L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Nabucco, l'opera, il mito

DOMENICA 03/12/2023

Passato e Presente
Roma e il faraone

Dopo la dominazione persiana, e quella greca di Alessandro il Grande, la terra del Nilo diventa una provincia dell’Impero Romano e le sue ricchezze contribuiscono alla grandezza di Roma, mentre, dopo la sconfitta di Azio, il popolo delle piramidi perderà del tutto la sua autonomia. Ma questa storia di conquista, culminata con l’annessione dell’Egitto a provincia romana, non è a senso unico. A “Passato e Presente”, in onda domenica 3 dicembre alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con la professoressa Patrizia Piacentini. Roma resta colpita dal fascino della terra dei faraoni e importa, oltre a notevoli quantità di grano e beni di lusso, anche l’eleganza dell’arte egizia. Ancora oggi ci sono tracce d’Egitto a Roma e in molte altre città, dove fiorivano tempi di Iside o di Serapide, culti sincretici di ispirazione egizia ed ellenistica. Roma conquista l’Egitto con l’esercito, con le strategie di Giulio Cesare e con l’abilità di Ottaviano. Ma l’Egitto, a sua volta, conquista Roma con Cleopatra, pericolosa e fatale, e il fascino misterioso della sua cultura millenaria. 

Binario cinema

Miss Marx”

È il 1883, l’anno della morte di Karl Marx. La figlia Eleanor è una pensatrice brillante e apprezzata nel quadro del socialismo britannico: dopo la scomparsa del padre si lega a Edward Aveling, commediografo intraprendente, ma uomo incostante e infedele. È il film diretto da Susanna Micchiarelli “Miss Marx” in onda domenica 3 dicembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Nel cast, Romola Garai, Patrick Kennedy, John Gordon Sinclair.

La fragilità e la complessità del personaggio, uniti allo stile e alle scelte marcate e personali di Nicchiarelli, danno vita a una figura memorabile del cinema recente, in un prodotto di respiro internazionale, non il primo e non l’ultimo della più autenticamente cosmopolita fra i registi italiani.

LUNEDI’ 04/12/2023

Passato e presente
Gli ultimi pagani

Pur seguendo un percorso di conversione personale al cristianesimo, Costantino non rinunciò mai a occuparsi dei pagani. Fu l'atteggiamento intransigente di Teodosio a imprimere una svolta per cui i cristiani diventarono da perseguitati dei persecutori. Ma il paganesimo seguitò ad avere proseliti anche dopo l’affermazione del Cristianesimo come religione di stato. Ancora nel IV e nel V secolo ne abbiamo testimonianza dalle fonti archeologiche e storiche. Ne parlano Paolo Mieli e il prof. Umberto Roberto a “Passato e Presente” in onda lunedì 4 dicembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Italia. Viaggio nella bellezza
Sublime Aquileia

