L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Di conferme e cambiamenti

Insieme alla nuova stagione lirica 2023/2024 del Teatro del Giglio di Lucca sono state presentate anche le dimissioni del direttore artistico Jonathan Brandani

LUCCA – Mercoledì 9 agosto è stato presentato in conferenza stampa il cartellone lirico della stagione 2023/2024 del Teatro del Giglio, che propone un’offerta di cinque titoli (uno dei quali fuori abbonamento) che rientrano ampiamente negli interessi del grande pubblico ma – e su questo punto il direttore artistico ha molto insistito – nel segno della qualità.

Nel 2024 ricorre il centesimo anniversario della morte di Giacomo Puccini e nell’ottica della ricorrenza anche il Giglio fa la sua parte mettendo in scena due opere del compositore lucchese: La bohème e Madama Butterfly. La bohème inaugurerà la stagione il 20 e il 22 ottobre nell’allestimento prodotto dal Ravenna Festival-Teatro Alighieri nel 2015/2016 e ripreso dal Ravenna Festival in coproduzione con il Giglio di Lucca, il Galli di Rimini, il Comunale di Ferrara e il Verdi di Pisa. Si tratta di un’occasione più che gradita perché riconferma il legame tra Lucca e Ravenna, segnando il ritorno di Cristina Mazzavillani Muti, che firma ideazione scenica e regia, del direttore Nicola Paslowski e dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini; nel cast sono segnalati Juliana Grigoryan (Mimì), Alessia Pintossi (Musetta), Alessandro Scotto di Luzio (Rodolfo) e Christian Federici (Marcello).

Il 12 e 14 gennaio 2024 sarà il turno del celeberrimo Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini nell’allestimento della Compagnia Fanny & Alexander, con regia, scene e costumi di Luigi De Angelis e la direzione di Francesco Pasqualetti alla testa dell’Orchestra della Toscana, mentre i ruoli principali sono affidati a Chiara Amarù (Rosina), Gurgen Baveyan (Figaro), Dave Monaco (Conte di Almaviva), Roberto Abbondanza (Bartolo) e Arturo Espinosa (Don Basilio). La nuova produzione ha come capofila il Verdi di Pisa, assieme al Giglio, al Sociale di Rovigo, all’Alighieri di Ravenna e alla Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi.

Puccini tornerà il 17 e 18 febbraio con Madama Butterfly proposta nella cosiddetta “versione di Brescia”, cioè la seconda, in una produzione frutto degli sforzi congiunti dei Teatri del circuito OperaLombardia (Grande di Brescia, Sociale di Como, Ponchielli di Cremona, Fraschini di Pavia, Donizetti di Bergamo) unisce il Teatro del Giglio di Lucca e l’Opera Nazionale Estone. La regia è affidata a Rodula Gaiatanou e le scene e i costumi a Takis, mentre l’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano sarà diretta da Alessandro D’Agostini. Le recite lucchesi saranno interpretate da Yasko Sato e Federica Vitali (Cio-Cio-San rispettivamente il 17 e 18 febraio), Riccardo Della Sciucca (F. B. Pinkerton), Asude Karayavuz (Suzuki) e Devid Cecconi (Sharpless).

La conclusione del cartellone è affidata al Trovatore di Giuseppe Verdi (15 e 17 marzo) in un nuovo allestimento dove scene e regia sono di Stefano Monti e Giovanni Di Stefano dirigerà i complessi dell’Orchestra e Coro del Teatro Goldoni di Livorno, sul proscenio saranno nei ruoli principali Min Kim (Il Conte di Luna), Claire de Monteil (Leonora), Ana Victoria Pitts (Azucena) e Matteo Desole (Manrico). L’allestimento è una coproduzione fra il Municipale di Piacenza, il Comunale Pavarotti-Freni di Modena, il Goldoni di Livorno, il Giglio di Lucca e il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona.

A questi quattro titoli se ne aggiunge un quinto – quello fuori abbonamento – di cui non è stata chiarita la collocazione all’interno del cartellone e si tratta dell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti. È un progetto di natura particolare, proiettato sul futuro: il target d’elezione è il pubblico del domani, i giovani e i giovanissimi, ma anche l’esecuzione musicale avrà una componente importante occupata dai professionisti del prossimo futuro, provenienti dal vicino Conservatorio “L. Boccherini”. L’obiettivo è quello sia di avvicinare all’ascolto i futuri spettatori sia quello di instradare alla professione gli studenti, affiancati nei ruoli principali da chi affermato professionista lo è già; l’iniziativa è senz’altro meritoria e si attendere di poterne conoscere i dettagli.

L’offerta della prossima stagione del Teatro del Giglio, nella massima onestà, non brilla né per originalità né per audacia e tuttavia – almeno sulla carta – pone un accento interessante sull’aspetto qualitativo. In effetti una cifra che ha distinto l’attività svolta finora dal direttore artistico Jonathan Brandani è proprio quella della qualità, riuscendo a trovare le giuste intersezioni tra produzioni e bilancio, titoli e cassetta. È con dispiacere che si apprende delle sue dimissioni dopo soli 19 mesi, perché in questo arco Brandani ha saputo rendere un ottimo servizio al Teatro del Giglio e ha rappresentato un’autentica boccata di aria fresca nell’afa di una situazione dove la tendenza è quella della chiusura.


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