L’Ape musicale

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ELEKTRA
INAUGURAZIONE STAGIONE SINFONICA - 18, 20, 22 OTTOBRE 2022

La nuova stagione 2022-2023 si aprirà all’insegna del mito, “un racconto intorno a dèi, esseri divini, eroi e discese nell’aldilà” (Platone, Repubblica),con Antonio Pappano che - sul podio dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia - il 18, 20 e 22 ottobre dirigerà l’ Elektra, tragedia in un atto op. 58 di Richard Strauss, per la prima volta in cartellone a Santa Cecilia. Un cast d’eccezione per questa prima esecuzione ceciliana: Ausrine Stundyte, soprano lituano, nel ruolo di Elektra (interpretato, con grande successo di pubblico e critica, al Festival di Salisburgo del 2021 e alla Staatsoper di Amburgo), Elisabet Strid in quello di Crisotemide, Petra Lang (Clitennestra), Neal Cooper (Egisto), Kostas Smoriginas (Oreste), Thomas Hall (Il precettore di Oreste), Maide Hundeling (La sorvegliante); i ruoli delle quattro ancelle saranno sostenuti da Ariana Lucas, Anne Schuldt, Kseniia Nikolaieva e Katrin Adel, mentre il coro sarà istruito da Piero Monti.
Dopo il trionfale successo ottenuto nel 1906 con la Salome, soggetto ritenuto all’epoca “immorale” (il Kaiser Guglielmo II disse a tal proposito: “Mi spiace che Strauss abbia composto la Salome, così si farà un danno terribile”, e l’artista commentò nei suoi Ricordi: “Con quel danno potei costruirmi la mia villa a Garmisch”) Strauss, all’epoca il più acclamato compositore in Germania e nel mondo, si mise in cerca di un nuovo testo da mettere in musica e "comprendendo subito che se ne poteva trarre uno splendido libretto" scelse il soggetto sofocleo dell’Elektra, che aveva visto in scena nel 1903 a Berlino nella versione “riscritta per le scene tedesche” da Hugo von Hofmannsthal, poeta e drammaturgo austriaco, con il quale collaborò fino alla precoce morte dello scrittore, creando capolavori quali il Rosenkavalier, Ariadne auf Naxos, Die Frau ohne Schatten, Die ägyptische Helena e Arabella. Dopo Salome, dunque, di nuovo una figura femminile divorata da una grande sensualità e dalla sete di vendetta (questa volta per il padre ucciso). Hofmannsthal interpretò così la sua opera: "In Elektra il problema centrale è l'azione e il rapporto con l'azione; un crimine viene espiato per mezzo di un altro crimine, e quest'espiazione è imposta ad una creatura che è condannata due volte ad andare verso la catastrofe: in quanto individuo si considera capace, in quanto donna si considera incapace di compiere quell’atto", e in una lettera inviata a Strauss il 6 aprile del 1906 descrisse “l’impasto cromatico” del suo dramma come una “mescolanza di notte e luce, nero e chiaro”.
La première dell’Elektra ebbe luogo il 25 gennaio 1909 al Königliches Opernhaus di Dresda con la direzione di Ernst von Schuch, ma "il successo della ‛prima’ – ricordò in seguito Strauss – non fu altro che un successo di stima”. In seguito rientrò saldamente in repertorio e oggi è al quarto posto fra le opere più rappresentate del compositore monacense.
Nella storiografia dell’orchestrazione Elektra è fra le opere con l’organico più ampio della prima metà del Novecento, e gode di una fama speciale anche la forza e la resistenza richiesta ai protagonisti. La partitura viene considerata come la più avanzata tecnicamente di tutta la produzione del compositore, con le famiglie dei legni e degli ottoni ampliate da strumenti inconsueti, come lo heckelphon, il corno di bassetto e la tromba bassa.

LA TRAMA
Ambientata nella reggia di Micene, Elettra rievoca l’uccisione del padre Agamennone compiuta da Clitennestra, sua madre, e dal suo amante Egisto e sogna il giorno della vendetta. Invano la sorella Crisotemide tenta di disarmare il suo odio. Alla madre che le chiede quale vittima dovrà uccidere per scacciare i sogni molesti, Elettra rinfaccia di aver cacciato di casa il figlio Oreste e di aver tentato di farlo morire, e annuncia che il sangue che dovrà scorrere sarà il suo. All’improvviso giunge un’ancella che reca a Clitennestra una notizia che produce in lei visibile gioia. La regina rientra festante nel suo palazzo. Appare Crisotemide, la quale geme nel dolore: due forestieri le hanno portato la notizia che Oreste è morto. Allora Elettra decide di uccidere ella stessa Clitennestra ed Egisto con l’ascia che aveva custodito; invoca l’aiuto della sorella, ma questa rifiuta e fugge. Decide dunque di agire da sola. Mentre scava per dissotterrare la scure che uccise Agamennone, appare uno straniero (Oreste) che ella non riconosce e le rivela che Oreste è vivo. Un’ancella lo introduce presso Clitennestra e, poco dopo, si ode l’urlo di questa, colpita a morte. Frattanto giunge Egisto ed entra nel palazzo; dopo un attimo di silenzio, scoppia un tumulto ed Egisto si precipita a una finestra per chiedere aiuto: invano, poiché Oreste lo raggiunge e lo uccide. Accorrono Crisotemide e i servi in festa per il ritorno di Oreste e la morte dei tiranni. Elettra comincia una danza selvaggia ma dopo pochi passi crolla a terra.

18, 20, 22 ottobre 2022
Orchestra e Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Antonio Pappano
soprano Ausrine Stundyte(Elettra)
sopranoElisabet Strid(Crisotemide)
mezzosopranoPetra Lang (Clitennestra)
tenore Neal Cooper (Egisto)
baritonoKostas Smoriginas(Oreste)
basso Thomas Hall (Il precettore di Oreste)
soprano Maide Hundeling (la sorvegliante)
contraltoAriana Lucas (prima ancella)
mezzosopranoAnne Schuldt (seconda ancella)
mezzosopranoKseniia Nikolaieva (terza ancella)
sopranoKatrin Adel (quarta ancella)
maestro del coroPiero Monti
Strauss Elektra
opera in un atto su libretto di Hugo von Hofmannsthal


 

 

 
 
 

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