Nel Nord Est d’Italia, a pochi chilometri dalla laguna, c’è uno scrigno di tesori: Aquileia, fondata dai romani e annoverata tra le più importanti dell’Impero. Una città al centro del nuovo appuntamento con “Italia. Viaggio nella bellezza” in onda lunedì 4 dicembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Centro di irradiazione del Cristianesimo originario, che da Aquileia si propagò raggiungendo l’Istria, la Dalmazia e il Nord Europa, fu poi, nel Medioevo, sede di un potente e influente patriarcato. La sua antica basilica, che risale alla prima metà del IV secolo d.C., conserva i più vasti mosaici pavimentali cristiani d’Occidente, visibili nelle navate della chiesa e nella cripta degli scavi. Un pavimento ricchissimo composto di minute tessere colorate, che costituiva un tempo il pavimento del primo complesso episcopale voluto dal vescovo Teodoro all’indomani dell’editto di tolleranza dell’imperatore Costantino. Vi sono raffigurati motivi geometrici, piante, animali e persone. L’immagine più famosa è quella di Giona, il profeta renitente che, in un mare pieno di pesci, viene prima inghiottito da un mostro marino e poi risputato. Una scena che rimanda con tutta probabilità alla Resurrezione di Cristo. Ad Aquileia l’uso del mosaico attraversa ben cinque secoli e risale almeno al I sec. a.C. Sia gli edifici pubblici che le domus romane hanno restituito un numero cospicuo di pavimenti musivi di pregio tanto che la città può fregiarsi del titolo di “città dei mosaici”. Molti sono custoditi nel Museo archeologico nazionale. Un museo ricchissimo di reperti e di collezioni davvero uniche. Come quella dell’ambra la preziosa resina fossile, importata dal baltico e lavorata ad Aquileia, a cui i romani attribuivano proprietà apotropaiche. O quella delle gemme finemente incise e usate come sigillo. E poi i molti oggetti e monili in vetro, sia di fabbricazione locale che di importazione, che testimoniano l’origine di una tradizione che tanta fortuna ebbe poi nella vicina Venezia. Un’eredità incommensurabile tutelata dall’Unesco che venticinque anni fa ha inserito Aquileia nella lista dei luoghi patrimonio dell’umanità. Un patrimonio che rende questa città, che ha resistito a invasioni, guerre e terremoti, non solo fiera e culturalmente straordinaria ma anche un luogo del cuore, da visitare e impossibile da dimenticare.

L'Italia a tavola. Storia di una cultura
La pasta

Dalla pasta alla pizza, dal pane al mondo vegetale, un percorso affascinante frutto di contaminazioni e identità sempre in trasformazione. Lo storico Massimo Montanari “viaggia” lungo dieci secoli per raccontare la storia dei cibi che rappresentano la fortunata tradizione gastronomica italiana nella nuova serie di Rai Cultura “L’Italia a tavola. Storia in una cultura”, in onda da lunedì 4 dicembre alle 22.10 in prima visione su Rai Storia. Nel primo appuntamento, la pasta. In origine una variante “sottile” del pane, si trasforma nel tempo in un genere alimentare autonomo fino a diventare uno dei piatti simbolo dell’identità gastronomica italiana. Massimo Montanari ricostruisce il lungo percorso della pasta sia nella sua variante per uso domestico, quella fresca, che nella fortunata versione a vocazione industriale, essiccata, oggi presente nelle sue infinite varianti in ogni luogo: la vera sintesi della cucina italiana.

MARTEDI’ 05/12/2023

Passato e Presente
Nabucco, l’opera e il mito

Andata in scena per la prima volta il 9 marzo 1842 al Teatro La Scala, l'opera 'Nabucodonosor' del ventinovenne Giuseppe Verdi conosce un trionfo senza precedenti, cambia la vita al suo compositore e ancora oggi è rappresentato nei teatri di tutto il mondo. Lo splendido coro del 'Va' pensiero', intonato dagli ebrei schiavi del re babilonese, in seguito verrà interpretato come allegoria della condizione degli italiani oppressi dagli austriaci alla vigilia del Risorgimento. Ma erano davvero queste le intenzioni del suo autore? Quanto c'era di risorgimentale nell'opera di Verdi? E quante altre riletture storiche ha avuto quel coro, nel corso del tempo, fino ai giorni nostri? A “Passato e Presente” - in onda martedì 5 dicembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia - Paolo Mieli ne parla con la storica Carlotta Sorba.

5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità
VITTORIA. REGINA DEL MONDO

Incoronata regina poco dopo il suo 18° compleanno, Vittoria presiedette un periodo straordinario della storia britannica che vide un'enorme espansione industriale, sociale e territoriale. Riuscì anche a spostare la percezione pubblica della famiglia reale da quella che la vedeva come dispendiosa e anacronistica a una parte apprezzata della società britannica. Ha dato il via alla moda di diventare mecenate di dozzine di enti di beneficenza e di sostenere le arti e, così facendo, è diventata una celebre figura pubblica, influenzando la cultura popolare. Vittoria è al centro del primo appuntamento del ciclo dedicato alle regine in onda per “5000 anni e +. La lunga storia dell’umanità”, con Giorgio Zanchini, martedì 5 dicembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.

