiore dedicò giorni e giorni alle cure dei feriti più gravi; e di Agide Melloni, autista del bus 37, che divenne una navetta che viaggiava tra la stazione e gli ospedali, caricando i feriti e i morti, e che simboleggia ancora oggi il cuore di Bologna e dei bolognesi.

SABATO 03/08/24

Passato e Presente
L’Italia di Totò

Antonio, principe de Curtis, in arte, Totò. Il più grande attore comico del cinema e del teatro italiano attraversa con la sua maschera inconfondibile oltre cinquant’anni di storia nazionale: dalla Prima guerra mondiale, agli anni della ricostruzione e del boom economico. All’Italia di Totò è dedicato “Passato e Presente” in onda sabato 3 agosto alle 20.30 su Rai Storia. Ospite di Paolo Mieli, il professor Emilio Gentile. Artista popolare e allo stesso tempo profondamente complesso, l’attore napoletano è stato capace di cogliere e rappresentare i cambiamenti epocali della cultura e della società italiana, che hanno ridisegnato il volto del nostro Paese.

Cinema Italia
Anno uno

Ritratto umano e politico di Alcide De Gasperi tra il 1944 e il 1954. Regia di Roberto Rossellini. Con Luigi Vannucchi, Dominique Darel, Valeria Sabel, Paolo Bonacelli, “Anno uno” andrà in onda per il ciclo “Cinema Italia” sabato 3 agosto alle 21.10 su Rai Storia.

Documentari d'autore
Due scatole dimenticate. Un viaggio in Vietnam”

Due scatole da scarpe di negativi fotografici 6x6, dimenticate in un vecchio armadio in soffitta per più di 50 anni e inaspettatamente ritrovate: un film che racconta di una guerra, della memoria che svanisce, di una sfida contro il tempo che passa. È “Due scatole dimenticate. Un viaggio in Vietnam”, firmato dalla grande documentarista Cecilia Mangini e da Paolo Pisanelli, in onda sabato 3 agosto alle 22.55 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.

Nel 1964-65 i registi Lino Del Fra e Cecilia Mangini hanno vissuto per 3 mesi nel Vietnam del Nord, in guerra con gli USA, per effettuare i sopralluoghi per un film documentario sulla lotta di quel popolo deciso a conquistare l’unità e l’indipendenza. Hanno esplorato gran parte del paese, ma a causa dei bombardamenti americani i due sono stati rimpatriati insieme a tutti gli stranieri residenti a Hanoi. Quelle bombe colpirono anche il loro film, che non è stato più realizzato. Ma Cecilia Mangini ha effettuato un grande reportage fotografico, in parte ancora inedito e quella guerra, quella resistenza, quel popolo in armi rivive attraverso foto, scritti, ricordi e vuoti di memoria.


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