L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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l'historie du soldat a firenze

NOTE DI REGIA

Nel 1918, Igor Stravinskij viveva sulle Alpi Svizzere con una flebile speranza di far ritorno alla sua natia Russia. La Rivoluzione d’ottobre del 1917 e il Trattato di pace di Brest-Litovsk gli avevano fatto perdere le sue proprietà in patria e lo avevano reso un esule. A causa di un contrasto di vecchia data con  il suo mentore, il carismatico impresario Sergej Diaghilev, Stravinskij non stava ricevendo alcuna royalty sui suoi lavori che i Ballets Russes continuavano a portare in scena in Europa. Aveva quattro bambini piccoli, una moglie in cattiva salute e vari familiari e amici da aiutare. Questi erano anni di grande difficoltà personale e finanziaria.

La collaborazione di Stravinskij con un gruppo di artisti locali del cantone di Vaud e la stretta amicizia con lo scrittore Charles-Ferdinand Ramuz si rivelarono fondamentali per la creazione de  L’histoire du soldat nel 1918. Il lavoro nacque per necessità economiche: Stravinskij infatti stava cecando soluzioni per guadagnare denaro e i due idearono un'opera di ridotte dimensioni da portare facilmente in tournée nelle città di provincia della Svizzera. Stravinskij scelse un racconto popolare russo dalla raccolta di fiabe primitive di Alexander Afanas’ev, che era stata oltretutto materiale di ricerca anche per L'uccello di fuoco Petruška. Ramuz lo trascrisse in versi francesi in rima, eliminando l’originale contesto russo in favore di un'ambientazione universale con riferimenti alla Svizzera contemporanea. Ramuz, inoltre, alterò significativamente la trama ed aggiunse, in maniera abbastanza didattica, tocchi di morale calvinista, il che è in parte in contrasto con il mondo sonoro e l’immaginazione di Stravinskij fino a quel momento della sua carriera. È questo conflitto di vedute, unito agli sforzi di Stravinskij per far coesistere il suo stile musicale assai diverso e la sua immaginazione col lavoro dello scrittore svizzero, avendo per sfondo la Prima guerra mondiale, che fungeva da catalizzatore per questa produzione. La nostra rilettura proietta il “soldato universale”, di Stravinskij e l'invenzione di Ramuz negli anni della Grande Guerra, il cui centenario celebreremo nel 2018, permettendoci di esaminare la storia attraverso il prisma di un lavoro d’arte embrionale.

Stravinskij si fonde con il personaggio del Narratore e rivede sé stesso nel Soldato quando riflette sui suoi passati errori e sulle difficoltà del presente - il Soldato è un disertore dalla coscrizione forzata; Stravinskij è un disertore involontario dalla sua patria. Entrambi lontani dal far ritorno alla terra natia, ostacolati dagli inganni del Diavolo - che in questa nostra produzione è presentato come qualsiasi persona o cosa sia sentito come nemico dal Narratore: talvolta come la Guerra; altre volte come la Morte, che priva Stravinskij della famiglia, degli amici e minaccia la vita di sua moglie, e altre volte ancora come la Lussuria, il bisogno sessuale di cercare altri amanti. Il Diavolo si “tramuta” in Sergej Diaghilev, manipolatore, seduttore, capriccioso, e anche in Vladimir Lenin, il cui partito bolscevico Stravinskij detestava e considerava la morte della Russia.

L’aspetto autobiografico ci permette una riflessione sull’esilio, la diserzione, la nostalgia e l’essere senza radici, sia relativamente alla vita di Stravinskij che alla trama de L’histoire. Viene enfatizzato il bisogno universale dell’artista di dare espressione alla creatività di fronte all’insicurezza, alla sofferenza e alla terribile catastrofe umana. L’esperienza multi-nazionale e multi-linguistica di Stravinskij offre importanti stimoli e si traduce in un lavoro che utilizza le lingue dei principali Paesi che prendono parte alla Prima Guerra Mondiale: Inghilterra, Francia, Germania, Russia e Italia. L’histoire du soldat, una composizione che combina gli elementi espressivi di musica, recitazione, narrazione e danza, è ampliata nelle sue sezioni in prosa da un disegno sonoro che riempie i vari scarti narrativi e contribuisce a trasportarci all’interno del mondo immaginario e dei ricordi nostalgici del compositore. L’atmosfera ed il realismo dell’originale racconto popolare russo sono richiamati in tutta la produzione e segnano un punto di partenza dove la tensione tra l’immaginazione di Stravinskij e quella del suo poeta è in forte rilievo e fornisce impeto drammatico al lavoro.

Alessandro Talevi e Kara McKechnie

 


 

 

 
 
 

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