Pearl Harbor, 7 dicembre 1941
L’evento che cambiò la guerra

Pearl Harbor, isole Hawaii, 7 dicembre 1941: i giapponesi attaccano la base americana. È l’evento che determina l’ingresso degli Stati Uniti nel secondo conflitto mondiale e l’improvviso rovesciamento degli equilibri in favore delle forze alleate. In occasione dell'anniversario dell’attacco Rai Cultura ripropone lo speciale “Pearl Harbor, 7 dicembre 1941” introdotto e contestualizzato dallo storico militare Fabio De Ninno - in onda martedì 5 dicembre alle 22.10 su Rai Storia. Lo speciale ricostruisce in dettaglio l’attacco dei giapponesi alla base navale americana nelle Hawaii e racconta quel fondamentale momento storico, partendo dalle sue premesse, per ricostruire l’intreccio di alleanze e incidenti diplomatici che caratterizzano lo scontro Usa-Giappone per il controllo del Pacifico.
L'attacco di Pearl Harbor è ricordato per le molte scene di eroismo e sacrificio di cui furono protagonisti marinai, aviatori e civili che combatterono senza aspettare gli ordini. Uomini coraggiosi che hanno mostrato immenso coraggio di fronte a un grave pericolo e hanno reso orgogliosi i loro connazionali. Dal salvataggio degli altri, al rispondere al fuoco giapponese, questi uomini andarono ben oltre la chiamata al dovere e salvarono molte vite. Uomini come John Charles England, Doris Miller, Philip Rasmussen, Julio De Castro e Donald Kirby Ross, le cui drammatiche storie, finora quasi sconosciute, vengono raccontate attraverso filmati inediti e interviste.

MERCOLEDI’ 06/12/2023

Passato e Presente
Gli ebrei di Salonicco

C’è una città in Grecia che si affaccia sul mare Egeo, Salonicco, che per secoli è stata ribattezzata “la Gerusalemme dei Balcani”. Qui, infatti, ha vissuto e prosperato la più grande comunità ebraica del mondo, accolta e protetta dalle tolleranti leggi dell’impero ottomano. Sinagoghe accanto a minareti, in pace. Una convivenza che diventa più complicata nel Novecento fino all’arrivo dei nazisti che annientano quella comunità e ogni memoria di pace. A “Passato e Presente”, in onda mercoledì 6 dicembre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, ne parlano Paolo Mieli e il professor Giorgio Del Zanna.

Il segno delle donne
Marta Abba

La “Garbo della scena italiana”: così, la stampa del passato, ha definito Marta Abba, la “Musa” di Luigi Pirandello, lo scrittore Premio Nobel che eleggerà l’attrice come l’interprete principale di numerose sue opere, e che Marta chiamerà “Maestro”, stringendo con lui un rapporto personale, ma anche un sodalizio artistico, molto significativo. Marta Abba è la protagonista dell’ultimo appuntamento con i “faccia a faccia” di Angela Rafanelli e “Il Segno delle Donne”, una coproduzione Rai Cultura - Anele, prodotta da Gloria Giorgianni, in onda mercoledì 6 dicembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. A dare voce e volto a Marta Abba, Ilenia Pastorelli.

