L’Ape musicale

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La donna-automa e il suo inventore

la Coppélia di Amodio al Teatro Massimo

Mercoledì la prima: protagonisti Anbeta Toromani e Alessandro Macario

Oggi la conferenza stampa con gli artisti, in scena 34 ballerini del Corpo di ballo del Teatro

PALERMO. È uno spettacolo basato sulla storia archetipica della donna-bambola meccanica e del suo inventore-demiurgo. Ma nella regia e coreografia di Amedeo Amodio Coppélia diventa una grande creazione cinematografica dove la scena è un set, l’inventore-demiurgo Coppelius è un regista, i personaggi sono tutti attori di un film in una sorta di metateatro.

Coppélia, ou la Fille aux Yeuxd'Email (Coppelia o la ragazza dagli occhi di smalto) è il balletto in due atti che debutta mercoledì 17 giugno al Teatro Massimo di Palermo, con Anbeta Toromani e Alessandro Macario, Riccardo Riccio, Michela Viola, regista e coreografo Amedeo Amodio su musica composta da Léo Delibes, direttore Alessandro Ferrari, scene di Emanuele Luzzati e Luca Antonucci, costumi di Luisa Spinatelli, musiche della Balera orchestrate da Enrico Blatti, Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro Massimo.

Il libretto è ispirato al primo racconto dei Notturni di Theodor Amadeus Hoffmann, Der Sandmann (L'uomo della sabbia), pubblicato nel 1815. È l'ultima creazione di Saint-Léon, morto tre mesi dopo la prima rappresentazione, avvenuta all'Opéra national de Paris, il 25 maggio 1870. Abbandonato il libretto della storica versione, firmato da Charles Nuitter e Arthur Saint-Léon, Amodio si rifà alla fonte primaria del balletto: il racconto di Hoffmann, attingendo all’immaginario onirico e crepuscolare dello scrittore.

Per il sovrintendente, Francesco Giambrone, “uno spettacolo di grande qualità che vede tra i protagonisti del primo e secondo cast sei ballerini del nostro Corpo di ballo, un investimento importante su giovani di talento a conferma della nostra volontà di investire su quest’importante componente artistica del Teatro”. Sia Riccardo Riccio che la palermitana Michela Viola (Coppelius e Olimpia nel primo cast) fanno infatti parte del Corpo di ballo del Teatro e così tutti i quattro protagonisti del secondo cast: Walter Maimone, Maria Maragliani, Alessandro Cascioli, Azzurra Schena.

“La compagnia – aggiunge il coordinatore del Corpo di ballo, Marco Bellone - sarà finalmente utilizzata a 360 gradi, con 34 ballerini in scena tra strutturati e aggiunti. Adesso possiamo contare sull’apporto dei nostri ballerini anche nei primi ruoli, uno dei punti fondamentali della mia politica di coordinatore”.

Amedeo Amodio, uno dei più importanti coreografi italiani, ha raccontato la sua Coppélia profondamente influenzata dall’immaginario cinematografico. “Lo spettacolo è come un set dove si provano diverse scene del film che poi saranno montate, e dove Olimpia, la donna-automa, contende il ruolo di protagonista a Clara. In scena ci sono anche Dracula, Frankenstein e Charlot e tante altre suggestioni e atmosfere arrivano da Ginger Rogers e Fred Astaire, dai film con Gary Cooper e Marlon Brando”.

Unanime, da parte dei ballerini, l’orgoglio di lavorare con Amodio, “uno dei pochi grandi coreografi che lascia gli artisti liberi di esprimere se stessi”, ha detto Anbeta Toromani, ballerina albanese per dieci anni protagonista di “Amici”. “Non rinnego la tv – aggiunge – ma sono felice di avere avuto l’opportunità di tornare al mio vecchio mondo, quello del teatro. Un’opportunità non scontata, visto che in Italia spesso le esperienze in tv creano un pregiudizio nei confronti degli artisti. Per me è la prima volta al Teatro Massimo ed è una grande emozione”.

Altrettanto contento il protagonista maschile Alessandro Macario, primo ballerino al Teatro San Carlo di Napoli. “Per me non è la prima volta al Massimo, ma è sempre un’emozione esibirsi in un Teatro così maestoso”. Per il direttore, Alessandro Ferrari, “Coppélia è una bella sfida per l’Orchestra, ed è come se la musica, seppur composta nell’Ottocento, sapesse piegarsi a una regia innovativa che attinge a suggestioni moderne”.

Protagonisti di Coppélia sono Clara e Nathaniele (questi i nomi originali nell’opera di Hoffman, che Amodio riprende al posto di quelli della versione storica, cioè Swanilda e Franz), due ragazzi che vivono nello stesso villaggio del dottor Coppélius, un misterioso personaggio, un po’ fabbricante di giocattoli, un po’ mago. È lui ad avere costruito una bambola, Olimpia, che tutti in paese ritengono essere la sua misteriosa figlia. Una ragazza-manichino, come scopriranno più tardi Clara e Nathaniele, che pure riteneva di essersene innamorato. Tra danze, colpi di scena, gelosie, danze spagnole, scozzesi, tango, mambo, cha-cha-cha, il balletto si muove su un vasto immaginario letterario ed onirico ed è uno storico terreno espressivo per protagoniste del calibro di Carla Fracci, Alessandra Ferri, Eleonora Abbagnato (ultima interprete a Palermo della Coppélia con la storica coreografia di Roland Petit, nel 2010).

Spettacolo che offre momenti umoristici e giocosi ma che, come nota Concetta Lo Jacono nel libretto di scena, svela - seppure alleggerito - uno spessore psicanalitico. “Della storia ideata dal letterato e musicista tedesco – scrive - che ci rivela cose che gli occhi non vedono e la ragione non afferra, un mondo al di là della nostra vita quotidiana, rimane nel balletto un mago assai benevolo e un automa poco conturbante; mentre si dissolvono in un’atmosfera fiabesca le brume nordiche che avvolgono il racconto originale”. Qui, nella coreografia di Amodio, la bambola-automa che nel racconto si scoprirà essere senza occhi in realtà ha uno sguardo che pervade tutto lo spettacolo: due immensi occhi dominano la scena. Mentre le altre bambole del laboratorio del dottor Coppelius hanno l’aspetto dei protagonisti del cinema, da Dracula a Charlie Chaplin.


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