Nata a Milano nel 1900 da una famiglia di commercianti, dopo il diploma all’Accademia dei Filodrammatici, Marta Abba esordisce prima in uno spettacolo allestito nel Teatro del Popolo e poi, nel 1924, nella compagnia meneghina di Virgilio Talli, facendosi notare dai critici e dagli addetti ai lavori per il suo talento e per la sua “recitazione moderna”. La sua fama giunge fino a Luigi Pirandello che, nel 1925, decide di scritturarla nella sua Compagnia del Teatro d’Arte di Roma, impegnata in lunghe tournée sia in Italia che all'estero. Incantato dalla bellezza, dalle doti recitative e dal temperamento della sua “attrice prediletta”, Pirandello scriverà per Marta numerosi personaggi, come le protagoniste delle celebri opere “Diana e la Tuda”, “L’amica delle mogli”, “La nuova colonia” e, soprattutto, “Trovarsi”. Inoltre, le affiderà dei ruoli importanti nei suoi massimi capolavori, a partire dalla Figliastra nei “Sei personaggi in cerca d’autore”. Per oltre un decennio, ovvero fino alla scomparsa del drammaturgo avvenuta nel 1936, Marta Abba e Luigi Pirandello intrecceranno le loro vite grazie anche ad un copioso “carteggio”, che renderà ancora più intensa la loro relazione. Nel 1929, dopo lo scioglimento della compagnia del Teatro d’Arte di Roma e una breve esperienza a Berlino, Marta Abba fonderà una sua compagnia e porterà in scena gran parte del repertorio pirandelliano, riscuotendo grandi successi ma incontrando anche molti ostacoli da parte del “mondo teatrale”. Dopo la calorosa accoglienza francese dell’opera “L’uomo, la bestia e la virtù”, firmata sempre dal “Maestro”, Marta Abba esordirà nel cinema. Nel 1934, interpreterà “Teresa Confalonieri”, la protagonista dell’omonimo film, che riceverà al Festival di Venezia la Coppa Mussolini. In seguito, però, nonostante il favorevole riscontro della critica cinematografica e del pubblico, Marta non riuscirà più a recitare in una pellicola. Dopo questa delusione, l’attrice deciderà di partire per Londra: qui, un impresario le proporrà di calcare i palchi di Broadway, recitando nella commedia di Jacques Deval, intitolata “Tovarich”. E proprio in un teatro di New York, il 10 dicembre 1936, l’interprete riceverà la notizia della scomparsa del suo indimenticabile Maestro. Durante la tournée americana, conoscerà Severance A. Millikin, un ricco mercante d’arte che sposerà nel 1938. Per il matrimonio, rinuncerà a recitare in teatro, almeno fino al 1952 quando, dopo essersi separata dal marito, tornerà in Italia e tenterà di avviare una nuova compagnia. Questa volta, però, la sua audacia non sarà premiata e deciderà di ritirarsi, definitivamente, dalle scene, scegliendo di vivere in una villa ribattezzata “Trovarsi” nei pressi di Aulla, in Toscana.

Inferno nei mari
Cacciatori di U-Boot

Aprile 1944. Il sommergibile tedesco U-515, comandato dall’asso degli U-Boot Werner Henke è sulla rotta per la Costa d’Oro africana quando incontra una formazione di “hunter killer” alleati guidata dal comandante Daniel Gallery. L'incontro mette a dura prova Henke e il suo equipaggio. I cacciatori di U-Boot sono al centro di “Inferno nei mari”, la serie che racconta gli eventi più emozionanti della guerra sottomarina della Seconda guerra mondiale e della Guerra Fredda, in onda mercoledì 6 dicembre alle 22.10 su Rai Storia. La puntata è introdotta e contestualizzata dallo storico militare Ferdinando San Felice Di Monteforte.

GIOVEDI’ 07/12/2023

Storie della Shoah in Italia. I complici

Gli anni sono quelli dal 1943 al 1945, e i protagonisti sono i collaborazionisti italiani che, durante l’occupazione nazista, aiutarono di loro spontanea volontà nella ricerca e nell’arresto dei loro concittadini di religione ebraica. Una pagina buia riletta da “Storie della Shoah in Italia. I complici”, in onda giovedì 7 dicembre alle 15 su Rai Storia.

Le vicende dei personaggi, loro malgrado protagonisti di queste storie, si dipanano su quattro città italiane: Roma, Firenze, Milano e Trieste. Per ognuna di queste città viene raccontata - utilizzando un linguaggio chiaro e fonti in gran parte inedite - una storia esemplare di “tradimento”, attraverso la quale è possibile conoscere il meccanismo della deportazione e le motivazioni personali di chi voleva un’Europa “libera da ebrei”.

Passato e presente
Processo a Pétain

Il 14 agosto 1945 l’Alta corte di giustizia del governo provvisorio francese guidato da Charles De Gaulle, condanna a morte il maresciallo Philippe Pétain per i reati di alto tradimento e collaborazione con il nemico perpetrati tra il 1940 e il 1944 quando è alla guida del regime collaborazionista di Vichy”. Un processo riletto da Paolo Mieli e dal professor Ernesto Galli Della Loggia a “Passato e Presente”, in onda giovedì 7 dicembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Nella figura di Pétain, e nel processo istruito contro di lui a caldo, al termine del conflitto, si condensano le molte contraddizioni del secondo dopoguerra francese, di un Paese lacerato da 5 anni di guerra, smembrato nella sua integrità territoriale e nel suo tessuto sociale.

a.C.d.C
I figli del Sole: dagli Atzechi ai Maya

Con la scomparsa degli Aztechi, dei Maya e degli Inca a seguito della brutalità dei conquistadores spagnoli, molte testimonianze sulla storia e la civiltà di questi antichi imperi americani sono state cancellate. Le loro tracce sono ora sepolte nei resti della capitale azteca Tenochtitlan nell'odierna Città del Messico, negli edifici Maya nascosti nelle foreste guatemalteche e nelle fortezze e nei santuari Inca delle Ande. La serie in tre episodi “I figli del Sole” in onda giovedì 7 dicembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “a.C.d.C”, con l’introduzione del professor Alessandro Berbero fa luce su queste culture con l'aiuto di una tecnologia all'avanguardia. L'immagine che viene rivelata affascina e inquieta allo stesso tempo: rituali impressionanti, che includono sacrifici umani, insieme a progressi nei campi dell’organizzazione sociale, della matematica, dell'astronomia e dell'artigianato che ancora oggi stupiscono gli esperti. Nel primo episodio, la rapida ascesa e la tragica fine di una grande civiltà, gli Atzechi. Una civiltà di guerrieri nomadi che in pochi decenni assoggetta le popolazioni dell’America centrale e costruisce un impero perfettamente organizzato, la cui capitale è una città-giardino al centro dell’altopiano messicano, ma che altrettanto rapidamente soccombe quando gli spagnoli guidati da Hernán Cortés si alleano con i loro avversari. A seguire, alle 22.10, i Maya: grazie alle moderne tecnologie, i ricercatori sono riusciti a far luce sulla loro cultura e sul loro improvviso declino. Dalla matematica all’agricoltura, i Maya hanno lasciato preziose testimonianze grazie a imponenti edifici e ai rarissimi manoscritti scampati alla furia distruttrice dei conquistadores.

VENERDÌ 08/12/2023

Passato e presente
L’età dell’innocenza. L’America di Edith Wharton

“L’età dell’innocenza”, ovvero il romanzo che valse a Edith Wharton - prima volta per una scrittrice- il premio Pulitzer nel 1921, è un viaggio nell’età dorata degli Stati Uniti di fine ‘800. Un periodo ripercorso da Paolo Mieli e dalla professoressa Raffaella Baritono a “Passato e Presente”, in onda venerdì 8 dicembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. La storia di un amore strangolato dalle regole di una società puritana diventa la storia dell’America che si libera dai rigidi corsetti per correre veloce verso la modernità, verso il futuro.

Storie della TV
Il successo (1964-1973)

Tra il 1964 e il 1973 si assiste all’affermazione della Televisione, il numero degli abbonati supera i dieci milioni e la TV costituisce un orologio “sociale” che scandisce la vita quotidiana degli italiani. È la Rai guidata da Ettore Bernabei, a vocazione culturale e dai ‘grandi mezzi’, al centro del secondo appuntamento con Aldo Grasso e con la nuova stagione de “Storie della TV”, la serie di Rai Cultura in onda venerdì 8 dicembre alle ore 21.10 in prima visione su Rai Storia. Testimoni della puntata sono Bruno Gambarotta, che ricorda la sua esperienza come cameraman nel viaggio pontificio in Terra Santa del 1964;  Valeria Fabrizi, che ricorda ‘Biblioteca di Studio Uno’, con il Quartetto Cetra e la regia di Antonello Falqui; Paola Pitagora, la ‘Lucia Mondella’ scelta da Sandro Bolchi per  ‘I promessi sposi’ del 1967, uno degli apici del progetto culturale Rai, commentato dal linguista Giuseppe Antonelli; Fabiano Fabiani, direttore del Telegiornale dal 1966 al ’69; Vito Molinari, regista dei varietà festivi con Paolo Villaggio, che dal 1968 rivoluzionano lo spettacolo TV; Paolo Mieli, che commenta l’importanza di ‘Nascita di una dittatura’ (1972) di Sergio Zavoli sul modo di raccontare la storia in TV;  Giuseppe ‘Peppo’ Sacchi, fondatore della TV via cavo Telebiella, che lancia il ‘guanto di sfida’ al monopolio RAI nel 1973. La puntata è firmata da Caterina Intelisano. Un programma di Enrico Salvatori e di Fabrizio Marini, con la consulenza di Aldo Grasso. Produttore esecutivo Emanuela Capo. Regia di Eva Frerè e Matteo Bardelli.

Nel secolo breve
1943, la Repubblica di Salò

La “Repubblica di Salò” è al centro dell’appuntamento con “Nel secolo breve”, la serie di Rai Cultura introdotta e commentata dal professor Alessandro Barbero in onda venerdì 8 dicembre alle 22.10 su Rai Storia. La Repubblica Sociale Italiana sorge il 23 settembre 1943 per volontà di Hitler dopo l’armistizio e la liberazione di Mussolini al Gran Sasso. È uno dei momenti più tragici della storia italiana, in un Paese divenuto teatro di guerra tra gli Alleati e la Resistenza antifascista da un lato, e l’esercito nazista e le milizie fasciste dall’altro. Emanuela Lucchetti dipanerà il racconto direttamente dai luoghi che ne furono teatro.

SABATO 09/12/23

Passato e Presente
Il Cile di Pinochet

L’11 settembre del 1973, con l’occupazione del porto di Valparaíso e l’attacco dal palazzo presidenziale de La Moneda, a Santiago del Cile ha inizio il colpo di Stato che destituisce il presidente Salvador Allende, spingendolo al suicidio. A capo della congiura è il generale Augusto Pinochet. A “Passato e Presente”, in onda sabato 9 dicembre alle 20.30 su Rai Storia, la professoressa Benedetta Calandra ripercorre, insieme a Paolo Mieli, la pagina più nera della storia contemporanea del Cile, e ricostruisce gli anni della sanguinosa dittatura del generale cileno fino alla sconfitta nel referendum del 1988 per il rinnovo del mandato presidenziale, e oltre. Una vicenda politica seguita con acceso interesse in tutto il mondo e particolare attenzione in Italia, sia per le analogie tra il sistema partitico italiano e quello cileno nel periodo precedente al golpe, sia per le ripetute violazioni dei diritti umani compiute dal regime militare.

Cinema Italia
La sfida

Napoli, anni 50. L'ambizioso Vito Polara, guappo del contrabbando di sigarette, decide di espandere i suoi affari loschi nella malavita ortofrutticola mettendosi contro il boss Salvatore Aiello. La lotta tra i due è senza esclusione di colpi. È il film “La sfida”, opera prima di Francesco Rosi, in onda sabato 9 dicembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast, Rosanna Schiaffino, José Suarez, Nino Vingelli, Rosita Pisano, Angela Luce. Il film ha vinto un Premio Speciale a Venezia 1958 e tre Nastri d'Argento nel 1959.

Documentari d’autore
Il risoluto

Il vecchio Piero, emigrato negli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale racconta al regista del proprio passato, sin qui completamente taciuto, quando nel 1944 a meno di quattordici anni viene reclutato nei ranghi di un battaglione chiamato "I risoluti", al servizio della Decima MAS, una delle più violente milizie fasciste. E’ “Il risoluto” di Giovanni Donfrancesco, in onda sabato 9 dicembre alle 22.30 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.


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